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Autore: PaleMagnolia    05/11/2012    4 recensioni
Alternative Universe. Belle non ha mai capito veramente la natura dell'amicizia fra suo padre Moe, gioviale e alla mano, e l'elegante, ambiguo, tagliente Mr. Gold. Mr. Gold, che indossa completi inglesi su misura e cammina con un bastone, Mr. Gold che ha tre volte la sua età e nasconde più di un segreto in quel suo bizzarro, affascinante negozio. Belle ne è stranamente attratta - ma chi è, lui, veramente? Perché tutti - da Leroy al dottor Hopper - cercano di metterla in guardia da lui, e perché lei stessa ha l'impressione che le nasconda qualcosa? E poi, cosa diavolo sta succedendo a Storybrooke, ultimamente?
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A proposito degli avvertimenti, e un po’ di informazioni random prima di iniziare.

 
Ho usato la tag “traduzione”, perchè, in effetti, questa storia è già presente in inglese sul sito Fanfiction.net come Needful Things.
Però l’ho scritta io.
Per cui, non so, in effetti non è che sia proprio proprio una traduzione.
Ma l’ho scritta in inglese prima che in italiano - quindi, tecnicamente, sì: è una traduzione.
Anche se…
Uhm.
Ecco.
Insomma, in effetti, cioè…
Oh, beh, avete capito.
Whatever.
 
Ho anche specificato “tematiche delicate”: in realtà l’ho fatto principalmente perché questa storia è una may/december, e per qualcuno la cosa potrebbe risultare poco piacevole. Insomma, voglio dire, c’è una ragazza dell’età apparente (si sa, in Storybrooke il tempo è un concetto relativo, dato che, beh – nessuno invecchia) di diciannove anni, e questa ragazza ha una cotta terribile per un uomo che ne ha più o meno (vedi sopra) quaranta.
Se l’idea non vi va, beh, padronissimi di leggerla comunque, ma temo non vi piacerà molto!
 
Per quanto riguarda i capitoli: spesso saranno dedicati ad un personaggio in particolare. Ci saranno, naturalmente, i capitoli che si focalizzano sulla relazione fra Belle e Mr. Gold, ma ci sarà un capitolo su Leroy, uno su Archie (Archie!), uno su Regina…
Insomma, come al solito ho usato le note-a-inizio-storia in modo improprio e vi ho probabilmente irritato a morte.
Ora la smetto.
Ecco il capitolo.
Engioiatelo.

Uh, no, aspettate, un'ultima cosa. Il titolo è (ovviamente, per chi è un fan di Stephen King) un riferimento a Needful Things, Cose Preziose appunto - un magnifico romanzo dell'orrore il cui protagonista è il misterioso, affascinante e pericolosissimo proprietario di un negozio di antichità...
 

