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Autore: lallinachan    04/11/2012    2 recensioni
Alex è una ragazza come tante e come nessuna. Sogna di trovare un lavoro nel magico mondo della musica e lotta per farcela. Cosa centra con i Bigbang? Ha una sorella minore Annie che stravede per loro e la trascinerà da concerto a evento con la speranza di poterci parlare.
-Perché sforzarsi tanto, a cosa serve?- Alex ricambiò lo sguardo confuso del ragazzo e sorrise.
-Forse a trovare un sollievo momentaneo al terrore del vivere!- un ghigno le si dipinse sul volto mentre constatava che tutto sommato, ogni tanto, sembrava persino una filosofa.
-Ah, sì.... come?!- l'aria confusa del ragazzo la fece ridere di gusto.
-Mi fa sentire felice, che altra ragione devo avere?- ecco perché si era affezionato, Alex faceva sempre di testa sua, nel bene e nel male.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, T.O.P., Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Salve... ecco il secondo capitolo, la storia è ancora abbastanza contorta ma spero di essere riuscita a scriverla in modo quanto meno leggibile... ringrazio davvero tantissimo le persone che si sono prese la briga di leggere il primo capitolo, grazie mille! Posso chiedervi un favore? Mi lascereste una recensione? anche solo per dirmi che non vi è piaciuta o che scrivo male, mi fareste comunque molto felice... grazie mille e buona lettura :)


Alex sbuffò avvicinandosi all'entrata ed osservando per qualche istante i cinque ragazzi che sorridevano alle ragazzine che li avevano circondati brandendo penne e blocchetti.
-Ok, lo spettacolo è finito, non disturbate i clienti! Vi accompagno al tavolo...- Aya sorrise davanti all'epico menefreghismo che Alex aveva sviluppato in nemmeno un mese.
Se la prima volta che aveva visto qualcuno di famoso entrare era quasi svenuta, bisognava però contare che si trattava del suo idolo fin dai cinque anni, ora si limitava ad accompagnarli al tavolo e trattarli come un qualsiasi cliente, niente di più e niente di meno. La sua frase tipica era: “sono clienti come tanti altri, anzi, a volte sono anche più antipatici!”
-Siete fantastici!- la ragazza fulminò con lo sguardo un'amica di sua sorella che si stava sbracciando per farsi notare e scortò i ragazzi al tavolo, facendoli accomodare.
-Volete prendere qualcosa da bere o aspettate?- osservò per qualche istante il ragazzo dai capelli azzurri che parlottava con gli altri, cercando di ricordarsi il nome di almeno uno di loro.
-Vorremmo solo una bottiglia d'acqua naturale...- lei annuì e si voltò come se nulla fosse.
-Sorellina, ti prego, ti supplico, fai portare a noi i bicchieri!- la mora si sfilò velocemente dalla presa di sua sorella.
-Non se ne parla nemmeno, non rischierò il lavoro perché tu sei un'esaltata... fatti fare un autografo veloce e poi stai zitta e buona al tuo posto, non puoi dare fastidio a tutti i clienti!- Annie annuì seccata tornando al suo tavolo e mettendosi a parlottare con le sue amiche.
Alex invece prese l'ordinazione di un altro tavolo e servì velocemente tutti i tavoli.
-Per qualsiasi cosa chiedete pure a me...- i ragazzi annuirono con il tipico sorriso che Alex aveva imparato a classificare come il sorriso da celebrità, forzato nel suo essere perfetto.
La rossa fece cenno ad Alex di avvicinarsi e le passò un blocchetto con aria leggermente imbarazzata.
-Puoi chiedere un autografo a Taeyang? Adoro come balla!- Alex sbatté un paio di volte le palpebre con aria confusa e si voltò ad osservare i cinque ragazzi in attesa dell'intervistatore.
-Quello con i capelli rasati ai lati e la cresta in centro... Taeyang, quello che balla! Come puoi non conoscerlo?- Alex sospirò alzando un sopracciglio con aria scettica.
-Certo, io conosco ogni singolo nome di ogni singolo cantante, attore, modello o chiunque sia che è famoso in ogni singolo paese in cui ho vissuto... mi sembra ovvio- l'amica sbuffò spingendola verso il tavolo e voltandosi verso un cliente per servirlo.
La mora camminò tranquillamente verso il tavolo ed appoggiò il blocchetto sul tavolo osservandoli in silenzio per qualche istante. I nomi li conosceva ma non sapeva associarli alle facce.
