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Autore: MusicInTheAir    04/11/2012    2 recensioni
FANFICTION INTERROTTA.
I rami degli alti alberi si intrecciavano sopra la sua testa, impedendo anche al più sottile filo di luce di penetrare in quella barriera che di rassicurante aveva ben poco.
(...)
Anche se era tutto merito del suo angelo custode, che lo aveva sempre guidato.
Quando una lieve brezza fresca gli accarezzo i capelli, si accorse di aver perso il cappello.
Maledì quel demone parlante, perché gli aveva rovinato il vestiario, e continuò a camminare.
Arrivò dopo poco all’ uscita, e quando poté guardare in viso quell’ ombra, sussultò impercettibilmente e serrò i pugni.
Era un corno, come quelli che si disegnano per rappresentare il diavolo.
Genere: Horror, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: G-Dragon, T.O.P., Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 6

 

-Seung, c’ è un incarico!-

Trillò Daesung, entrando nella stanza e, non appena varcò la soglia, il piccolo demone gli corse incontro e lo abbracciò, facendolo sorridere intenerito.

-Daedae, c’ è un altro angelo.-

Sorrise, guardandolo ed indicando il salotto.

-Dara, chi è?-

La ragazza sbucò fuori da un muro, era più traslucida del solito, ed aveva negli occhi una luce diversa. Era più stanca ed oscura.

-Non so chi sia...Ha lunghi capelli biondi, e degli occhi che sorridono...Ha un aspetto familiare, ma non conosco il suo nome e non capisco le sue parole.-

L’ angelo custode assottigliò gli occhi, spingendo Jiyong verso il muro e camminando a passo svelto verso la stanza. Se un angelo che non fosse Taeyang scendeva per parlare con loro era davvero un pessimo segno, e l’ unica volta in cui aveva visto lei, perché era certo fosse lei, era per dare inizio alla guerra contro i demoni.

Varcò la sogli della stanza segna degnare di uno sguardo il cacciatore, e ghiacciò la ragazza con un’ occhiataccia nascosta da un falso sorriso.

-Chaerin, è bello poterti rivedere.-

Disse, trattenendo tutto l’ odio.

Chaerin ricambiò dolcemente il sorriso, senguendolo con lo sguardo finchè non affiancò il suo protetto poggiando una mano sulla sua spalla.

-Perché è qui?-

Gli chiese.

-Ha un incarico.-

Daesung spostò ancora lo sguardo su di lei.

-Non hai il bisogno di venire qui, per informarci. E poi già lo sapevo.-

-Non avevo mai visto casa vostra, ero curiosa.-

-Ora lo hai fatto, vattene.-

La ragazza abbassò lo sguardo, dispiaciuta.

-Non ho colpe, Daesung.-

-Questo è quello che pensi tu.-

Seunghyun fece saettare lo sguardo sul piccolo batuffolo bianco che stava lentamente sgattaiolando lontano dal suo piede. Inarcò un sopracciglio, facendo scivolare lo sguardo fino all’ entrata, dove Jiyong gli faceva cenno di avvicinarsi. Sorrise, stranamente, e si alzò senza dire nulla, afferrando Chachacha per la coda per poi dirigersi verso il demone.

-Andiamo, ragazzino, qui parlano di cose noiose.-

Rise, tendendogli la mano, che fu immediatamente presa.

I due angeli fissarono i due finchè non sentirono i loro passi abbastanza lontani, poi Chaerin si alzò, andando incontro all’ altro.

-Taeyang è molto arrabbiato.-

-Io invece sprizzo gioia da tutti i pori dopo essere stato marchiato da un figlio dell’ inferno.-

Ringhiò, guardandola sprezzante.

-E’ per questo...-

Sospirò lei, prendendogli un polso ed alzando il tessuto della maglia per contemplare la profonda cicatrice che raffigurava solo metà di quella parola.

-...Abbiamo paura che possa portarti con lui.-

-Di cosa parli?-

-Chi viene marchiato è destinato a bruciare tra le loro fiamme.-

Daesung socchiuse gli occhi, spostando lo sguardo su una cornice alle sue spalle. Lì c’ era raffigurata tutta la famiglia, Seunghyun in braccio alla madre, che dava un bacio sulla guancia a suo padre.

Jungjae...

Pensò, mentre i ricordi ricorrevano al giorno della sua morte, e si rifiutava di credere ancora che fosse accaduto nell’ esatto modo in cui era morta sua moglie. Con quell’ orrido buco nel petto. E la colpa era tutta di quella ragazza davanti a lui che una volta era il suo angelo custode.

