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Autore: Kiko93    31/10/2012    1 recensioni
“ODDIOOOOOOOOOOOOOO…” iniziai ad urlare.
“Calmati!!!!” mi disse quell’essere poggiando una sua mano sulla mia bocca.
Iniziai a calmarmi così mi tolse la mano dalla bocca.
“Mi vuoi spiegare come fai ad essere uguale a me in tutto, persino la voce?!” chiesi io ancora incredula di quello che avevo davanti agli occhi.
“Questo non lo so. Ma non sono l’unico a quanto pare…” disse poi indicando uno specchio. Io iniziai a voltarmi lentamente avendo paura di c’ho che quello specchio mi mostrava…
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian Littrell, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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27° capitolo
Erano passati quasi cinque anni da quel giorno e le cose erano un po’ cambiate…
“Mamma, papà?!”
“Hey piccolino, vieni qui da zia!” dissi battendo due volte con la mano sulla parte libera del divano.
A quelle mie parole quel piccolo ometto si diresse di corsa verso di me per poi accomodarsi sul divano.
Era James, il figlio di Howie e Leigh che ormai aveva quasi quattro anni. Era un vero e proprio angioletto come il padre, gli assomigliava in tutto.
“Zia sai dove sono mamma e papà?” mi chiese guardandomi con occhi dolci.
“No, piccolino…perché? Cos’è successo?” gli chiesi un po’ preoccupata.
“Lo zio Nick e lo zio Alex non mi fanno giocare con le macchinine perché stanno facendo una gara tra di loro…” mi rispose triste con i lacrimoni agli occhi.
‘Sono sempre i soliti!’ pensai per poi dire “Dai piccolino non ti preoccupare, ora c’è la zia che gliene dice quattro…vieni qui!” conclusi aprendo le braccia per prenderlo in braccio.
“No, no zia! Non ti devi affaticare altrimenti la mia cuginetta o il mio cuginetto ne potrebbe risentire!!” mi disse allora sorridendo.
Eh già, ero incinta di otto mesi…chi l’avrebbe mai detto?
Così si alzò dal divano e mi allungò la mano. Dal canto mio, presi quella manina e la strinsi nella mia per poi alzarmi ed iniziare ad incamminarmi con lui verso la sua cameretta. Nel frattempo da quest’ultima provenivano varie voci…
“Dai…dai…dai…continua così…su su…” era Nick che incitava la sua macchinina.
“Forza dai…non mi puoi deludere anche questa volta…” questo invece era Alex che scongiurava la sua di non perdere.
Dopo queste parole un attimo di silenzio nel quale si sentivano solo le macchinette correre, fino a quando…
“VITTORIAAAAAA!!! We are the champions - my friends and we'll keep on fighting till the end…we are the champions…we are the champions…no time for losers…'cause we are the champions of the World!!!!” era Nick che entusiasta della sua vittoria correva da una parte all’altra della stanza cantando a squarciagola, mentre nel frattempo Alex litigava con la macchinetta per l’ennesima sconfitta.
A quella scena scoppiai a ridere: erano proprio dei bambini.
Tornando subito seria, cercai di portare l’attenzione su di me schiarendomi la voce.
Una, due, tre volte…niente, erano troppo concentrati uno ad esultare, l’altro a lamentarsi con la macchinina, quando lampo di genio…
“Ragazzi…” iniziai lamentandomi “…mi si sono rotte le acque…” conclusi piegandomi per il ‘dolore’ e facendo un rapido occhiolino al piccolo James per fargli intendere dello scherzo.
“Zii, la cuginetta o il cuginetto sta per nascere!!!” disse allora James aiutandomi nella messinscena.
A quelle due affermazioni nella stanza calò per un attimo il silenzio fino a quando sia Nick che Alex iniziarono a correre a destra a sinistra farfugliando cose senza senso come presi dal panico.
Alla vista di quella scena, all’unisono, io e James scoppiammo a ridere come matti.
