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Autore: Fuyu    12/11/2012    4 recensioni
Una giornata di sole, dopo le tante settimane di pioggia o neve, che si alternavano a seconda dell'umore giornaliero. Erano ormai le 7 del mattino, quando Sanji, stretto nel suo cappotto e nei guanti invernali, contornato di cartella e sigaretta appena accesa, si presentò alla porta di legno della casa Roronoa. La porta venne aperta da un uomo completamente vestito di nero con tanto d'occhiali, viso serio e presenza imponente. L'uomo mosse il volto dal basso all'alto, prima di lasciare campo libero a Sanji. Il biondo si incamminò all'interno della struttura totalmente in legno stile orientale con tanto di laghetto per le carpe. La famiglia Roronoa era tra le più famose e pericolose fazioni di gangster del Giappone. Lo zio di Zoro, succeduto al fratello dopo la morte, era temuto dalle persone più in spicco del momento.
La storia è già tutta scritta quindi ci impiegherò poco a finirla, ma non sarà propriamente tutta rose e fiori.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Yakuza 2

Feste incombenti

Arrivata l'ora del miai, Zoro era già pronto con il kimono. Seduto in maniera svogliata con le ginocchia aperte, una mano a sostegno della testa con il gomito che poggiava sul tavolino e l'altra poggiata sul ginocchio. Aspettava annoiato l'arrivo dell'ennesia ragazza rottura di scatole che gli avrebbe sorriso come al solito.

"Buona sera!" esclamò un uomo entrando. Probabilmente il padre della ragazza, pensò Zoro scrutandolo in maniera scettica. "Lei è mia figlia Keiko!" disse spostandosi sulla sinistra per far entrare la ragazza. Capelli marroni, mossi, raccolti in uno schignon. Un kimono bianco avvolgeva il delicato corpo della ragazza e due dolci occhi verdi sorridevano a Zoro.

"Prego, sedetevi!" propose lo zio del verde, sorridendo, dando una gomitata a Zoro, silenzioso incito a sedersi meglio. "Lui è mio nipote ed erede del clan" spiegò lui, dopodichè guardò il nipote.

"Sera, mi chiamo Zoro!" fece per rispetto. La ragazza accennò ad un inchino per poi sorridere di nuovo. Il volto era dolce e delicato con una leggere sfumatura di trucco che la rendeva più matura di quel che era in realtà. Sembrava una ragazza tranquilla ed educata, sicuramente era stata istruita fin da pccola a comportarsi come una bambolina per abbindolare il futuro marito. Ovviamente Zoro non era di quel genere e lei,, si vedeva, non era propensa a questa cosa.

"Sono Keiko, è un vero onore conoscerla!" rispose lei sempre sorridendo. Zoro ricambiò il sorriso dolce della ragazza con un ghigno di circostanza.


 
Mentre Zoro si annoiava al miai, Sanji aveva già iniziato, da dieci minuti, il suo lavoro pomerdiano alla pasticceria Amai¹. Di solito avevano clienti sporadici e tante ore di vuoto assoluto, daltronde una spatticeria non lavorava molto, sopratutto d'inverno, ma si stava avvicinando San valentino e quindi le ragazze facevano la fila per comprare il cioccolato da poter regalare ai fidanzati oppure ai ragazzi ai quali dichirarsi.

"Sanji, quando hai tempo vai a svuotale le scatole che ci sono in cantina!" ordinò il proprientario a Sanji.

"Si capo, ma credo che lo farò dopo la chiusura!" proclamò guardando la fila di ragazze che si trovavano in negozio. Ci sarebbe voluto tutto il pomeriggio per finire di sgobbare. Però Sanji era anche contento, almeno stava un po' a contatto con ragazze dolci e carine, sebbene già occupate.

"Ehi, Sanji-qun! Come va la scuola!?" chiese Gin, un ex galeotto redento per la passione dei dolci e la bontà del proprietario della pasticceria.

