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Autore: _Renegade_    18/11/2012    4 recensioni
Questa storia parla della 11° edizione degli Hunger Games, e di come la protagonista affronti la difficile situazione dei distretti nei primi anni dopo i Giorni Bui e la "novità" di questi giochi. Ha le idee chiare su cosa fare del suo futuro. Ma non sempre le cose vanno come previsto...
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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La mia mente è bloccata, non riesco a pensare. Non doveva andare così!
La ragazzina che è stata estratta si sta muovendo a passi insicuri verso il palco, tutti la stanno osservando, non deve avere più di 14 anni. 
Devo fare qualcosa. 
Subito, o sarà troppo tardi!
Ma cosa posso fare? Se mi offrissi volontaria mia madre mi odierebbe, ne sono certa. Non posso farla soffrire ancora. D'altra parte posso aspettare l'anno prossimo, ho 16 anni, l'anno prossimo potrò ancora essere estratta.
Devo prendere una decisione immediatamente, la ragazzina è ormai davanti alle scale che portano al palco. 
Sono nel panico più totale e quando muovo un alto passo e urlo - Mi offro volontaria! - non mi sembra neanche di essere stata io a parlare. Tutti si voltano a fissarmi, Floria dal palco sembra un po' sorpresa anche se non è la prima volta che abbiamo un volontario.
Ora ci sono dentro.
O almeno spero, visto che un'altra ragazza sta alzando la mano, e quando Floria chiede cosa c'è che non va lei risponde - Mi offro volontaria anche io.-
Sono spiazzata. 
Forse è destino che io non entri. 
Ma Floria cerca di riprendere il controllo di se, e quando ci riesce dice -Beh, questo è un'evento insolito, cara tu torna pure al tuo posto, a meno che anche tu non voglia offrirti come tributo ahah- la sua risata suona falsa mentre parla con la ragazza del biglietto, poi guarda verso il gruppo delle ragazze dove io e l'altra volontaria aspettiamo e ci informa - Una cosa del genere non era prevista, ma penso che debba essere scelta la ragazza con più nomine - Parte di me trionfa. Poi mi ricordo dei miei genitori e li cerco con lo sguardo. Mio padre è impassibile, non fa trasparire emozioni, come suo solito. Mia madre ha uno sguardo strano, arrabbiato, della serie "vedi che ti faccio appena torniamo a casa!". Ma è ovvio che non sia troppo preoccupata, non sa quante volte più del dovuto il mio nome compaia nella boccia! Pensa che non mi sceglieranno. E anche l'altra volontaria sembra sicura di se, ed è evidente anche che è più grande. 
Intanto un pacificatore ha portato un grande quaderno sul palco, è il registro del distretto, con tutte le nomine per le tessere ecc. immagino; lo stanno sfogliando e il sindaco si è alzato ad aiutarli. Si fermano su una pagina, e poi su un'altra. Infine il pacificatore porta via il libro e il sindaco torna a sedersi, resta solo Floria davanti al microfono con un sorrisetto smaliziato. Dopo qualche secondo di silenzio annuncia
- Ebbene... la nostra fortunata ragazza è.... Leaf Moonseeker-  
L'altra volontaria è perplessa. Non ho il coraggio di guardare mia madre.
Mi incammino cercando di non sembrare spaventata, ma forte e sicura di me, devo almeno sembrarlo perché questa sera gli altri tributi potranno vedere la nostra mietitura e tutti cominceranno a fare le loro considerazioni e i loro giudizi, pensare alle prime possibili alleanze e strategie, chi uccidere prima e chi poi, chi sarà una minaccia e chi no, ma comunque le vere e proprie decisioni si prenderanno dopo l'addestramento.
Salgo le scale e mi avvicino a Floria. Non oso ancora pensare alla mia famiglia. Floria parla ma io non la sento. Poi vedo che il tributo maschile, Joseph, mi porge la mano, deve averglielo detto Floria, gliela stringo e sento l'applauso un po' forzato della gente.
Dei pacificatori ci spingono verso il retro del palco per farci entrare nel municipio dove diremo addio ai nostri cari.
Mi conducono in una stanza lussuosa, arredata minuziosamente e che penso sia adibita solo agli addii dei cari ai  tributi. Joseph è della stanza a fianco. Mi lasciano sola e dopo qualche momento di calma in cui non riesco a rendermi conto di cosa sto facendo entra mio padre. 
Resta a distanza. 
Il suo distacco mi fa male, ma che posso dire ora? Il silenzio si fa insopportabile e mi costringo a dire qualcosa 
- Eh mamma...?- forse non è la cosa ideale da chiedere perché papà scuote la testa 
- A casa. Puoi immaginare il perché - Le ho spezzato il cuore. E forse anche quello di papà non è poi così forte come pensavo. Un nodo mi sale in gola e penso che piangerò, ma ora devo parlare, spiegargli tutto, quindi ricaccio indietro le lacrime e comincio :
- Papà ascolta, io tornerò a casa. Te lo prometto. e quando sarò tornata sarai fiero di me e la mamma non soffrirà più te lo giuro e....
- Perché ti sei offerta Leavy? Per renderci fieri di te? Perché se è questo il motivo stai sbagliando tutto lasciatelo dire -
- No! Non capisci? Io vendicherò Jan! Io ucciderò il colpevole della sua morte e il nostro mondo sarà libero! - Papà diventa pallido e si lascia cadere su una sedia. Non so perché non riesca a capire, ma so che le mie parole gli fanno male, perché? Pensa che io non sia in grado di farlo? 
Lentamente alza lo sguardo e mi osserva con occhi stanchi e tristi.
- Quando ero un bambino mio nonno mi disse: Occhio per occhio e il mondo diventa cieco. Leavy tu vuoi accecare il mondo? - Le sue parole non hanno senso ma non c'è tempo perché chiedergli  spiegazioni perché un pacificatore irrompe nella stanza e ci informa che il tempo a nostra disposizione è scaduto, papà mi abbraccia velocemente e mi sussurra - Ti ho voluto bene figlia mia.- Ed esce mentre una lacrima gli scende in viso. Allora è certo di non rivedermi più? Il fatto che abbia usato il passato mi sconvolge. Non mi vuole più bene... o sa che non tornerò...? L'ho deluso questo è certo, ma non capisco come.... 
Resto di nuovo sola nella stanza, nessun altro è venuto a dirmi addio. Mi chiedo se sto facendo la cosa giusta, ma l'unica cose che riesco a rispondermi è "Certo, libererai il mondo da una dittatura e vendicherai tuo fratello", e allora perché nessun altro pensa che ce la possa fare?
Floria viene a prendere me e poi Joseph, ha gli occhi rossi e gonfi di pianto. Penso a tutta la gente che sarà andata a salutarlo: la sua famiglia, la ragazza che piangeva, e qualche ragazzina che aveva una cotta per lui e voleva dirglielo prima che andasse al macello. Floria ci accompagna in stazione dove il treno per Capitol City ci attende.
   
 
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