-Ehm... mi serve l'autografo di Taeyang per la mia amica- indicò con la testa Aya che osservava di sottecchi la scena mentre riempiva fino all'esagerazione un bicchiere di vino.
-Sono io! Come si chiama?- Alex sospirò grattandosi la testa, imbarazzata.
-Aya... scusa per il disturbo- il ragazzo, a cui ora aveva associato il nome di Taeyang, sorrise con il sorrisetto da star e le ridiede il blocchetto con tanto di dedica.
Appena Aya lo prese in mano stampò un bacio sulla guancia di Alex e sorrise leggendole la dedica ad alta voce.
-Ad Aya, con affetto Taeyang! Non è adorabile?- Alex sospirò ripulendosi il rossetto dalla guancia con il dorso della mano e facendo spallucce.
-È il suo lavoro essere adorabile, no? Quello lì vuole da bere, l'autografo lo adori dopo...- la ragazza annuì sfoderando il suo sorriso più adorabile e si voltò verso l'uomo che la aspettava da almeno dieci minuti.
-Alex, qui vorremmo da bere!- la mora osservò l'uomo che le stava parlando, un signore di mezza età che andava a prendere un caffè al bar ogni pomeriggio ed ogni volta chiacchierava un po' con Alex, esaltato dal carattere a tratti misterioso della ragazza, identico a quello di sua figlia quando era più giovane. Ovviamente chiunque pensava male ma Alex se ne fregava e si ritagliava anche qualche secondo per chiacchierarci, pensando a come sarebbe stato se quello fosse stato suo padre.
-Arrivo Signor Shen!- l'uomo annuì e si sistemò la cravatta facendole l'occhiolino divertito.
-Cosa c'è Alex? Oggi sembri annoiata!- lei annuì prendendo nota dell'ordinazione dei colleghi del signore e poi lo osservò per qualche istante mentre attendeva che ordinasse un caffè macchiato.
-Per me un caffè macchiato bello caldo... ormai comincia a fare fresco... allora, non dici al tuo amico un po' troppo avanti con gli anni che cosa passa per la tua testolina arruffata? Se vuoi dopo ti offro una cioccolata calda, a mia figlia piaceva moltissimo- Alex segnò il caffè macchiato.
-Le manca molto, vero? Ne parliamo dopo magari, ora devo gestire un gruppo di ragazzine strillanti- il signor Shen annuì e riprese a chiacchierare con i suoi colleghi mentre la ragazza prendeva le ordinazioni degli altri tavoli ed ignorava le occhiatacce di Aya.
-Quello è troppo vecchio per te! Dovresti cercarti uno della tua età...- la mora sospirò passandole il foglio con le ordinazioni.
-Ti ho già detto che non siamo amici in quel senso, anche se nessuno ci crede- l'amica alzò un sopracciglio con aria scettica e le passò le ordinazioni in fretta, osservandola mentre le metteva sul vassoio con la stessa espressione che avrebbe avuto se avessero appena parlato del tempo per poi servire i tavoli alla svelta e appoggiarsi alla parete affianco al tavolo dell'intervista con l'aria di chi non ha la minima voglia di fare qualsiasi cosa.
-Altra acqua, veloce!- la mora si voltò di scatto verso l'intervistatore che le sventolava sotto il naso la bottiglia vuota, fulminandolo con lo sguardo, fregandosene alla grande del fatto che fosse un cliente pagante.
-Come sei educato! La mamma non ti ha insegnato a comportarti bene? Naturale o frizzante?- gli sguardi dell'intervistatore e dei cinque ragazzi erano impagabili.
-Ehm... scusa... naturale, per piacere- Alex annuì ignorando gli sguardi sorpresi e portò loro una bottiglia d'acqua.
-Ecco fatto, qualsiasi cosa chiamatemi- loro annuirono ed Alex tornò ad appoggiarsi alla parete mentre ascoltava sommariamente l'intervista, conscia che in realtà sarebbe dovuta essere a lavoro.
-Sì, saremo la giuria alle audizioni per i ballerini, siamo molto emozionati, soprattutto Taeyang che sta curando personalmente la coreografia- la ragazza si voltò di scatto cercando di darsi un contegno.
-Beh, ovviamente l'unico che non ne è entusiasta è il nostro coordinatissimo TOP che non ama molto l'idea di dover giudicare qualcuno che sarà sicuramente migliore di lui- Alex si azzannò un labbro mantenendo lo stesso sguardo distaccato e si avvicinò ad Aya, camminando rigida come un soldatino.
