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Autore: MimiRyuugu    09/11/2012    2 recensioni
Ecco qua, dopo Ultimi Ricordi, la continuazione della saga dei Tre Uragani. Riuscirà la nostra Giulia Wyspet ad avvicinarsi di più al burbero Severus Piton?
"You are the life, to my soul, you are my purpose, you are everything."
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Ciauuu *^* ho resistito ad aggiornareee ** sono stata brava? u.u forse però chi legge vuole che io aggiorni di più o.ò esprimetevi u_u
Scherzo ovviamente *-* per eventuali reclami il banco 3 è sempre aperto u_u *fa ciao al banco 3* solo per oggi troverete anche un piacevole rinfresco *O*
Di canzoni qui abbiamo Bring Me To Life degli Evanescence *-* troverete anche riferimenti alla ff precedente (non che "capitolo" iniziale della saga in cui è la cara Giulia) Strange Love.

Avvertenze: OCCtudine, presenze moleste varie u.u

Detto ciò, spero che l'aggiornamento vi piaggia,
Baci Mimi : ***



4° Capitolo

Fui svegliata da una cuscinata. “Cinquanta punti?! Ma dico Anna, sei pazza!!!” sentii urlare. Mi tirai le coperte fino alla fronte. “Eddai Herm…sono solo cinquanta punti…almeno non ho incontrato la Umbridge…” rimbeccò l’altra. “Ci mancava solo quello! Te la do io la Umbridge, in testa però!” ringhiò Hermione. Buttai via le coperte e mi alzai sul letto. “La volete finire di fare casino di mattina presto?! Non abbiamo nemmeno fatto colazione e voi già vi maciullate a vicenda?!” strillai, irritata. Le due si fermarono e mi guardarono stupite. “Scusa Giulia…” mormorarono all’unisono. “E ora, che succede?” chiesi, togliendomi la camicia da notte e buttandola sul letto, per poi prendere l’uniforme e filare in bagno. “Anna ha bruciato cinquanta punti…” sospirò Herm. “Bruciato? Anna! Tel’ho detto mille volte di non alzare troppo la fiamma dei calderoni! Lo sapevo che prima o poi avresti mandato a fuoco qualcosa!” la rimproverai. La ragazza rise, mentre Hermione le tirò una violenta cuscinata, che la fece cadere a terra. “Vuoi rissa Granger?! Eh?” esclamò Anna, tirandosi su e minacciandola con un peluche. Io le fulminai con lo sguardo. “Si è fatta beccare dalla McGranitt mentre gironzolava per i corridoi…” finì di raccontare esasperata Hermione. “Che ci facevi in giro per i corridoi da sola?” le chiesi, tornando nella stanza. “Speravo di incontrare Draco…” si giustificò lei. Io sorrisi. “Piuttosto, come è andata la festa ieri sera?” chiese ancora Hermione. “Be…bene…” risposi, ripensando al ballo con Piton. Anna iniziò a darmi gomitate nel fianco. “Perché qui c’è il suo mantello? Eh?” chiese ancora, indicandolo, steso vicino al mio cuscino. Io arrossii. “Tel’ha dato lui? Vi siete baciati? Ti ha portata in camera? A quando il matrimonio?” chiese ancora a ripetizione la ragazza. Diventai di un colore variante tra il rosso vivo e il porpora. “Anna! Ma che domane fai?! È ovvio che non si sono baciati! Piton è un professore!” rimbeccò Hermione. “Tra rose e fior vedo arrivar, Giulia e Severus si voglion sposar!” iniziò a canticchiare Anna. Io le tirai un cuscino, ma lei si spostò e colpii in viso Hermione. “Ops… sbagliato mira…” mi scusai, trattenendomi dal ridere. Per risposta la ragazza mi tirò a sua volta un cuscino, che mi colpì. Anna scoppiò a ridere, così io ed Herm ci guardammo, e la bombardammo con tutti i cuscini rimasti. Le piume volavano leggere in aria, atterrando sul pavimento. “Ok ragazze, tregua!” cercava di contrattare lei. Io ed Herm non la mollammo finché la porta non si spalancò. “Ehm…ehm…” sentimmo tossire. Hermione rimase con il cuscino a mezz’aria. Il