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Autore: Tinkerbell92    13/11/2012    8 recensioni
DA REVISIONARE (CONTENUTI E FORMA)
Prima fanfiction su Percy Jackson, raccontata, come nei libri, in prima persona.
La storia di una semidea particolare, figlia di una dea impensabile, a partire dal suo arrivo al Campo Mezzosangue. Leila, la ragazza, affronterà varie situazioni, anche sentimentali, accompagnata da una custode molto particolare, venendo, però, continuamente ostacolata dalla madre, che vuole a tutti i costi decidere del suo futuro.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Castellan, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nel segno della Luna'
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 Quando sorse il sole, la mattina seguente, lo spesso soffitto di nubi sopra le nostre teste, permise a pochi raggi di illuminare il paesaggio circostante.
C’era la nebbia, tanto per rendere l’isola  un po’ più spettrale,  e, come se non bastasse, l’aria era ancora più ferma e soffocante del pomeriggio precedente.
Sapendo quello che ci aspettava, indossai l’armatura e sfiorai il Pegno della Luna, pensando che, se la mamma avesse saputo del bacio tra me e Luke, avrebbe, di sicuro, rinnegato me e ammazzato lui.
Tuttavia, non ero  pentita di quello che avevo fatto.
Cercai di sentirmi in colpa, ma l’unica ragione per cui ero in ansia, era quella di deludere colei che credeva tanto in me.
Mi dispiaceva il fatto che Artemide si sarebbe sentita tradita da parte mia, ma, in fondo, il rimorso sarebbe stato più grande se, la sera precedente, non avessi dimostrato a Luke che tenevo a lui più di qualunque altra cosa al mondo – chiaramente, dopo papà e Maggie -.
Annabeth era già in piedi da parecchio tempo, e ci fissava scocciata, rimproverandoci per la nostra lentezza.
I fratelli Stoll sembravano due bradipi assonnati, e Grover non era sicuramente messo meglio.
Morgan non sembrava rintronata, tuttavia, ci stava mettendo un po’ troppo per sistemarsi i capelli.
Mi sedetti accanto a Maggie su una roccia, cercando di evitare lo sguardo di Luke, tutto intento a indossare una leggera armatura di bronzo.
La mia amica, dopo aver storto il naso, mi gettò un’occhiata stranita, come se, accanto a lei, si fosse appena seduto un sacco dell’immondizia con le gambe.
Ricambiai lo sguardo con aria interrogativa, resistendo alla tentazione di controllare se avevo messo il deodorante giusto: - Che… che cosa c’è? Guarda che mi sono lavata, ieri…
Maggie arricciò il naso, allo stesso modo di Minou degli Aristogatti: - Hai un odore diverso… uno stranissimo odore che si mischia al tuo, come se ti fossi strofinata qualcosa addosso… è lo stesso che sento quando passo accanto a…
Diede un’occhiata a Luke, poi, illuminandosi, mi fissò severamente: - Che cosa è successo tra voi due, di recente?
Arrossii fino alle orecchie, sentendo il mio stomaco prendere fuoco.
- Io… ecco, io…
Non riuscii a balbettare che poche paroline confuse, almeno, finchè Maggie non mi rivolse una delle sue occhiatacce.
Mi guardai attorno, poi, abbassando lo sguardo con aria colpevole, mormorai: - Ieri sera ci siamo baciati…
- COSA?
Tutti si girarono a guardare Maggie allibiti, mentre lei, dopo aver bruscamente deviato l’attenzione da sé, mi sibilò furiosa: - Ma sei pazza? Sai se Artemide lo scopre? Non devi approfittare della Foschia in questo modo, altrimenti tua madre non si fiderà più di te!
Abbassai lo sguardo: - Lo so e mi dispiace. Ma quello che ho provato… quello che provo… non mi era mai successo, capisci? Insomma, tu non ti sei mai innamorata, Maggie?
Lei fece una smorfia: - Certo che no, e poi… hey! Mi stai dicendo che ti sei innamorata di lui?
Arrossii, aprendo la bocca per rispondere, quando Annabeth ci chiamò: - Venite qui, voi due, si parte!
 
Camminammo tra le rovine, mentre, di tanto in tanto, avvertivo dei gelidi spifferi corrermi lungo la schiena.
Non c’era vento, eppure, sentivo chiaramente delle scie di vento che provocavano i brividi.
Qualcuno mi mise una giacca sulle spalle e, voltandomi, vidi Connor che mi sorrise arrossendo
- Pensavo che con l’armatura avessi freddo…
Scossi la testa, ma gli sorrisi: - No, ho solo dei brividi… grazie comunque, Connor.
