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Autore: Kwassakwassasisa    02/11/2012    2 recensioni
Una ragazza, la sua grande fantasia e un ragazzo misterioso.
Sotto c'è qualcosa di losco, che Isabel non riesce a scoprire.
Una trama semplice, che rivela davvero poco.
I hope you enjoy.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma come mi sono ridotta?




Oggi ho tanta ispirazione. Mi sono svegliata prima e mi sono messa al computer a scrivere. Ho salvato ad ogni 10 parole. Mia madre non rovinerà di nuovo tutto il mio lavoro. Sono le 11.23 di mattina e sono 5 ore che scrivo.
Mi stropiccio gli occhi e torno a lavoro. Ma proprio quando sono sul punto di pubblicare la mia storia, mia madre entra di soprassalto nella mia camera e come se stessi rivivendo la stessa scena di ieri inizia ad urlare:
<< Cosa stai facendo? È tutta la mattina che sento il rumore del computer! Non hai ancora imparato la lezione?! >>
<< Non la imparerò mai! Io amo scrivere! >>
<< Ma lo vuoi capire che così ti rovini la vita? Hai idea di quante radiazioni rilasci il computer?! >>
<< Si, e non me ne importa! Tanto prima o poi tutti dobbiamo morire... >>
<< Ma smettila di pararti il culo con queste cazzate! Sei ridicola! >> Mia madre si porta una mano alla tempia e prende un grande respiro per calmarsi. << Quante amiche ti sono rimaste? >>
<< E questo cosa c'entra? >>
<< Rispondi! >>
<< Eleonore.. Stacy.. Erika...  Adele... >>
<< Sono tue amiche solo perché le incotri inveitabilmente a scuola! >>
<< Smettila! Questo non c'entra nulla...! >>
<< Non alzare la voce con me! >> Mia madre mi prende il polso ancora una volta e me lo stringe. Dopo qualche istante di silenzio e dopo avermi fissata insistentemente, mi lascia andare e con un tono più tranquillo mormora..
<< Lo faccio per il tuo bene. 
Facciamo così. Ti do 2 ore al giorno per stare al computer. 2 ore e mezza, massimo. Dalle 4 di pomeriggio alle 6. Se ti trattieni di più, ti giuro, Isabel Martini, che ti porto dallo psicologo! >> io ci rimango di sasso.
<< M-ma perché? >>
<< Perché se non ne esci adesso che sei giovane, non ne esci più e diventerai una fallita che preferisce vivere una vita virtuale mettendo da parte quella reale. È questo che vuoi? Essere felice nella tua finzione? >>. Le mie sopracciglia hanno un fremito e una lacrima mi scende giù. È difficile ammetterlo.. Ma in fondo ha ragione ed io so perfettamente di preferire quella vita a questa. 
Pubblico la mia storia e la pubblicizzo sulla mia pagina di facebook, dopo di ché, mi metto sul letto e affondo il capo nel cuscino. Come posso riuscire a smettere di ruolare? Di interpretare un altro personaggio e di farne le veci? Come posso smettere di essere qualcun altro? Sento che non posso riuscirci, non voglio riuscirci. Il role-play è la mia vita.. La scrittura è la mia vita..
 
