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Autore: WhoLocki_Martell    13/11/2012    2 recensioni
No. non sarà la solita storia su Sirius e Marlene, con lo sfondo dei Malandrini.
Sarà una cosa demente, per dirla tutta.
Sirius si ritroverà nella mia città, ed io farò di tutto per conquistarlo, e lo stesso lui.
Vi consiglio di leggerlo se la sera sognate Sirius invece del vostro ragazzo.
Buona lettura :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Forse una svolta?

Non è importante saperlo.
L’amore è una conoscenza
a se stante, non sempre
consapevole.

 

<< Ma hai capito allora? >> mi chiese Patty leggermente scocciata?
No. Non la stavo ascoltando, in verità.
<< Sì, perfettamente >> risposi in tono vacuo.
<< Sì, certo >> ribatté. Cazzo, quando si tratta di me non riuscirò mai ad ingannare quella ragazza.
<< E va bene >> capitolai << non ti stavo ascoltando >>
<< Capitan ovvio >> disse rassegnata << ma vorrei sapere perché >>
Mi guardai attorno, cercando di tergiversare. Ma il mio tentativo di cambiare discorso fallì. Se nella villa di Cerignola si cerca qualcosa di interessante, beh, meglio cercare di leccarsi la punta del naso con la lingua, perché c’è molta più probabilità di riuscirci.
<< Ehm… >> capitolai infine << come ti ho detto ieri, oggi avrei un appuntamento >>
<< Con chi? >> chiese subito curiosa.
Arrossì furiosamente, ma non risposi.
<< Dai, chi è? >> insistette lei.
<< Ehm… non è Rino >> cominciai.
<< Sì, l’avevo capito, dici! >>
<< Se arriverà vedrai >> ribattei delusa.
<< Perché dici se? >> chiese Patty dubbiosa.
<< Perché aveva detto che si sarebbe fatto sentire per l’orario, ma non l’ha fatto >> spiegai ancora più delusa.
Appena finì di parlare arrivarono le altre.
Dopo esserci salutate, cominciammo a camminare per il centro.
<< Dimmi chi è >> disse di nuovo Patty bisbigliando.
In quel momento mi squillò il cellulare.
<< Pronto? >> risposi assorta, visto che mi stavano chiamando da un numero che non conoscevo.
<< Dove sei? >>
Il mio cuore saltò un battito. Era Sam.
<< Come fai ad avere il mio numero? >> chiesi perplessa.
<< L’ho rubato dalla rubrica di D. Adesso mi dici dove sei? >> concluse impaziente.
Gli risposi, indicandogli uno dei bar più famosi della mia città.
<< Aspettami lì. Arrivo fra cinque minuti >> disse bisbigliando, e chiuse la chiamata.
Rimasi a fissare il telefono per qualche istante.
<< Ho un appuntamento! Ho un appuntamento! Ho un APPUNTAMENTO! >> dissi sempre più eccitata, e di conseguenza alzando sempre più la voce.
<< Con chi? >> chiesero le mie amiche all’unisono.
Beh, come biasimarle! Avevo praticamente strillato!
<< Con Sam! >> esclamai senza riflettere.
Solo un attimo dopo mi resi conto di aver praticamente sganciato una bomba a mano.
Le mie amiche mi guardarono incredule.
Poi…
<< Lo sapevo! >> << Ma lui ti piace? >> << … è bello, però… >>
Non provai nemmeno a farle tacere. Dopotutto, se sganci una bomba e non scappi ti ferisci anche tu.
O comunque rimani invischiata in quel che accade dopo.
<< E come mai? >> mi chiese qualcuna.
<< Non lo so >> mentì << ha detto che vuole parlarmi >>
Ma probabilmente nessuna mi sentì.
Per loro era importante solo che dovessi incontrarmi con Sam.
Continuammo a camminare, anche se i miei pensieri erano praticamente in un’altra dimensione, quando incontrammo un po’ di nostri amici di classe.
Un mormorio divertito si diffuse tra noi, e Patty, divenne l’oggetto di parecchie frecciatine.
M. era lì.
Decisi che forse era il momento di vestire i piani di una wedding planner, così presi a braccetto Patty e mi avvicinai a lui.
Se si volesse fare una guida sui segni che contraddistinguono una cotta da una COTTA PAZZESCA CHE TI FA PERDERE LA RAGIONE, dovrebbero usare quei due come esempio.
Arrossirono, cominciarono a ridacchiare, e Patty a balbettare.
<< Bella la festa ieri >> dissi, tanto per partire sul neutrale.
M. lanciò un’occhiata di sfuggita a Patty e disse << sì, molto bella >>