mio mi cadde di mano. Anna non osò muoversi anche se sommersa dalle piume. Sentimmo delle risate e ci girammo. Ginny e Mary Kate si stavano tenendo la pancia dal ridere. “Vel’abbiamo fatta! Vedeste le vostre facce!” esclamò la prima, tra le risa. “Ma sono scherzi da fare?!” disse Hermione, ricominciando a respirare regolarmente. Le due ridevano ancora, quando Anna andò a prendere per l’uniforme la sorella e la buttò tra le piume. Questa aveva preso Ginny per un braccio, trascinandola con se. “Non invidio gli elfi domestici che puliranno questo casino…” scherzò Mary Kate. Hermione la guardò indignata. “Che fate in giro a quest’ora? Perché non siete già in Sala Grande ad abbuffarvi?” chiese Anna, cercando di rimettere in sesto un cuscino. “Volevamo chiedervi se oggi venivate in marina con noi…” sorrise Ginny. Anna sbuffò. “Vorrei sapere come fai!!! Salti le lezioni e hai tutto O!” si lamentò. “Fortuna sorella, fortuna…ed impegno costante…” esordì Mary Kate. “Cioè, oltre che essere un bravo pomiciatore, Zabini ha anche dei voti alti…” tradusse Ginny. Anna tirò un pugno in testa alla sorellina. “Non è colpa mia se Draco non sa far nulla! O almeno dal punto di vista scolastico…quello privato, non so…” sorrise maligna quest’ultima. “E sarà meglio che tu non lo sappia!” rimbeccò Anna. Hermione scosse la testa. “In quanto a prefetto non posso permettervi di saltare le lezioni…” iniziò a dire, con le mani sui fianchi a mo di mamma Weasley. Ginny e l’amica la guardarono scettiche. “Ma almeno noi possiamo, vero Herm?” le chiese supplicante Anna. La ragazza scosse la testa. “Non abbiamo nemmeno Pozioni…chi ha voglia di fare due ore con il confettone gigante?” dissi, sbadigliando. “Poi con questo sole!” continuò Anna. Hermione indicò la finestra, che rivelava una giornata nuvolosa. “Ma non si può nemmeno…uffi! Ecco!” disse arrabbiata l’altra. Io, Ginny e Mary Kate scoppiammo a ridere. “Andiamo…altrimenti la colazione finisce…è il pasto più importante per la giornata!” dettò Hermione, trascinandoci fuori dalla stanza. “Il pasto più importante per la ciccia…con tutti i dolci che ci forniscono!” scherzò Ginny. Stavolta Herm sorrise. Arrivammo al tavolo e presi una brioche. Iniziai a intingerla nel cappuccino quando mi girai verso il tavolo insegnanti. Piton stava evitando accuratamente di farsi coinvolgere in qualche discorso dalla Umbridge, che lo aveva lasciato in pace per rivolgersi alla McGranitt. La bocca di Severus sillabava delle parole, mentre il suo sguardo era fisso sul piatto davanti a se. Poi alzò la testa. “Giulia! Che stai facendo?! Quello è il mio succo di zucca!” si lamentò Ron. Mi girai e mi accorsi di aver affogato la mia povera brioche nel suo succo. La misi in parte e presi una ciambella alla glassa e cioccolato. Tornai a girarmi verso il tavolo insegnanti. Piton stava guardando verso noi studenti. Percorreva ogni centimetro nella sala con occhi vigile. In effetti mancava un po’ la figura alta e snella di Silente che sorrideva a chi si girava vero di lui. Considerando che al suo posto c’era la Umbridge poi, che sembrava un rospo in tailleur rosa! Ingoiai il pezzo di ciambella che continuavo a masticare, poi mi girai verso il tavolo di Serpeverde. Draco salutava Anna da lontano, e questa lo ricambiava. Io mi rigirai verso Piton e, appena fui sicura che il suo sguardo fosse puntato verso di me, lo salutai facendo un cenno della mano, poi sorrisi. Lui alzò un angolo della bocca, che poteva anche passare come un tic facciale. Rimasi beata a guardare il mio bel professore, fino a quando una voce mi distrasse. “Salve belle