-Audizioni, loro saranno la giuria, ne sapevi qualcosa?- la rossa si guardò intorno con aria imbarazzata e colpevole.
-Ehm... ecco... in realtà ho già cominciato a prepararmi perfezionando tutti i passi che posso...- Alex andò all'indietro sfoderando la sua espressione più fredda ed annuì in silenzio, senza abbassare lo sguardo, semplicemente di colpo sembrava essersi congelata.
-Non te l'ho detto perché avevo paura che ti cacciassi nei guai con i tuo genitori come l'ultima volta, capisci? Non voglio vederti in un casino simile di nuovo...- Alex si passò una mano tra i capelli sospirando ed annuì.
Tutto sommato Aya aveva ragione, l'ultima volta i suoi genitori l'aveva quasi sbattuta fuori casa, forse era il caso di stare tranquilla.
-Non è nulla, tranquilla... tanto è molto probabile che non sarei andata comunque... devo cominciare a prepararmi per entrare a medicina...- Aya annuì sorpresa.
-Medicina? E la scuola di arte?- Alex fece spallucce e decise di tagliare corto per andare a vedere se qualcuno aveva bisogno di aiuto.
-I miei genitori non mi lascerebbero mai, se riesco a mettere via abbastanza soldi me la pago da sola ma per ora non sono nemmeno a metà della prima retta...- Aya annuì sorpresa osservandola camminare attraverso il bar con il sorriso più falso della terra mentre serviva i tavoli ed ascoltava i complimenti dei clienti più giovani.
Le ore passarono velocemente e si fecero le sei, la fine del primo turno.
-Aya, vai a fare le prove, io mi sa che rimango qui ancora un po', esco solo per una pausa- Aya annuì ancora leggermente scossa dalla notizia sull'università.
La mora guardò il locale per qualche istante, notando con sua sorpresa che dei cinque ragazzi era rimasto solo quello a cui aveva chiesto l'autografo, ora seduto davanti ad una ragazza che appariva piuttosto seccata. Non si era nemmeno accorta che i ragazzi se ne erano andati, non si era nemmeno accorta del bigliettino che sua sorella le aveva messo in tasca. Sospirò leggendo il bigliettino alla svelta, il solito bigliettino minatorio con su scritto di non arrivare a casa tardi o avrebbe detto alla mamma che aveva corso per i corridoi, solita amministrazione. Con un sospiro uscì sul retro, trovandosi davanti una palletta di pelo.
-Ehi, ma tu mi segui ovunque?- si sentiva leggermente idiota a parlare con un cucciolo per strada ma erano due settimane che lo trovava sempre in giro e ci si era quasi affezionata.
-Più tardi ti porto da mangiare... anzi, vieni dentro- si accovacciò lasciando che il cucciolo le annusasse la mano scodinzolando per poi prenderlo in braccio e portarlo nello spogliatoio, pregando che non facesse casino.
-Tu stai fermo qui e non fare casino...- detto questo tornò nel bar lavandosi le mani alla svelta ed osservando i pochi tavoli ancora pieni per poi avvicinarsi al tavolo del signor Shen.
-Allora, non hai nulla da raccontarmi? Nemmeno se ti offro una cioccolata calda?- si mise a sedere al tavolo ormai vuoto.
-Nulla... lei ha sentito sua figlia? Deve essere dura sapere che è così lontana...- il signor Shen annuì.
-Un po', però ho una bella notizia, probabilmente a breve avrò un incontro importante proprio a New York e la passerò a trovare... stavo pensando di farle un bel regalo, tu cosa suggerisci?- Alex ci pensò un paio di secondi, seriamente assorta.
-Secondo me le piacerebbe un bel libro... i libri sono sempre belli se sono quelli giusti!- l'uomo annuì pensando ad un titolo da regalare alla figlia.
-Oggi finisci di nuovo alle nove? Non è un po' tardi per una ragazzina della tua età?- lei fece spallucce avvicinandosi alla casa che era stata misteriosamente abbandonata.
-Sono stata per strada ad orari peggiori... cosa deve pagare signorina?- la ragazza che si era avvicinata alla cassa si asciugò gli occhi pieni di lacrime con movimenti veloci, spargendo il trucco su tutto il volto.
-Un caffè americano...- Alex annuì facendo alla svelta il conto e constatando che quelle erano decisamente lacrime di rabbia a giudicare dal profondo solco che si era formato tra le sopracciglia aggrottate della ragazza.
