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Autore: sheloveszayn    04/11/2012    1 recensioni
Il suo sorriso, i suoi occhi, il modo in cui mi guardava, il modo in cui mi faceva sentire unica.. era l'unico che riusciva a farmi sentire adatta per questo mondo in cui non mi sono mai sentita accettata. Il mio posto qui era con lui! Tra tutti i cambiamenti che ho subito nella mia vita, Zayn è stato sicuramente il migliore!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Who is her?

Lunedì mattina
Quella sveglia non smetteva di suonare. Era peggio della voce di mia madre quando urlava, fidatevi non era facile superarla.
Utilizzai tutti i metodi possibili per non ascoltare quell’assordante rumore ma niente da fare, fui costretta ad alzarmi.
Tolsi il cuscino che avevo sopra la testa, mi feci coraggio e scesi dal mio caldo e comodo letto. Andai in bagno per sistemarmi e la scena a cui dovetti assistere non era delle migliori. Avevo un aspetto spaventoso, i capelli non seguivano un filo logico, la sera prima dimenticai di struccarmi per cui il mascara era colato tutto sotto gli occhi; insomma, per farla breve, avrei potuto fare la protagonista di un film horror.
Scesi in cucina per fare colazione e sul tavolo trovai un biglietto lasciato da mia madre: “Sono dovuta uscire prima per accompagnare tua sorella a scuola, appena arrivo accompagno te. Ti voglio bene!”
Dato che erano ancora le sette decisi di prendermela con comodo. Mi preparai un enorme tazza di latte e cereali, andai in salone accesi la tv e mi sedetti sul divano. Non è che avessi proprio voglia di andare a scuola quella mattina. Dopo aver finito di mangiare guardai l’orario dall’orologio che era in cucina ed erano già le otto meno un quarto, diciamo che me l’ero preso troppo con comodo. Salii di corsa le scale per andare in camera a prepararmi.
Aprii l’armadio e presi la prima cosa che mi capitò: un paio di jeans, una semplice maglia bianca larga e le mie amatissime converse bianche. Andai in bagno mi lavai velocemente i denti e mi truccai appena. Erano le otto e di mia madre nemmeno l’ombra, la chiamai svariate volte e continuava a ripetermi che era bloccata nel traffico. Perfetto è il mio primo giorno in una scuola che non conosco e già sono in ritardo! Sentii il clacson della macchina di mia madre così presi la borsa che era sopra il tavolo della cucina e corsi fuori casa.
“Mamma devi correre sono in un ritardo pazzesco!” mia madre come risposta mi lanciò uno sguardo di intesa. E fu così che mi ritrovai nel bel mezzo di una gara automobilistica. Mia madre spingeva contro l’acceleratore, superava chiunque avesse davanti, non rispettava nessuno dei segni stradali, ho visto tutta la mia vita passarmi davanti agli occhi. Finalmente arrivai a scuola, salutai mamma con un bacio e mi catapultai fuori dalla macchina. Il cortile era deserto, erano già tutti dentro. Corsi fino all’entrata e ad aspettarmi c’era un uomo grosso, con degli enormi baffi grigi, una tuta con su scritto Bob e con le braccia conserte.
“Mi scu.. mi scusi sono in ritardo, mi può lasciare passare?” gli dissi con il fiato alla gola appoggiando le mani sulle ginocchia.
“Mi dispiace ma non puoi passare. Sarai costretta a tornartene a casa.” Senti scimmione o mi lasci passare o.. o.. o cosa?! E va bene per stavolta hai vinto tu. Ma la guerra è aperta. Stavo per voltare le spalle e andarmene quando pare che in King Kong si accese un briciolo di umanità:
“Puoi provare a passare per la porta di servizio” mi disse. Come una bambina che scarta il suo regalo di Natale mi si illuminarono gli occhi e corsi verso il retro della scuola. Nel correre attraverso quella minuscola porta la borsa si bloccò nella maniglia. Una semplice domanda, ma che ho fatto di tanto male per essere così sfigata? Nel tentativo di liberarmi dalla presa di quella porta sentivo qualcuno che da dietro urlava qualcosa.