Ricordava fin troppo nitidamente quando Taeyang gli aveva detto di andare, mentre al piccolo ci avrebbe pensato lui, e malediceva se stesso per aver voluto vedere quel viso quasi perfetto che piano diventava sempre meno consistente. Serrò gli occhi, cercando di scacciare quelle orribili immagini.

-Abbiamo una missione.-

-Se ti dovesse accadere qualcosa...-

-Lo sceglierà il destino.-

***

-Come mai abbiamo l’ onore di avere anche te?-

Fece, sarcastico, Seunghyun, guardando l’ angelo camminare accanto a sé.

Gli faceva piacere averlo di nuovo accanto durante una missione, però una strana inquietudine gli faceva contorcere le viscere fin quasi a fargli male la pancia.

Daesung sorrise al piccolo demone che giocherellava col bordo del cappello del cacciatore, comodamente seduto sulle sue spalle, e rimase in silenzio. Per un po’ si udì solo il tenero verso di Chachacha che correva da una spalla all’ altra, saltando o correndo senza mai darsi pace, poi un grugnito misto ad un ringhio li raggiunse, subito seguito dall’ urlo disumano di una voce conosciuta.

L’ angelo custode sobbalzò, e senza pensarci iniziò a correre verso la voce.

-Daesung aspetta!-

Gli urlò dietro il cacciatore, inciampando e correndo dietro di lui. Corsero in una piazza enorme, svoltando poi in un piccolo stretto tra due case troppo vicine, e sbucarono sulla strada divisa in due da un’ enorme distesa d’ acqua.

Ma non fu quello che li sorprese di più, in fondo si trovavano pur sempre a Venezia. Piuttosto, l’ ala imbrattata di sangue che galleggiava pigramente sul mantello nero che rispecchiava il cielo sopra di loro.

Jiyong scese dalle spalle del cacciatore e si avvicinò lentamente, ma fu interrotto dal corpo martoriato dell’ arcangelo che cadde davanti a lui. L’ altra ala era riuscita a rimanere attaccata, ma solo metà, il busto era ricoperto da morsi da cui sgorgavano ciottoli di sangue, e le gambe erano ricoperte di tagli. Il viso era stranamente intatto, come se lo avesse lasciato apposta per farlo riconoscere.

-Ragazzino...Torna qui.-

Lo chiamò Seunghyun, ma prima che  potesse anche solo girarsi a guardarlo, vomitò tutto quello che aveva nello stomaco, anche l’ anima se ne avesse avuta una.

-Oh, povero piccolo, ti sei spaventato fratellino?-

Miagolò una voce alla loro sinistra.

Daesung si parò davanti ad entrambi ed aprì le sue maestose ali, nascondendoli dietro di esse. Guardò truce Bom, già pronto a sfoderare la sua spada, a differenza di Chaerin lui avrebbe protetto il suo bambino, non si sarebbe lasciato proteggere.

-E così tu sei l’ angelo marchiato da mio fratello.-

Sorrise, affabile, girandosi verso l’ enorme massa informe e viscida che aveva infestato il Ponte dei Sospiri.

-Bel lavoro Seungrì, lui è proprio quello che ci serve per portarlo da noi.-

Il demone dagli occhi viola strinse i pugni, cercando di liberarsi le gambe dal cristallo in cui erano intrappolate.

-Cosa vuoi Bom?-

-Mio fratello. Te. Ed il cacciatore. Voglio strapparvi il cuore con le mie mani e dichiarare finalmente guerra a quei pennuti che si credono superiori a noi.-

I lunghi capelli rosso fuoco, così simili a quelli del piccolo demone, iniziarono a volteggiare come mille tentacoli, tramutandosi improvvisamente in filo spinato e legando il corpo dell’ angelo custode talmente stretto che i piccoli pezzetti di ferro che sporgevano si conficcarono nella sue carne, facendolo mugolare di dolore.

Un’ ombra scura scattò al loro fianco, e subito si sentirono degli spari che colpirono la schiena del demone, che spalancò le fauci urlando di dolore. Il filo spinato si ritrasse, e si voltò furioso verso il cacciatore, correndogli incontro evitando i proiettili.

Non appena fu abbastanza vicino, fece spuntare gli artigli dalle sue unghie e provò a conficcarle nella gola del cacciatore, che però si ritrasse procurandosi solo tre miseri graffietti sulla guancia destra. Si sbilanciò verso di lui e girò su se stesso, assestando un potente calcio nella mascella di Bom, che ne approfittò e gli afferrò la caviglia, catapultandolo dall’ altra parte del ponte, direttamente nella bocca della disgustosa creatura sul ponte.