“Ve l’abbiamo fatta anche questa volta!!” dissi non appena smisi di ridere battendo il cinque con James in segno di vittoria.
Ormai da quando aveva due anni eravamo complici in qualsiasi scherzo: le nostre vittime preferite, Alex e Nick ovviamente!
“Voi due insieme siete proprio perfidi!! Ma si può scherzare su queste cose?!” mi disse Alex offeso appoggiato da Nick.
“Beh, si, visto che è solo questo il modo per attrarre la vostra attenzione!!” gli risposi allora seria, per poi continuare “Comunque volevo solo dirvi di far giocare il piccolo che ormai l’età per le macchinine a voi è passata da un pezzo!!” conclusi facendogli la linguaccia.
“Agli ordini capo!!” mi disse Alex facendo il saluto militare con la mano, mentre Nick incitava James ad andare a giocare.
Così prima di lasciarlo andare gli sussurrai all’orecchio:
“Mi raccomando straccia i tuoi zii anche da parte mia!!” gli sorrisi, uscii dalla cameretta e mi incamminai per il corridoio.
Man mano che mi avvicinavo al salotto, un profumo di brace si faceva sempre più intenso, così proseguii verso il giardino da dove ero certa provenisse il profumo.
“Finalmente dopo cinque anni hai imparato a fare la brace!” dissi non appena uscita in giardino, vedendo Howie darsi da fare con la brace.
“È stata dura, ma alla fine ce l’ho fatta!!” mi rispose Howie alzando il braccio in segno di vittoria, ma nel momento in cui fece ciò, distraendosi dal fuoco, ecco che la fiamma divampò.
“AMOREEEEEE!!” urlò Leigh prendendo di corsa un secchio riempiendolo con l’acqua della piscina.
“Penso proprio che mi ci vuole qualche altro annetto di pratica!” disse allora Howie imbarazzato, non appena Leigh spense la fiamma.
“Credo proprio di si…” disse Leigh guardandolo storto.
“Dai, un altro po’ di pratica e sarai il re della brace!!” dissi incoraggiandolo, poi continuai cambiando completamente discorso “Ma sapete per caso dove sia Brian? Stamattina quando mi sono alzata, già non c’era…”
“Io l’ho visto questa mattina presto e mi ha detto che doveva andare ad Orlando a fare delle cose, ma non ha specificato cosa…però ha detto che sarebbe tornato per il pranzo…” mi rispose Howie.
“Ah…già mi immagino cosa sarà andato a fare…” dissi alzando gli occhi al cielo per poi continuare “Vabbè vi lascio alla brace…mi appoggio un po’ sul divano per riposarmi, ultimamente sono sempre stanca…bah…”
“Beh, forse io so il perché…” mi rispose Leigh passando lo sguardo sulla mia pancia.
“Ma no, ancora non è scaduto il tempo…mancano circa due settimane…” le risposi capendo subito a cosa alludeva.
“Sarà...” iniziò alzando gli occhi al cielo per poi continuare “…comunque va a riposarti che fa sempre bene nel tuo stato!!” concluse sorridendomi premurosa.
Così, ricambiando il sorriso, ritornai lentamente al divano dal quale dieci minuti prima mi ero alzata. Mi sdraiai e pian piano mi abbandonai al mondo di Morfeo.
 
“Hey piccola…” la voce di Brian risuonò dolce nelle mie orecchie, accompagnata da un delicato bacio sulla fronte.
Aprendo lentamente gli occhi, gli risposi ancora mezza assonnata:
“Hey Bri…”
Non ebbi il tempo di dire altro che le sue labbra si posarono sulle mie per un dolce bacio a stampo.
“Adoro questo risveglio…” dissi avvolgendo il suo collo con le mie braccia non appena allontanò leggermente il suo volto dal mio.
“Lo so…” mi rispose sorridendomi per poi continuare “…se fosse per me ti riempirei di baci per tutta la giornata…”
“Fallo…hai il mio consenso…” gli dissi allora sorridendo maliziosamente.