“Senti tesoro sono ritardo, non posso perdere tempo. Mi lasci passare?” ah giusto perché io sono qui a litigare con una porta per puro divertimento vero? Ci mancava solo sto cretino.
“Innanzitutto tesoro ci chiami tua sorella e poi non vedi che..” mi girai per guardare questo deficiente negli occhi ma nel farlo mi bloccai di colpo. Era stupendo, aveva gli occhi più belli che avessi mai visto, uno sguardo così intenso, una bocca che sembrava disegnata. Rimasi immobile per circa cinque minuti e molto probabilmente avevo anche la bocca aperta, lo so non è il modo migliore per presentarsi ad un ragazzo. Vedevo solo le sue labbra muoversi e le sue mani agitarsi, del suo lungo discorso riuscii a capire solo le ultime parole “..quindi un imbranata che blocca il passaggio è l’ultima cosa di cui ho bisogno” disse con un tono alterato. Mi bastarono solo quelle poche parole per cancellare la visione angelica che avevo creato nella mia mente. Bello ma odioso.
“Sai cosa? Sono in ritardo il mio primo giorno di scuola, la giornata è iniziata malissimo e un cretino che mi mette fretta è l’ultima cosa di cui ho bisogno. Quindi se Mr. Presunzione vuole darmi una mano ce ne usciamo prima da questa spiacevole situazione.” Gli risposi a tono. Così insieme cercammo di liberare la manica della borsa dalla maniglia della porta. Nel frattempo il ragazzo farfugliava cose incomprensibili, si lamentava peggio di mio nonno. “Almeno sei carina” disse.
Lo fulminai con lo sguardo ma lui non se ne accorse o almeno così sembrava. Finalmente la porta decise di liberare i suoi ostaggi e subito mi incamminai in quel lunghissimo corridoio.
“Ci vediamo in giro imbranata.” Era la voce di quell’odioso ragazzo che da lontano mi salutava con una mano e un sorriso da demente. Gli feci il dito medio e mi diressi verso la mia classe. Ci misi un po’ a trovarla, girovagai per i corridoi con un foglio in mano con su scritto la mia aula e il mio orario. Prima ora francese, indovinate un po’?! Odiavo il francese.
Finalmente raggiunsi la mia classe. Mi bloccai fuori la porta per qualche secondo prima di entrare, feci un lungo respiro, allungai la mano e aprii la porta.
Buon giorno! Mi scusi il ritardo.” Dissi un po’ imbarazzata al professore che era già impegnato a spiegare qualcosa per me incomprensibile. Sarebbe stata meglio una lezione di arabo.
“Tu devi essere Taylor Backer, la ragazza nuova. Prego accomodati pure dove vuoi. E che questi ritardi non capitino più” era la prima persona gentile che incontrai quella mattina. Mi diressi verso i banchi in cerca di un posto libero. Mi sentivo osservata da tutti quei ragazzi che non conoscevo. Mi osservavano come fossi un’aliena. Già, ero ‘quella nuova’. Girai lo sguardo e vidi una ragazza che mi accolse con un gran sorriso e che mi faceva segno di sedermi vicino a lei. Quel sorriso mi ricordava Lauren, un po’ le assomigliava. Forse per questo non esitai un attimo ad accettare il suo invito.
“Ciao! Io mi chiamo Sophie Gray ” disse allungando la mano verso di me.
“Ciao io sono Taylor” le dissi stringendole la mano.
“Non spaventarti se ti guardano in modo strano. All’inizio non sono molto cordiali, possono metterti a disagio ma poi passerà” mi disse la bionda sempre sorridente.
“Me ne sono accorta” dissi ridendo a bassa voce per non farmi sentire. Ma il mio piano fallì dato che il professore ci richiamò.
Quella giornata fu straziante ma passò abbastanza velocemente. Usciti dall’aula la situazione che trovai all’esterno era paragonabile alla prima guerra mondiale: ragazzi che correvano di qua e di là, ragazze che urlavano e i professori che cercavano di richiamare l’ordine, ma ovviamente non furono presi in considerazione. “Vieni ti faccio conoscere i miei amici” mi disse Sophie prendendomi per un braccio e portandomi chissà dove.
