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Autore: Grapes_    10/11/2012    5 recensioni
Mi fissa una spalla. Poi allunga una mano e afferra qualcosa e lo strappa con un gesto secco. Gli guardo una mano: “Avevi ancora questa.” dice sventolando l’etichetta. Deve essere della felpa, è nuova..
“15 euro -legge– sei una persona poco costosa!” mi sorride e sorrido anch’io, ma sappiamo tutti e due che quindici è il prezzo della felpa, non il mio.
Tira fuori il portafoglio dalla tasca, e ne estrae 15 euro e me li porge.
“Ma che fai?”
“Sul cartellino c’è scritto 15, questi sono quanto c’è scritto lì sopra. Quindi facciamo così, prendili.” Me li mette in mano. “Ma che significa?” “Che ti ho appena comprato” “Cosa?! E con questo?” “Molla tutto e vieni da me, mi hai accennato qualcosa sulla tua situazione familiare quindi vieni a stare da me, posso aiutarti in quanto amico.”
“Vuoi dire venire a stare da te,ma significa anche venire a stare da Luigi, Enrico, Elmo e Zayn nonsotradurreilnome Malik!”
“Sì. Pensaci!”
Niall, tu sei fuori di testa.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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1.






























 



‘Più difficile sarà il cammino e più soddisfacente sarà l’arrivo’
 
10 settembre. 
 “Emily alzati o farai tardi il primo giorno di scuola!”
La voce di mia madre, proveniente dal piano di sotto mi sveglia da un sonno agitato. Questa notte gli incubi si sono fatti spazio tra i miei pensieri, e non mi hanno lasciata sola nemmeno per un istante.
Pensando a quanto possa iniziare male una giornata, dopo una notte insonne come questa, mi alzo contro voglia e abbandono il bozzolo caldo che si era formato tra il materasso, me e il mio piumone. Una relazione a tre che non voglio che finisca mai.
Infilo i piedi nelle pantofole marroni e mi trascino verso il bagno, pensando intanto a cosa fare oggi.
Primo giorno di scuola, allora, inanzitutto doccia, mi vesto e scendo per fare colazione, torno ovviamente su per lavarmi i denti, fermata dell’autobus, autobus, scuola. Dovrei ignorare i soliti idioti che ho in classe, e tenere duro perché manca solo un anno e poi me ne vado da questa scuola. Stay strong, Emily. Sospiro e inizio a fare le cose sopra citate, come da copione.
 
“Ragazzi bentornati a scuola, quest’anno non siete più piccoli! La quinta superiore è tosta, studiate duro che c’è la maturità quest’anno, inoltre siete i più grandi dell’istituto, dovrete dare l’esempio ai nuovi arrivati! Be’, come state? Passato belle vancanze? Ma prima di questo, avete fatto i compiti, durante le vancanze? Ah, e prima che mi dimentichi, vi annuncio che da domani avrete un nuovo compagno!”  Annuncia in modo frettoloso la professoressa Valdinoci di Scienze e Matematica, dopo essere entrata in classe e essersi seduta alla cattedra, sistemando la borsa, il registro e tutte le sue cose.
La ignoro, e continuo a scarabocchiare sul mio blocco da disegno. Lo porto sempre a scuola.
Sto disegnando qualcosa che potrei trovare su un fondale marino. Bozze di pesci, coralli, scogli, stelle marine e… “Una femmina o un  massschio?” non c’è nemmeno bisogno che alzo gli occhi dal blocco, tanto so già chi è, Flavia Montalti. E sappiamo tutti, che se la risposta sarà la seconda, chi sa cosa gli farà a quel povero cristo del nuovo compagno.  Seguono le risatine dei miei compagni di classe.
“Bentornata anche a lei, Montalti. E comunque è un ragazzo. Ha la vostra stessa età e nel suo paese studiava francese e spagnolo, come voi. Ho saputo che non è qui da molto, quindi forse avrà difficoltà con la lingua, vedremo vedremo… “ chiude la frase con le solite due parole, e inizia a spiegare la lezione, che probabilmente solo i soliti due o tre ascolteranno e seguiranno.
Ma mi devo sforzare di ascoltare qualcosa anch’io, guai a deludere mamma o papà.
Faccio comunque molta fatica a seguire, nonostante abbia una buona media, perché ho sempre odiato, odio e odierò per tutta la vita Matematica. Fortunatamente al linguistico ci sono solo due alla settimana.
“Quindi chi sa come si risolve una potenza con esponente frazionario?”
Alzo la mano istintivamente, perché, io lo so, lo ha appena spiegato e l’ho capito.
“La Lloyd lo sa, ovviamente, le dia la parola Prof!”
Abbasso subito la mano. L’irritante, fastidiosa, roca e presuntuosa voce di Styles. Uno di quelli belli. Belli forte. Belli e basta. Un cervello esistente ma inutilizzato, una personalità da schifo, un’esistenza passata a giudicare, insultare e rovinare persone. Gente, questo è Harry Styles!
“Harry lo ha appena spiegato, se facevi un minimo di attenzione ci arrivavi anche tu!” tento di ribattere, appoggiando i gomiti sul banco e aprendo le mani come a spronarlo a capire il mio ragionamento, io so le risposte perché ascolto. E comunque mi da fastidio, ogni giorno quando fanno una domanda puntualmente lui  si gira per vedere se rispondo. E io non rispondo per non darli soddisfazione, così mi nego un più sul registro. Ogni volta che la prof. ci consegna una verifica corretta, lui si alza, viene verso di me, o si sporge semplicemente, per vedere il ’10’ o il ‘9’ che sono riuscita a guadagnare, studiando. Al contrario di lui, che si accontenta della media del ‘6’ senza aprire libro.  E quando vede ciò che voleva, inizia a prendermi in giro. E nei suoi discorsi, ‘secchiona’, ‘sfigata’,  non mancano mai. E anche se sto zitta fa male.
“Oh, andiamo, lo sappiamo tutti qua dentro che qui sei l’unica sfigata che ascolta questa noiosissima lezione!”
Abbasso lo sguardo e riporto le braccia sotto al banco. Mi sistemo una ciocca dietro l’orecchio. Harry, hai vinto. Non so più che dire, contento?
“Harry smettila, non iniziamo un altro anno in questo modo! lascia in pace Emily e presta invece attenzione, queste cose ti serviranno all’esame!”  dice la professoressa rivolta al ragazzo, che si gira incrociando le braccia al petto, e scivolando sotto la sedia , ma continuando a guardare con la testa girata, dalla sua prima fila laterale, me che sono al centro della seconda.
“E tu, Emily, sai la risposta?” mi domanda poi più dolcemente.
Si, prof, la risposta la so, ma cacci fuori Harry che ne ho abbastanza di lui.
Alzo lo sguardo verso di lui. Mi fissa sorridendo beffardo.
Ma non gliela darò vinta.
“No, prof.”
Annuisce e va avanti con la lezione, Harry sorride e si rigira.
Stronzo.
 