“Non mi pare il caso…siamo in presenza di minori…”
A quella affermazione mi guardai un po’ intorno per poi dire confusa:
“Non mi sembra…James non è nei paraggi…”
“Beh, James non c’è, ma…” mi rispose portando alla fine il suo sguardo sulla mia pancia come per farmi capire che il minore a cui si riferiva era il nostro bambino.
“Beh, non credo che al piccolo o alla piccola dispiaccia che i suoi genitori si diano un bacio, vero?!” risposi allora accarezzandomi la pancia come per ricevere una risposta dal/la diretto/a interessato/a, che dopo qualche secondo scalciò; così continuai “Ha appena scalciato…questo significa che non gli dispiace!” conclusi sorridendo.
“Allora se ho il suo consenso…” disse in modo malizioso senza concludere la frase.
Così iniziò sempre più ad avvicinarsi alle mie labbra fino a che…
“Ehm, ehm…”
Ci voltammo subito verso la porta del salotto: era Nick con in braccio James.
“Hey ometto!” disse Brian allontanandosi subito da me ed avvicinandosi ai due.
“Ciao zio!!” rispose James sporgendosi dalle braccia di Nick verso Brian come per andare tra le sue.
“Indovina un po’ cosa ti ho portato da Orlando??!!” disse allora Brian prendendolo in braccio esaudendo così la richiesta del piccolo.
“Che mi hai portato zio?! Che mi hai portato?” rispose allora al settimo cielo James muovendosi all’impazzata tra le braccia di Brian.
“Corri in giardino e vedrai…” disse Brian facendo scendere il piccolo James a terra che in un nanosecondo aveva già iniziato a correre per tutto il corridoio verso il giardino.
Così dopo aver sorriso a quella scena, Brian si voltò verso di me e disse iniziando ad avvicinarsi:
“Bene…dove eravamo rimasti??!!”
“Ehm, ehm…” era di nuovo Nick che era rimasto in salotto.
“Se non vuoi assistere a queste scene, è inutile che rimani lì impalato a schiarirti la voce, tanto non mi fermo questa volta!!” disse allora Brian senza voltarsi verso il diretto interessato e continuando ad avvicinarsi a me.
Non gli lasciai il tempo di accorciare a zero la distanza tra di noi che posai l’indice sulle sue labbra e dissi mettendo il broncio come una bambina di due anni:
“Mi sono svegliata questa mattina senza te affianco e oltretutto non mi porti niente per farti perdonare??!! Ma che bravo ragazzo che sei!!”
A quella mia affermazione Brian rimase con gli occhi spalancati, perplesso e alquanto rammaricato, mentre Nick se la rideva di gusto appoggiato allo stipite della porta del salotto.
Notando quella reazione dissi:
“Ehy Bri, ma è possibile che non riesci mai a capire che scherzo?!”
“Ma perché scherzavi?? Mi stavo troppo divertendo, volevo assolutamente assistere ad un vostro litigio!! Uffaaaaa!” disse prontamente Nick deluso.
“Ma certo che scherzavo!!! Come posso prendermela per queste sciocchezze?! Soprattutto con l’uomo che amo?!” dissi allora rivolgendo queste ultime parole al diretto interessato che al risuono di queste si svegliò dal momentaneo stato di trance in cui era caduto cinque minuti prima.
“No, scusa cosa hai detto?? Non ho ben capito…” mi disse allora Brian facendo il finto tonto.
“Che stavo scherzando…” risposi stando al suo gioco.
“No, no…dopo, cosa hai detto?” replicò Brian non avendo ricevuto la risposta giusta.
“Ehm…se potevo prendermela per una sciocchezza simile…” risposi allora.
“Ancora non ci siamo…cosa hai detto alla fine?” mi chiese allora Brian attendendo la risposta giusta.
“Che non potevo prendermela soprattutto con te…all’incirca era questo quello che volevo dire…” risposi girando intorno alla risposta esatta.
“Dai, piccola che ci sei quasi…” mi disse Brian ancora non contento della risposta.
