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Autore: Giuliaaa_1D    08/11/2012    5 recensioni
Le urla si fecero più forti di prima, terribilmente acute e ancora più insopportabili. Aguzzai la vista.
Dal treno uscirono cinque ragazzi, belli, dovevo ammettere, non li vedevo in faccia, ma il loro fisico era magro e abbastanza muscoloso. Iniziarono a guardarsi intorno, sorridendo e abbracciando tutte.
Va bè che a Londra è tutto strano, ma non pensavo fino a questi livelli! Una marea di ragazzine radunate solo per salutare cinque gnocchetti? Bah. La vita è proprio un mistero a volte.
ciao a tutti ... questa è la prima FF che ho scritto, è veramente lunghissima, anche perchè i capitoli sono molto corti. ATTENZIONE non segue un filo logico! ci sono molti BUM!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sbuff

Ero coricata sul letto senza una vera e propria idea di cosa fare.

Avevo appena litigato con mia sorella, Giorgia, dodici anni. Per lo più per un motivo decisamente stupido, che non mi ricordavo nemmeno. La mia vita era monotona: scuola, casa ,biblioteca ,il mio posto e di nuovo casa.

Niente di speciale insomma.

<< Giulia posso entrare? >> domandò mia sorella, con la testa che spuntava dalla porta.

A ecco, io mi chiamo Giulia, ho diciassette anni e mi sono trasferita a Londra da una settimana, un giorno e tredici ore e ventiquattro minuti a chi interessasse.

Sorrisi involontariamente, guardandola a testa in giù. Adoravo mia sorella, e capivo i suoi problemi.

<< Se è per chiedermi scusa sì, tanto non ero nemmeno arrabbiata. >> le dissi sempre col sorriso. Lei mi raggiunse e si coricò accanto a me, a testa in giù.

<< Grazie. Lo sai, ogni tanto non penso a quello che dico, e in più oggi ho preso un votaccio in matematica volevo chiederti >>

<< Certo giò, te la faccio io la firma al posto di mamma >> le dissi ridacchiando. Lei mi saltò addosso, abbracciandomi. Aveva già iniziato scuola, io invece avrei iniziato a breve.

<< GRAZIEE! >> urlò stritolandomi. Io ridevo, e non lo facevo spesso.

<< Di nulla, adesso scusa se freno il tuo entusiasmo, ma non posso perdermi il treno >> iniziai, lei si scansò sorridendo.

<< Vai, corri sennò lo perdi! >> mi intimò, ed io corsi a prendere la bici.

Amavo il vento tra i capelli, era una delle poche cose che mi faceva sentire concretamente libera. Era unun impresa tuttora frenare lentusiasmo di vivere a Londra, tanto io in Italia non avevo iniziato a vivere veramente.

Niente amiche vere, niente ragazzo , niente di niente. E non ci davo nemmeno peso: non mi importava molto. Mi piaceva stare da sola, per i fatti miei. Amavo creare i miei luoghi, il mio mondo. Non avevo bisogno di nessuno. Solo che quando le persone si permettono di trattarti da cacca di bradipo rinsecchita, beh, quello è difficile da affrontare da sola.

Alle medie molta gente mi aveva preso di punta, e io non ero mica una tipa che si faceva calpestare! Rispondevo a tono, e questo comprometteva anche il fatto di essere lasciata da sola ... E a volte malmenata. Molte volte.

Avevo i capelli biondi, un po scuri, lunghi fino ai fianchi, spesso legati. Gli occhi marrone cioccolato al latte, senza sfumature pagliuzze macchie o niente del genere, con un contorno scuro che risaltava il colore delliride. Ero una lettrice docchi, e questo era un punto a mio favore: leggevo tramite gli occhi le emozioni, talvolta il carattere. Se le persone erano ostili, o false, gli occhi erano la prima cosa che lo mettevano in evidenza.

Arrivai alla stazione, dove mi piaceva stare.

Era in periferia, aveva un bel campo di trifogli, dove amavo correre, soprattutto con la pioggia. La parte dove mi mettevo io era abbandonata, le erbacce crescevano tranquille ed un treno arrugginito e pieno di graffiti dormiva beato su delle rotaie, anchesse arrugginite. Superai il rottame, e mi nascosi in un angolo, scoperto il pomeriggio prima,dove riuscivo a vedere i treni passare. Era un posto magnifico, per quanto ambiguo.