<< Il cibo era ottimo >> si inserì Patty a bassa voce.
<< La carne soprattutto >> dissi facendo un doppio senso, ed entrambi si guardarono e si sorrisero.
In quel momento mi arrivò un sms – della Vodafone – ma finsi che fosse importante e mi allontanai, lasciandoli soli.
Dopo qualche minuto, li vidi allontanarsi insieme.
Sorrisi soddisfatta. Finalmente si erano decisi!
Il potente rombo di una moto ci fece tacere tutti, in quanto rendeva impossibile sentire qualsiasi altro rumore.
Arrossì di colpo. Era lui.
Si fermò di fronte a me, con qualcosa come una settantina di persone a guardarci.
Non aveva il casco e i suoi biondissimi capelli erano scompigliati al vento, ma cercai di non farmi impressionare.
<< Ciao >> disse rompendo il silenzio imbarazzato.
<< Dov’è il casco rosso? >> chiesi. Quella moto e quel casco (e anche quel motociclista, lo ammetto) mi affascinavano.
<< Dove l’hai lasciato tu >> disse << lo rivuoi? >>
Ignorai quel che le mie amiche si dicevano tra di loro.
Avrei detto tutto di me e Sam un’altra volta, se ne avessi avuta la voglia.
<< Certo che no >> risposi. Cavolo, anch’io avevo una pettinatura da salvaguardare.
<< Allora… >> disse con tono imbarazzato << vuoi salire? >>
Mi girai verso le mie amiche. Forse si aspettavano che chiedessi loro consiglio.
In ogni caso, la loro faccia sbigottita quando dissi << Torno fra poco >> in una qualunque altra situazione mi avrebbe fatto ridere.
Tutte, tranne in quella.
Salì sulla moto e salutai con la mano le mie amiche e gli altri compagni della mia classe fermi ancora lì a guardarmi incantati e stupefatti.
<< Dove mi porti? >> chiesi con tono pratico.
<< A casa. Dove posso essere me stesso >>
Sulla sua moto sfrecciamo fino a casa sua.
Il tragitto fu molto breve. Scesa dalla moto, mi girai verso il bar vicino casa sua (il bar cool, do you remember?), e subito mi pentì di averlo fatto.
C’era Rino con gli amici.
<< Ciao >> disse sorridendomi, venendomi incontro dal tavolo al quale era seduto con gli amici a consumare un aperitivo.
Il suo sorriso si spense all’istante, mentre gli occhi abbracciavano Sam, la moto e le mie guance leggermente arrossate.
<< Vedo che hai compagnia. Non voglio disturbare >> disse, tornando indietro.
<< No! Aspetta! >>
Lo seguì e lo bloccai, mettendogli le mani sulle spalle.
<< Davvero >> continuò a voce bassa << non voglio… >>
Lo guardai negli occhi.
Quei pochi istanti bastarono a farmi decidere. A lasciarlo andare.
Cosa gli avrei detto?
Scusa? Scusami per averti ferito?
E poi? Non avrebbe mica potuto dire non fa niente?
Perché non avrebbe mentito.
Il mio salire sulla moto aveva fatto la differenza.
Non l’avrei fatto per nessun altro. Per Sam sì.
Non sarei salita sulla moto di nessun altro, nemmeno su quella di Rino, se ne avesse avuta una, ad essere sincera.
<< Vai dai tuoi amici >> bisbigliai, mentre lottavo per non abbracciarlo << e divertiti >>
Lui mi guardò male, poi disse con sarcasmo << ma certo che mi divertirò! Sicuro! >>
Mi voltò le spalle e cominciò a camminare, a testa alta ma comunque ferito.
Poi si voltò, e con tono beffardo disse << Buon divertimento anche a te >>ù
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Angolino dell’autrice
Ciao a tutte! L’ennesimo capitolo di questa assurda fan fiction è arrivato!
Due piccole cosucce – o forse tre – e poi vi lascio :D
Innanzitutto grazie a chi continua a recensire, è importante per la mia autostima xD
Inoltre, volevo avvertirvi che per rispetto nei confronti di Tigre p non ho scritto il nome intero di M., e ne altro su di lui, ma se vi va leggete
qui la sua ultima fan fiction, capirete di più :D
Ultimo, so di aver detto che questa era la mia ultima ff, ma se vi va leggete la mia collaborazione con Tigre p, nel mio account
qui o nel suo qui.
Magari potete farci sapere che ne pensate :D
Adesso vi lascio, buona serata :D

   
 
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