In un attimo fu ingoiato tutto intero.

Seungrì spalancò gli occhi, terrorizzato e spaventato. Strinse i denti cercò di liberarsi da quel cristallo verdognolo che era la saliva di quel mostro che aveva richiamato quello che si rifiutava di credere fosse suo fratello. Faceva saettare lo sguardo dall’ arcangelo che lo aveva aiutato a nascondere Jiyong, al mostro che si agitava in malo modo.

Bom girò attorno all’ angelo, passando le dita sulle sue piume candide, fino a poggiare una mano sul suo petto e sorride glaciale.

-E’ un vero peccato che tu sia dalla loro parte.-

-Io non sto dalla parte di nessuno, il mio posto è accanto al mio protetto.-

-Ti stai rifiutando di venire con me? Non puoi, sei marchiato.-

-Poso combat...-

Ma prima che potesse finire la frase, ci fu un’ esplosione, e volarono gelatina verde e sangue nero.

Il mostro distrusse il ponte e cadde in acqua, tramutandosi in mille bollicine che sfumarono verso il cielo stellato.

Seunghyun avanzò zoppicando verso di loro, sporco e con entrambi i suoi occhi di un azzurro brillante ed opaco. L’ aura brillante che lo ricopriva solitamente era scomparsa, invisibile agli occhi del suo angelo, e guardava davanti a sé come se loro due non ci fossero.

Si fermò a qualche passo di distanza, alzò piano la pistola argentata e la puntò verso la testa di Bom, sparando e facendole fare la stessa fine di quella massa che aveva fatto esplodere.

Daesung poggiò una mano sulla sua spalla, e gli occhi del cacciatore tornarono subito normali, e tornarono a guardare Jiyong inginocchiato a terra con le mani sugli occhi. Singhiozzava accanto al corpo immobile di Taeyang in silenzio.

Fece un profondo sospiro ed avanzò verso di lui.

Daesung lo lasciò fare e corse da Seungrì, liberandolo e regalandogli uno dei suoi sorrisi luminosi.

-Non è finita.-

Sussurrò il demone, reggendosi a lui.

E fu un attimo.

L’ attimo in cui fecero il grande errore di credere che fosse tutto finito.

Perché è in quell’ istante che il nemico attacca.

Il terreno sotto i loro piedi tremò, ed un palazzo si aprì in due. Da quella crepa uscì un’ enorme porta di ferro legata da catene nere, che si allentarono e la fecero schiudere lentamente. Da quella piccola spaccatura rossa, fuoriuscì Bom.

-Il bello di essere me sono le vivide illusioni ottiche.-

Sorrise, avanzando verso di loro. Passò con lo sguardo in rassegna di tutti, poi alzò una mano che se dicesse ad un’ orchestra di iniziare a suonare, ed un fascio di fiamme si materializzò col vento e schiaffeggiò lontano Seungrì, facendolo sbattere contro un muro in modo talmente forte che le macerie gli crollarono sopra. Jiyong tentò di alzarsi, ma la medesima fiamma gli tagliò un braccio e lo pugnalò al cuore, mentre avvolgeva lentamente l’ angelo in modo da impedirgli ogni movimento.

Seunghyun non riusciva a muoversi, era come paralizzato. Non fece altro che sgranare gli occhi quando, lentamente, il demone gli si avvicinava.

-Mi dispiace, cacciatore, ma con te non è nulla di personale.-

Sibilò, conficcandogli la mano nel petto, per poi girarla ed estrarre una luce bianca. La guardò con un sorriso sadico, spostando poi lo sguardo su Daesung, gli occhi già lucidi.

-Non puoi farmi una cosa del genere.-

Sussurrò a voce rotta. La conosceva quella luce, era il suo cuore.

Funzionava così, quando un angelo sceglieva di proteggere una persona, il suo cuore sotto forma di luce passava a quella persona. Era una specie di patto di sangue, dandogli il loro cuore nulla avrebbe potuto dividerli, erano un tutt’ uno.

Poi, se l’ angelo decideva di farsi vedere, il rapporto diveniva ancora più profondo. L’ uno percepiva le emozioni dell’ altro, a volte anche i pensieri.

Spezzare quel legame, era qualcosa di oltremodo crudele, era privare entrambi di un qualcosa senza la quale si può vivere, come strappargli l’ anima dal petto.

Bom diede le spalle al cacciatore, lasciandolo crollare in ginocchio, e si diresse ancora verso la porta che portava all’ Inferno.

Un suo ciuffo di capelli si tramutò nuovamente in filo spinato ed afferrò Daesung per la caviglia, e lo trascinò oltre la porta, che si chiuse e scomparve.

