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Autore: louissmile    19/11/2012    1 recensioni
l'amore può nascere in molti modi, con un incontro, con uno sguardo, con un libro.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Driiiiin
La campanella annunciò la fine della scuola. Alzò lo sguardo assonnato verso l’orologio che segnava le 14 e dieci. Chiuse il libro e lo mise nella borsa buttata per terra, si alzò a malavoglia e si diresse verso l’uscita dell’aula, urtando qualche studente che stava tranquillamente uscendo.
-Ahia cazzo, fai più attenzione!
Alzò lo sguardo sul ragazzo che aveva accanto che aveva urtato non molto gentilmente. Puntò i suoi occhi verde smeraldo attraverso le lenti degli occhiali e gli chiese scusa con un sospirò, prima di dileguarsi tra la massa di persone euforiche, pronte ad andare a casa o ad uscire con gli amici a spassarsela. Il riccio cercò i suoi capelli corvini tra l’ammasso di studenti senza risultato, così si rassegnò e si diresse verso il suo armadietto sbuffando ripensando alla ragazza.
Appena riuscì a sgusciare tra i ragazzi che riempivano i corridoi si buttò verso la porta e al contatto con l’aria frizzante del giardino della scuola inspirò profondamente. Finalmente un’altra giornata era finita. Si sistemò la borsa sulla spalla e si mise a correre a più non posso verso la città e le sue vie, silenziose e vuote a quell’ora del pomeriggio ma che presto sarebbero state ripopolate dal solito chiacchiericcio di gente che parla per la strada, suoni di clacson e motorini impazziti e dal via-vai di automobili. Arrivò davanti al piccolo ristorante con il fiatone e ansimando entrò nel caldo locale. Si sedette al suo solito posto accanto alla finestra dove osservava la gente che passava per le strade. Le piaceva farlo, le piaceva vedere tutte quelle buffe persone e come si comportavano durante le loro giornate. La maggior parte le vedeva tutti i giorni, il vecchio che sistemava i fiori nel negozio davanti, il ragazzo che aspettava l’autobus, la donna che accompagnava il suo bambino a fare una passeggiata, li considerava come amici, nonostante non li avesse mai rivolto la parola e neppure li conoscesse, ma ogni giorno le facevano compagnia mentre mangiava e ogni giorno si immaginava gli stessi soggetti in situazioni diverse, anche irreali, a volte si immaginava il ragazzo fermo ad aspettare l’autobus come un cavaliere coraggioso, pronto a balzare sul suo destriero, il vecchio fiorista come un mago che accudiva le piante da cui prendeva gli ingredienti per le sue pozioni magiche, la donna che portava il bambino se la immaginava come una supereroina che doveva convivere nello stesso tempo con la vita di tutti i giorni, per questo amava quel ristorante, inoltre conosceva il proprietario che era amico di suo padre. E mentre fantasticava sulle persone che vedeva in giro finì velocemente il panino.
-Simon non trovi che le persone siano buffe?
-Perché?
-Sono sempre così indaffarate, non si fermano mai a pensare o semplicemente ad osservare il mondo?
-Non ne hanno il tempo piccola, spesso le cose che li circondano diventano banali, non tutti si emozionano davanti alla vita come te
.
E diede una leggera pacca sulla testa corvina della ragazza che gli sorrise timidamente.
-Beh ora devo andare, ci vediamo domani Simon. Disse sorridendo dolcemente all’uomo di fronte a lei, si alzò ed uscì dal locale mentre Simon le augurava un buon pomeriggio.
Si mise il cappello e ricominciò a correre, certo sarebbe stato più comodo prendere un pullman, ma lei voleva respirare l’aria pura, voleva sentire il vento che le sferzava la faccia e i brividi del freddo. Arrivò ansimando di fronte alla biblioteca. Sì, dopo la scuola si recava sempre in biblioteca, ma non per fare i compiti, bensì per immergersi nella lettura di nuovi libri, di scoprire nuovi mondi lontanissimi, per combattere con maghi, per sognare un principe con le principesse, o anche solo per osservare con gli occhi dello scrittore i dettagli della vita quotidiana che lui vedeva e viveva.
Entrò e fu inebriata dal profumo di libri, da una sensazione di calore dolce e dal silenzio della biblioteca. Era un luogo accogliente, la faceva sentire a casa, e in effetti questa era la sua casa. Posò la borsa sul suo solito tavolo e si avventurò nell’esplorazione degli scaffali della biblioteca. Passeggiando respirava il dolce profumo di libri che invadeva tutto l’edificio finchè non finì a sbattere contro qualcuno. Cadde a terra per l’impatto e le caddero gli occhiali dal viso. Alzò lo sguardo cercando di distinguere qualcosa ma tutto ciò che riuscì a vede fu un ammasso sfocato di marrone e blu. Quella cosa le prese gentilmente la mano e le mise dentro gli occhiali che indossò senza aspettare. Si alzò in piedi e si scusò con quella gentile persona mentre si fissava le punte delle scarpe per l’imbarazzo quando la voce calda e roca del ragazzo la fece sobbalzare, alzò lo sguardo per trovarsi due occhi verde smeraldo che la scrutavano ed un dolce sorriso dipinto sul volto.
Avvampò alla vista del ragazzo che aveva urtato un’ora prima a scuola.
-S-sei tu, mi dispiace, anche per sta mattina …-
Notò che il ragazzo portava gli occhiali e teneva in mano una copia di Harry Potter, il suo libro preferito.
-Ti piace Harry Potter?- gli domandò in modo curioso, senza nascondere una punta di euforia nella voce.
-B-beh sì, è il mio libro preferito… -
Si guardarono entrambi negli occhi, stupiti davanti a loro, così diversi da come apparivano a scuola, e così uguali tra loro. -Allora, che ne dici, potremmo leggere insieme questo pomeriggio … sempre se ti va, comunque piacere, io sono Harry- Sorrise dolcemente alla ragazza che ormai non era più imbarazzata davanti a lui, bensì curiosa di sapere come fosse veramente quel ragazzo che sedeva tutti i giorni svogliato davanti a lei in classe, così annuì sorridendo e incamminandosi insieme al riccio verso uno dei tavoli rimasti liberi nella biblioteca.
  
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