"Bene! Questo è l'ultimo anno e dopo il diploma lavorerò a tempo pieno con mio nonno nel ristorante, almeno finchè non riuscirò ad aprirne uno tutto mio!" esclamò mentre inpacchettava una scotoletta per una ragazza davanti alla cassa. "Non voglio pesare a mio nonno! E poi è ora che cominci a diventare autonomo, non sono più un bambino!" sorrise con la sigaretta tra le labbra.

"Comincia col non fumare qua dentro! Signor aoutonomo" lo rimproverò il capo levandogliela in malo modo dalla bocca. "Poi continua a lavorare!" proclamò alla fine facendo fare la parte dello stupido a Sanji davanti a tutte le ragazze presenti che si misero a ridere. Sanji divenne rosso e si mise a ridere anche lui. Il pomeriggio passò in allegria e spensierattezza e l'orario di chiusura arrivò in un lampo. "Bene ragazzi! Mettete tutto e posto e poi chiudete, domani sarà anche peggio di oggi quindi puntuali" ordinò il capo andando via in macchina.

"La fa facile lui! Noi gli mettiamo a posto il locale, facciamo i commessi e lui non fa altro che dare ordini seduto dietro alla cassa" protestò Gin "Facesse il pasticcere almeno. Quasi tutti i dolci che vendiamo sono opera tua, vero Sanji!?" chiese Gin all'amico. Sanji alzò le spalle per nulla infastidito dal comportamento del capo, cominciando a prendere lo spazzolone per lavare.

"Sai, non m'interessa! Dopotutto faccio questo lavoro solo per i soldi!" spiegò comincindo a pulire. Avevano appena iniziato le pulizie che un suono arrivò da dietro la tendina della porta principale. Sanji appoggiò lo spazzolone al muro andando a vedere. Spostando la tendina fu stupito di vedere chi c'era al di là del vetro. "Kaia-chan!?"




"Nami, ne vuoi parlare! Per favore" fece Nojiko, la sorella di Nami, da dietro la porta della camera della rossa. "Cos'è successo!?" chiese esasperata. Nami era tornata incavolata nera a casa dopo un pomeriggio fuori con Rufy e non usciva dalla sua camera da almeno un quarto d'ora. "Che ha fatto stavolta!?" continuava a fare domande la sorella.

"Nulla, solo uccido Rufy prima o poi!" rispose Nami, stritolando un cusino, seduta sul letto. Nojico conosceva i problemi della sorella con il suo ragazzo. Rufy era un ragazzo d'oro, sebbene sbadato e alquanto ingenuo, sapeva essere dolce e gentile. L'unico problema era che non sapeva nulla in fatto di donne e romanticismo.

"Oh andiamo! Ha di nuovo dimenticato l'anniverio del fidanzamento!?" chiese Nojico.

"No!" rispose secca l'altra "Diciamo che ha scordato che giorno è questo martedì!" spiegò infuriata nera. Ora la sorella aveva afferrato, il povero Rufy aveva scordato San Valentino.

"Cos'è ti non ti ha regalato il cioccolato!?" domandò scettica. Una pecca di Nami era lo stravolgimento delle regole. Infatti, la festa di San Valentino era il giorno in cui le ragazze regalavano cioccolato ai ragazzi, invee lei l'aveva visto al contrario. Secondo Nami era Rufy che doveva regalargli il cioccolato.

"Non solo quello! Quando gli ho chiesto che cosa aveva in mente per martedì lui mi ha risposto che sarebbe rimasto a casa col fratello a giocare!" proclamò acida "Capisci, si è totalmente dimenticato di me e della festa" sproloquiò la rossa tirando qualcosa contro il muro per sfogare la rabbia.

"Che succede!?" chiese la madre appena rientrata.

"Nulla, di nuovo Rufy!" spiegò Nojico alla madre "Stavolta si è scordato di San Valentino"

"Ah!" sorrise Bellmere.
Intanto Rufy era tornato a casa dal fratello e dal nonno con una forma a cinque dita sulla quancia destra. Appena Ace e Garp videro il ragazzo in quelle condizioni scoppiarono in una risata colossale.



