Giovanni era seduto al tavolo del bar, un tavolo esterno, che affacciava su una strada trafficata. Automobilisti che avevano tutta l’aria di andare di fretta, sfrecciavano lungo la strada, lanciandosi l’un l’altro insulti dai finestrini.
Giovanni osservava queste scene con uno sguardo disinteressato, una Peroni stretta nella sua mano destra, e un'altra bottiglia, vuota, poggiata sul tavolo.
Giovanni pensava ai suoi problemi, anzi, ci aveva pensato fino ad allora, e ormai non pensava più a nulla .
Era solo stanco, molto stanco, stanco di tutto.
Quando la birra fu finita, si alzò dal tavolo, e dopo aver lasciato 5 euro sotto una delle bottiglie, si allontanò dal bar, incamminandosi sulla strada. L’alcol gli aveva piacevolmente annebbiato la mente, e la vista era leggermente sfocata.
Arrivò ad un passaggio a livello che si stava chiudendo, e vi passò sotto.
In lontananza si sentì un forte fischio, appena attutito dal rumore della ghiaia sotto i suoi piedi.
Un forte odore di urina pervadeva l’aria, talmente penetrante che lo poteva percepire sulla lingua, misto al sapore della birra, ancora presente.
Il treno si avvicinava rombando, e il ragazzo sorrise per la prima volta da giorni, poi, alzando gli occhi al cielo, disse a mezza voce.
 
-Sto arrivando.-
 
Poi chiuse gli occhi, e i fanali del treno lo illuminarono.