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Autore: eringad    25/05/2007    16 recensioni
Mamma e papà? Una bambina arriva al villaggio della foglia sconvolgendo le vite dei nosti eroi come un uragano!!! Un po' OOC ^^... [Naru/Hina]
Cap.07 [Shika/Tema]
Cap.08 [Jiraya/Tsunade]
Cap.09 [Choji/Ino]
Cap.10 [Sasu/Saku]
Cap.11 [Neji/Ten]
Cap.12 [Gaara/Lee e Matsuri]
Cap.13 [Naru/Hina]
Genere: Romantico, Triste, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era una bella mattina a Konoha. Il sole riscaldava il villaggio segreto della foglia, mentre un leggero vento lo rinfrescava. La mattina perfetta per allenarsi o oziare in pace.
Nel palazzo dell’Hokage, Shizune saliva in fretta le scale per portare un’imponente pila di documenti importanti da far firmare a Tsunade cercando di non cadere. Ma arrivata all’ufficio sentì delle voci provenire dall’interno. Si avvicinò alla porta per ascoltare la conversazione senza farsi scoprire.
-Sorellona vergognati non si origlia!- le fece una vocina proveniente dal basso.
La “sorellona” si spaventò e cadde a terra con tutti i documenti.
-Non è vero! Non stavo origliando!- disse diventando completamente rossa.
Poi si accorse da chi era stata rimproverata. Una bambina sugli otto anni la guardava preoccupata per la caduta.
Era bassina con i capelli scurissimi e liscissimi con dei riflessi blu e con una frangetta che gli copriva la fronte, gli occhi colore del cielo e un visino dolce. Portava un vestitino azzurro elaborato come preso da una bambola con tanti nastri e fiocchetti. Le ricordava qualcuno…
-Insomma cos’è tutta questa confusione?- tuonò Tsunade uscendo dal suo ufficio evidentemente infastidita dal casino causato dall’assistente.
-S-sono caduta- tentò di giustificarsi Shizune.
-Non è vero! Stavi origliando! Non si dicono le bugie- disse la bambina mettendo le mani sui fianchi e sbuffando.
L’assistente del 5° Hokage sentì crescere sempre più antipatia per la piccola non solo per essere stata colta in fragrante ma anche per essere stata sgridata da una mocciosa.
-Non importa! Su coraggio visto che siete qui entrate- sbottò Tsunade cercando di riportare la calma.
Entrate nell’ufficio trovarono una signorina molto bella in piedi di fronte alla scrivania. La bambina le corse incontro.
La ragazza era alta slanciata, i suoi capelli bruni mossi le contornavano il viso tagliente, mentre i suoi occhi scuri sembravano stanchi come se non avesse dormito per giorni.
-Shizune lei è la bambinaia della bambina che hai conosciuto prima, la signorina Kazaki Mamura- la presentò Tsunade e lei fece un inchino.
-Piacere di conoscerla- disse Shizune ricambiando l’inchino.
-Posa le scartoffie sulla scrivania e poi vammi a chiamare Naruto e Hinata Hyuga per una missione- ordinò poi imperiosa l’Hokage.
Appena Shizune uscì, Tsunade si rivolse alla ragazza di nome Kazaki -Non si deve preoccupare con noi sarà al sicuro. Può ritornare al suo villaggio e riposarsi-
La bambinaia annuì e poi guardò la bambina aggrappata alla sua gonna, si inginocchiò e le posò le mani sulle spalle.
-Non ti preoccupare resterai qui solo per una settimana poi io tornerò a prenderti. Va bene Sayuri?-chiese alla piccola.
La bambina annuì, mentre Kazaki si alzava e salutava Entrambe con un gesto stanco della mano. Poi uscì lasciando la bambina nelle mani dell’Hokage.
Tsunade si sedette alla scrivania per visionare la pila di documenti che gli era stata portata cercando di non far caso al piccolo intruso nel suo studio. Non gli erano mai stati troppo simpatici i bambini.
Sayuri portò e mani dietro la schiena incatenandole e saltellando per lo studio annoiata per poi fermarsi di fronte alla scrivania dell’Hokage.
Tsunade alzò lo sguardo dal foglio e incontrò gli occhi azzurrissimi della bambina che la osservava.
-Che c’è?- chiese scocciata.
-Bella signorina posso sedermi sulle sue ginocchia e osservarla mentre lavora?- chiese sfacciata la bambina marcando le parole “bella signorina”.
Il 5° Hokage a sentire quelle parole fece un sorriso a trentadue denti che avrebbe fatto invidia a Gai Sensei e a Rock Lee.
-Certo- le fece posto sulla poltrona.
Sayuri si sedette sulle ginocchia della donna e non passò molto tempo che si addormentò seguita dalla donna. Facevano tenerezza vista dall’esterno. La bambina si era accomodata fra le braccia della donna che la stringeva da dietro.

Intanto fuori del palazzo una ragazza camminava assorta nei suoi pensieri.
-Hinata! Hinata!- gridò un ragazzo correndole incontro e risvegliandola dai suoi pensieri. Il ragazzo in questione era alto, biondo, con gli occhi azzurrissimi e pieno di entusiasmo. Quando la raggiunse si fermò un attimo per riprendere fiato.
-N-Naruto-kun- disse sorpresa Hinata.
-Vieni! La vecchia Tsunade ci ha chiamato per una missione!- poi la prese per la mano trascinandola con sé su per le scale. La ragazza arrossì seguendolo.
Arrivati davanti all’ufficio della vecchi…ehm di Tsunade, Naruto spalancò la porta. Rimasero entrambi senza parole vedendo la scena, mentre la donna e la bambina si svegliarono di colpo. L’Hokage arrossì e si rivolse ai ragazzi.
-Ehm…che ci fate qui?- fece scendere la piccola dalle sue ginocchia.
-Nonna Tsunade ci hai fatto chiamare tu per una missione- disse Naruto scoppiando a ridere.
-Ah già! Dunque siete stati chiamati per una missione di grado D- si ricompose lei.
-Cooooooosaaaaaaaaaaaaaa? Solo di grado D?- squillò il ninja insoddisfatto.
-Sì! Il vostro incarico è di fare da baby-sitter ad una bambina per una settimana. L’ho scelto apposta così non potrai fallire l’incarico- spiegò con un tono di minaccia.
Hinata che finora era stata zitta prese la parola.
-Tsunade-sama è la bambina che le era in braccio?-
-Sì esatto. Sayuri vieni avanti-
La bambina si fece avanti stropicciandosi gli occhi con una mano e stringendo la gonna del vestito con l’altra. Messi a confronto si assomigliavano. La bambina aveva gli stessi capelli di Hinata e gli occhi azzurri di Naruto. Il suo volto era un misto fra le fattezze dei due, lineamenti morbidi ma duri allo stesso tempo.
-Ciao io sono Sayuri- disse la piccola salutando con la mano e abbozzando un sorriso.

  
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