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Autore: Me91    28/05/2007    2 recensioni
Ciao!!! Raccolta di one-shot sulla piccola coppia Goten&Trunks. Cosa accadrà in un pomeriggio passato insieme? Siete pronti a vivere avventure appassionanti e comiche insieme a queste due pesti? Scopritelo leggendo!
Genere: Generale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per un vaccino

“Goten! Svegliati tesoro, se no ci si fa tardi!”
Goten rispose al dolce richiamo della madre con un verso assonnato e si rigirò nel letto.

“Trunks, è ora di alzarsi!” chiamò invece Bulma suo figlio, uscendo dal laboratorio della Capsule Corporation.
“Ancora no...” mormorò Trunks affondando la testa sotto il cuscino.

“Goten, coraggio!” riprovò Chichi dalla cucina dove stava preparando la colazione “Sai che giorno è oggi, vero?”

“Piccolo forza, non vorrai tardare spero!” insistette Bulma iniziando a salire le scale, diretta al primo piano “Trunks, insomma! Oggi è il giorno...”

“Del VACCINO!!!” urlarono contemporaneamente Goten e Trunks, ognuno nella propria casa, saltando di scatto seduti sul letto.

Il telefono squillò a casa Son pochi secondi dopo. Chichi, intenta a sfornare i biscotti, chiamò:
“Gohan! Puoi rispondere tu? E puoi fare alzare tuo fratello?”
“Eccomi mamma!” rispose prontamente Gohan scendendo le scale e alzando la cornetta:
“Pronto? Oh, ciao Trunks! Come? Goten? Oh si, si, te lo passo!” con il telefono in mano Gohan si diresse alla camera di Goten e vi entrò.
“Goten è Trun... che stai facendo?!” si interruppe Gohan vedendo il fratello nascosto sotto le sue tre coperte, a formare così un gomitolo umano. Gohan si avvicinò al letto e cercò di scansare quella montagna di coperte e cinque cuscini, ma Goten lottò con tutto se stesso per non farsi strappare di dosso la sua protezione.
“Fratellone, lasciami!”
“Goten calmati! C’è Trunks al telefono!”
“Trunks?! Passamelo! Subito!” Gohan obbedì e, preoccupato per il comportamento del fratello, decise di andarsene subito ad avvertire sua madre.
Goten, sotto la sua muraglia di cuscini e coperte, si accostò il telefono all’orecchio:
“Pronto, Trunks?”
“Si Goten, sono io!” rispose trafelato Trunks.
“Oh Trunks! Sai che giorno è oggi?”
“E come non saperlo!” fece ironico Trunks.
“Si! Questo è tutto un complotto, Trunks!”
“Hai ragione! Un complotto contro di noi!” Trunks aveva il fiato corto e parlava agitato. Goten se ne accorse e gli chiese:
“Che cosa succede?”
“A chi? A me? Oh beh...” disse Trunks sempre appiattito di schiena con forza contro la porta della sua camera per cercare di non fare entrare Bulma che spingeva con tutte le sue forze e gridava al figlio di aprire.
“Beh, diciamo che...” continuò Trunks ancora bloccando la porta “Diciamo che è sorto un problemino...!”
“Un problemino?!” esclamò Goten udendo i passi di Chichi che saliva le scale “Qui si tratta di più che di un semplice piccolo problema!”
“Goten, io ho un piano e...” Trunks si interruppe udendo sua madre sbraitare:
“Trunks! Se non mi apri subito questa porta... se non mi lasci entrare... giuro che chiamo tuo padre!”
“Oh accidenti...” mormorò Trunks sudando sudore freddo.
“Trunks! Questo è l’ultimo avvertimento!” Bulma stava davvero perdendo la pazienza.
“Goten!” chiamò Trunks al telefono.
“Si, si! Ti ascolto!”
“Vediamoci in quel punto del bosco vicino casa tua... capito, no? Il nostro posto segreto dove andiamo sempre a giocare!”
“Si, chiaro!”
“Ci vediamo tra mezz’ora!” poi Trunks spense il telefono e si allontanò dalla porta. Aprì la finestra e si infilò solo gli stivaletti; infatti la sera prima, sfinito, era andato a letto vestito. Dopo di che si arrampicò sulla finestra e inspirò profondamente.
“Trunks, ti avverto! Ora provo ad entrare!” disse Bulma appoggiando la mano sulla maniglia. Trunks si girò verso la porta e disse:
“Va bene mamma. Apri pure.” poi volò fuori, diretto al laboratorio di sua madre. Bulma, sorridente, aprì la porta dicendo:
“Bravo Trunks. Vedo che ci siamo intesi.” ma la stanza era vuota. Lo sguardo di Bulma raggiunse subito la finestra aperta e lei ebbe un tuffo al cuore.
“Trunks!” esclamò portandosi una mano alla bocca. Il suo bambino era scappato di casa. Per un vaccino.