“Ciao ragazzi!” disse lei avvicinandosi ad un gruppo di ragazzi. Li guardai più attentamente e tra di loro c’era anche Liam. A quella visione fu invitabile sorridere, lui mi riconobbe,  infatti mi sorrise subito. Mi stavo per avvicinare a lui e salutarlo quando il mio sguardo incontrò quello di Mr. Presunzione che era proprio di fianco a Liam. Mi bloccai sul posto e il mio sorriso se spense in un attimo. Non riuscivo a sopportare la sua presenza e quella sua aria di superiorità.
“Lei è Taylor” disse Sophie indicandomi presentandomi a quei tre ragazzi. Uno di loro mi era nuovo. Aveva due bellissimi occhi verdi, un sorriso dolcissimo e dei bellissimi capelli ricci. Fu proprio lui il primo a presentarsi.
“Ciao io sono Harry.” Aveva una voce bellissima. Ricambiai con un sorriso. Liam aspettò il suo turno per salutarmi.
“Taylor!” urlò quasi sorpreso. Non esitò ad abbracciarmi. Mi trovò impreparata, non sapevo come comportarmi così un po’ titubante ricambiai l’abbraccio.
“Voi due vi conoscete?” urlarono in coro Sophie e il tipo odioso.
“Si lei è la mia nuova vicina. Quella di cui vi ho parlato l’altro giorno.” rispose Liam. Ebbi una strana sensazione al suono di quelle parole. Perché aveva parlato di me ai suoi amici? Ma soprattutto cosa aveva detto?
“L’imbranata è la tua vicina allora!” disse il moro con un sorrisetto del cazzo al quanto irritante. Adesso il mio nome è ‘imbranata’?
“Spero di non averti fatto fare troppo tardi stamattina” risposi innervosita.
“Quindi lei è la stessa ragazza tanto carina di cui ci hai parlato stamattina Zayn?” disse il riccio. E’ così che si chiama allora, Zayn. Il moro rivolse uno sguardo assassino ad Harry che rise divertito. Cosa c’è Zayn? Sei tanto forte e poi hai vergogna ad ammettere che mi trovi carina?
“Finalmente questo strazio è finito! Mi sei mancata piccola!” perché urlano tutti in questa scuola? Mi girai e quella che vidi fu una scena bellissima. Sophie fu travolta da un bellissimo ragazzo che l’abbracciò forte. Era più alto di lei quindi la copriva totalmente, sembrava così piccola vicino a lui. Il ragazzo prese la testa della bionda fra le sue mani e la baciò dolcemente. Lei si alzò sulle punte per poterlo baciare meglio e mise le sue mani intorno al suo collo mentre lui la stringeva forte a sé. In quel momento ho invidiato Sophie, si vedeva che quel ragazzo la amava follemente. Si notava dal modo in cui la baciava, in cui l’abbracciava, il modo in cui la guardava. Anch’io avrei voluto essere amata così da qualcuno. Quel ragazzo era accompagnato da un biondino dagli occhi celesti. Perché sono tutti così dannatamente belli qui?
Il biondino si avvicinò a me presentandosi: “Ciao io sono Niall”.
Stavo per rispondere quando fui travolta dal ragazzo di Sophie che sovrastò Niall.
“Tu devi essere Taylor. Io sono Louis, il fidanzato di Sophie” disse con voce squillante.
“Lou non aggredirla!” disse ridendo Liam allontanandomi con un braccio.
Ci dirigemmo verso l’uscita e prima di tornare a casa ci fermammo in un bar. Sophie mi disse che era una tappa abituale che facevano sempre una volta usciti da scuola.
Ci sedemmo al bar ma l’unico che ordinò qualcosa fu Niall. Non avevo mai visto nessuno divorare delle frittelle come faceva quel ragazzo.
“Come mai ti sei trasferita a New York?” mi chiese Harry.
“Mia madre è costretta a viaggiare molto per lavoro e stavolta dal Kansas ci siamo trasferiti qui” risposi.
“Il Kansas! Posto interessante. Ne ho sentito parlare bene” disse Niall con un boccone di frittella in bocca.
