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Autore: VictoireYK    16/11/2012    1 recensioni
- Oh. Mio. Dio – sillabarono tutti lentamente.
Non poteva essere, decisamente era un sogno.
Era impossibile.
Quel corridoio, quei quadri, quelle pareti…no.
Non poteva essere realmente Hogwarts.

Ciò che accade quando un gruppo di ventiquattro fan di Harry Potter si ritrova magicamente (e improvvisamente aggiungerei) a Hogwarts, tra profezie e magie ce ne saranno davvero di tutti i colori.
Genere: Avventura, Comico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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9° Legends

 
Dominique ci mise un secondo a balzare giù dal letto.
- Oh, Merlino! – urlò, dimenticando perfino l’ostilità nei confronti delle ragazze. Quest’ultime nascosero subito i polsi con un’espressione colpevole e sconvolta in viso.
- T…torna a dormire – disse Alba con voce tremante. Dominique chiuse la bocca che era spalancata dallo stupore.
- Il dormitorio è di tutti. Chi sei per dirmi che non devo stare sveglia? –
Cecilia in difesa dell’amica le sorrise beffarda.
- Ah, sì? -. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca del pigiama. Dominique pensando che volesse combattere si tastò a vuoto i pantaloni del pigiama, ma Cecilia si girò e si sedette sul letto di Alba.
- Ragazze – disse solo. Le altre senza neanche chiedere spiegazioni si sedettero tutte sul letto singolo della rossa. Colin chiuse le tende con un colpo di bacchetta e furono immerse nel buio e nel silenzio, rotto solo dai loro respiri pesanti.
- Ahi, Colin! Quello era il mio piede! – si lamentò Arianna, ormai soprannominata Ariana in omaggio della saga.
- Lumos – pronunciò Anna. Una tenue luce illuminò i loro volti.
- Muffliato – aggiunse Cecilia. Quest’ultima poi scoprì il polso della mano che reggeva la bacchetta. Un simbolo nero su pelle era lì impresso. La ragazza ci passò una mano sopra, ma non sentì nulla, come se fosse lì da sempre.
Le altre la imitarono lentamente.
- E’ strano –
Il gruppo non rispose. Tutto era strano da quando erano arrivati in quel posto. Guardarono ancora sconvolte quel simbolo impresso finché Cecilia strinse i denti, improvvisamente determinata. Scostò le tende velocemente tant’è che un pezzo si strappò. Trovarono Michela e Ylenia che salivano le scale del loro dormitorio.
- Ragazze – disse sollevata Anna. Michela annuì.
- Lo sappiamo, stiamo andando da Jude. Non dite nulla -.
- Serpeverde! – esclamò indignata Dominique. – Serpeverde nel nostro dormitorio! –
La bionda afferrò la bacchetta, che si trovava sul comodino, con rabbia e si infilò le ciabatte. Michela le sbarrò la strada.
- Dove credi di andare tu? –
Dominique la guardò con un’espressione di superiorità, tipico di sangue Veela.
- Dal preside –
- Non credo proprio-
Ylenia si affiancò a Michela e le prese la mano tirandola verso di sé.
- Non ne vale la pena…lasciala andare –
Michela e Dominique si squadrarono in silenzio per qualche secondo, poi la prima si spostò di lato riluttante. La bionda uscì con passo veloce, Ylenia si affacciò dalle scale e la vide dirigersi al dormitorio dei maschi.
- Abbiamo poco tempo, sbrighiamoci –
Le ragazze annuirono e uscirono dal dormitorio quasi correndo. Uscite fuori si guardarono tra loro per un po’.
- Dove ci aspettano gli altri? – chiese Arianna.
- Davanti al dormitorio dei Serpeverde. La stanza di Jude è lì vicino. –
Senza dire nulla iniziarono a scendere le scale correndo. Sapevano di dover fare in fretta, se qualcuno le avesse viste ci sarebbero state gravi conseguenza. E soprattutto il tempo stringeva. Dominique e i Potter/Weasley avevano il mantello dell’invisibilità, ci avrebbero messo poco tempo ad arrivare senza intoppi dal preside. Il castello di notte era quasi spaventoso con gli infiniti quadri sulle pareti, le porte semiaperte e gli angoli bui. Per fortuna erano abituate a girare per il castello di notte fonda. Continuarono a correre finché  Michela e Ylenia, che guidavano la fila, si fermarono di botto e le altre le andarono a sbattere contro.