fanciulle!” esclamò Keith, uno di Corvonero che ci provava con Anna dall’inizio dell’anno. “Anderson smamma…” lo liquidò la ragazza. “Ma…Anna…non sai nemmeno quello che ti voglio chiedere!” rimbeccò lui. Lei lo guardò con superiorità. “Ti va se stasera…” iniziò a dire. Anna lo zittì. “Non ti dicono nulla le parole “già impegnata”?” sbottò ancora lei. “Lo so…ma sai…io sono più grande di quel pivellino…” iniziò a dire lui, mettendole una mano sulla spalla. Si sentì uno scrocchiare di dita dietro di lui. “Togli quelle mani dalla mia ragazza Anderson…altrimenti te le stacco…e non solo quelle…” ringhiò Draco. Anna sorrise soddisfatta. “Per favore ragazzi, almeno una mattina, potremmo fare colazione come persone civili?” sospirò esasperata Hermione. “Io tifo Draco…” disse Ginny. “Scommesse!!” iniziò ad urlare Fred. “Finitela ora!” urlò ancora la ragazza prefetto, sbattendo un pugno sul tavolo. “E tu, tornatene al tuo tavolo!” ordinò poi a Draco. Questo fece spallucce, diede un bacio ad Anna, e se ne andò. “Pivello…” lo insultò Keith. Hermione lo fulminò con lo sguardo. “Quello che ho detto a Draco, vale anche per te!” rimbeccò. Keith non l’ascoltò e ricominciò a civettare con Anna, che lo minacciava con un cannolo alla crema. “Keith ti muovi?! Devi passarmi gli appunti di Storia della Magia, che altrimenti Ruf mi fucila stavolta!” sentii dire. Mi venne un brivido di terrore su tutta la schiena, e d’istinto abbassai lo sguardo. “Arrivo Josh…solo un attimo…” rispose l’amico. “Santo cielo…” sospirò stufa Hermione. Anna intanto aveva iniziato ad insultare a gesti il pretendente. “Ciao Giulia…” mi disse Josh. Io alzai lo sguardo. Il brivido tornò a farsi sentire e chiusi gli occhi. Mi apparvero nella mente i ricordi piuttosto nitidi dell’anno prima. Il muro. I banchi. L’incantesimo d’immobilità. La sua mano che mi accarezzava la guancia e lui che mormorava “sarà il nostro piccolo segreto”. “Giulia…stai bene?” mi chiese Hermione. Io non risposi subito. “Giulia?” mi chiamò ancora. Io alzai piano lo sguardo. Vidi Anna cacciare via a calci sia Keith che Josh. “Quell’Anderson…un giorno di questi lo uccido…” ringhiò. Io mi allentai il cravattino. “Hey Giulia…che cos’hai?” mi chiese anche lei. Io scossi la testa. “Ho solo…un po’ di mal di testa…sarà che non ho dormito molto…” inventai. Le due si guardarono preoccupate, poi Anna si girò verso il tavolo dei Corvonero. Rimasi a fissare la mia tazza di cappuccino per qualche minuto. Cosa mi era successo? Credevo di essermi liberata di quel brutto ricordo. Josh era stato sospeso fino alla fine dell’anno. Non lo vedevo mai in giro e tanto meno non ci parlavo. Poi arrivava al tavolo e mi salutava. E io diventavo paranoica e terrorizzata. Non era da me! Finii di bere il cappuccino e, senza accorgermene, feci cadere la mia borsa. Mi chinai a raccogliere libri e penne. Subito i dolci sparirono dal tavolo e la Umbridge battè le mani. Qualche ritardatario riuscì a rubare una brioche di sfuggita. La campanella suonò e Gazza iniziò a muoversi con la sua solita andatura inquietante per i tavoli. Mi alzai, seguita da Anna ed Hermione, ed iniziammo a dirigerci verso l’aula di Incantesimi. Stavo camminando quando mi sentii tirare per la manica della camicia. Mi girai e il brivido mi ripercorse la schiena. “Hey senti…prima, quando il prefetto ci ha mandati via…” iniziò a dire ancora. Io mi liberai dalla presa ed arretrai. “Aspetta Giulia…senti…” ricominciò Josh. Hermione ed Anna erano andate avanti, senza notare che ero rimasta indietro. Feci un passo indietro. “Senti…mi manchi ok?” disse d’improvviso lui, prendendomi