-Ecco il resto, grazie e arrivederci!- Alex cercò di non rispondere al medio che ricevette in tutta risposta e si avvicinò al tavolo per ripulirlo ma, con sua grande sorpresa, lo trovò occupato da un ragazzo quasi in lacrime e con le mani tra i capelli.
-Ti prego, dimmi che non ci sono fotografi- Alex si guardò intorno sorpresa e notò un paio di uomini con delle enormi Canon che cercavano di fotografare il ragazzo.
-Alzati, ti porto nella sala dello staff- il ragazzo alzò lo sguardo sorpreso e notò come lei gli stesse facendo letteralmente da scudo, impedendo ai fotografi di inquadrarlo.
-Allora? Ti muovi o devo lasciare che mi fotografino il sedere ancora a lungo?- il ragazzo sorrise appena, ancora scosso, e la seguì tirandosi il cappuccio per nascondere gli occhi già arrossati.
-Ecco qua, qui non possono fotografarti... ma che brutta bestiaccia che sei! Quelle erano le mie scarpe!- Alex sbuffò ignorando lo sguardo confuso del ragazzo ed afferrò il cucciolo, prendendolo in braccio.
-Era così necessario masticarle? Brutta belva... ehm, scusa...- si grattò la testa imbarazzata -Taeyang, vero? Vuoi una cioccolata calda? La cioccolata aiuta sempre- il ragazzo sorrise appena, uno di quei sorrisi che fai per evitare di scoppiare a piangere di colpo.
-Davvero non sai il mio nome? Comunque mi piacerebbe una cioccolata ora...- Alex annuì rimettendo il cane per terra ed andando verso il bar per preparare una cioccolata calda.
-Ti occupi tu di questo lato? Io di là ho un cliente parecchio importante- Jou annuì facendole l'occhiolino e sistemandosi la cresta che lei un tempo aveva adorato.
Ci si mise davvero d'impegno per fare la cioccolata, tanto che ci mise persino un marshmellow oltre alla panna e tutti i fronzoli, cose che aveva imparato nei sei mesi che aveva passato in America a nove anni.
-Eccoti la cioccolata... è molto calda, stai attento- il ragazzo annuì ed Alex si mise a sedere in silenzio al suo fianco sul divano.
-Non dirlo a nessuno, sarebbe un grosso problema- Alex sbatté un paio di volte le ciglia, confusa.
-Cosa? E poi a chi dovrei dirlo?- Taeyang sospirò mordicchiandosi un labbro.
-Sarebbe un problema se saltasse fuori che ho avuto la ragazza e, soprattutto, mi ha mollato... io... non credevo sarebbe finita così- Alex si massaggiò la fonte con aria imbarazzata mentre osservava il cucciolo trotterellarle intorno.
-Voi idol siete strani... mi hai appena detto di non dire nulla a nessuno e poi ti metti a raccontarmi le tue cose privare... mistero... comunque se vuoi sfogati- Taeyang aggrottò le sopracciglia continuando a sorseggiare la cioccolata bollente.
-A volte non sopporto le fan... spero tu non sia una di loro- la mora fece spallucce, totalmente indifferente all'insulto che il ragazzo credeva di averle rivolto.
-Tranquillo, seguo poco la musica di qui...- dire che Alex era persa era un eufemismo, non aveva la minima idea di che cosa stessero parlando e soprattutto le sembrava assurdo che di colpo si trovasse a dover consolare quello che in realtà era un perfetto sconosciuto.
-Non ci posso credere- la ragazza arricciò le labbra e fece per andarsene, annoiata dalla conversazione senza capo ne coda, ma ogni sua singola convinzione crollò quando vide le lacrime scorrere attraverso le dita del ragazzo.
-Oh... ehm... ecco... deve essere scema, sono pochi i ragazzi che piangono per le ragazze- il ragazzo scosse la testa mordicchiandosi un labbro e dandosi più volte dell'idiota per star perdendo il controllo come se fosse davanti alla sua famiglia e non ad una perfetta sconosciuta.
-Non è scema, ha ragione! Tra lei e le fan, lei doveva venire prima!- Alex sobbalzò sorpresa dalla piega assurda che stava prendendo la chiacchierata e rimpianse le chiacchierate molto più semplici che aveva intrattenuto un paio di volte con una certa Park Bom, decisamente più facile da gestire visto e considerato che l'unica cosa che chiedeva era una cioccolata e dove si tingeva i capelli.