- Ahi! –
- Shhh! –
Le due bionde spinsero le altre dietro l’angolo. Avevano il fiatone per la corsa e Ylenia fece cenno di tapparsi la bocca.
- mi piace questa situazione, sembra che me la comando bene – affermò sottovoce vantandosi. Michela alzò gli occhi al cielo con un sorriso, Ylenia fu certa di aver sentito un “anch’io”.
- Perché ci siamo fermate? – sussurrò Arianna.
- Auror. –
Cecilia imprecò sottovoce e si asciugò il sudore dalla fronte.
- E ora? –
Ylenia entrò improvvisamente nel panico, di fronte la preoccupazione di Cecilia, e prese a mangiarsi nervosamente le unghie. Michela scuoteva la testa e parlava tra sé.
- C’è un modo…ma è folle – disse.
- Che intendi? Qualunque modo sia…Dobbiamo fare in fretta –
Michela sospirò, poi tirò fuori la bacchetta e la puntò verso un auror che era di spalle. Le ragazze sbarrarono gli occhi.
- Pietrificus totalus – pronunciò sottovoce la ragazza. Uno dei due auror si irrigidì e cadde in avanti. L’altro si girò con la bacchetta sguainata, fu velocissimo, ma Cecilia si mise in mezzo e lo disarmò stupendo se stessa.
- Pietrificus totalus – ripeté Michela, ma l’auror la evitò e si lanciò verso le ragazze. A questo punto intervenne Ylenia, che impaurita per le amiche, lo schiantò in un secondo. Sbarrò gli occhi sorpresa, non pensava di farcela.  Il mago svenne e le ragazze sospirarono di sollievo. Però avevano creato troppo rumore, dovevano sbrigarsi.
- Dai andiamo – disse Michela tirando Ylenia per una manica, che era rimasta impallata a vedere l’auror a terra.
- Aspettate, dobbiamo usare l’oblivion
Un improvviso silenzio calò sulle ragazze. Arianna si fece avanti insieme alle altre che erano rimaste nascoste dietro l’angolo.
- Lo faccio io –
- Ma…- iniziò Anna.
- Tranquille. So la teoria, quanto può essere diverso? – domandò retoricamente mentre tirava fuori la bacchetta. – E non sarà totale –
Quest’ultima frase sembrò tranquillizzare tutte. Mentre Arianna si occupava di obliviare gli auror, Cecilia, Michela e Ylenia si sorrisero complici.
- Altro che troll di montagna. Due auror in un colpo solo! – disse Cecilia e le altre risero in risposta. Poi la mora si scoprì il polso, lasciando il sorriso per un’espressione seria, e lo mostrò alle amiche. Anche queste la imitarono. Il marchio era lo stesso e occupava tutta la larghezza del polso.
- Stavamo dormendo quando Giorgia ci svegliò e ci spiegò quello che aveva visto –
- Noi abbiamo sentito Alba urlare –
- Che potrebbe essere? – chiese la rossa in questione raggiungendole e vedendo il tatuaggio. Prima che una di loro potesse rispondere Arianna si incamminò verso i sotterranei.
- Ha fatto, andiamo –
Per fortuna riuscirono ad arrivare senza altri intoppi fino ai sotterranei, lì incontrarono tutti gli altri
- No, ma dico, aspettate un altro po’ ad arrivare no?! – bisbigliò Stefano stringendosi nel giacchetto che aveva sulle spalle.
- C’erano degli auror! – rispose Cecilia.
- Come avete fatto? – domandò il ragazzo sorpreso.
- Poi ne riparliamo. Dai andiamo…ventiquattro persone non passano inosservate. – Cercando di fare meno rumore possibile si incamminarono fino alla stanza del loro professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Arrivati, Alice fece cenno di stare in silenzio e bussò tre volte alla porta. Aspettò qualche secondo, poi fece per ribussar, ma la porta si aprì lentamente rivelando il loro professore. Colin, Anna e Andrea sentirono improvvisamente la gola seccarsi. Il professor Gray indossava solo i pantaloni del pigiama, che lasciava intravedere l’elastico dei boxer, salendo su si presentava il torace e spalle ben scolpite, e la faccia era assonnata coni capelli arruffati che gli coprivano un po’ gli occhi blu. “Ha un che di babbano” pensò Ylenia, ormai immune da un pezzo al fascino del professore. Quest’ultimo realizzando chi fossero sbarrò gli occhi.
- Ragazzi! Che ci fate qui!? – disse con una nota di accusa.