Suona la campanella che divide le prime due ore dalle altre tre della giornata, così gli studenti hanno una breve pausa di 10 minuti. Finisco di scrivere i compiti e mi appunto sul diario di portarmi avanti con i compiti scritti dei prossimi giorni perché domani sera c’è Justin Bieber su MTV e io non posso perdermelo.
“Non dimenticare nemmeno un dettaglio, eh” alzo lo sguardo. Harry appostato davanti al mio banco a sorridere sghembo. Lo fulmino con lo sguardo cercando di essere il più crudele possibile ma provoco solo una sua risatina, poi, seguito da Zayn che ridacchia, va a parlare con Flavia e altre ragazze facili della classe.
Finito col diario prendo dal mio zaino blu il piccolo panino che avevo fatto stamattina avendo dieci minuti in più, e inizio a scartarlo e mangiarlo.
“Oh, ragazzi, guardate la secchiona che si rimpinza. Studiare fa faticare, hai bisogno di energie, vero Lloyd? Attenta però a non ingrassare troppo: sei già un passo avanti così come sei” e indovinate chi è.
Il gruppetto di Harry, lui compreso scoppiano a ridere e io sto per sputarli in faccia.
Senza dire niente vado verso il bidone, butto il resto del mio panino e corro in bagno uscendo dall’aula.
Mi chiudo dentro una cabina e faccio sforzo per far ritornare fuori quel fottuto panino, che mi ha fatto venire presa in giro, nel modo più semplice e veloce: da dove è entrato.
Finito tutto mi tiro su e con le lacrime agli occhi, respiro profondamente e vado a sciacquarmi ai lavandini.
 