"Kaia-chan, qualche problema!?" chiese Sanji aprendo la porta. Era raro vedere Kaia fuori a quell'ora e senza nessuno in giro. "Tutto bene, vuoi entrare!?" propose il biondo.

"No, sono solo passata a vedere se c'era Usop, l'hai visto?!" domandò lei preoccupata. Sanji scosse la testa causando lo sgomento sul volto della ragazza. "O mio dio, forse gli è successo qualcosa! Magari è caduto.....oddio io.....!"

"Va bene, calmati....che è successo!?" domandò preoccupato. Usop era scappato in malo modo da casa sua, perchè Kaia fin da bambina soffriva di cuore, era debole e amlapena riusciva ogni mattina ad andare a scuola.

"Vedi, il mio maggiordomo, Marry è riuscito a trovare un medico che potrebbe farmi un trapianto, ma dovrei andare fino in America!" spiegò Kaia. In Giappone i trapianti erano fuori legge, se si voleva fare una tale operazione bisognava  andare all'estero. "Usop l'ha presa male, dice che è pericoloso e non vuole che vada. Tu sei un suo amico, perfavore fallo ragionare!"

"Capisco il problema, ma perchè io, Rufy-qun è più qualificato di me! Si conoscono da più tempo" sorrise alla ragazza. Intanto Gin stava pulendo il locale da solo, ma era inutile fare remore, sapeva bene, che se c'era di mezzo una donna, Sanji era irremovibile.

"Difatti è il primo a cui sono andata a chiedere, ma in quel momento stava litigando con Nami e non ho voluto peggiorare la situazione!" Sanji rise dell'accaduto per poi prendere le mani di Kaia tra e sue.

"Tranquilla, certo usop è un inconsciente e, avvolte, un gran testardo, ma sappi che tivuole bene. Se lo conosco, adesso è a casa a piangere come un disperato perchè parti" spiegò cercando di calmare Kaia. La ragazza sembrò rincuorata e provò a fare un gran respiro. "Vuoi che ti accompagni da lui, ho finito di lavorare!" propose. Lei anniù, forse ci voleva una terza persona che spianasse la strada alle spiegazioni. "Ok, Gin!" chiamò il biondo. L'altro si girò con lo spazzolone ancora in mano. "Quando hai finito chiudi! Ci vediamo domani" proclamò uscendo con Kaia. Gin lo guardò con gli occhi di fuori, lo sapeva, alla fine toccava a lui pulire tutto.

"Ah, aspetta e gli scatoloni.....!?"



Zoro si era ridisteso sul letto, dopo aver detto l'ennesimo no, il clan era sul punto dell'esasperazione, mentre Zoro era sulla strada della pazia. Gli era impossibile trovare una ragazza all'altezza se le paragonava tutte a Sanji. Insomma nessuna di loro aveva la sfacciataggine del biondo, la sua innaturale voglia di farsi ammazzare da lui, il suo incavolarsi per uno scherzo di bassa lega, il suo sorriso strafottente, ma avvolte dolce e quel buffo sopracciglio a ricciolo che tanto amava.... Ok era totalmente impazzito, perchè doveva imaginarselo anche in quei momenti di completo relax.

"Non sappiamo più che fare con lui! Sembra che lo faccia a posta!" sussurarono le guardie del corpo, mentre Koshiro, lo zio di Zoro, e Kuina stavano cenando. La figlia, nonchè cugina di Zoro, Kuina si trovava al  fianco del padre a mangiare la cena con un espressione addolorata in viso. "Il maestro Koshiro aveva promesso al nostro boss di far diventare Zoro il nostro capo, ma in queste condizioni e impossibile!" continuò uno dei i seguaci seduti al tavolo che rispondeva al nome di Yusaku. Al contrario della figlia, Koshiro sembrava alquanto rilassato e sereno. La ragazza scosse la testa, possibile che il padre non capisse la gravità della situazione.