“Niall ingoia prima di parlare. Hai sempre avuto questo vizio, finirai per affogarti” disse Sophie.
“Bionda non ti preoccupare. “ rispose Niall. Era una scena buffa. Sophie sembrava la madre che riprendeva suo figlio. Fu per questo che a tutti scappò una risata.
Dopo un po’ ci salutammo e tornammo a casa. Io e Liam ci avviammo insieme dato che dovevamo percorrere la stessa strada.
“Mi ha fatto piacere rivederti oggi a scuola. Scusami per i miei amici, sono fatti così, sai sono molto.. espansivi.” Iniziò Liam.
“Figurati, sono stati carinissimi. Forse un po’ troppo espansivi, si.” Dissi ridendo, scaturendo anche una sua risata. Arrivammo a casa, forse troppo presto. Avrei voluto che quel tragitto fosse durato di più, in sua compagnia stavo bene. Liam era il tipico ragazzo della porta accanto.
“Stasera andremo tutti da Harry, ti va di venirci con me?” mi chiese Liam prima di rientrare.
“Va bene.” Accettai subito, anche un po’ lusingata.
“Allora a stasera. Sarò qui da te per le nove.” Mi disse sorridendo. Così lo salutai con la mano ed entrambi entrammo in casa. Appena misi piede in casa salutai mamma che subito mi fermò prendendomi per un braccio:
“Che è successo?” mi chiese.
“Non è successo niente mamma. Perché me lo chiedi?”
“Hai un’aria diversa. Centra di sicuro un ragazzo.”
Disse sicura di sé. A mia madre non ho mai potuto nascondere nulla, per questo tra me e lei non ci sono mai stati troppi segreti. Davvero Liam era riuscito a farmi cambiare umore con così poco? Quel ragazzo ebbe un notevole influsso su di me, fin dall’inizio. Non risposi a mia madre ma le feci uno sguardo che lei capì sicuramente fu per questo che non mi fece altre domande. Il pomeriggio passò abbastanza velocemente e non capivo perché ma ero in ansia per la sera che mi aspettava. Stavolta scelsi più accuratamente cosa mettere così iniziai a preparami due ore prima dell’appuntamento. Aprii l’armadio mi sedetti sulla punta del letto e iniziai a scrutare ciò che vi era all’interno. Quell’armadio era pieno di vestiti ma non sapevo mai cosa mettere. Dopo circa mezz’ora passata solo a guardare i miei vestiti ma senza prendere niente mi alzai e decisi di indossare un paio di shorts di jeans, una t-shirt bianca a mono spalla con dei disegni blu e degli stivaletti neri con delle borchie. Dato che la serata era abbastanza ventilata indossai anche un giubbino corto in pelle nera. Sul trucco rimasi sempre molto leggera, non mi è mai piaciuto truccarmi troppo. Misi solo del mascara e un po’ di blush sulle guance. Erano già le nove e venti, come al solito anche se mi ero preparata con due ore di anticipo ero in ritardo. Mi affacciai alla finestra e Liam era già giù, ma non era solo, era in compagnia di qualcuno che non riuscivo a vedere bene forse era Sophie.
“Ciao mà!” dissi a mia madre che era in cucina insieme a Mad, scendendo di corsa le scale.
“Ciao tesoro. Non fare troppo tardi.” Sentii mia madre urlare in lontananza.
Uscii dal cancello con un enorme sorriso e le farfalle allo stomaco. Ero contenta di passare una serata in compagnia di Liam. Mi girai per salutarlo e a quanto pare non ero l’unica che voleva passare una bella serata con lui. Il moro era in compagnia di una bella ragazza dai lunghi capelli ricci neri che gli teneva la mano. Persi nuovamente il sorriso, mi gelai. E adesso questa chi è? E perché è così attaccata a Liam?
 
 
Arieccomi girls! Non credevo di poter iniziare anch’io una ff
e invece eccomi qui che mi ritrovo a scrivere già il secondo capitolo.
Se siete curiose di sapere chi è questa misteriosa riccia, continuate a leggere :)
#waitingfor3rdchapter
alla prossima belleee!

  
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