“Goten? Qualcosa non va piccolo?” chiese Chichi aprendo la porta. Nella penombra della stanza Chichi riuscì a distinguere una specie di bunker di cuscini e coperte sopra il letto del sayan. Le venne quasi da ridere, ma si trattenne. Gohan la raggiunse alle spalle, mentre lei si avvicinava al letto dicendo:
“Coraggio Goten, vieni fuori!” iniziò a scansare le coperte, a gettare a terra i cuscini... ma dov’era Goten?
“Goten? Goten! Dove sei?!” strillò Chichi guardando anche sotto il letto.
“E’ sparito?” si stupì Gohan e si diresse all’armadio. Lo aprì e vi affondò la testa esclamando:
“Ma era qui fino a poco fa!”
Intanto Goten, da dietro la porta della camera e dopo aver azzerato la sua aura, sgattaiolò in punta di piedi fuori dalla stanza, mentre sua madre ancora guardava sotto il letto e Gohan rovistava nell’armadio. Goten scese di corsa le scale facendo il meno rumore possibile e uscì di casa. Prima era riuscito a vestirsi in pochi secondi prima che entrasse sua madre... per fortuna! Fuori faceva proprio freddo. In fondo erano a Novembre e la loro casa si trovava nei pressi dei Monti Paoz!
Goten quindi corse al luogo prefissato e si sedette a terra, tra gli alberi, ad aspettare Trunks che non si fece attendere molto.
“Trunks! Sei arrivato!” esclamò Goten saltando in piedi. Trunks atterrò senza fiato e appoggiò le mani sui ginocchi, ansimando. Goten gli si avvicinò.
“Trunks, allora? Qual è il piano?”
“Do... dobbiamo usare... questo!” ansimò Trunks e mostrò all’amico una capsula della Capsule Corporation.
“E... sarebbe?” chiese Goten confuso.
“La nostra salvezza.” rispose l’amico e aprì la capsula. Ne uscì fuori uno strano aggeggio... a Goten sembrò solamente un cubo di latta non molto grande, con una porticina.
“Dobbiamo entrarci.” spiegò Trunks.
“Entrare in quel cubo?”
“Non è un cubo, Goten! E’ un passatempo.”
“Un passa... che?
“Un passatempo.” insistette pazientemente Trunks “Entriamo lì dentro e impostiamo quanto tempo vogliamo che passi, poi il tempo passa subito e noi usciamo.”
Goten fece una faccia stupita.
“Wow!” esclamò sorpreso.
“Già, un piccolo gioiellino di mia madre... uno dei tanti.” Trunks godeva tutte le volte a mostrarsi superiore in qualche cosa all’amico. Goten annuì e, guardando lo strano cubo, innocentemente pronunciò:
“Ah... però ancora non ho capito cosa sia questo cubo...”
“Non è un cubo!” si alterò Trunks, diventando viola in faccia “Possibile che tu non abbia capito ancora?” Goten lo guardò con la sua solita espressione ingenua e Trunks, esasperato, si passò una mano sul volto cercando di calmarsi.
“E va bene.” si arrese Trunks “Te lo spiegherò meglio. Insomma, questo è un passatempo. Noi entriamo lì dentro e digitiamo sul monitor di voler saltare... che ne so? Due ore? No... facciamo cinque! Bene, impostiamo di voler saltare cinque ore e premiamo il tasto di accensione. In questo modo la macchina si mette in funzione e queste cinque ore per noi passano in un secondo. Mi sono spiegato? Quando le cinque ore sono passate usciamo e così avremo saltato definitivamente il vaccino! Perciò dovremo farlo l’anno prossimo... ma per quella data ci inventeremo qualcosa! Che ne pensi?”
“Ora ho capito!” esclamò felice Goten “E mi sembra eccezionale!”
“Lo so.” commentò fieramente Trunks “Ci ho pensato io.”
Trunks si avvicinò allo strano cubo e aprì la porta. Dentro, poté constatare Goten, c’era appena posto per tutti e due.
“Beh, mia madre lo ha progettato per una sola persona... ma noi dovremo comunque entrarci.” spiegò Trunks ed entrò. Goten lo seguì. La porta si richiuse automaticamente.
“Vedi Goten? E’ semplice.” Trunks indicò il pannello di fianco a lui. C’era una tastiera con dei numeri; di lato quattro grossi bottoni rossi con scritto in uno Ore, in un altro Giorni, poi Mesi e l’ultimo Anni; infine, a destra, un pulsante tondo e verde con scritto Via!.
“Ora scriverò le ore da passare...” continuò Trunks e premette sulla tastiera il numero 5 che comparve grosso sul monitor sopra la tastiera.
“Aspetta! Voglio vedere!” esclamò Goten, scansando via l’amico e portandosi vicino la tastiera.