Lui diventò paonazzo e, farfugliando qualcosa, tornò ad attaccarsi alla maglietta di suo fratello, che gli diede delle incoraggianti pacche sulle spalle.
Luke mi si avvicinò, sussurrandomi all’orecchio: - Mi sa che ho un rivale.
Arrossii leggermente, sorridendo sotto i baffi: - Piantala… non siamo fidanzati, Luke, quindi non rompere…
- Mi sembravi di un’opinione diversa, ieri sera…- sussurrò, baciandomi una tempia.
Avvertii dei piacevoli brividi sulla pelle e, mentre raggiungeva Annabeth, lo fissai come incantata.
Morgan mi affiancò: - Questioni di cuore, Principessa?
- Io…- cercai di balbettare una scusa, ma lei sorrise: - Guarda che le capisco al volo certe cose… ho una certa esperienza in fatto d’Amore… e il tuo sguardo parla chiaro…
Arrossii, giocherellando con il ciondolo che portavo al collo: - Sei una specie di Indovina, Morgan?
Le alzò le spalle: - Anche… diciamo che capisco al volo le persone. Non mi si può nascondere niente. E, sei vuoi la verità, per me non sei fatta per fare la Cacciatrice… tu sei destinata a stare al suo fianco.
La fissai ad occhi spalancati, chiedendomi se quelle fossero previsioni o semplici opinioni, ma lei mi rivolse un altro dei suoi enigmatici sorrisi: - Perché ti stupisci tanto? Ognuno ha i suoi poteri, Leila. Se proprio vuoi saperne di più, nemmeno la tua amica diventerà una Cacciatrice tanto facilmente…
- Maggie?- le domandai stupita, accennando alla mia amica che stava parlottando con Grover – Mi stai dicendo che anche lei è innamorata?
- No, non è innamorata, attualmente. E non so se sarà l’Amore ad ostacolare il suo sogno. Ma sento che qualcosa non quadra. Il Destino non è una cosa scritta, ci sono tante vie che possiamo intraprendere. Ma, se lei continuerà a seguire questo percorso, presto incapperà in un ostacolo. Esattamente come succede a te ora. Non so se si innamorerà oppure se succederà qualcos’altro, ma, stai certa, che si ritroverà, presto o tardi, a dubitare come te.
La fissai piuttosto colpita. Quella ragazza era, senza dubbio, uno dei misteri più affascinanti del mondo, mortale e non.
- Ma chi sei tu? La figlia dell’Oracolo o l’Oracolo stesso?
Morgan scoppiò a ridere: - E’ un bel complimento. Ma non sono l’Oracolo, né sua figlia. E le mie non sono vere e proprie Profezie. Io le chiamerei più “Sensazioni” o “Intuizioni”.
Ero sul punto di insistere riguardo all’identità di sua madre, ma lei, forse “sentendo” che stavo per farlo, si tirò su il cappuccio della cappa viola che indossava e, come se niente fosse, mi sorpassò rapidamente.
Sentii i fratelli Stoll parlottare tra loro.
- Morgan è molto carina…
- Per me è più bella Leila…
- Ma secondo te di chi è figlia? Di Demetra? Di Atena?
- Non lo so, non ce lo vuole mai dire… di sicuro non di Atena, sennò avrebbe i capelli biondi…
- Per me, forse, è figlia di Afrodite…
Ero così intenta ad origliare che, per poco, non andai a sbattere contro Maggie.
Annabeth ci fece fermare nei pressi di un boschetto, consegnandoci a tutti quanti dei fischietti.
- Bene, qui direi di dividerci. Sparpagliatevi per l’isola e, se trovate qualcosa, fischiate. Questi sono fischietti speciali, Luke li ha presi dal magazzino della Casa Grande- gli sorrise, arrossendo – Ovunque vi troviate, tutti noi accorreremo in vostro aiuto. Bene, allora, spicciatevi!
Ci sparpagliammo, con poca convinzione, e, mentre mi dirigevo all’interno del bosco, udii Maggie commentare: - Sparpagliarsi, bah! C’è qualcosa di talmente terribile e antico sotto questo suolo che sarebbe stato meglio se non fossimo mai venuti…
Con queste parole incoraggianti nella testa, vagai tra gli alberi con aria guardinga, legandomi una balestra al braccio.
Inizialmente, non sapevo bene cosa cercare, ma poi, con mia grande sorpresa, sentii che i miei sensi diventavano sempre più acuti, esattamente come era successo durante la mia prima Caccia alla Bandiera.