Oh, it’s a long long while from may to december
Frank Sinatra, September Song

 
Il campanello della porta suonò dolcemente.
"Ah." Mr. Gold socchiuse gli occhi e indirizzò un lento sorriso ai visitatori, inclinando la testa indietro sulla sedia. I suoi capelli - grigi alle tempie, piuttosto lunghi – gli ricaddero sulle spalle.
"Belle, cara. Che gentile da parte tua fare una visita al tuo vecchio zio." Tese pigramente il braccio verso di lei e fece un cenno con la testa nella sua direzione. "Ora vieni a darmi a un bacio."
Belle non se lo fece ripetere: gli si avvicinò e gli sorrise con affetto, mentre lui le passava il braccio intorno alla vita. Si chinò e lo baciò sulla guancia – in quel punto leggermente ruvido di barba tra lo zigomo e la bocca. Gold indossava uno dei suoi completi scuri su misura e una cravatta di buon gusto, color borgogna a minuti disegni cachemire - una Gieves and Hawkes, probabilmente, dato che Mr. Gold indossava sempre e comunque il meglio.
"Ciao, zio Gold." Disse Belle, sorridendo, poi si sedette sulle sue ginocchia e gli mise con noncuranza un braccio sulle spalle.
"Oh." Mr. Gold fece un mezzo sorriso. "Stai diventando pesante, ragazza mia. La sensazione generale è un po’ diversa da quando ti sedevi sulle mie gambe a dieci anni, e mi chiedevi le caramelle.”
"Oh, beh, se la metti così” Belle inclinò la testa da un lato. “Buttami giù." disse, dondolando le gambe.
Gold sbuffò in segno d’ilarità e inclinò la testa di lato. "Non mi permetterei mai. Chi scanserebbe mai una così bella fanciulla?" Alzò la testa e fece un cenno all'uomo che stava loro di fronte, sorridente, le mani in tasca.
"Non sei d'accordo, Moe?" Gold sorrise il suo solito sorriso obliquo.
Il padre di Belle rise. "Dovrai metterti in fila, Gold. L'elenco dei suoi corteggiatori è già infinito."
"Oh, dai, papà. Mi fai arrossire." Lo ammonì Belle, in un tono scherzoso -  ma stava effettivamente arrossendo un po’. Forse era solo perché il braccio di Mr. Gold era ancora intorno alla sua vita, e lei poteva sentire il lieve profumo del suo dopobarba.
"Il prato davanti a casa è pieno di ragazzini che le chiedono di uscire, credimi, Gold. A volte faccio fatica a parcheggiare l’auto". Mr. Gold rise.
"Oh, andiamo, questo non è vero." Belle mise su un finto broncio.
"Sì, che lo è. Ma lei non sembra molto interessata a nessuno di loro. È parecchio esigente in fatto di ragazzi - non è così, tesoro?" Belle alzò gli occhi al cielo in una parodia di esasperazione.
Gold si bilanciò sulla sedia in modo da guardare Belle in faccia. “Beh, le persone con gusti particolari sono il mio forte, sai." Mr. Gold agitò vagamente la mano in aria. "Non per vantarmi, ma il mio negozio è in grado di fornire praticamente qualsiasi cosa. Cosa vai cercando esattamente, mia cara?" Lei sorrise. "Lasciami indovinare. Il tipo del quarterback, muscoli e biondi capelli al vento? L'eroe americano? Il genere di ragazzo che viene eletto re del ballo scolastico alla fine dell’anno?" Sorrise maliziosamente.
Belle rise. "Oh, per l'amor del cielo, no. Sembra Gaston."
Mr. Gold aggrottò la fronte e sorrise interrogativamente. "E chi è Gaston?"
"Mah, un ragazzo francese. Fa parte di uno di quei programmi di scambio con l’estero, una specie di vacanza-studio o che so io. Le ragazze della mia classe sono convinte che sia un gran figo - e lui ovviamente è convinto di essere assolutamente irresistibile. E per qualche ragione, Dio solo sa perché, pensa anche che, visto che il mio cognome è French, io e lui abbiamo non si sa quale profondo legame. Mi ha chiesto di uscire un paio di volte. "
"E a te piace?"
Belle rise. "Dio, lo odio."
"D’accordo, allora, niente tipi alla Gaston.” Annuì pensosamente, poi fece un gesto teatrale con la mano. “Uno ‘straniero alto e oscuro’, come dicono le chiromanti alle fiere?" Sorrise. " O preferisci il principe azzurro?" Gold la guardò e alzò un sopracciglio.
Belle scosse la testa, ridacchiando. "Grazie, zio, ma non sono molto il tipo da principe azzurro."
"Qual è il tuo tipo, allora?"
Belle inclinò la testa e si morse il labbro fingendo di riflettere. "Non lo so. Lo sconosciuto alto e oscuro suona bene - ma non troppo alto, d’accordo?"
Mr. Gold alzò le sopracciglia. "Bene, bene, bene, vedrò cosa posso fare. Ora”  alzò gli occhi verso il padre di Belle. "Moe, dobbiamo parlare di quella faccenda di cui mi avevi accennato."
"Certo. Belle, cara, ti dispiace...?"
"No, no." Si alzò, un po’ delusa dal fatto di doversene andare così presto. Ma, come suo padre diceva sempre, i grandi devono parlare, e lei non era inclusa nella definizione.
Mr. Gold la scostò con gentilezza e si alzò. "Puoi passarmelo, per favore?" le chiese, indicando il suo bastone, poggiato contro il bancone. Lei glielo porse - il bastone di legno con l’impugnatura dorata, un suo segno distintivo. Belle non riusciva a pensare a Mr. Gold senza – il suo nome era indissolubilmente legato a un’immagine ben precisa – lui, giacca scura, camicia di buon taglio, mezzo sorriso, che si appoggiava, nel suo modo insieme studiato e negligente, alla sua stampella di lusso.
"Mi trovi giù da Granny’s, quando…" Belle agitò una mano. "Quando avete finito."
"Perfetto."
"Ci vediamo dopo, papà. Ciao, zio Gold."
“È sempre un piacere vederti, cara.”
Belle aprì la porta - il campanello suonò di nuovo, piano - ma poco prima di uscire si voltò e gettò ai due un ultimo sguardo. Gold colse lo sguardo da sopra le spalle di suo padre, e le rivolse uno dei suoi caratteristici sorrisi a metà.
 
Belle bevve un sorso di tè freddo e giocherellò con la cannuccia a strisce colorate. Sorrise distrattamente a Ruby, quando venne a prendere il bicchiere vuoto. Le piaceva, Ruby - quella ragazza era uno spasso, davvero, coi suoi tacchi sbalorditivamente alti e il suo sorriso smagliante - e in un altro momento avrebbe volentieri chiacchierato un po’ con lei. Ma in quel momento sentiva ancora l'odore del dopobarba di Gold, e il fantasma della sua mano sulla sua vita, e non era esattamente in vena di parlare.
Non c'era proprio da stupirsi che non trovasse nessuno dei ragazzi della sua scuola anche solo lontanamente interessante; quando li confrontava a lui - e non poteva farne a meno, davvero – avevano sempre l'aria di un branco di zoticoni - campagnoli nel vestito buono della domenica - coi loro banali jeans strappati e le banali scarpe da ginnastica.
Loro, con le felpe della squadra della scuola e le espressioni annoiate. Lui, con le sue camicie su misura e le cravatte inglesi, la sua inconfondibile camminata asimmetrica, i suoi sorrisi obliqui.
Loro, che parlavano di football e videogioco, ragazze, birra. Lui, l’arguto, tagliente, enigmatico Mr. Gold – ora che ci pensava, non sapeva nemmeno il suo nome di battesimo; era sempre stato "zio Gold" per lei. E non era nemmeno suo zio, a dire la verità; in effetti, non era altro che un vecchio amico di famiglia. Ma l’aveva sempre chiamato così, fin da quando era una bambina, e lui sembrava compiacersi del fatto che lei continuasse a usare quel nomignolo.
Era davvero un peccato che lui vedesse in lei solo questo – la figlia un po’ buffa di un vecchio amico, che si sedeva sulle sue ginocchia quando era una bambina.
  
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