Sentii odore di pioggia, e un sorriso mi apparve sul volto. Quando ero da sola sorridevo molto di più.

Mi avviai nel campo, iniziando a correre.

Ero veloce, anzi, modestamente, velocissima. Urlai a piena gola, senza un senso vero e proprio, tanto ormai ero lontano come minimo un kilometro dalla stazione. In quel momento iniziò a piovere, ed io correvo ancora più veloce. Mi sentivo un ghepardo, libero e senza limiti. Mi fermai, con il fiato corto, e alzai il viso al cielo.

Certo che sono proprio stupida!

Dissi tra me, e iniziai a ridere. Avevo solo un golfino a righe, bianco e verde, al posto del giubbotto, tanto io non pativo il freddo. Amavo il freddo e la pioggia.

Eh, sì, dire che sono pazza è dir poco pensai.

Dopo un po mi accorsi ,però ,di essere bagnata come un dugongo in piscina.

“ma i dugonghi non vanno in piscina” O.O mistero

Iniziai a camminare, senza fretta verso la stazione.

Sbuff

Ma io mi annoiavo ad andare piano! Corsi spedita, rendendomi conto di essere arrivata giusto in tempo per veder arrivare il treno. Mi nascosi in un angolo, guardando chi scendeva.

Mi sono scordata di dire che, essendo una tipa solitaria, ero abbastanza timida nel legare con le altre persone. Vidi, con molto stupore, una marea di ragazzine urlanti, tutte ammassate per vedere qualcosa uscire dal treno. Per fortuna cerano delle sbarre, a tenerle lontane! Se no chissà cosa ne sarebbe restato del treno!

Ma che dico, facevano degli ultra suoni tremendi!

Incuriosita mi avvicinai un po, rimanendo nascosta.

<< SONO LORO!!! OMG!!! AAAA! >> fu tutto quello che riuscii a tradurre dalle grida di quelle assatanate. Mi scappò una risata. Come fa la gente ad essere così sciocca a volte? Sciocca, però, era dir poco!

Mi partì la suoneria del cellulare, Stand up, degli One Direction,un gruppo che mi piaceva, ma non a livelli starsorbitanti non ero patita / assatanata! Li ascoltavo e basta. Non sapevo né i nomi dei cantanti né tantomeno il loro aspetto. Sapevo che erano in tre a cantare sì, erano tre.

<< Giò? Dimmi che succede? >> chiesi, con la voce un po alta per farmi sentire.

<< Volevo solo avvertirti che tra quarantasette minuti, mamma e papà saranno a casa >> mi avvertì mia sorella. Iniziai a ringraziarla in cinese con il pensiero, ma ne uscì solo un Grazias, che era a mala pena un intruglio tra spagnolo e italiano.

<< Grazie, tra poco vengo a casa >> le dissi, sorridendo. Lei attaccò, non c salutammo nemmeno. Normale, dopo tutto.

Le urla si fecero più forti di prima, terribilmente acute e ancora più insopportabili. Aguzzai la vista.

Dal treno uscirono cinque ragazzi, belli, dovevo ammettere, non li vedevo in faccia, ma il loro fisico era magro e abbastanza muscoloso. Iniziarono a guardarsi intorno, sorridendo e abbracciando tutte.

Va bè che a Londra è tutto strano, ma non pensavo fino a questi livelli! Una marea di ragazzine radunate solo per salutare cinque gnocchetti? Bah. La vita è proprio un mistero a volte.

Il ragazzo che sembrava più giovane ,ai miei occhi, era biondo, basso e con un sorriso scherzoso. Non vedevo di più, però doveva avere gli occhi chiari à Istinto da lettrice di occhi molto esperta.

Il secondo per età stimata aveva dei capelli molto belli, con un ciuffo / boccolo / ricciolo che cadeva da un lato, un sorriso da bambino e molto probabilmente con occhi verdi. Secondo uno studio studiato da me (perché a nessuno interessavano le mie curiosità), doveva avere gli occhi verdi: la maggioranza di ragazzi con capelli scuri e ricci risultava avere occhi verdi.