Riuscivo a percepire il minimo rumore nel raggio di chilometri e captavo ogni singolo odore, riuscendo a capire da dove provenissero e da cosa fossero provocati.
Se mi concentravo, la mia vista arrivava fino ai confini dell’isola, era come guardare attraverso una macchina fotografica con lo zoom.
Sentivo chiaramente ogni singolo granello di polvere che passava sulla mia pelle e, addirittura, se volevo, l’aria che filtrava tra le mie labbra mi portava dei sapori particolari, che riuscivo benissimo a riconoscere nonostante non li avessi mai provati prima.
Tutto il bosco era sotto il mio controllo,
Era una sensazione stupenda.
Tuttavia, proprio grazie ai miei sensi sviluppati, ebbi la conferma di qualcosa di veramente inquietante: non c’era alcuna forma di vita animale nei paraggi.
Com’era possibile?
Vagai per la piccola selva, senza incontrare nessun tipo di animale o mostro, tanto che, per un istante, fui tentata di tornare indietro.
Ma poi, una specie di ronzio giunse alle mie orecchie, un ronzio che diventò sempre più nitido, fino a diventare una voce umana.
La voce di Luke.
Diceva qualcosa come: - Tutto bene? Che ci fai qui?
Cercai di individuarlo, aguzzando la vista e arrivando fino ad un punto imprecisato della costa.
Stava parlando con qualcuno, con una donna, anche se non riuscivo a delinearne bene i contorni del viso.
Di sicuro, non si trattava di Annabeth, né di Morgan, né di Maggie.
Improvvisamente, avvertii una strana sensazione, come di un qualcosa che si stessa avvicinando a loro, qualcosa di poco raccomandabile.
Non fu difficile capire che tipo di sensazione fosse: pericolo.
Iniziai a correre in direzione di Luke e della ragazza, con il fischietto di Annabeth stretto nella mano.
L’odore sgradevole di mostro diventò sempre più insistente, man mano che mi avvicinavo alla spiaggia.
Non appena li raggiunsi, vidi Luke inginocchiato davanti ad una tipa dai capelli lunghi e castani, incredibilmente pallida, che singhiozzava a più non posso sulla sua spalla.
Era scalza, semi-nuda, coperta solo da una specie di lenzuolo bianco, o almeno, che doveva essere stato bianco prima di ricoprirsi di macchie e polvere. Sembrava reduce da un bombardamento.
Mi avvicinai cautamente, per poi fissare il biondino con severità: - Luke…
Lui mi fissò sorpreso, sbarrando gli occhi azzurri: - Hey, Baby, che cosa ci fai tu qui?
Incrociai le braccia con aria offesa: - Ho sentito che eri in pericolo, così sono venuta a soccorrerti. C’è qualcosa di brutto che sta arrivando, lo sento… anche se tu sembri piuttosto occupato…
Luke fece per dire qualcosa, quando la tipa, scioltasi da suo abbraccio, mi fissò ad occhi sbarrati.
Le sue iridi avevano uno strano colore a metà tra il blu ed il viola, mentre le lacrime le scendevano sulle guance.
La sua espressione traspariva  puro terrore.
- Sta arrivando…- mormorò – Arriva… dal mare… è qui!
Scoppiò di nuovo in un pianto isterico, stringendosi forte a Luke.
Concentrai di nuovo i miei sensi, scrutando l’oceano, ma non avvertii nulla di particolare.
Forse perché mi trovavo fuori dal bosco.
Luke mi fissò con un’espressione supplicante, come se mi chiedesse di liberarlo da quella pazza, così, portai alle labbra il fischietto e soffiai dentro con forza.
Uscì un suono così acuto e assordante che la ragazza cacciò un urlo, mentre Luke si massaggiò l’orecchio con aria dolorante.
In pochi istanti, sentii dei passi in avvicinamento e, voltandomi, vidi Annabeth e i fratelli Stoll correre nella nostra direzione.
- Luke!- gridò la bambina – Che succede?
Lui tentò di far alzare la ragazza spaventata: - Ho trovato lei, qui sulla spiaggia… era nascosta, aveva paura… dice che la sta cercando, probabilmente si riferisce al mostro…
Annabeth fissò la giovane con aria interrogativa, e quella ansimò: - Vuole catturarmi… come catturò il mio fidanzato due giorni fa… volevamo solo farci una gita tranquilla sull’isola…
La sua voce si affievolì sempre di più, fino a diventare una specie di sibilo soffocato.
