Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Harukichi    11/11/2012    7 recensioni
Nel 1566, a Londra, la peste, che dilagava in ogni dove, ha fatto chiudere tutti i teatri, ma un uomo, che senza di esso, si sente vuoto e perso, si ritrova, insieme a degli amici fidati, in una taverna nascosta dall’oscurità della notte, a raccontare la storia di come lui abbia scoperto cosa significa amore e il dolore che esso porta con sé come suo fedele scudiero.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nel 1566, a Londra, la peste, che dilagava in ogni dove, ha fatto chiudere tutti i teatri, ma un uomo, che senza di esso, si sente vuoto e perso, si ritrova, insieme a degli amici fidati, in una taverna nascosta dall’oscurità della notte, a raccontare la storia di come lui abbia scoperto cosa significa amore e il dolore che esso porta con sé come suo fedele scudiero.
Da dietro l’uscio si ode una voce,che decisa, spicca e decanta queste parole:
“Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di due anime fedeli. Amore non è amore
se muta quando scopre il mutamento,
o tende a svanire quando l’altro s’allontana:
oh no! Amore è un faro sempre fisso
Che sovrasta le tempesta e non vacilla mai;
è la stella che guida ogni barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al tempo, pur le rosee labbra
e gote dovranno cadere sotto la sua curva lama:
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è un errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.”

