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Autore: Draias    24/06/2004    1 recensioni
Susan White è una schiva e solitaria cacciatrice di taglie, finalmente uscita da Azkaban dove era finita a causa di una bugia detta da un suo vecchio amico, Igor Karkaroff, il quale dovrà stare molto attento, perchè ora c'è il suo nome in cima alla lista del killer più temuto d'Europa, e Sirius Black tutto questo lo sa fin troppo bene.
Genere: Romantico, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Londra , Luglio 1995

 

 

 

 

 

Londra , Giugno1995

 

Il Piolo Magico poteva vantare di essere la locanda più conosciuta a Londra, per quanto concerne il mondo magico ovviamente.

Quel giorno era particolarmente affollata.

-Ehi Tod!- gracchiò un tizio sulla cinquantina seduto al bancone –hai sentito cosa dicono?!Pare che voi-sapete-chi sia tornato!Panzane!Non sanno più cosa inventarsi per fare pubblicità ad Hogworts!E poi hai letto la storia a piè pagina…Igor Karkaroff se l’è data a gambe…e ci credo!Con tutti questi pazzi in giro sarà scappato per paura di essere contagiato dall’epidemia!-

Tacque, uno strano figuro, che fino a poco prima non lo degnava nemmeno di una sguardo, sembrava improvvisamente essersi accorto della loro conversazione, ed ora si era voltato attento, con il volto ancora coperto dal cappuccio.

-Karkaroff?-chiese con aria di chi aveva appena trovato un filone d’oro –quell’Igor Karkaroff?-

-Beh…signore, quanti Karkaroff conosce di grazia?- chiese l’interlocutore stizzito.

-Ma ne parlano sul giornale?Come mai?- continuò lo strano figuro imperterrito, come se non avesse sentito nulla.

-Oh, beh…questo è davvero troppo signore, io non so chi è lei, e lei sembra sia arrivato oggi da molto lontano per fare domande così sciocche!-

-Oh, è vero-ricominciò l’altro mieloso –non mi sono presentata, sono davvero uno sciocca, il mio nome è El, El Cotton e si, aveva ragione lei, sono arrivata oggi dalla costa d’avorio, ci sono rimasta diversi anni per…ehm…lavoro e sentendovi parlare di Karkaroff…lo ricordavo ancora sotto processo come mangiamorte …-

-Per dinci!- disse l’uomo che sembrava aver dimenticato tutto –è stata via davvero un bel po’ allora signorina Cotton, sono ormai dieci anni che Karkaroff è preside a Durmstrang….ma lei esattamente in che campo opera?-

-Lavoro per la Gringott, contatti esteri sono spezzaincantesimi-

-Ah…è un avventuriera allora!- disse l’uomo con uno strano luccichio negli occhi –anche mio nipote sa?Bill , Bill Weasley, non penso lo conoscerà, ma forse ha presente il padre, Arthur..-

-Oh!Si, certamente…Arthur Weasley, era Caposcuola a Hogworts quando sono andata la primo anno…peccato averne frequentato solo uno insieme..- e sembrava veramente dispiaciuta.

-Allora è amica di mio fratello!Caspita!Aspetti che glielo dica!Come ha detto?Cotton vero?Arthur sarà felicissimo, e…-

-Beh, no…oddio…lo conosco di vista…non penso che lui si ricorderà di me…- disse la donna sembrava nervosa.

-Oh…non si preoccupi!Arthur ha ottima memoria!-

-Già…- rispose lei –ma…ho sentito bene allora…Karkaroff è fuggito?- chiese con non curanza.

-Si..infatti…sa..si dice in giro che …beh…Voi-sapete-chi, sia tornato…bazzecole dico io, è impossibile…e…-

-E Igor è scappato?-

-Si a quanto sembra mah…ehi!Dove va?-

La donna si era alzata in piedi di scatto, deponendo qualche moneta sul bancone, e riallacciandosi bene la cintura della lunga tunica nera stava per andarsene.

-Oh…sa, stavo dimenticando che ho un turno serale di guardia…sa…affari della Gringott, devo andare proprio-

-Oh, beh, allora capisco- disse l’uomo un po’ deluso, aveva finalmente trovato una buono compagnia.

-Allora ci rivedremo miss Cotton!-

-Lo spero signor…?-

-Perceval Weasly, per servirla-

Lei sorrise al simpatico omino e si dileguò fuori dalla locanda.

Il vento tirava molto forte quella sera, ma il cero era limpido, una splendida serata estiva.

La donna prese a camminare lungo Nicholas Street, il mantello logoro frusciava mentre ondeggiava mosso dalla brezza , quando d’un tratto la donna si fermò di colpo davanti a una bacheca in strada.

C’era due grandi cartelloni appesi, il primo mostrava la faccia di un ,mago, con i capelli lunghi e gli occhi grigi infossati, la barba incolta, strepitava e si muoveva mostrando il suo ‘numero’ di cella.

Nel cartellone a lato, invece, che appariva meno vecchio e consunto, c’era il volto di una donna, non poteva avere più di trentacinque anni, i capelli delle tonalità del biondo scuro e del rosso, erano tutti annodati e sporchi, la fronte alta, gli occhi verdazzurro vivaci , nonostante tutto, le lunghe dita affusolate e, tragicamente ossute reggevano il cartello come l’uomo, ma, mente lui aveva un che di minaccioso e triste, lei negli occhi aveva solo un’espressione di infinito humor nero, infatti, dalla foto, si potevano ammirare le sue labbra, spaccate e bruciate in più punti, girate in un ghigno di scherno, che le conferiva un’aria di perenne superiorità e noncuranza di quello che tutta la vita le aveva probabilmente riservato.

La donna sospirò vedendo quella foto, e poi sorrise nuovamente.

Cotton.

Se quel vecchio fosse andato a dire veramente a Weasley che aveva incontrato El Cotton, probabilmente il rosso avrebbe capito tutto quanto.

Circa almeno.

L’idea di quel nome le era venuta in cella la settimana prima, El Cotton era la sua migliore amica…l’avevano uccisa i mangiamorte durante una delle loro scorrerie.

Susan sorrise, che idea stupida aveva avuto, ma almeno così era salva.

La prima cosa da fare ora, era trovare un posto per la notte, e poi si sarà visto il da farsi,.

Ma era tutto più difficile di quanto si potesse immaginare.

Non aveva dove andare…non aveva amici, ne posti segreti dove rifugiarsi, ma si disse che una panchina per il momento sarebbe bastata.

Era libera da mano di 24 ore e già la stavano cercando…no…un panchina non sarebbe bastata.

Ma ad un tratto qualcosa colse la sua attenzione.

Erano un uomo  e una ragazza, lui doveva aver avuto sulla quarantina, lei non più di venticinque, avevano fatto compere a occhio, compere molto pesanti.

Ad attirare però l’attenzione della ragazza non erano stati quei due però, ma il grosso cane nero che li seguiva scodinzolando e raspando il terreno.

Susan ghignò avvicinandosi all’animale e ai due, che si voltarono di colpo guardandola allarmati.

Lei si abbassò verso il cane che aveva smesso di scodinzolare e ora la fissava con aria inquisitoria.

La donna sorrise.

-è molto tattica la cosa Felpato, ti faccio i miei complimenti, una volta o l’altra mi spiegherai come fare…-

  
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