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Autore: Frieda_90    07/11/2012    3 recensioni
Loro c'erano ancora dentro, tutti e due. Non ci esci da certe storie: l'unica soluzione è arrendersi e ammetterlo. Fare un passo, poi un altro e un altro ancora, l'uno nella direzione dell'altro. E poi c'è il dopo: non importa più quanto sia stato difficile, triste, umiliante a volte: lascia che sia.
Le recensioni sono apprezzatissime!!!
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Derek Sheperd, Lexie Grey, Mark Sloan, Meredith Grey, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione, Contesto generale/vago
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Mark stava salendo i gradini a due a due, l’appartamento di Julia era all’ottavo piano ma non aveva tempo di aspettare l’ascensore. È strano come a volte per mesi non succeda nulla e poi in un paio di giorni tutto cambi improvvisamente. L’acquisto dell’anello, il discorso di Derek, il ritorno di Addison..e soprattutto Lexie, che gli aveva detto ti amo. Tecnicamente l’aveva descritto come una malattia: problemi di respirazione, insonnia, mancanza di appetito..gli aveva parlato con i suoi occhioni nocciola, con quello sguardo da cucciolo spaventato da un sentimento più grande di lei.
“ Dio, quanto la amo. “ pensò Mark mentre percorreva l’ultima rampa di scale.
Appena arrivato davanti all’appartamento di Julia premette con forza il campanello, era quasi mezzanotte, ma Julia sarebbe stata sicuramente sveglia. Dall’interno dell’appartamento Mark sentì il rumore della TV accesa e poi passi verso la porta, che si aprì qualche secondo dopo.
<< Mark! Cosa ci fai qui? È tardi, domani non sei di turno? >> disse Julia mentre si avvicinava a Mark per baciarlo. Con un movimento impercettibile alla vista, ma che Julia avvertì benissimo, Mark si scansò in modo che la donna poggiasse le labbra sulla sua guancia e non sulla sua bocca. Julia capì immediatamente che qualcosa non andava.
<< Che succede? >>
<< Posso entrare? Ho bisogno di parlarti. >>
<< Certo. La tua faccia non promette nulla di buono Mark, ormai ti conosco >>
Julia lo fece accomodare sul divano e prese dalla cucina un bicchiere di vino rosso per sé e un whisky per Mark.
<< Julia, tu non mi conosci affatto. Io non sono la persona che credi, purtroppo io ti ho usata. Non con l’intenzione di ferirti certo, ma io non ti ho mai amata. Ho creduto di amarti, ho creduto tu fossi quella giusta, ma non è così. È tutto dalla tua parte: sei bellissima, stabile, matura, saresti davvero un’ottima madre, a letto sei fantastica e i tuoi consigli sono sempre sinceri..ma lei, si insomma LEI non sei tu. >>
<< LEI è sempre stata solo Lexie Grey giusto? >>
<< Sì. Mi dispiace Julia, mi dispiace solo non averlo ammesso prima e averti portata fino a questo punto. Sono davvero uno stronzo. >> concluse Mark.
<< Sì, sei davvero uno stronzo ma io sono stata una stupida. Avrei dovuto capirlo e invece ho visto solo quello che volevo vedere, un po’ come hai fatto tu con me, credendomi quella giusta. Ora vattene per favore, vai da lei, torna in ospedale, vai dove vuoi. Per favore però, non farti più vedere Mark Sloan. >>
Mark si alzò in silenzio, andò alla porta e se la chiuse alle spalle. Era davvero dispiaciuto per quello che aveva fatto a Julia, ma un sorriso spuntò sul suo volto.
<< E’ finita. Ora devo solo sperare di essere in tempo con Lexie >>  disse tra sé e sé. Nemmeno questa volta prese l’ascensore e corse giù dalle scale.
 