-Uhm... ma è il tuo lavoro, no? E poi immagino sia tipo il sogno della tua vita- lui scosse la testa azzannandosi il labbro e continuando a darsi dell'idiota per l'autocontrollo che era andato a finire chissà dove, rimpiazzato dalle lacrime che scendevano brucianti tra le sue dita.
-Lei valeva di più...- la mora sospirò mettendosi in piedi e spostando la tazza di cioccolata per evitare che finisse a terra o sarebbe toccato a lei ripulire tutto.
-Passerà, tutto passa...- nemmeno controllò cosa stesse facendo il ragazzo, si limito a sedersi a terra e giocherellare con il cucciolo tutto arruffato.
-Anche io ho un cane- Alex abbozzò un sorriso, riuscendo solo a sembrare tremendamente falsa, una specie di maschera venuta male.
-Non è mio, mi segue da un po'...- eccolo finalmente, il primo sorriso vero che aveva visto sul volto di una persona famosa.
Era stato poco più di un istante, giusto il tempo di passare dal divano a terra per giocare con il cucciolo ma Alex l'aveva visto benissimo. Infondo lei era brava a capire cosa provavano le persona e un sorriso come quello, di quelli che li vedi una volta e speri di rivederli centinaia di volte per quanto sono puri, li aveva visti pochissime volte.
-Ti piacciono molto i cani, eh? Come si chiama il tuo?- Taeyang sorrise giocherellando con il cucciolo per qualche istante.
-Boss, è un boston terrier- Alex annuì cercando di ricordarsi come fossero fatti quei cani.
-Sono quelli con il naso schiacciato e le orecchie all'insù, vero?- lui annuì divertito, continuando a giocare con il cagnolino, ringraziandolo mentalmente per averlo distratto.
-Lo vuoi tu? Io non posso tenerlo e non mi va di lasciarlo per strada... sembra molto piccolo...- Taeyang osservò il cucciolo per qualche istante.
-Anche la mia ragazza mi voleva far adottare un altro cane, sai?- lei sbuffò afferrando il cagnolino ed appoggiandolo sulle sue gambe.
-Dovresti smetterla di pensarci, ormai è andata- il ragazzo annuì sorpreso.
-Forse hai ragione... comunque non lo vuoi tenere? È una bella razza, levriero afgano- la ragazza fece spallucce annoiata e prese ad accarezzare il cucciolo.
-Forse... tanto non sarebbe la prima volta che faccio arrabbiare i miei... comunque qual'è il tuo vero nome? Mi sento strana a chiamarti per nomignolo- Taeyang sorrise appena, divertito da una domanda così semplice eppure così rara.
-Mi chiamo Young Bae... e tu?- Alex ripeté mentalmente un paio di volte il nome prima di decidersi a dargli il suo.
-Io sono Alexia ma ti supplico di chiamarmi Alex, solo la mia famiglia mi chiama per nome, è inquietante- Young Bae annuì rimettendosi in piedi e passandosi il dorso della mano sugli occhi ancora arrossati.
-Ti prego davvero di non dire nulla a nessuno, ti ripagherò in qualsiasi modo- Alex annuì per poi elaborare alla svelta un piano malvagio nella sua mente contorta.
-Qualsiasi cosa, eh? Uhm...- si beò per un paio di secondi dello sguardo impaurito del ragazzo per poi fare spallucce -Non mi serve nulla, se non parla il cane non parlerà nessuno...- Young Bae annuì divertito, osservando per qualche istante la ragazzina.
Non doveva avere nemmeno vent'anni eppure a tratti sembrava più matura di lui, allegro venticinquenne piagnucoloso.
-Mi hai quasi fatto prendere un infarto... grazie di tutto, Alex...- fece per voltarsi ed andarsene ma la lampadina del suo cervello si accese di colpo facendolo sobbalzare.
-Aspetta... non è che tu hai parlato con Park Bom?- la ragazza sbatté un paio di volte le palpebre sorpresa per poi annuire lentamente.
-Ecco chi era Alex del bar! Dice che sei molto simpatica, non fa altro che parlare della tua cioccolata!- Alex si grattò la nuca imbarazzata.
-Le ho solo parlato un paio di volte... viene spesso qui...- Young annuì sorridendo.
-Lo so, cerca sempre di trascinarci... ora devo proprio andare, grazie mille...- Alex annuì aprendo la porta sul retro e lasciando uscire il ragazzo.