“Allora…” iniziai afferrando delicatamente la sua mano “…fammi pensare…” continuai iniziando a trascinarlo lentamente verso di me “…beh forse mi ricordo…” mi fermai un attimo tenendo ancora stretta la sua mano per poi proseguire “…ah si…che non posso prendermela soprattutto con l’uomo che amo!!” conclusi sorridendo avvicinandomi pian piano al suo volto.
“E chi sarebbe quest’uomo così fortunato?” mi disse allora Brian sorridendo maliziosamente.
“Beh è un ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli biondi. Quando sorride gli si chiudono gli occhi e lo adoro quando lo fa. Con gli amici è troppo buffo, ma sa essere anche dolce e romantico. Forse lo conosci, è un cantante famoso e appartiene ad un gruppo…” non riuscii a terminare che…
“Biondo, occhi azzurri, buffo, cantante famoso…non illuderti B-Rok…sono io questo ragazzo fortunato…” disse Nick sogghignando stando ancora lì sulla porta ad assistere a tutta la scena.  
A quell’affermazione Brian si voltò di scatto lanciando un’occhiataccia a Nick che prontamente disse:
“Ok, ok, calmo…me ne vado, me ne vado!” iniziandosi ad allontanare dal salotto.
“Allora stavi dicendo…” disse allora Brian rivolgendosi a me con il sorriso.
“Ah si…è un cantante famoso con una voce bellissima, che ogni volta che la sento mi fa venire i brividi…” continuai ormai bordeaux in volto “…insomma è una persona stupenda, unica nel suo genere. Forse te la dovrei presentare…” conclusi sorridendo.
“E si può sapere come si chiama?!” mi chiese allora Brian ormai divertito dal gioco.
“Il suo nome è…Brian Thomas Littrell!!” dissi arrossendo ancora di più.
“Ah, non l’ho mai sentito in vita mai!!” mi disse in modo serio guardando in alto.
“Sei proprio scemo!” gli dissi allora dandogli un pacca sul braccio.
Sorrise un po’ per poi tornare serio e dire:
“Comunque anche Brian Thomas Littrell ti ama, me l’ha confessato l’altra sera!”
“Ma se cinque secondi fa mi hai detto che non lo conosci!!” dissi notando l’affermazione completamente contraddittoria dalla precedente.
“Beh…questo non dovrei neanche dirtelo, ma un po’ di giorni fa, per qualche scherzo del destino, lo ‘spirito’ di questo Brian è entrato nel mio corpo e mi ha detto ciò…” mi disse allora Brian.
“Questa situazione non mi è nuova…” dissi sorridendo ripensando a quel contesto impensabile nel quale ci eravamo conosciuti.
“Comunque a parte gli scherzi, anche io ti amo e proprio per questo, come mi potevo dimenticare di te passando per Orlando??” mi chiese girandosi per prendere qualcosa da dietro il divano.
“Tu sei matto!! Ma quante volte ti ho detto che non ho bisogno di regali…l’unico dono che voglio è quello di averti affianco…” dissi un po’  in imbarazzo.
“Lo so alla perfezione ed è anche per questo che ti amo…ma questo è un regalo per il futuro membro della famiglia Littrell!” mi rispose allora entusiasta di ciò che mi stavo porgendo.
Con il sorriso sul volto iniziai a scartare quel pacchetto per poi dire meravigliata:
“Mamma mia sono stupendi!”
Iniziai a guardare con gli occhi lucidi quelle scarpette e quella salopette così piccole.
“Noto che ti sono piaciute!” mi disse fiero di sé.
“Si, da morire!” dissi mettendogli le mani al collo per poi finalmente baciarlo.
Era passato qualche minuto e stavamo ancora così a baciarci. Né io né lui volevamo staccarci, ma come al solito…
“È pronto!! Tutti in giardino!!!” era Leigh che urlava dalla cucina.
“Ma ce la faremo mai a stare in santa pace io e te?!” mi chiese Brian allontanandosi dalle mie labbra sbuffando.