Sento la porta chiudersi, mamma è uscita. Sento l'irrefrenabile voglia di sedermi davanti al computer e pigiare il pulsante di accensione, ma proprio quando sto per farlo, il campanello suona. Apro la porta esitante e mi riappare il ragazzo di ieri. Deglutisco, sono un po' spaventata e ho uno strano e fastidioso mal di testa. Che sia davvero uno Stalker? Dannazione... Sono sola in casa. 
<< Cosa ci fai qui >> 
<< Non aver paura >> ma come diavolo fa a sapere che sono spaventata?
<< Se me lo dici così è peggio.. >>
<< Hai ragione, hai ragione. Mi sono appena trasferito e con tutti gli impegni che ho avuto, non sono riuscito a fare la spesa. Ti dispiacerebbe prestarmi mezzo kilo di pasta? >>
<< Prima di tutto, come fai a sapere che abito qui? Secondo, come mai abiti da solo? >>
<< Non lo sapevo infatti, ho bussato a tutte le porte del piano. È un caso. Vivo con mio padre, ma lui è paralitico ed io mi prendo cura di lui. Allora, me la dai la pasta? >>
Sospiro. << Aspetta qui >> dico rassegnata. Ma lui entra insieme a me. << Ho detto di aspettare fuori >>
Lui alza le mani in alto e indietreggia << Come vuoi, come vuoi >>
Io prendo dalla dispensa un pacco di pasta a caso, mi giro e me lo trovo davanti, che sorride sornione. Per poco non mi viene un infarto.
<< Dannazione! Fanculo... Che spavento... Ti avevo detto di rimenere fuori! >>
<< Non mi piace aspettare >> Il tizio mi guarda intensamente e poi mi da' una carezza sulla guancia. Io lo fisso stranita e poi alzo un sopracciglio. Lui afferra la busta di pasta e io mollo subito la presa. << Grazie~ >> bisbiglia soddisfatto, per poi darmi le spalle e andare alla porta. Io sono come pietrificata ma prima che lui possa andarsene mi muovo a raggiungerlo.
<< C-come ti chiami? >> la domanda più cogliona che abbia mai potuto fare in un momento simile. Che cosa c'entra adesso!? Lui mi guarda e fa un sorriso assurdo. I suoi denti risplendono nella penombra del portone. Per non parlare poi, dei suoi occhi così chiari da potercisi specchiare sopra.
<< Alexander >> dice per poi farmi un cenno con la mano e precipitarsi giù per le scale. Chiudo la porta. Perché non ha chiesto il mio nome? Beh, due sono le cose: o lo sa già, oppure non gliene importa niente. Almeno sono sicura che non è un malintenzionato.
 
Mamma è tornata ed io mi connetto clandestinamente dal telefono. Okay, se continuo così posso sopravvivere ancora per qualche settimana. Mi soprendo a pensare come un avventuriero che cerca di sopravvivere nelle foreste amazzoniche. Ma come mi sono ridotta?
Sospiro sconsolata e presto mi addormento. 
Al mattino accendo il computer e mi ci metto su senza neanche rendermene conto, come se fosse un gesto involontario, la forza dell'abitudine. Sorrido.
<< Questa è droga della miglior specie >> e mi connetto.
<< Ehi, guarda qui, c'è anche Rogue online.. >> bisbiglio guardando lo schermo, tutta eccitata. Rogue è la mia partner di Role e con lei ho le migliori coppie. Che bello, adesso risponderà. Sapere l'esito di ciò che abbiamo creato, creare altre situazioni, viverle, è una delle cose più belle del mondo. E poi.. Ah, scrive così bene.
Sono assorta nelle mie fantasie, quando uno schiaffo ad alta velocità, preceduto da una folata di vento, mi si stampa sul viso. Scuoto il capo confusa, non sto capendo niente. Mi porto una mano alla tempia e poi mi massaggio la guancia riaprendo gli occhi e guardando mia madre che in piedi, mi fissa furiosa. 
<< Che cosa ti avevo detto? >> alzo entrambe le sopracciglia. Dannazione! Me ne sono completamente dimenticata... Che idiota! Sono un'emerita cogliona. Vorrei dire a mia madre di colpirmi di nuovo. Come si fa ad essere così idioti? Non avrei mai dovuto farmi scoprire.. Adesso è sicuro che non sopravviverò. Ho fallito miseramente, e presto ne pagherò le consequenze.
<< Vestiti. Andiamo dalla signora Russo >>
<< Chi diavolo è la signora Russo? >>
<< Il tuo nuovo psicologo >> dice uscendo fuori dalla camera per poi sbattere con forza la porta.
   
 
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