Seunghyun portò le mani alla gola.

Voleva urlare, ma non ne aveva la forza.

Guardò Taeyang e Jiyong in un lago di sangue, poi Seungrì sommerso dalle macerie.

E Daesung non era lì con lui.

Non c’ era lui e la luce calda delle sue ali, il suo sorriso in grado di dargli la forza, la sua voce disturbante che gli ripeteva di essere gentile.

Non c’  era ed era colpa sua.

Perché era debole e stupido.

La stoffa della giacca del piccolo demone si mosse, e Chachacha uscì dal colletto, sporco di sangue sul musetto e sul pancino peloso. Annusò l’ aria verso di lui, per poi volgere i suoi occhietti castani sul cacciatore, che guardava il vuoto sulle sue gambe.

Saltò, poggiando le zampette posteriori a terra, e correndo verso  di lui.

Grattò le unghiette sulle sue mani, cercando di fargli accorgere della sua presenza.

-Chachacha...-

Sussurrò, chinando la testa e serrando gli occhi.

-Bom si è presa Daesung ed ha ucciso di nuovo Jiyong...Taeyang è a pezzi, e Seungrì non si muove.-

Sentì le lacrime scorrergli sulle guance, fino al mento, cadendo sul pavimento sassoso, dove l’ alba aveva già poggiato i suoi candidi raggi.

Un figlio poco lontano si alzò, portato da una leggera brezza, e lì a mezz’ aria si fermò.

La luce smise di avanzare e l’ acqua non si mosse più.

-Non piangere Seunghyun.-

-Non sto piangendo.-

Singhiozzò, mettendosi le mani tra i capelli, poi si rese conto che qualcuno gli aveva rivolto la parola, ed alzò lo sguardo.

Davanti a lui c’ era un ragazzo dal volto angelico, che non aveva mai visto prima.

-Ciao.-

-Chi sei?-

-Io.-

Rimasero in silenzio.

-Sicuro? Ti avevo scambiato per il palo.-

Il ragazzo rise.

-Il mio padrone mi ha messo nome Chachacha, ma in realtà il mio nome è Jongjin, e sono qui per proteggervi in nome della mia Signora e creatrice.-

-Chiudi quel cesso di bocca e portami a casa.-

-Non posso.-

-E perché?-

-Non sono un angelo, ma una creatura, e mi è impossibile aprire i portali. In compenso posso fermare il tempo finchè non arriveremo alla residenza della mia signora.-

Il cacciatore trasse un profondo respira, e si alzò con tutta la poca volontà che gli era rimasta.

Si avvicinò ai due corpi morti trattenendo a stento un conato di vomito, e prese in braccio il piccolo demone. Lasciò che il sangue che colava dalla spalla amputata gli imbrattasse la giacca, e si concentrò sul suo volto, contemplandolo. Si girò per un attimo a guardare cosa facesse quel Jongjin, chino a levare le macerie da Seungrì, e si chinò sulle sue labbra, poggiandoci le sue.

Avevano il sapore ferroso del sangue, ed erano fredde e morbide.

Si allontanò subito, sentendo il rumore di passi avvicinarsi.

-Taeyang ed il braccio del padroncino li prendo io.-

Sorrise, facendo poi subito come aveva detto.

Seunghyun annuì, stringendo il corpicino martoriato a se e seguendo quella creatura che di Chachacha aveva ben poco.

Sembrava un angelo, tale era la sua bellezza.

-Dove stiamo andando?-

-Dalla mia signora e creatrice.-

-E chi sarebbe?-

-Lei l’ ha già incontrata. E’ Madonna Dara.-

-Dara? E’ impossibile, lei è un fantasma, è morta.-

-E’ quello che le ha fatto credere. Madonna Dara è in grado di creare proiezioni astrali, e tutto che ci circonda è una sua creazione.-

Il cacciatore, arrestò i suoi passi.

-Ma sta femmina è Madre Natura?-

-Esattamente.-

Alzò un sopracciglio, scuotendo la testa e riprendendo a camminare. Non importava dove, o da chi, andassero, se sarebbe servito a far tornare Jiyong in vita, avrebbe camminato fino in capo al mondo.

 

 

+Manicomio+

Salve a tutte, come va la passate? Spero bene, so che è tantissimo che non aggiorno, e questo capitolo probabilmente farà anche schifo (non sono sicura perché non l’ ho riletto) Comunque sia, posterò un po’ così, sto avendo dei problemi, quindi spero possiate capirmi ^^ 

 

<--- questo è Jongjin

  
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