- Possiamo entrare? – chiese Alice con un’espressione che definivano “alla Dobby”. Jude li guardò per un attimo e poi sospirò facendosi da parte.
- Bella stanza – commentò Laura entrando, ma si zittì con una gomitata di Naomi. In effetti la stanza di Jude si poteva definire più che altro funzionale. Un armadio, un letto, e una scrivania, una porta lasciata aperta mostrava il bagno in penombra. L’unica cosa che donava un po’ di originalità era il camino e un tappeto rosso dall’aria soffice. Una montagna di libri si trovava sopra la scrivania insieme a pergamene e boccette di inchiostro. Questo era l’unico elemento che presagiva che la stanza fosse abitata da qualcuno.
- Oh – fece Serena guardando da una parte. I ragazzi seguirono lo sguardo dell’amica e salarono anche loro in un suono di stupore. Sopra una asta attaccata al muro era appollaiata una bellissima colomba che li scrutava con i suoi piccoli occhietti.
- Mi raccomando, non toccatela. Al contrario di quello che credete Luctus non ama gli umani – li avvertì, poi si mise una vestaglia che era buttata sul letto e si sedette.
- Sedetevi e raccontatemi tutto –
I ragazzi obbedirono e si sedettero un po’ ovunque…chi sul letto, chi sul tappeto. Naomi squadrò la colomba dall’altra parte della stanza. Qualcosa in quegli occhietti neri la faceva rabbrividire, immaginava che non mentisse affatto Jude sul fatto che non amava gli umani.
- Allora? Posso sapere il motivo per cui mi avete svegliato? – domandò serio.
- Questo – disse subito Ylenia, e scoprì il braccio, mostrando il simbolo nero. Jude lasciò cadere la bacchetta a terra e afferrò il braccio della ragazza, stringendolo con una presa ferrea, e in un secondo imprimendo le unghie nella sua pelle.
- Ah! – si lamentò la ragazza spaventata. Jude spalancò gli occhi e con uno scatto ritirò la mano mormorando un “scusa”. Tutti stettero in silenzio improvvisamente spaventati. Il professor Gray sembrava in un altro mondo mentre Ylenia si massaggiava il braccio dolorante.
- Professore? – chiamò Laura. Jude sembrò nuovamente tornare in sé lentamente  e si schiarì la gola.
- Bene…ce lo avete tutti? –
I ragazzi annuirono piano, quasi timorosi. L’uomo si spostò i capelli dal viso e poi porse la mano alla bionda. Nessuno parlava, tutti lo fissavano preoccupati.
- Posso?-
La ragazza in risposta gli mostrò il polso.
- Bene…ora voglio che tutti voi mi ascoltiate e non facciate domande finché non avrò finito –
Nessuno rispose, ma il messaggio era ben chiaro.
- Guardate tutti il…marchio che avete sulla vostra pelle – disse. I ragazzi obbedirono ipnotizzati e guardarono attentamente il marchio. Era un cerchio con all’interno raffigurata una stella. In tre punti in cui la stella si univa si formavano una linea curva, per un  totale di tre.
- Le quattro punte delle stelle indicano i quattro elementi: fuoco, terra, acqua e aria. Il simbolo è capace di evocare e utilizzare questi elementi. La punta principale rappresenta la magia. Il potere di Merlino. Con “magia” non intendo quella che proviene dalla bacchetta. Una magia nuova, indefinita, una vera e propria potenza senza nome, si presume sia governata da una sottile sfera luminosa all'interno dei cuori che possiedono il marchio. Questa sfera nasce con il marchio e poi risale fino al cuore, stabilizzandosi lì. Lì è racchiuso tutto il potere.-
Alba ricordò all'improvviso la luce luminosa che aveva visto quando era nato il marchio. Molti di loro si portarono una mano al cuore, ma non avvertirono nulla.
- Chi possiede questo simbolo ha tre doni di cui fare tesoro oltre il potere della magia e degli elementi. Questi tre doni sono: forza, saggezza…e amore. O meglio, la capacità di amare e essere amati. – Jude fece una pausa, raccolse la bacchetta da terra e fece lievitare un bicchiere d’acqua che si trovava sulla sua scrivania. Ne bevve un sorso e continuò.
- Guardate le linee del marchio – e nel dirlo prese la mano di Ylenia e percorse la traiettoria di una di esse con la punta dell’indice, la ragazza rabbrividì, la presa del professore era stranamente delicata rispetto a prima.
