Prova
d’amore
(Capitolo
6)
Viaggiarono
per molte ore, seguendo il
corso del fiume, senza fermarsi mai, con il solo scopo di mettere
quanta più
distanza possibile tra loro e il palazzo reale.
Il disco di Ra, prima si era alzato nel cielo e poi era andato
scendendo sempre
più verso l’orizzonte.
I due ragazzi continuavano ad avanzare ma intorno a loro non si vedeva
anima
viva.
Ormai stava calando nuovamente il buio e Tolomeo, nonostante
continuasse a
negare ostinatamente, appariva sempre più stanco. Proseguire
in quel modo
sarebbe stato impossibile e per questo Najla, ignorando le sue
proteste, stava
già pensando a come avrebbero potuto accamparsi, quando
scorse in lontananza
una piccola luce tremolante.
Avvicinandosi si resero conto che la luce proveniva da una piccola
casetta. Chi
mai avrebbe potuto vivere in quel posto nel bel mezzo del nulla?
Bussarono alla porticina e subito aprì loro
un’anziana signora, avvolta in un
lungo vestito bianco orlato di blu. Doveva essere stata una donna molto
bella
da giovane, a giudicare dalla luminosità dei suoi occhi e da
alcune ciocche
color nero corvino che ancora si intravedevano tra i capelli ormai
quasi
completamente bianchi.
-Chi siete?- domandò loro. –Siamo due giovani
egiziani che cercano riparo per
la notte- rispose Najla, guardando verso Tolomeo con aria vagamente
preoccupata. –Entrate pure, dunque, vi ospiterò
molto volentieri- li invitò la
donna, con un grande sorriso. Lasciò che Tolomeo entrasse,
poi, dopo che lui si
fu spostato, fermò Najla, prendendola per la mano.
-Fanciulla cara, posso farti una domanda?- -Ma certo signora, mi dica
pure- -Tu
vuoi molto bene al quel ragazzino vero? Sei forse innamorata di lui?-.
Najla
arrossì. –Innamorata?
Forse…Cioè, non lo so, sono molto affezionata a
lui,
questo sì- sorrise. –Lo immaginavo.
C’è una cosa molto importante che devi
sapere allora. Vedi, purtroppo su questa casa pende un incantesimo, per
questo
vivo da sola: qualunque ragazza passi la notte qui con la persona che
ama, se
la tocca o la sfiora appena rischia di ferirla come se avesse artigli
al posto
delle dita.- -Come possiamo fare?- -Non so come aiutarti figliola.
Credimi, se
potessi lo farei, ma non conosco rimedio e purtroppo la mia casa ha una
sola
stanza…Stai molto attenta-
Detto questo se ne andò, lasciando Najla sconvolta a
rimuginare su come avrebbe
potuto comportarsi per non fare del male a Tolomeo. Non avrebbe
sopportato di
vederlo soffrire ancora, tantomeno per colpa sua.
L’anziana donna mostrò loro dove sistemarsi e
Tolomeo, stremato, si addormentò
subito sul giaciglio che avrebbe dovuto condividere con la sua giovane
compagna
di viaggio.
Fu una notte terribile per Najla: persino nel sonno il ragazzino
cercava la sua
vicinanza e lei doveva spostarsi di continuo, terrorizzata
all’idea di
sfiorarlo, finchè esausta si addormentò sul
pavimento.
Quando si risvegliò, alle prime luci dell’alba
come era sua abitudine, trovò la
signora già in piedi. Quella, vedendo il suo viso stanco, le
fece segno di
andare a sedersi con lei ad un tavolo nell’altro angolo della
stanza e poi le
disse sottovoce: -Sai, ti ammiro molto. Pur di proteggere colui che ami
hai
resistito tutta la notte alla tentazione di avvicinarti a lui, per
quanto lui
ti chiamasse e per questo meriti di sapere la verità. In
realtà non c’è nessuna
maledizione su questa casa, si tratta solo di una mia invenzione-
confessò. –Ma
perché lo avete fatto?- chiese Najla sbalordita.
–Ti chiedo di perdonarmi.
Desideravo solo mettere alla prova il tuo amore. Quando avete bussato
alla mia
porta ho visto quel sentimento nei tuoi occhi, come ti ho detto, ma
l’ho visto
anche nei suoi. Ho visto come si affidava a te completamente e ho
capito quanto
ti sia profondamente legato. Anch’io ho amato così
una volta. Ero innamorata di
un uomo, che però mi tradì per
un’altra, abbandonandomi qui da sola con il
figlio che avevo avuto da lui. Volevo solo assicurarmi che quel ragazzo
non
dovesse soffrire come ho fatto io, capire che tipo di persona fossi,
fin dove
saresti arrivata per lui. Ti prego, perdonami-
-Non preoccupatevi, capisco- disse lei. –Sei una ragazza
dolce e giudiziosa-
continuò la donna –Quel ragazzo è
fortunato ad averti con sé-.
In quel momento, Tolomeo si alzò, e vedendole sedute insieme
sorridenti chiese
loro di cosa stessero discutendo.
-Nulla, davvero nulla- risposero le due, scambiandosi uno sguardo
complice e
commosso.