la mano. La testa aveva iniziato a farmi male e quelle immagini mi scorrevano davanti come un film. Iniziai a respirare male. Allentai il cravattino. Non riuscivo a dire una parola. Volevo andare via. Volevo che mi lasciasse in pace. Una terza mano sciolse la mano di Josh dalla mia. “Credo che la signorina Wyspet ora debba andare a lezione…” suggerì Piton, con sguardo fisso sul ragazzo. “Si…ehm…senti…parliamo un’altra volta allora…” disse lui, poi corse dai suoi amici. Piton mi guardò. “Gra…grazie…” lo ringraziai. Avrei tanto voluto abbracciarlo. “Sarebbe meglio se non si fermasse a parlare con certi individui…” osservò Severus, guardando il ragazzo andare via. “Io…non so…non riesco a muovermi quando…” iniziai a spiegare. “Mi dia retta, cerchi di rivolgergli la parola il meno possibile…” commentò Piton. Anna ed Hermione arrivarono trafelate da noi. “Eccoti finalmente! Ci siamo girate, e non c’eri più!” disse preoccupata quest’ultima. “Vi consiglio di tenere d’occhio la vostra amica…” suggerì Piton, facendo un cenno verso il gruppetto di Corvonero vicino. Anna ed Hermione si guardarono interrogative, mentre Piton si congedò subito. “Cosa voleva dire Piton?” chiese Anna. Io iniziai a camminare. Scossi la testa. “Nulla…nulla…ora andiamo che siamo già in ritardo…” le liquidai, a passo svelto. Le due non dissero nulla e mi raggiunsero. Non ero tipo da mentire alle mie amiche, ma quella faccenda con Josh non mi piaceva, e se ne avessi parlato con loro si sarebbe scatenato un putiferio. Decisi di ignorare quel piccolo episodio ed offuscarlo con la festa della sera prima. Nell’ora di Difesa riuscii perfino a sorridere alla Umbridge. Intanto Hermione e Anna continuavano a guardarmi. A pranzo ci fu quasi una rissa tra Draco e Keith, poi delle lezioni leggere. Io ed Anna frequentavamo gli stessi corsi aggiuntivi, la metà di quelli a cui prendeva parte Hermione. Poi, finiti i corsi, la mia compagna filava dal suo amore, mentre io rimanevo in dormitorio a leggere o ascoltare musica. Oppure studiavo in biblioteca. Quel giorno ero particolarmente annoiata. Fuori le nuvole predicevano pioggia, ed io non volevo starmene tappata in dormitorio, né andare in biblioteca. Avevo un brivido negativo che mi scorreva giù dalla schiena ogni volta che pensavo di girare per i corridoi da sola. Non vedevo l’ora che arrivasse il dopo cena, così da poter sgattaiolare da Piton. Vicino a lui mi sentivo sicura. Protetta, da quella brutta sensazione che era arrivata a tormentarmi. E tutto per colpa di quel maledetto Corvonero. Perché Josh non mi lasciava in pace? Prima delle vacanze di Natale non si era mai fatto vivo e io ero felice e contenta vicino al mio Severus. Ma ora. Anche solo girare per i corridoi mi metteva timore. Odiavo essere paranoica. Odiavo dover avere paura di qualcuno. Soprattutto se maschio. Non li ho mai sopportati i prepotenti. Nonostante molti ragazzi avessero attaccato briga con me ed Anna, alla fine in quegli anni cel’eravamo sempre cavata. Ma se lei non era con me. Cosa potevo fare? L’anno prima avevo rischiato grosso. Se non fosse intervenuto Piton. Andai in dormitorio a poggiare la borsa. Come mi aspettavo era vuoto. Sbuffai e arraffai l’mp3, poi mi precipitai fuori. Decisi che sarei andata ad aspettare Hermione fuori dall’aula di Antiche Rune. Camminavo a passo svelto con i nervi pronti a saltare. “Giulia!” sentii chiamarmi. Deglutii pregando che non fosse chi pensavo. “Giulia hey fermati!” mi richiamò. Io non mi fermai ne rallentai. Sentii dei passi veloci, poi una figura mi si parò davanti. “Eppure non hai le cuffie…non mi hai