Annabeth le si inginocchiò accanto: - Ti proteggeremo noi. Tra un po’ arriveranno gli altri nostri amici… intanto, sai dirmi come ti chiami?
La ragazza represse alcuni tic nervosi, poi, sempre con gli occhi sbarrati, riuscì a mormorare poche parole: - Li-Livia… mi chiamo Livia…
Travis Stoll la fissò con aria triste, come se desiderasse a tutti i costi aiutare quella fanciulla, senza, però, riuscirci: - Povera ragazza… è così bella… chi l’avrà ridotta così?
- Il mostro, no?- lo rimbeccò Connor – Ma è talmente bella che quasi non si nota.
- Bella?- esclamai, forse a voce troppo alta.
Diedi una rapida occhiata alla ragazza, cercando di capire cosa ci trovassero di tanto affascinante in lei.
Va bene, forse aveva un viso carino, ma era talmente sporca e piena di lividi che mi sembrava un po’ difficile restarne incantati. E poi, quell’espressione da pazza non l’aiutava affatto!
Luke mi fissò con un sguardo che diceva “Sei gelosa”, ma Annabeth, dopo aver dato un’occhiata ai due giovani Stoll imbambolati, si voltò verso Livia con fare sospettoso.
La ragazza si strinse più forte a Luke, facendomi ribollire il sangue nelle vene, e, con voce piagnucolosa, gli indicò un punto alle proprie spalle, coperto da un muro di nebbia.
- Dobbiamo andarcene via… o ci prenderà… tutti quanti! Andiamo via di qui!
Improvvisamente, udii lo zampettare di Grover sulla sabbia, seguito dai passi sicuri di Maggie poco distanti da lui.
- Leila!- mi chiamò la mia Custode – Tutto bene? Ho sentito il fischietto, era davvero assordante…
Grover si fermò a riprendere fiato: - Accideeeenti- belò – ero dalla parte opposta dell’isola… non ho mai corso così tanto…
Livia, non appena vide Maggie, si irrigidì, e fissò Luke con aria supplicante: - Dobbiamo nasconderci! Arriverà a momenti!
- Arriverà chi? Si può sapere chi è quella…- iniziò la mia Custode, quando, all’improvviso, spalancò gli occhi, fissando Livia in modo decisamente strano.
- Maggie?- chiamai, con voce un po’ tremante, ma lei, in tutta risposta, si rivolse al figlio di Ermes che stava ancora abbracciato alla tipa: - Luke, allontanati da lei…
Luke la fissò con aria confusa: - Che stai dicendo? E’ in pericolo, bisogna salvarla…
- Allontanati da lei, ho detto!- sbottò Maggie furibonda, iniziando a ringhiare verso Livia.
La ragazza si nascose dietro di Luke piangendo: - No! Un altro mostro! Ho paura!
- Maggie, piantala!- la rimproverò Luke – Non vedi che la stai spaventando?
La mia amica ringhiò più forte, lasciandosi sfuggire una specie di abbaiato rabbioso, mentre i suoi canini sembravano improvvisamente più lunghi.
Luke si spazientì, iniziando ad estrarre la spada: - Adesso basta!
Sguainò la lama argentata fino a metà, quando, all’improvviso, Grover lanciò un belato terrorizzato, cadendo seduto sulla sabbia e indicando un punto oltre la nebbia: - Bee-bee! Scheletri!
- Scheletri?- domandò Annabeth confusa – Ma che cosa stai…
- E’ vero…- mormorai con un filo di voce – Li vedo anch’io…
Nel punto in cui Livia aveva detto di nascondersi, la nebbia iniziava a diradarsi, rivelando, sparsi qua e là in posizioni grottesche, degli inquietanti scheletri umani, con ancora addosso dei vestiti rovinati e qualche brandello di carne.
- Oh miei dèi…- mormorò Annabeth, mentre i fratelli Stoll spalancavano la bocca increduli.
Anche Luke si voltò, restando piuttosto sconvolto: - Ma che cosa significa?
- Luke!- gridò Grover spaventato – Quella ragazza non è umana!
- Che cosa?
Luke guardò Livia con aria confusa, ricevendo un sorriso sadico come risposta: - E’ vero, Luke- disse con voce melliflua – Io non sono umana.
Prima ancora che potessimo fare qualcosa, Livia colpì Luke con una sberla, facendolo volare verso di noi.
- Luke!- gridammo all’unisono io e Annabeth, mentre lui atterrava pesantemente sulla schiena, con un gemito.
Mi inginocchiai accanto a lui, con apprensione: - Luke, come stai?