"Padre, non capisco come fate a sorridere!?"

"Oh, non c'è nessun problema, tutto andrà com'è giusto che vada!" rispose serenamente con un sorriso allarmante in viso. Sembrava che, il fatto che Zoro non volesse sposarsi, non fosse un problema per lui.

"Sera" fece il suo ingresso Zoro andandosi a sedere accano allo zio, davanti a Kuina. Koshiro guardò il nipote, salutandolo per poi continuare a mangiare. Kuina osservò i due uomini dopodichè si accorse che Zoro sembrava in pace con se stesso. "Zio, domani ti devo parlare in privato!" esclamò sicuro e calmo. Tutta la banda osservò il verde come se fosse impazzito.

"Molto bene!" rispose Koshiro.




Sanji e Kaia erano arrivati sotto casa di Usop, scoprendo che quest’ultimo si era fermato a dormire da Rufy, al quale non poteva fregargliene di meno che Nami fosse o no incavolata con lui. I due si incamminarono, allora, verso casa Monkey.

"Ti senti  bene!?" chiese il biondo a Kaia. Lei annuì delicatamente. "Voui la mia giacca!?" domandò cortese. A quel pnto Kaia scosse la testa. Arrivati alla casa si trovarono davanti Garp che rideva sguaiatamente con il nipote più grande. Non avevano smesso di ridere da quando Rufy era tornato con stampata in volto la forma della mano di Nami. Sanji guardò la scena con fare disgustoso, sapendo quanto doveva essere deplorevole mostrarla a una dolce fanciulla come Kaia
.

"KAIA!" urlò Usop appena vide la ragazza al di la del divano. Lei gli sorrise dolcemente aspettando che le arrivasse vicino "Cosa ci fai qui! Stai male non dovresti stare così tanto fuori!" fece presente il nasuto. Lei scosse la testa per poi inchinarsi davanti a lui.

"Ti ho cercato anche a casa, ma non c'eri! Volevo scusarmi, non ho pensato a quello che provavi tu e ti ho raccontato dell'America tutta contenta!" Sanji fissò Usop in cagnesco e quest'ultimo si affretto a stringere Kaia tra le braccia per evitare che piangesse.

"Non volevo....non devi scusarti, dopotutto è una grande occasione per te, potrai guarire completamente" rise Usop.

"Bene ora che è tutto risolto, Sanji non è che ci cucineresti qualcosa?!" chiese indifferente Rufy, mentre Garp ed Ace, avendo smesso di ridere, stavano piangendo come due fontane. Il biondo osservò l'amico andare verso la cucina.

"Ma tu non hai litigato con Nami-san!" ricordò Sanji. Rufy si voltò scuro in volto verso il futuro cuoco, per poi alzare la testolina, ricoperta da un cappello di paglia, mostrando uno dei suoi migliori sorrisi "Come non detto!" si esaperò Sanji. Se c'era un pregio in Rufy era quello di dimenticare ogni asprezza in fretta.

"Povera Nami, la compatisco!" eslcamò Usop mentre Kaia annuiva. Intanto Nami, con Bibi in camera, stava facendo tiro a segno con una foto di Rufy come bersaglio.




Lamattina successiva:

"Allora!" incalzò lo zio sorridente. I due si erano strasferiti nel dojo di famiglia per parlare, mentre il resto del clan stava origliando davanti alla porta, Yosaku e jonny in primis..

"Zio, io amo un uomo!" proclamò Zoro

"COOOSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!" urlarono da fuori.

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Scusate il ritardo, ma dopo una perdita è normale prendersi un po' di riposo da tutto. Non ero molto attaccata a questa persona, ma un parente è un parente. In ogni caso non sembra piacere molto questa fanfic, quindi adesso vedrò come andranno il secondo e il terzo capitolo, i quali sono già veduti e corretti, e sceglierò di conseguenza.

¹Amai: Dolce in giapponese
   
 
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