Lexie Grey era appena uscita dalla doccia e i lunghi capelli scuri le gocciolavano sulla schiena. La giornata era stata davvero massacrante e aveva perso un’ottima opportunità in sala operatoria per andare a comprare meringhe al limone. “ Ma che ti dice il cervello? Stupida, stupida, stupida Alexandra Grey. Stupida. “ pensò mentre si infilava una tuta grigia.
Scese le scale e si mise davanti alla TV: April e Avery erano in camera loro, Alex era di turno così come Meredith e Derek, la piccola Zola dormiva tranquilla sul divano. In pochi minuti anche Lexie si addormentò, ma il suo riposo non durò molto.
Si sentì tirare la felpa e aprì gli occhi. Zola si era svegliata e indicava la porta con il faccino assonnato.
Driiiiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiiiiiiiiin. Driiiiiiiiiiiiiiin. Il campanello suonò di nuovo.
<< Ma chi diavolo è a quest’ora? >> Lexie prese la piccola in braccio e attraversò il salotto, diretta all’ingresso. Per poco sua nipote non le cadde dalle braccia.
Mark Sloan.
Mark Sloan appoggiato allo stipite, con la giacca di pelle  e il suo sorriso preferito.
Mark Sloan con l’aria di qualcuno che deve dire qualcosa di importante, che non può aspettare il mattino.
Lexie aprì la porta e Zola fece forza con le gambine per andare verso di lui. << Zio Maccc, Zio Macc! >>
<< Eccomi piccola, vieni dallo zio!! >>
Restarono per qualche minuto sulla porta a giocare con la bambina. Poi Lexie parlò:
<< Vado a svegliare Jackson, gli dico che sei qui. Aspetta pure in salotto. >>
<< Non sono qui per lui Lex. >>
“ Oddio, adoro quando mi chiama Lex con quel tono”  pensò la piccola Grey. << Ah, ma nemmeno Derek è in casa. È di turno stanotte. >>
<< Non sono qui nemmeno per lui. >>
<< Che cosa vuoi Mark? >>
Erano fermi sulla porta, in silenzio. Zola in braccio a Mark guardava i suoi zii con un’aria perplessa e non capiva perché stessero zitti anziché parlare come tutti i grandi. Zia Lexie era strana e lo zio Mark anche; avevano entrambi gli occhi lucidi, parevano sul punto di piangere. La piccola si appoggiò alla spalla di Mark e chiuse gli occhi.
<< Ieri sera pensavo al Grand Canyon, Lexie. >>
<< Al Grand Canyon? Ti presenti a casa mia, in piena notte, per parlarmi del Grand Canyon? >>
<<  No, ma ascoltami ti prego >> rispose Mark. << La prima volta che sono stato al Grand Canyon non rimasi colpito dai colori delle rocce, dall’altezza degli strapiombi o dal paesaggio. Quello che più mi colpì fu il fiume Colorado. Giorno dopo giorno, anno dopo anno aveva continuato a scorrere tra le rocce, in mezzo alle gole e ai dirupi e si era costruito il suo corso, aveva creato quella meraviglia. Provai a immaginare la fatica di quel fiume: sgretolare le rocce, trovare lo spazio sufficiente per scorrere. Io sono sempre stato come il fiume Colorado riguardo i miei studi, il mio lavoro e le mie amicizie. Con le donne invece, quando bisognava cominciare a scavare nella roccia, a costruire qualcosa..beh, semplicemente deviavo il mio corso.
Tutto è cambiato con te Lexie Grey, tu sei il mio Grand Canyon. >>
<< Mark, davvero, non capisco dove vuoi arrivare. >>
<< Lex, tu sei dove voglio portare il mio corso. Io scelgo te, sto facendo un passo. Mi sto mettendo in gioco: ci sto dando un’altra possibilità. Insomma dillo come vuoi. Sto lasciando che sia, voglio che il fiume segua il suo corso, voglio che insieme creiamo il nostro Grand Canyon. >>
<< Che cosa mi stai chiedendo Mark? Ti prego esci dalla metafora, mi sembra di vedere National Geographic! >>
<< Ti sto chiedendo di scegliermi Alexandra Grey. Ti sto dicendo che voglio passare il resto della mia vita con te. Cosa rispondi? >>
 
Silenzio. Bomba sganciata.
“ Forse la metafora del Grand Canyon è stata un po’ troppo. Che idiota. Non le parlo da giorni e mi ripresento la lei chiedendole di uscire a bere una cosa? No. Le chiedo di sposarmi. Sono un idiota. ” pensò Mark.
Lexie lo stava fissando, non sapeva da quanto. “Oddio me l’ha chiesto. E se scambiasse questo silenzio per indecisione? E se ritirasse tutto? E Julia? E se fosse tutto un sogno? Ho bisogno di tequila e di burro di noccioline. Ho bisogno di alcool e calorie. Oddio, ma non gli ho ancora risposto. Che aspetti Lexie Grey, è il tuo turno. “
 
<< Io non ho mai visto il Grand Canyon, ma conosco te. L’uomo che eri, l’uomo che sei diventato. Mi sono innamorata dello Sloan puttaniere, dello Sloan che ha fatto a pugni con il suo migliore amico, dello Sloan che mi ha aiutata a medicare Alex durante la sparatoria e che mi è stato accanto in psichiatria dopo, ho amato anche il Mark che ha messo incinta Callie. Ho amato i tuoi lati oscuri e amato la tua passione, la tua caparbietà, la tua sicurezza. Io ti scelgo e tu non dovrai scavare nella roccia come il fiume Colorado: io ho bisogno di te Mark Sloan. >>
<< Mi stai dicendo di sì? >>
<< Sì, ti sposo Dottor Sloan. >> sorriso e lacrime segnavano il volto di Lexie mentre rispondeva.
Mark le infilò l’anello: era davvero perfetto, era stato scelto per lei anche quando Mark credeva di averlo scelto per Julia.
 
Entrarono in casa e misero a letto Zola. Poi salirono in camera e Mark passò la mano tra i capelli ancora umidi di Lexie e la baciò dolcemente accarezzandole il viso e il collo. Scese giù,verso il seno e in pochi attimi erano entrambi senza vestiti. Fecero l’amore e si addormentarono ancora abbracciati, stretti l’uno nell’altra.
 
Al mattino, quando Lexie si svegliò sorrideva, i riflessi del brillante del suo anello si inseguivano sul soffitto.
Toccò i capelli di Mark che dormiva il suo fianco.
Il cercapersone di entrambi suonò ed eccoli entrambi pronti a rientrare nella loro vita di tutti i giorni. Scesero insieme le scale e si misero a fare colazione in cucina.
Derek e Meredith entrarono poco dopo.
<< Ci siamo persi qualcosa a quanto pare, bentornato amico. Mi mancava vederti gironzolare per la cucina a rubare i cereali. >> sorrise Derek.
<< E guarda un po’ che anello! Tu sì che sei una da anello Lexie!! >> Meredith abbracciò la sorella.
<< Congratulazioni agli sposini allora, noi andiamo dalla nostra bambina! >>
 
Quando Lexie e Mark uscirono di casa c’era il sole. Presero la macchina e arrivarono al Seattle Grace Mercy West.
Il Dott. Sloan parcheggiò l’auto e Lexie corse verso l’ingresso. << Sono in ritardo, Callie mi aspetta. >>
<< Corri, ci vediamo più tardi >> le urlò Mark. << Ah, ti amo Lex! >>
<< Perché ci hai messo tanto?>>
  
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