- La linea più alta è Abred, il presente. Quello che state vivendo ora, il mondo dei mortali. Abred permette di spostarsi nelle varie realtà del presente. – Quel minimo contatto era fuoco sulla pelle della bionda, che si chiese se anche Jude sentisse quel calore imbarazzante. Sembrava che stesse imprimendo il marchio più a fondo.
- La linea in basso è Gwynwydd, il mondo spirituale, il mondo dell’aldilà. Dove finiscono le anime dei morti –
La voce del professore creava un’atmosfera macabra.
- E infine – annunciò percorrendo un’ultima volta la pelle della ragazza – Ceugant, la dimora degli dei. Merlino è riuscito a stabilire un contatto con il mondo spirituale, non a caso fu il più grande mago di tutti i tempi. Si diceva…che chi possedesse il marchio avrebbe potuto vivere in un “infinito presente”, sarebbe stato immortale e attraverso Ceugant, e Gwynwydd avrebbe potuto viaggiare attraverso i mondi inconoscibili. I nemici di Merlino perseguitarono tutti coloro che ricevevano magicamente questo marchio. Nessuno sapeva e sa tutt’ora in base a quale criterio Merlino sceglieva i futuri Marchiati. Di fatto molti vennero perseguitati e bruciati vivi. Erano considerati dei demoni, capaci di distruggere o dominare il mondo radunando le forza maligne dell’aldilà. I Marchiati cominciarono a nascondersi e per molti secoli nessuno ne ebbe più notizia fino al 1300 circa. E ora voi… Comunque a quel tempo furono pochi rimasti vivi, e ancora di meno quelli che poterono raccontarlo, e uno solo a diventare famoso nel mondo babbano. . –
- Chi? – si lasciò sfuggire Andrea.
- Dante Alighieri . –
Se non fosse stato per la situazione per nulla divertente i ragazzi avrebbero certamente riso, ma Jude era serissimo.
- Dante Alighieri è molto probabile che fosse un marchiato – proseguì. – E raccontò il suo viaggio attraverso Gwynwydd nell’opera che tutti i babbani conoscono –
- La Divina Commedia – recitarono in coro i ragazzi.
- Esatto. Col passare degli anni come ho detto i Marchiati si sono estinti e la realtà si è tramutata in leggenda. Tutti conoscono il simbolo di Merlino, ma pochi sono a conoscenza del suo significato o della leggenda…nulla è mai stato verificato. –
Alice si sentì un po’ stupida ad alzare la mano, ma aveva paura di interrompere il professore.
- Sì, Alice? –
- Ma…voglio dire no…questo simbolo…ci permetterà davvero di fare quello che ha detto? Jude sospirò e annuì. – Ancora non lo so…stanno succedendo delle cose strane. Non chiedetemi cosa. Non so cosa potrebbe accadere e cosa potrete fare con il marchio, vi ho spiegato solo il significato e la leggenda. Questa che sia vera…sono in pochi a crederlo.-
- E lei? Lei ci crede? – chiese Andrea massaggiandosi il mento in un gesto riflessivo. Tutti si girarono verso il professore ansiosi di sapere la risposta. L’uomo si schiarì la voce e aspettò qualche secondo.
- Sì. Sì ci credo. –
Prima che i ragazzi potessero fare altre domande Sara mormorò qualcosa.
- Come? –
- La profezia – disse a voce più alta. – La profezia ha a che fare con questo vero? –
- Non è ancora giunto il momento che voi sappiate della profezia – rispose categorico. “Avevo intuito bene che ne sapeva qualcosa allora”, pensò Naomi. Quest’ultima alzò di scatto la mano e il professore gli fece cenno di parlare.
- McDovin che parere ha sulla profezia? –
L’uomo si alzò e prese a fare su e giù lentamente per la stanza.
- Io…penso che voi non dovete fare parola con il preside di questo. Ancora non sono sicuro, ma è probabile che lui non abbia degli intenti positivi nei vostri confronti. Preferirei che per ora aspettaste a riferirglielo. Avete fatto bene a venire prima da me. –
- Certo – disse Naomi e gli altri furono d’accordo. Meno persone sapevano di quello che stava accadendo e meglio era. Insomma…magari non li avrebbero bruciati vivi, ma di certo non li avrebbero accolti a braccia aperte.
- Dimmi Laura – disse Jude rivolto alla ragazza che aveva alzato la mano.
- Questo ci rende…cosa esattamente? Dei Marchiati? –
- No – esitò un attimo. – Dei discendenti di Merlino -.
Dei colpi forti alla porta li fecero sobbalzare.


Erano nella merda.
 
  
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