Per un paio di istanti si immaginò quanto dovesse apparire patetica la scena di cui era protagonista: lei, appoggiata alla porta sul retro, che osservava un ragazzo andarsene. Eppure le cose erano ben lontane dall'immagine che lei stava elaborando nella sua testa, reduce dalla maratona di film romantici con sua sorella. Alex non si sentiva come se stesse lasciando andare il suo amico di sempre o chissà chi, si sentiva come una povera scema che si era trovata ad uscire da lavoro alle nove perché un ragazzo era scoppiato a piangere davanti a lei e lei, come sempre, non era stata capace di essere del tutto indifferente davanti alla sofferenza del povero mal capitato. Non era suo amico, non si era innamorata di colpo e non le piaceva nemmeno, era solo l'ennesima persona di passaggio nella sua vita, niente più, niente meno. Oltretutto non ci voleva un genio per capire che quello era tutto tranne che solo, aveva centinaia di fan che gridavano il loro affetto incondizionato per il loro idolo, aveva un bel po' di colleghi che probabilmente, quanto meno, non lo volevano morto e, in fine, aveva sicuramente almeno altre due o tre ragazze pronte a rimpiazzare la sua ultima ragazza. Sbuffò rientrando di corsa nel locale, presa dai brividi di freddo causati dalle temperature polari di una Seoul che si stava preparando all'inverno. Appena entrò nello spogliatoio si cambiò alla svelta, rimettendosi la sua divisa scolastica e stringendosi nella giacca un po' troppo leggera per un ottobre inoltrato.
-Allora, brutto coso peloso, vieni a casa con me?- il cucciolo le trotterellò di fianco e lei sorrise lasciandosi seguire attraverso le strade illuminate di Seoul di notte, godendosi la vista dei giganteschi palazzi illuminati.
-Ehi, ti ho visto parlare con Taeyang, posso pagarti molto bene per uno scoop!- Alex sbatté un paio di volte le palpebre, sorpresa dall'uomo che era spuntato da un angolo come il peggiore dei maniaci, con tanto di Canon alla mano con la quale le aveva fatto una foto.
-Prima di tutto perché diavolo mi hai fotografata... secondo non ho nulla da dire- il fotografo scosse la testa prendendo a scattarle altre foto.
-Già mi vedo titoli sul giornale: Taeyang litiga con misteriosa ragazza e la sua nuova fiamma lo consola per poi lasciarsi fotografare- Alex sbuffò dando una manata alla Canon.
-Lasciami in pace, l'ho solo fatto uscire dal retro, non l'ho minimamente consolato- il fotografo scosse la testa cercando di farle un'altra foto.
-Sarò il più chiara possibile quindi prendi appunti: io non sapevo nemmeno come diavolo si chiamasse quello, non mi interessa minimamente avere dei rapporti personali con lui e l'ho fatto uscire dal retro perché il mio lavoro consiste nell'aiutare sempre il cliente, soprattutto se mi dicono che è famoso e che non vuole farsi fotografare, sono stata chiara? Ora lasciami in pace- il fotografo sbuffò fotografando anche il cane.
-Che sanguisuga... andiamo coso peloso!- il cucciolo trotterellò via seguendola.
-Come può non importarti? È famoso!- Alex sbuffò e si trattenne dal rispondere con un medio.
-Non mi importa proprio per quello e poi io non amo le relazioni interpersonali... fattene una ragione, niente scoop, hai solo le foto di una barista- Alex ignorò la replica del fotografo e continuò come se nulla fosse fino a casa sua.
-Bene coso peloso, spero per te che tu ci stia nella mia borsa, altrimenti sei morto- il cucciolo uggiolò piano e si lasciò infilare nell'enorme borsone di Alex.
Cinque piani, due stanze ed ecco che era chiusa in camera sua, salva dagli inutili strilli di sua madre, salva dalle frasi fin troppo acide di sua sorella, salva e basta.
-Bene, tu sai sotto il letto, sono stata chiara? Un solo guaito e sei morto...- il cane inclinò la testa di lato, uggiolando come se avesse capito la minaccia.
La ragazza sbuffò buttandosi sul letto e mettendosi le cuffie addosso. Eccola lì l'unica relazione interpersonale che voleva avere, l'unica cosa con cui voleva realmente relazionarsi: la musica. Altro che ragazzi, altro che cibo, altro che ossigeno, la musica era il vero motore del mondo.

**rileggendo ho notato che il capitolo non era proprio scritto benissimo... ho cercato di salvare il salvabile**

  
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