Sbatto la porta di casa e cammino a passi pesanti verso le scale con lo zaino a penzoloni.
“Passato una bella giornata?” sento mia madre dire dalla cucina.
“Troppo.” Mugugno. Ormai sono sulle scale.
“Qualche voto da dirmi?”
Mi appunto mentalmente di mandarla a fanculo e sbatto la porta della mia stanza chiudendomi dentro.
Mi butto sul letto e inizio a fare silenzio, e a contare i battiti del mio cuore.
Uno. Due. Tre. Quattro. Cinque. Sei. Il mio ritmo è regolare ma veloce. Come se stesse per piangere.
… nove. Dieci. Undici. Interrompe il mio conteggio lo stomaco che brontola. Ho fame.
“Si può?” dice mia mamma aprendo la porta e nonostante io non le abbia detto ‘sì puoi entrare’ lei lo fa lo stesso e si siede persino sul mio letto. Mi siedo anch’io vicino a lei.
“Non vieni per pranzo?” mi domanda e rimango un po’ stupita, credevo mi chiedesse che è successo.
Scuoto la testa.
“Un brutto voto? Dimmi che non è meno di sette, perché lo sai quanti sacrifici io e tuo padre facciamo per la tua istruzione, non puoi deluderci con un misero sette e poi… “ o no eccola che attacca con la solita predica.
“No mamma, oggi a inglese ho persino preso un bel voto..” sospiro.
“Tipo?” domanda eccitata.
“Tra il nove e il dieci” rispondo senza entusiasmo.
“Ah” dice anche lei senza troppa euforia “Be’ la prossima volta fai di meglio, giusto?” cerca di spronarmi. Ma a me piace il mio nove/dieci, è stato il più alto della classe. Nonostanteciò, non è abbastanza per lei.
Sospiro. “Giusto”
“Brava la mia bambina!” mi accarezza la testa.
Fa per alzarsi e andarsene, ma la fermo io. Forse dovrei parlarle di Harry. Non ho un’amica, forse mia mamma può capirmi. Ha già avuto la mia età.
“Mamma…” si volta. “ci sarebbe un ragazzo…” torna a sedersi.
“Un ragazzo che ti piace?”
“Veramente no, un ragazzo che mi prende in giro.” Dico schietta.
Distoglie lo sguardo come annoiata.
“Che devo fare mamma?” le domando.
“Lo fa perché gli piaci”
Certo, mamma.
“Non credo..” no mamma, non credo che quello che mi dica Harry sia perché gli piaccio. Non la prendo nemmeno in considerazione, lui va a troie e lo sa che da me non ottiene niente.
Si alza e mi fissa, “Ho avuto anche io la tua età, se ti prende in giro è solo per attirare l’attenzione perché li piaci, ok? Non pensarci, pensa a studiare e prendere bei voti”  No, nessuno sta avendo diciotto anni come li sto avendo io. Sospiro, “Grazie mamma” dico flebilmente.
Lei sorride e se ne va soddisfatta chiudendosi la porta alle spalle.
Sento dei passi appena fuori la mia stanza, è papà.
“Allora, che è successo?” sento mio padre domandarle, in corridoio.
“Ma niente, ha preso tra il nove e il dieci.” Gli risponde.
“Poteva impegnarsi di più, lo sa quanto costa ciò che facciamo per lei? E ci ripaga così?”
“Glielo ho detto!”
 
11 settembre.
Entra in classe la prof di Italiano, ma nessuno le dà importanza , tutti continuano a parlare, scherzare e comportarsi come se nessuno fosse entrato. Tutti tranne me, che non ho nemmeno un’amica, nessuno che mi capisce o mi apprezza, e sono seduta al mio banco ad aspettare. Ad aspettare che la prof entri, passi la sua ora, poi la prossima, la prossima ancora e così via e tornare a casa. Che poi, siamo sicuri che a casa sia tanto meglio che a scuola?
“Allora ragazzi, come vi ha detto la Professoressa Valdinoci ieri, oggi deve inserirsi un nuovo compagno. Lo faccio entrare…” solo adesso mi ricordo del nuovo compagno. Ieri hanno detto che non è italiano.
Per qualche secondi mi fermo a pensarci. Non abbiamo mai avuto molte entrate negli anni passati. Giusto alcune, come l’anno scorso quelle due gemelle, e quello prima ancora, quel ragazzino Siciliano.
Però questo non è italiano.
Mi fa un po’ pena come Flavia stia esplodendo nei jeans dietro di me, eccitata al massimo all’idea di un nuovo giocattolino in classe. Non lo hai mai visto, la sua eccitazione è inutile, potrebbe essere basso, magrolino, con la pelle scura i denti storti e il qi un po’ basso. Sarà il solito tunisino, albanese o rumeno.  Quindi non perdo nemmeno tempo a fantasticare su di lui, anche perché si rivelerà uno come tutti gli altri, all’interno. Superficiale, testardo, stronzo. E ne ho abbastanza di star male per un maschio.
A sentire le parole dell prof, tutti si zittiscono improvvisamente, e ognuno si ferma, immobile come una statua.
Poi lentamente una figura sfila dalla porta ed entra in classe. Un ragazzo.
Menomale che doveva essere basso, magro e con i denti storti….
 


Ciao ragazze :)
Eccomi, questo è il capitolo 1 di una nuova, fan fiction, questa volta su Niall.
Ho da un po’ quest’idea e quindi ho deciso di scrivere subito qualcosa, anche se ho ‘I am a fighter’ in progresso. Spero solo che non succeda come con Exception… no dai hahaha
Se me la cagate continuo, se no, no.
È solo l’inizio, come potete vedere, un po’ triste per alcuni versi, la situazione familiare di Emily – ammazza oh sti genitori che pesantezza – e quella a scuola – Harry, vaffanculo .
Ma le cose potrebbero, cambiare? Con l’arrivo di un nuovo compagno? - chi è secondo voi?
La storia è ambientata in ITALIA. Più precisamente a Cesena, città romagnola ma voi potete pensarla come volete, comunque dovete ricordarvi che la città, i nomi, i personaggi e tutte le cose, sono italiane. Solo i one direction fanno eccezione, loro sono made in UK, UK, UK, UK e IRELAND.
Le cose vi saranno mooolto più chiare nel prossimo capitolo! Che arriverà solo con un po’ di recensioni e di commenti, perché ripeto, se non vi piace, non la continuo, sarebbe inutile. Quindi lasciatemi il vostro parere!
Fatemi sapere!
Se vi va passate anche qui,dall'altra mia long in corso: si chiama I am a fighter. potrebbe piacervi!
 
Ciao, belle :)

ps. Zayn è gasatissimo hahha :')


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