05.
Esteriorità:
(Saga/Aiolos)
(357 parole)
note:
Flashfic, Post Hades
Una lezione importante che Shion aveva impartito loro, quando ancora erano solamente dei giovani apprendisti, era il saper riconoscere il vero valore delle cose al di là delle apparenze. Altresì importante, era solito ripetere loro il Grande Sacerdote, era valutare con discernimento quando cimentarsi in qualcosa e quando invece lasciar perdere.
“Sei proprio sicuro di volerlo fare? Io non credo che…” scettico, Saga aveva guardato davanti a sé studiando il loro obiettivo per qualche minuto e poi si era girato verso il compagno. Il suo sguardo era divenuto ancora più perplesso nel vedere fiducia e piena convinzione negli occhi dell’altro.
“L’avevi lanciata tu per primo questa sfida e poi, lo abbiamo fatto molte altre volte e non è mai successo nulla” aveva risposto Aiolos, incoraggiando con leggere pacche sulla schiena Saga ad iniziare la scalata per raggiungere il ramo più sporgente, quello che a vederlo sembrava il più robusto, quello solito dove si fermavano per ammirare poi il panorama, seguendolo subito dopo.
“Sì, ma è stato una vita fa. Eravamo diversi, eravamo bambini” aveva ribattuto Saga, sempre meno convinto di ciò che stavano facendo, raggiungendo il punto stabilito dopo aver preso qualche altro appoggio.
Approfittando della sosta che Saga aveva fatto per parlargli, Aiolos lo aveva affiancato e superato senza alcuna fatica, sorridendo soddisfatto; si era quindi appeso al ramo e con un paio di volteggi un po’ impacciati, si era infine seduto – a testa in giù – guardando verso ovest. Saga invece, sistematosi più vicino alla base del ramo, guardava verso est. Erano rimasti in silenzio per alcuni minuti, rivivendo in quella tranquillità e serenità i tempi passati di loro fanciulli, mentre il vento carezzava i loro corpi e scompigliava i capelli. Poi, con un atletico colpo di reni Aiolos si era raddrizzato, avvicinandosi sempre più al compagno con piccoli movimenti lungo il ramo nodoso; ed un inquietante “crack” aveva anticipato di pochi secondi la sua rovinosa caduta.
A volte un vecchio albero dall’apparenza malandata, anche se è stato uno stoico testimone dell’avvicendarsi dei secoli, capace di portare su di sé il peso del mondo – e di due giovani scalmanati – è solo un vecchio e fragile albero.