Lui si alzò a fatica su un gomito, senza reprimere una smorfia: - Sto bene, pupa, tranquilla…
Annabeth si voltò furiosa verso Livia, fissandola con odio: - Che cosa sei? – gridò.
Livia sogghignò, mentre i suoi lineamenti cominciavano a cambiare.
La sua pelle assunse un’agghiacciante tonalità bluastra, i suoi capelli diventarono neri come il carbone, le sue unghie si trasformarono in artigli ed i suoi denti si allungarono, diventando zanne affilate come rasoi.
Quando ci guardò di nuovo, i suoi occhi non erano più viola, ma rossi e iniettati di sangue.
Maggie ringhiò ferocemente, mentre Grover gridò terrorizzato: - E’ una lamia!
Livia, o Lamia, si passò la lingua violacea tra i denti, sibilando melliflua: - Mi avete scoperta quindi… non si può ingannare l’olfatto di un licantropo, neanche con una Foschia potente come questa… ma tanto, ormai, non ha più importanza, perché siete le mie prede!
Luke si alzò, massaggiandosi una spalla, e mormorò scocciato: - Che idiota… dovevo immaginarlo… ecco perché le persone sparivano nei pressi di quest’isola… li attirava per berne il sangue…
- Che cosa?- gridai incredula – Ma che razza di mostro è? Una specie di vampiro greco?
- Più o meno- mi rispose Lamia, con la sua orribile voce sibilante – Una volta ero una donna bellissima, una regina della Libia che conquistò il cuore di Zeus. Ma Era, invidiosa di me, mi maledisse ed uccise tutti i miei figli, ad eccezione di due.
Distrutta dal dolore, iniziai a vagare sola per la mia terra, e l’invidia che provai, nei confronti delle mamme e mogli felici che incontravo, mi spinse a fare strage dei loro figli e dei loro amanti dissanguandoli, in modo che tutte loro provassero il mio dolore.
Maggie ringhiò furiosa: - Già, commettesti delle porcherie così atroci che la corruzione della tua anima si riversò sul tuo aspetto, trasformandoti in quello che sei ora!
Lamia soffiò minacciosa: - E’ vero. Ma trovai il modo di rimediare mettendomi al servizio della dea Ecate, che mi diede la capacità di cambiare aspetto a mio piacimento. In questo modo, continuai la mia opera di sterminio, attirando uomini appartenenti ad altre donne e succhiando il loro sangue.
La mia vita fu rovinata ingiustamente, non vedo perché le altre ragazze non debbano patire i miei tormenti! Ed ora, dato che avete scoperto la verità, dovrò uccidervi tutti!
Luke e gli Stoll sguainarono le spade, mettendosi in posizione di difesa. Annabeth tirò fuori un coltello di Bronzo Celeste, mentre io sistemai la prima freccia sulla mia balestra.
Maggi scoprì le zanne minacciosa e Grover, sebbene fosse spaventato a morte, tirò fuori il proprio flauto, pronto a strimpellare delle melodie così orrende da far venire gli spasmi a qualunque mostro si trovasse nelle vicinanze.
Lamia si preparò ad attaccare, ma, proprio mentre stava per balzarci addossi, una voce familiare la bloccò di colpo: - Fermati!
Ci voltammo tutti sorpresi, mentre Morgan avanzava minacciosa in direzione del mostro.
I suoi occhi verde acqua scintillavano pericolosamente.
Lamia sibilò, fissandola con scherno: - Un’altra semidea! E’ la mia giornata fortunata!
- Non credo proprio, Lamia- rispose Morgan, sottolineando con veemenza il nome del mostro – Non alzerai un solo dito su di loro.
- E perché mai?- ghignò Lamia, beffarda – Chi sei tu per dirlo?
Improvvisamente, uno strano simbolo brillò sopra la testa di Morgan, illuminando la zona circostante di luce viola.
Era una specie di ruota, con forme quasi serpentine che, all'interno di essa, disegnavano una specie di labirinto a tre direzioni.
I miei compagni spalancarono gli occhi, mentre io rimasi imbambolata a guardare: - Ma che cosa significa?
Lamia sussultò terrorizzata, mentre Morgan, con uno sguardo fiero e sprezzante, le parlò in tono deciso: - Io sono Morgan Fay, figlia di Ecate, dea della Magia, degli Spiriti e delle Ombre, nonché tua signora. Insieme alle altre sue ancelle, tu sei sottomessa a me.
Ora fà come ti dico, o te ne farò pentire amaramente!
  
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