sentito?” chiese affannato Josh. Io lo guardai con sguardo truce. “Devo parlarti…” disse, quando ebbe ripreso fiato. Io scossi la testa e feci un passo per sorpassarlo, ma lui mi prese ancora la mano. Sentivo la testa che pian piano cominciava a darmi segnali d’allarme. “Oggi Piton ci ha interrotti…però…senti…lo so che l’anno scorso non lo abbiamo concluso molto bene…” iniziò a spiegare. Io lo fulminai con lo sguardo. “Non guardarmi così Giuly…per favore…” mi supplicò. Giuly. Ecco il flash che tornava. “Ssst Giuly…io e te staremo assieme per sempre…”. Mi liberai dalla sua mano. “Ero un ragazzino con gli ormoni in casino…e mi piacevi…poi d’un tratto mi hai mollato…” continuò, cercando di sembrare dalla parte del giusto. Io strinsi i pugni. “Hai tentato di…di…cavolo, non riesco nemmeno a dirlo!” gli urlai contro. Josh sospirò e si avvicinò. Io arretrai. Lui mi prese per le spalle e mi abbracciò. La testa mi stava per scoppiare. Lo allontanai, iniziando a riempirlo di pugni nello stomaco. Josh rise. “Non ti dimenticare che ho un anno più di te Giuly…non mi fai nulla…” osservò, fermandomi i pugni e prendendomi i polsi per farmi stare ferma. Cercai di liberarmi. “La…lasciami…” gli ordinai, cercando di essere convincente. Lui mi fissò negli occhi. Mi vidi riflessa in quegli occhi scuri, che rivelavano tutto di quel ragazzo. Ecco un lampo nella mia testa. Il ghigno soddisfatto dipinto sul suo volto, mentre mi tastava il sedere un anno prima. La sua lingua sul mio collo. “No Giuly…non aver paura…” disse piano, avvicinando il suo viso al mio. Ero immobilizzata dalla paura. Fu un attimo e Josh unì le sue labbra alle mie. I miei occhi si riempirono di lacrime. Quando lui si staccò mi sorrise. Gli assestai un calcio e mi liberai, poi corsi via tra le lacrime. “Giulia! Aspetta!” lo sentii chiamare. Io corsi a più non posso. Percorsi corridoi su corridoi, scale, luci traballanti ed uscii. Quando arrivai vicino alla riva del lago, a pochi metri dall’albero che aveva fatto incontrare me e Piton, iniziò a piovere. Mi voltai e vidi il castello in lontananza. Corsi verso l’albero e mi ci riparai. E piansi. Piansi perché mi sentivo male. La testa mi doleva da matti. E il cuore. Era quello che faceva più male. Mi sentivo sporca. Volevo che la pioggia lavasse via quei ricordi. Quel bacio che Josh mi aveva appena strappato con la forza. Eppure ero riuscita solo a tirargli un calcio. Un tuono rimbombò e io cacciai un urlo. Mi tappai le orecchie e mi rannicchiai sotto l’albero, nascondendo la faccia tra le ginocchia. Tremando per il freddo accesi l’mp3 nascondendolo sotto il pullover smanicato dell’uniforme perché non si bagnasse. Amy Lee degli Evanescence iniziò a cantare. Bring Me To Life. Alzai al massimo volume per non sentire i tuoni, ma era inutile. Alzai lo sguardo e cercai di scacciare le immagini che andavano a ripetizione nella mia testa. La misi tra le mani per evitare che mi scoppiasse.Wake me up inside (I can’t wake up). Avevo veramente paura. Non ero riuscita a fronteggiare Josh. Non ero riuscita a proteggermi da sola. Non sopportavo che qualcuno fosse superiore a me, che riuscisse a mettermi paura. Wake me up inside (save me). Pregavo che tutto finisse. Pregavo perchè quel senso di ansia e paura che mi stava addosso scivolasse via, come dello sporco dalla mia pelle. Pregavo perché arrivasse Severus. Perché mi salvasse, come aveva già fatto un anno prima. “Ti prego Severus…salvami…” sussurrai. Poi un tonfo. Pioggia. Più nulla. Wake me up inside, call my name and save me from the dark.
  
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