Uno, quello con la pelle più scura, aveva uno ski-jump nero, con un colpo di sole, gli occhi probabilmente scuri, perché non vedevo niente che risaltasse contro la pelle così bronzea. Un fisico davvero mozzafiato. Davvero davvero.

Quello che sembrava più stupido, aveva i capelli castani, forse, e aveva gli occhi chiari. Alto, magro e con poco cervello: chi porta una maglia con una carota e la scritta I love carrots rientra nei malati mentali, vero? Mistero.

Quello un po più normale (tra virgolette, perché dubitai che qualcuno di normale stesse con il-ragazzo-carota), aveva gli occhi scuri, i capelli mossi, castani ed un fisico molto ben tenuto. Molto motlo.

Ah, cavolo. Era stupido anche lui: era saltato in spalla al ragazzo-riccio, per poi spettinarlo e stritolarlo, e poi si metteva a fare il moon walk.

Rimasi a guardarli in disparte, seminascosta dietro il muro che separava la vecchia ferrovia da quella modernizzata, facevo spuntare la testa, ma poi appoggiai una spalla. Tanto, chi poteva vedermi dietro ad un albero, di fianco ad un muro? Una persona normale non sarebbe stata lì. Io non ero normale, e stavo lì.

Ma evidentemente, quei tipi avevano visto gente pazza come me. Quando lo sguardo del ragazzo-pseudo-normale incontrò il mio, ne rimasi basita: un intreccio fitto fitto dei nostri sguardi mi ipnotizzò, e mi stupii di riuscire a leggere i suoi occhi anche da quella distanza. Di solito mi accadeva solo con le persone con cui avevo un legame forte, tipo mia sorella e basta, non ero affezionata a mia mamma in modo particolare anzi, non cero affezionata e basta. Nei suoi occhi vedevo tanta curiosità, un dubbio ed un non so che di malizia. Arrossi, intuendo che era curioso e malizioso nel guardarmi.

Non so come, non ne ho idea, non chiedetemi il perché, ma se ne accorse! cioè, si rese conto che ero arrossita! Carota, che vista daquila! Mi sorrise, e lessi della tenerezza nelle sue iridi. Mise una mano sulla spalla del-ragazzo-abbronzato-in-inverno senza smettere di guardarmi, aprendo la bocca per parlare. Oddio. Mi voleva mostrare ad altri?! Nemmeno fossi un esemplare raro di qualcosa! Bah

Spalancai gli occhi, unendo le mani, scuotendo la testa e mettendomi lindice davanti alle labbra, per intimargli il silenzio. Il ragazzo, un po confuso, annuì, sorridendomi e mimando con le labbra un ci vediamo qua domani, stessa ora. Io annuii soltanto, e lessi un pizzico di gioia nei suoi occhi. Poi tornò con il gruppo e sparì, voltandosi ancora una volta.

WoW. Prima settimana a Londra e rimorchi? Benedetto tasso!

Risi, recuperai la bici e tornai a casa, spedita.

Io poi, non ero nemmeno andata la per vedere dei ragazzi!

 

<< Sono a caaaaaaaaaaaasa! >> urlai a mia sorella, mentre andavo in direzione doccia. Mi cambiai i vestiti fradici, con una bellissima, amabile doccia calda. Di solito le facevo ghiacciate, ma visto che avevo tolto ora i vestiti freschi, cambiai idea. I miei entrarono quattro minuti e trentasei secondi dopo il mio arrivo. Tempismo perfetto.

Ci misi una bella ora buona per asciugarmi i capelli.

Sbuff

Che fastidio! Deciso: prima di domani sera li avrei tagliati cortissimi!

(non stupitevi, i miei raptus / idee vengono sempre così)



 

Hola ragazze! Non cè molto scritto qua, ma spero vi sia piaciuto ugualmente. Non mi aspetto che vi piaccia, perché è un po come una zucchina bollita.

Mi sono basata su una cosa che mi è successa, infatti io ho scoperto due settimane dopo come si chiamavano e comerano fatti i 1D!! sono un caso perso lol

Dal capitolo dopo, GIURO, succederà di meglio

Un bacio,

Giù 



 

   
 
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