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Autore: Mon    07/11/2012    1 recensioni
Qualche secondo dopo, però, una vocina nella sua testa le disse: “Ma cosa diavolo stai facendo Stella?”.
La ragazza si alzò di scatto dallo sdraio, appoggiò la tazza sulla tavola della cucina e percorse di corsa il corridoio che portava nella sala e alla porta d’uscita.
Sébastien aveva appena appoggiato la mano sulla maniglia quando la voce di Stella lo raggiunse: «Ti prego! Resta a farmi compagnia...».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Sébastien Lefebvre
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cellulare di Stella squillò; la ragazza aprì in tutta fretta la sua borsa, lo cercò e quando lo trovò sul display vide scritto il nome di Pierre. Rispose.
«Dove sei finita?» squittì la voce del fratello.
«Sono uscita con Seb...».
Un attimo di silenzio dall’altra parte del telefono. «E dove siete?»
«Sul fiume. Non ti preoccupare. Sarò lì per l’ora di tornare a casa...» disse Stella. Nel frattempo, però, vide Sébastien fare dei gesti con una mano e poi battersela sul petto. Alzò un sopracciglio, disse al fratello di aspettare un attimo e appoggiò il telefono sulla pancia in modo tale che Pierre non sentisse la conversazione che stava per fare con Sébastien. 
«Cosa c’è? Stai bene?» domandò all’amico.
«Ti porto a casa io. Non c’è bisogno che Pierre ti aspetti»
«Ah, ok! Grazie allora...» e sorrise. Riprese la telefonata con il fratello e gli riportò le parole del chitarrista, dopodiché si salutarono.
Stella e Sébastien ripresero la loro passeggiata; arrivarono di fronte all’isola con il circuito e la ragazza si fermò, appoggiandosi al muretto.
«Guarda che bella! Mi sembra di sentire il rumore del motore Ferrari. Dio quanto amo questo posto!»
Seb rise. «Solo tu puoi dire una cosa del genere!»
«Tu non lo senti il rumore di un motore di Formula 1?». L’amico scosse il capo. 
Stella fece l’offesa. «Io non sono pazza e tu non capisci la sacralità di questo posto!».
Anche Sébastien si appoggiò al muretto, come poco prima aveva fatto Stella. «Non siamo mai riusciti a capire, nemmeno tuo fratello, da dove possa venire questa tua passione per le macchine da corsa...» disse.
Stella alzò le spalle. «Mi piacciono, e basta...». Appoggiò il mento sul palmo della mano e si mise a guardare l’isola che aveva di fronte, incantata. Sébastien, al suo fianco, era invece fisso a guardare il viso di Stella. Ma cosa gli stava passando per la testa? A dire la verità lui sapeva cos’era, ma non lo voleva ammettere, né con sé stesso né, tanto meno, con altre persone.
Stella si girò verso di lui, probabilmente sentendosi osservata e lo guardò. «Qualcosa non va?» chiese. 
«No, va tutto bene. Ti volevo solo chiedere scusa per prima, per aver tirato fuori un argomento di cui, ho capito, non ti va di parlare...».
Stella tornò a puntare gli occhi sull’isola, stavolta però non lasciò cadere la cosa. «Se vuoi te lo dico il motivo per cui io e Robert ci siamo lasciati...».
Sébastien fu sorpreso; poteva essere il primo a conoscere il motivo per cui Stella, da troppo tempo, stava soffrendo. Aveva quasi l’intenzione di dire che non erano affari suoi, che non voleva immischiarsi in faccende che non lo riguardavano, ma la curiosità ebbe il sopravvento. Voleva sapere, voleva capire dove Robert aveva sbagliato, lasciandosi scappare una ragazza stupenda come Stella.
«Se vuoi, non sei obbligata...» disse.
La ragazza esitò qualche secondo, poi parlò: «Avevi ragione tu. Robert non era il ragazzo per me...». Si fermò.
“Tutto qui?” pensò Seb, però disse: «Stella, mai come in questo caso avrei voluto sbagliarmi. Non mi piace vederti così triste...».
L’amica sorrise, amaramente. «Il problema si è presentato quando l’ho messo davanti all’idea di avere insieme una famiglia. Sai, erano sette anni che stavamo insieme, è quasi normale pensare al futuro con la persona che si ama. Lui, però, mi ha detto che ero, sì, la donna della sua vita, ma che figli lui non ne voleva avere».
Stella non guardò Sébastien, non le interessava l’aria di compassione che l’amico avrebbe sfoggiato dopo una notizia simile. Era esattamente quello il motivo per cui aveva taciuto a tutti il perché della rottura con Robert; non voleva essere consolata da persone che le avrebbero fatto “pat pat” sulla spalla, con l’aria di chi immaginava cosa si provava. No, non lo potevano immaginare non avendo mai vissuto una situazione così. 
Tra i due scese un attimo di silenzio; il ragazzo aveva bisogno di raccogliere le idee. Poco dopo, però, Sébastien fece un discorso che colpì Stella; disse le seguenti parole: «Io non capisco come un uomo possa pensare di avere davanti la donna della sua vita se poi non vuole avere dei figli con lei. Avere una famiglia con la donna che si ama è il sogno di chiunque. No, forse non di chiunque, ma di certo è il mio».
Stella si ritrovò a fissare Sébastien e lui si girò verso di lei. Per un po’ i due si guardarono e basta, con il vento che muoveva delicatamente i capelli di Stella e la luna riflessa negli occhi azzurri di Seb. Fu la ragazza a rompere quel momento, guardando l’orologio. «Forse è il caso di andare...» disse.
«Si, ti porto a casa...» rispose Seb, staccandosi dal muretto a cui era appoggiato e incamminandosi. 
In macchina nessuno disse niente, la radio trasmetteva canzoni con un ritmo lento, adatte a quell’ora tarda della notte. Arrivarono davanti al portone di casa di Stella; la ragazza mise una mano sulla maniglia e si girò verso Sébastien.
«Grazie...» disse.
«E di cosa?»
«Della passeggiata, della compagnia, per aver passato un po’ di tempo con la sorella triste di Pierre...».
Seb rise. «Ma cosa dici? A me piace passare del tempo con la sorella triste di Pierre!». Rise anche Stella, per poi aggiungere: «A parte tutto, davvero grazie Seb...»
«Di niente Stellina. Buonanotte...»
«Anche a te» e si sporse verso il ragazzo per dargli un bacio sulla guancia.

  
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