“Credo proprio di no!” gli risposi sorridendo dandogli un ultimo bacio sulle labbra per poi alzarmi.
Iniziammo così mano nella mano ad incamminarci verso il giardino, quando notai Leigh indaffarata in cucina.
“Bri, tu intanto vai in giardino a dare una mano agli altri e io cerco di dare una mano a Leigh in cucina!” gli dissi.
“Ma…” cercò di dire Brian, ma lo fermai prontamente.
“Non ti preoccupare, cerco di fare lo stretto necessario senza affaticarmi!” gli dissi capendo immediatamente cosa voleva dire ed entrando subito in cucina.
 
“Ohi Jessy!” mi disse subito Leigh non togliendo lo sguardo dai fornelli.
“Ma hai anche gli occhi dietro?!” chiesi sbalordita non capendo come aveva fatto a notarmi.
“Magari!! Ti ho solo sentita parlare con Brian!!” mi rispose ridendo.
“Ah, tutto spiegato ora!!” dissi allora per poi continuare “Allora in che posso aiutarti?”
“Niente!” mi rispose secca.
“Dai non ti ci mettere anche tu…è da otto mesi a questa parte che mi sento inutile…” dissi amareggiata.
“Jessy siamo tutti preoccupati per la tua salute…non è niente contro di te…è stata la stessa cosa quando sono rimasta incinta di James, se ti ricordi…” mi rispose allora Leigh voltandosi finalmente verso di me.
“Si, lo so…ma non ci riesco a stare ferma a guardare voi che andate a destra e a sinistra!” iniziai con il volto basso per poi continuare “Nemmeno un piattino?!” conclusi alzando lo sguardo facendo gli occhi dolci.
“Ok, ma solo per questa volta!” mi rispose dopo un attimo di incertezza per poi indicarmi ciò che dovevo prendere.
“Ti adoro!” le dissi dandole un bacio sulla guancia per poi prendere il piatto indicato.
Non feci in tempo di fare qualche passo con il piatto che…
“ODDIO!” affermai lasciando cadere il piatto per terra.
“Che è successo?” si girò di scatto Leigh agitata.
Le indicai per terra sotto le mie gambe.
“BRIAN!!!” urlò subito a quella vista.
In un nanosecondo Brian si catapultò in cucina.
“Sta arrivando!” disse Brian non appena entrato.
“Si…” dissi con una faccia da ebete ancora incredula di ciò che di lì a poco stava per succedere.
“Alex prendi la borsa con le cose di Jessica, Nick vai a preparare la macchina di Brian, Howie prendi James e prepara l’altra macchina…SUBITO!!” era Leigh che aveva iniziato ad impartire ordini a destra e a manca, mentre sia io che Brian eravamo entrati nel panico più totale.
“Jessy respira tranquillamente e dì al piccolino di non avere fretta ad uscire!” mi disse Leigh accompagnandomi verso la macchina.
 
Dopo un quarto d’ora di auto, arrivammo finalmente all’ospedale dove mi portarono subito in sala parto.
“Signorina stia tranquilla…respiri profondamente e quando glielo dico spinga forte…” mi disse subito la dottoressa.
‘Vorrei vedere lei a stare tranquilla…’ pensai continuando a spingere. 
“Dai piccola respira…” mi disse Brian tenendomi la mano e mimando anche lui come dovevo respirare.
‘Meno male che ci sei tu qui al mio fianco!’ pensai perdendomi nei suoi occhi lucidi.
“Su, su continui così…manca poco ormai…” mi ripeteva l’ostetrica.
“Dai amore l’ultima spinta…” mi disse allora Brian.
Quando il pianto di un bambino…
“Ce l’hai fatta piccola!” mi disse Brian tenendomi ancora stretta la mano e dandomi un bacio sulla fronte.
Sospirai esausta.
“Congratulazioni, è una femmina!” ci disse l’ostetrica lasciando la bambina tra le braccia di Brian.