“Goten! Non ci entro!” si lamentò Trunks venendo schiacciato contro la parete del passatempo.
“Neanche io ci entro!” ribatté Goten, ma Trunks lo spinse indietro contro la tastiera per farsi posto. Per sbaglio Goten appoggiò la mano sullo 0 che venne così digitato per ben due volte.
“Goten! Sto soffocando!” si lamentò Trunks cercando di drizzarsi. Per reggersi appoggiò il braccio sul tasto rosso Anni, poi finalmente riuscì a mettersi bene in piedi, rimanendo però appiccicato a Goten che disse:
“Speriamo che queste cinque ore passino subito!”
“Si, non ti preoccupare. Ora fammi subito controllare cosa bisogna ancora digitare...”
“Perché, Trunks? Non basta premere questo pulsante?” Goten allungò la mano verso il pulsante Via!, mentre Trunks, finalmente, riusciva a leggere ciò che c’era scritto sul monitor...
“No Goten! Non lo fare!” gridò Trunks... troppo tardi. Goten aveva premuto il pulsante. Si udì un forte rombo e il cubo di latta iniziò a tremare sballottando i due amici contro di loro e le pareti del macchinario. Dopo però circa 10 secondi il passatempo tornò immobile e una voce dolce annunciò:
500 Anni trascorsi. Si prega di scendere.
Eppure Trunks rimase immobile, pietrificato. Goten, invece, si voltò verso la porta e premette il bottone per aprirla. La porta si aprì subito e lui disse tutto felice:
“Finalmente sono passate quelle ore! Possiamo uscire, dai!” stava per mettere un piede fuori, ma Trunks lo afferrò dietro per la maglia e lo tirò dentro, poi richiuse la porta.
“Sei impazzito per caso?!” esclamò Trunks al culmine della disperazione “Ti rendi conto di cosa è successo?”
“Si, certo.” rispose confuso Goten, sorpreso da quella reazione dell’amico “Abbiamo saltato il vaccino.”
“Ma ti si è fuso il cervello?!” strillò Trunks e indicò il monitor “Siamo 500 Anni avanti! Abbiamo saltato 500 vaccini!”
Goten sorrise.
“Beh, meglio così!” disse allegramente.
“Ummmm.... quanto sei cocciuto!” ora la voce di Trunks mostrava una finta calma. Doveva tranquillizzarsi. Doveva pensare a qualcosa.
“Allora...” ragionò pensoso “Siamo 500 anni avanti... cosa fare? Uhm... Ah! Ci sono! Potrei invertire il processo!”
“Scusa, ma non ti seguo...”
“Non sarebbe la prima volta...” commentò Trunks (più o meno con questa faccia:  -_-  ).
“Comunque!” continuò risoluto Trunks “All’esterno del passatempo dovrebbe trovarsi il pannello di controllo. Lì potrei impostare la leva da vai avanti con il tempo a torna indietro con il tempo! Così potremo tornare a casa!”
“Si, ora è chiaro!” approvò Goten e Trunks annuì compiaciuto.
“Bene, Goten. Ora cerchiamo di fare attenzione... non sappiamo cosa ci aspetta là fuori...”
“Giusto. Andiamo insieme.”
“Ve bene.”
Aprirono la porta e, tutti e due insieme, portarono con cautela la testa fuori. Era il primo pomeriggio. Lo si capiva perché ancora il sole era abbastanza alto in cielo e faceva anche abbastanza caldo, nonostante fossero in Novembre. La foresta, inoltre, sembrava quella di sempre... forse un po’ più selvaggia. I due inspirarono profondamente e, constatato che non ci fosse alcun pericolo, si portarono sulla porta per uscire contemporaneamente, ma...
“Siamo rimasti incastrati!” esclamarono all’unisono. Si erano infatti bloccati sulla porta, troppo stretta per passarci insieme.
“Forza, Trunks! Ce la fai ad uscire?”
“Si... forse, forse ci sono...” Trunks si spinse forte in avanti e alla fine ci riuscì. Cadde bocconi a terra e Goten gli finì sopra.
“Goten spostati!”
“Ehi, aspetta!”
Quando si furono entrambi rialzati, Trunks, senza aspettare ancora, si diresse dietro il passatempo (ora molto arrugginito e sporco)  e aprì lo sportellino del pannello di controllo. Goten, invece, si alzò in volo. Era deciso a dare un’occhiata a quel futuro. Si portò sopra le cime degli alberi molto più alti di come li aveva lasciati e si affacciò oltre le chiome... ciò che vide gli mozzò il fiato. Non c’erano più case, ne strade, ne macchine di nessun genere. Solo verde. Anche i Monti Paoz erano completamente ricoperti d’alberi e piante varie. Sembrava proprio che i terrestri si fossero estinti e che la natura avesse preso il sopravvento. Ma come era potuto accadere? Questo Goten non lo avrebbe mai scoperto. Trunks lo chiamò:
“Goten! E’ tutto a posto! Andiamo, su!”
“E... eccomi...” balbettò Goten e atterrò. La porta del passatempo si aprì e Trunks entrò subito. Goten si avvicinò lentamente a quello strano cubo con mille pensieri in testa... per questo non si accorse del grosso drago, anch’esso verde, che dagli alberi gli corse incontro con le fauci aperte, per mangiarselo.
“Goten attento!” gridò Trunks e Goten si voltò alla sua sinistra e vide il drago venirgli addosso di corsa.
“Accidenti!” esclamò Goten volando subito in alto, schivando i grossi denti del drago che non si arrese e gli assestò una forte codata che lo sbatté a terra. Il drago ruggì e allungò il collo verso Goten, ma Trunks fu pronto ad intervenire e gli diede un forte calcio sul muso, facendolo così rotolare a terra, verso gli alberi.
“Goten, stai bene?” chiese Trunks aiutando l’amico a rialzarsi.
“Oh... beh... si...” Goten barcollava e gli girava la testa.
“Dai, andiamo vi... cos’è, insisti?!” Trunks si bloccò vedendo il drago ringhiare e alzarsi in volo, pronto ad attaccare di nuovo. Anche Trunks allora si alzò in volo e scattò verso il drago. Per Trunks era facile schivare gli attacchi del drago e attaccare lui stesso... beh, finché era uno. Improvvisamente, dalle chiome degli alberi, al primo drago se ne aggiunsero altri quattro che, ruggendo, si scagliarono contro Trunks.
“E questi?!” si stupì Trunks schivando una coda e parando un colpo d’artigli. Trunks decise allora di atterrare, per cercare di tornare al passatempo. Si portò vicino a Goten, che ora si era ripreso del tutto, e disse:
“Dobbiamo andare!”
“Si, sono d’accordo.” però in quel istante i cinque draghi atterrarono e si scagliarono contro i due amici che evitavano i loro artigli con capriole, salti e scatti.
“Mi avete proprio stufato!” si arrabbiò Goten e si gettò contro il drago che gli era più vicino e, con un forte pugno in un occhio, lo fece volare via.
“Fuori uno!” esclamò felice e, ruotando su se stesso, assestò un calcio ad un altro drago vicino, che finì addosso al primo fatto fuori.
“E con questo siamo a due!”
“Ehi, cos’è? Una sfida?” fece Trunks con un mezzo sorriso e si lanciò contro un drago e, con un calcio e una sfera di energia, riuscì a sbatterlo contro un albero. Poi si girò dietro e con un pugno colpì forte un altro drago al muso, che volò tra la vegetazione. Trunks e Goten si portarono vicini e si guardarono facendosi un cenno d'intesa. L’ultimo drago rimasto volò veloce verso di loro e loro si prepararono.
“Onda... E... ner... ge... ti... caaaaa!” scagliarono l’Onda contro il drago che, per il colpo, raggiunse i pressi dei Monti Paoz.
“Evviva! Evviva! Abbiamo vinto!” festeggiarono i due, ma i festeggiamenti non durarono a lungo. Ruggendo una ventina di draghi sbucò dagli alberi, con aria minacciosa. I due si immobilizzarono.
“Che... che ne dici Goten di andarcene?” farfugliò Trunks.
“Trovo che sia una buona idea...” concordò Goten e, insieme a Trunks, corse rapidissimo verso il passatempo, con i draghi inferociti alle calcagna. Trunks fu il primo a gettarsi dentro il cubo, seguito subito da Goten. La porta si richiuse e Trunks iniziò a premere sulla tastiera, mentre un drago afferrava il cubo agitandolo come un barattolo di panna montata.
“Aaaaaahhhh!!!” strillò Goten.
“Portaci a casa! Portaci a casa!” gridava Trunks al pannello. Finalmente tutto fu impostato e Trunks gridò premendo il pulsante verde:
“Via!”
Il passatempo non fu più agitato ma prese a vibrare per almeno 10 secondi, quando si fermò. I due, ansimanti, uscirono fuori e constatarono che era notte.
“Perché è notte Trunks?”
“Penso che siamo tornati alla notte prima che io venissi da te a portarti il passatempo.”
“Questo vuol dire che ci aspetta il vaccino!” piagnucolò Goten. Trunks ridusse il passatempo in capsula e affermò:
“Sai Goten? Tra uno spaventoso viaggio come questo e il vaccino... preferisco di gran lunga il vaccino. In fondo, quanto mai sarà terribile, no?”
“Boh, forse hai ragione...”
“Certo che ho ragione! Coraggio, su! Ci vediamo più tardi, quando sarà giorno, dal dottore!”