L’uomo dopo aver concluso, si avvicina alla luce di una candela, che fino a quel momento lo aveva illuminato appena, e inizia a parlare: “ Amici che siete riuniti qui intorno a me” con aria solenne si rivolge al piccolo pubblico seduto sulle minute seggiole mal messe, che ad ogni minimo movimento scricchiolano,
 “ Questo non è un sonetto del Famoso e Incredibile Shakespeare” decanta quel nome e quanta enfasi pone sugli aggettivi, come se facessero anch’essi parte del nome, “ No di certo, bensì è ciò per cui io, William, vivo e credo, e sempre così è, è stato e sarà.” Si nota da subito che è un attore, con quanta classe e maestria ammalia il pubblico che, illuminato da una flebile luce data dalle candele, rimane a bocca aperta, affascinato dalla sua bravura.
 L’uomo che tiene il pubblico in pugno continua il suo discorso come se non si accorgesse dello stupore che man mano cresce nelle persone: “È inutile pensare che questo sia ciò che il Grande Maestro Shakespeare, che nome altisonante vedete, pensa e decanta con aria spavalda, no, no, no, sono tutte frottole, e a pensarci bene mi viene anche da sorridere, immaginandolo!” il suo labbro si arriccia al pensiero di ciò che sta dicendo e dopo una piccola pausa, accrescendo così la voglia del pubblico di proseguire, continua: “ Non è il grande genio di Shakespeare che crea e lascia tutti a bocca aperta. No, son io e questo l’ho scritto per me e per chi crede in ciò in cui credo io, e per tener sempre vivo, ciò che ho capito dalla vita e che non scorderò mai.” Si sente il vociferare che fa capire all’artista di esser riuscito ad irretire il suo pubblico, così con un leggero sorriso, nascosto nell’ombra, ricomincia a parlare, sedendosi su di una seggiola che, con gran rumore, attira l’attenzione del pubblico ancora stupito per questo suo esordio.
 “Vi racconterò la mia vita, come meglio riesco, e vi prego non pensate a me come tutti fanno, prendetemi semplicemente come un uomo che racconta la sua storia attorno ad un fuoco e che apre il suo cuore a chi veramente ama e sa amare, come io fino ad adesso credevo di saper fare.”
William, questo è il suo nome, comincia la sua storia con lo sguardo rivolto verso l’alto, come se stesse ricercando nella sua mente un ricordo importante per iniziare: “ Avevo diciassette anni, quando per la prima volta mi innamorai veramente, sì perché sino a quel  momento avevo sempre creduto di amare, ma che sciocco che ero, non sapevo cosa volesse dire. Solo dopo quell’incontro capii realmente il vero significato della parola Amore.” Fa una piccola pausa e con sguardo assorto continua a raccontare: “ Come stavo dicendo, avevo diciassette anni e in un giorno di pioggia mentre guardavo dalla finestra di casa mia, vidi la figura più bella che potessi immaginare di vedere e non solo mi lascio senza respiro ma scorsi dalla finestra del secondo piano, dove si trovava la mia stanza, i suoi occhi su di me e come un bambino mi nascosi dietro la tenda per non farmi vedere, sentendo un fuoco che ardeva da dentro che in un lampo fece avvampare il mio volto.” Si sofferma a pensare a quel momento e prosegue: “ Ancora dietro la tenda sentii bussare alla porta della camera e la voce della mia nutrice, che ancora abitava con me per aiutarmi, mi disse con voce squillante che c’era una certa signorina Hughes mi cercava. Io capii subito che si trattava di quella figura angelica che aveva bussato alla mia umile dimora qualche secondo prima e dopo essermi schiarito la voce, risposi alla signora Ann che sarei sceso subito e avrei ricevuto la signorina e di farla  accomodare. Presi di fretta la giacca che di solito indossavo nelle grandi occasioni, e quella lo era di sicuro, mi guardai allo specchio per vedere se il colorito del mio volto era tornato normale, e dopo la conferma dello specchio, aprii la porta e scesi le scale; davanti a me seduta comodamente sul mio divano che non le rendeva giustizia c’era l’angelo che avevo visto alla finestra. Mi accostai a lei e con delicatezza le baciali la mano, non so come descrivere quel momento, la sua pelle era così liscia e calda che mi lascio stupido, sapete c’è una diceria in giro che dice che  le mani sono lo specchio del cuore e tutte le donne a cui  io avevo fatto la corte fino a quel momento avevano sempre avuto le mani gelide e uno sguardo algido che rispecchiavano un cuore altrettanto freddo. Lei no, aveva le mani ed uno sguardo caldo che mi sciolsero appena lo incrociai; sicuramente il suo cuore era altrettanto caldo. Dopo quella scoperta mi alzai e mi sedetti sulla mia poltrona e con aria cortese chiesi per quale ragione una signorina di così bell’aspetto era venuta a bussare alla mia porta, sapete la galanteria è sempre stato un mio grande pregio, lei con un caldo sorriso accettò la mia lusinga e rispose che voleva commissionarmi un’opera teatrale. Lì per lì rimasi un attimo sorpreso che lei mi conoscesse e se ne accorse così spiegò che suo zio Lord Hughes le aveva parlato di me, quando disse quel nome capii subito, dovete sapere che Lord Hughes era un mio grande amico e non avevo la minima idea che avesse una nipote di tal spesso, così sorrisi alla ragazza e chiedi quale opera dovessi scriverle aggiungendo il mio solito patto che nessuno avrebbe dovuto leggere l’opera prima che l’avessi terminata neanche chi me l’aveva commissionata; la signorina mi guardò un po’ stupita ma acconsentii e mi lasciò un grazioso sacchettino di velluto con lo stemma della casata Hughes pieno di monete, io la ringraziai ma le spiegai che io avrei preso il mio compenso solo dopo aver finito l’opera, ma lei insistette e non potendole resistere accettai ormai conquistato dal suo sguardo.”
William guarda il pubblico e nota che tutti hanno uno sguardo sognante segno che stava riuscendo a spiegarsi nel migliore dei modi. Guarda fuori dalla piccola finestrella della taverna e nota che il buoi stava ingoiando ogni piccola parte della via e così guardando il pubblico dice: “ Mi dispiace interrompere il mio racconto ma si è fatto molto tardi, è il caso che tutti noi andiamo a riposare e domani sera ci ritroviamo qui alla stessa ora, se volete che io continui a raccontare” appena terminata la frase dal pubblico si sente la voce di un uomo alto e distinto dire: “ Credo di parlare a nome di tutti  se dico che continueremo con grande piacere il racconto domani e tutti i giorni che le serviranno per raccontarci la sua storia”, il resto del pubblico è della stessa idea e se man mano che la gente scema, William si sente sempre più pieno di orgoglio ma crede di sbagliare a pensarla così.
Una volta che tutta la gente è uscita anche lui, dopo aver ringraziato il proprietario si allontana immerso nell’oscurità per raggiungere la sua umile dimora.





Note: ciao a tutti, sono nuova e fino ad ora ho sempre letto, recensito e anche betato storie ma non ne ho mai scritta una, o almeno non l'ho mai scritta e poi messa su un sito, perciò siate clementi. Sarei molto felice se mi lasciaste dei commenti per poter migliorare.
Buona lettura, speriamo. (che stupida ho dato l'augurio alla fine del capitolo, vabbè mi avete capito no!)
Harukichi <3










  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Harukichi