“Guarda che amore che è! Tutta sua madre!” mi disse Brian porgendomela.
“Benvenuta Nicole!” dissi accarezzandole la piccola guancia con un dito.
“Mi piace questo nome!” mi disse allora Brian sorridendomi per poi portare lo sguardo sulla piccola.
Non passarono nemmeno cinque minuti con la bambina tra le braccia che bussarono alla porta e…
“Scusate, ma devo portare la bambina a fare dei controlli! Non vi preoccupate ve la riporto il più presto possibile!” ci disse l’infermiera sorridente con un tono premuroso per poi continuare “Intanto vi lascio in compagnia dei vostri amici!”
Così dicendo fecero capolino dalla porta Howie e Leigh, seguiti da Nick e Alex, tutti e quattro con un grande sorriso stampato sul volto.
“Congratulazioni neogenitori!!” ci disse subito Leigh commossa avvicinandosi al lettino ed abbracciandoci.
“Grazie mille Leigh!!” le risposi ancora incredula lasciando uscire qualche lacrima di felicità.
“Che bello una nuova piccola mascotte nel gruppo!!” disse euforico Nick saltando a destra e a sinistra come un bambino seguito da Alex.
“Allora che nome avete pensato di darle?” ci disse Howie che in quel momento ero l’unico che si era contenuto.
“…Nicole…” risposi sorridendo.
“È un bellissimo nome…” rispose Leigh che nel frattempo non la smetteva più di piangere.
“Già…” dissi sorridendo ancora con occhi sognanti.
“Allora, come si sente il neopapà?” disse Alex dando una pacca sulla spalla di Brian.
“Mi sento l’uomo più felice al mondo…ma c’è ancora una cosa che devo fare e sarò l’uomo più felice di tutto l’universo…” rispose Brian voltandosi alla fine verso di me.
A quell’ultima affermazione lo guardai un po’ interdetta e così continuò…
“Sai, stamattina sono andato ad Orlando non solo per comprare quei regalini a James e alla nostra Nicole, ma anche per comprare qualcos’altro…per te! È da un bel po’ che avevo questa idea, ma solo stamattina ho trovato il tempo di portarla a termine…” si fermò un attimo per guardarmi, per poi proseguire “…mi sono fermato ad una vetrina e l’ho visto…sembrava fosse lì apposta ad aspettare che lo comprassi…non ho resistito ed eccolo qui…” iniziò a frugare con la mano nella tasca della giacca “…volevo dartelo appena tornato questa mattina, ma sono stato più volte interrotto da qualcuno…” si bloccò voltandosi verso di Nick, che dal canto suo disse imbarazzato:
“Oops…colpa mia!”
“Comunque…” riprese tornando a guardarmi “…non so se sia il momento giusto e se tu mi dirai di si…”
A quell’ultima affermazione iniziai a tremare.
“…ma tentar non nuoce…” si fermò per poi mettersi in ginocchio e tirare finalmente dalla tasta un cofanetto “MI VUOI SPOSARE?” aprendolo.
Non ci credevo…era un sogno o cosa?
Mi diedi un pizzicotto sul braccio per vedere se veramente era la realtà e…dolore...era tutto vero!!!!
“SI, SI, SI, SI, SI, SI…mille volte SI!!!” dissi sorridendo e lasciando che altre lacrime bagnassero il mio volto.
Si alzò con un sorrisone stampato sul viso, mi mise l’anello al dito e mi riempì di baci.
“Ti amo più della mia stessa vita!” mi disse all’orecchio.
“Anche io ti amo!!” gli risposi continuandolo a baciare, mentre nel frattempo si era sollevato un grande applauso degli altri in tutta la stanza.
“Questo sarà il vero inizio della nostra storia d’amore…”
 
 …Già, quello era solo l’inizio di quella storia d’amore nata in un contesto a dir poco surreale che era riuscita a sopravvivere nonostante tutto e che non sarebbe mai tramontata…
 

Fine

  
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