“Goten! Svegliati tesoro, se no ci si fa tardi!”

Goten rispose al dolce richiamo della madre con un verso assonnato e si rigirò nel letto.

“Trunks, è ora di alzarsi!” chiamò invece Bulma suo figlio, uscendo dal laboratorio della Capsule Corporation.
“Ancora no...” mormorò Trunks affondando la testa sotto il cuscino.

“Goten, coraggio!” riprovò Chichi dalla cucina dove stava preparando la colazione “Sai che giorno è oggi, vero?”

“Piccolo forza, non vorrai tardare spero!” insistette Bulma iniziando a salire le scale, diretta al primo piano “Trunks, insomma! Oggi è il giorno...”

“Il vaccino” spiegò il dottore ai tanti bambini presenti quel giorno in ambulatorio, compresi Goten e Trunks  “è molto importante. Vedrete, vi rafforzerà! E non sentirete nulla, promesso! Forza, chi è il primo?”
Dopo di che il dottore entrò nella sua stanza con il primo bambino coraggioso e si chiuse la porta alle spalle. Bulma e Chichi si sorrisero.
“Sono felice che Trunks non abbia fatto storie per venire.” commentò Bulma.
“Oh, già! Io più che altro sono sorpresa per Goten!” affermò Chichi ridendo.
“Fidati di me, Goten!” disse sicuro Trunks “Andrà tutto per il meglio!”
“Si!” concordò Goten “Hai sentito? Ci rafforzerà! E in più sono sicuro che non sentiremo niente!”
Proprio in quel momento le urla e il pianto disperato del bambino, che per primo era entrato per il vaccino, raggiunsero i due amici che si pietrificarono. Tremanti si guardarono e, nello stesso momento, mormorarono spaventati:
“Aiuto!”

E così si conclude l'ennesima avventura mozzafiato di Trunks e Goten! Mi auguro che sia stata di vostro gradimento come le altre! Ora penso di continuare ad aggiornare quando mi verrà una nuova ispirazione! Alla prossima, ciao!!! P.S. Un piccolo appunto! Anche se il titolo è "In un solo pomeriggio passato insieme..." questa storia è ambientata di mattina! Spero perdoniate questa piccola variazione! Ciao ancora!

  
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