Epilogo
Quel
bambino
si era spinto fuori dalle sue terre, spaventato dalle continue guerre
che vi
imperversavano. Forse, agli occhi di un’altra persona, non
aveva poi fatto
chissà quali nobili azioni nei confronti di Russia.
Eppure, per
quest’ultimo, Cina era stato un vero e proprio raggio di sole.
Non era
scappato vedendolo. Aveva ignorato i suoi abiti logori e sporchi di
sangue e si
era concentrato sul suo viso sofferente e aveva provato a… a
farlo stare
meglio. Senza conoscere nulla di lui gli si era avvicinato, lo aveva
sorretto,
gli aveva sorriso e, dopo che si era presentato, Ivan gli aveva preso
la mano.
Non
gliel’aveva stretta in segno di saluto, ne l’aveva
trascinato in giro come
aveva fatto con Lituania al loro primo incontro…
semplicemente aveva sentito il
calore di quella manina nella sua e aveva pensato che quel bambino gli
piaceva
e che lo voleva vicino.
Ma quel
piccolo raggio di sole quanto sarebbe potuto stare accanto ad uno stato
sottomesso e manipolato come lo era lui? Quante volte sarebbe potuto
andarlo a
trovare, scappando dalle battaglie che innescavano i mongoli, gli
stessi che
tenevano le redini di Ivan?
… non molto.
No, lui aveva bisogno di diventare forte, per la prima volta in vita
sua
desiderò essere più grande e lo
desiderò per Cina.
*
< Io ho… ho detto a Dimitri di guidare la battaglia contro i mongoli, dopo averti incontrato… tu mi hai fatto vincere, mi sono liberato perché tu eri vicino a me. >
Strisciò
sul
suo corpo e alzò la testa, osservando
l’espressione di Cina. Non pareva più
arrabbiato, ne desideroso di andarsene… il suo sguardo era
quasi triste, forse
nostalgico.
Russia gli
prese il viso tra le mani e, delicatamente, gli diede un bacio sulle
labbra.
Per qualche ragione che lui non comprese, Yao aveva iniziato a
piangere, ma non
si sottrasse a lui.
< Non voglio che mi lasci solo, voglio che stai qui con me, perché se tu non sei qui… io ritorno là.>
Cina
ebbe
come un flash, in cui rammentò Russia infreddolito e coperto
di sangue, con
quei pesanti sacchi sulle spalle e l’aria afflitta. Non aveva
mai visto, fino a
quel momento, una persona così sola e triste.
Velocemente,
scivolò via dalla presa di Russia, ma invece di allontanarsi
da lui (come il
russo temette) si smise seduto e gli fece poggiare la testa sulle sue
gambe.
Ivan non si
mosse, ma i suoi occhi iniziarono a lacrimare.
Cina con una
mano gli carezzava i capelli, mentre con l’altra si
sfiorò le labbra ora
inspiegabilmente fredde.
< Stupido. >
Disse. Ora entrambi piangevano senza conoscerne bene la ragione. La casa finalmente stava cominciando a scaldarsi, il fuoco non appariva più minaccioso, ma emanava semplicemente un piacevole tepore e la sua luce illuminava il viso di entrambe le nazioni.
< La prossima volta... > le lacrime di Cina bagnarono il viso di Ivan e si mescolarono con le sue <… che ti senti solo, che vuoi parlare… dimmelo direttamente e basta… ti prego. >
Russia
annuì
leggermente e chiuse gli occhi, cullandosi in quel confortevole calore
umano
che così raramente aveva avvertito e che proveniva dalla
persona che per prima
glielo aveva donato.
Rimasero
così per un po’.
Cina ignorò
i lividi che aveva sul collo, il petto dolorante, ignorò tutto e si
concentrò semplicemente
sull’accarezzare i capelli di Russia fino a farlo
addormentare.
In fondo, lo
faceva sempre. Alla fine non riusciva ad avercela con Ivan, ad
attribuirgli
colpe, e rimaneva con lui fino a quando quell’affetto
soffocante non era vicino
ad ucciderlo; poi scappava impaurito, dimenticandosi perché
era rimasto con
Ivan tanto a lungo, e quando il russo lo riprendeva con sé a
quel modo, se ne
ricordava… e tutto ricominciava.
Era così da
talmente tanti anni che Cina nemmeno ricordava quando avevano iniziato.
Faceva
male ad entrambi, ma se quello era l’unico modo che avevano
per rimanere vicini
senza morire… andava bene; tanto, anche se Yao avesse
cercato di insegnare ad
Ivan di comportarsi in modo diverso, non sarebbe servito a nulla.
Russia amava
Cina, e lui ne era felice, ma anche impaurito.
Perché
Russia non aveva mai imparato ad amare in modo normale.
FINE
Note storiche:
Questa FF è
stata scritta per il contest storico indetto da Rota, ed è
arrivata seconda a
pari merito con un’altra storia.
Gli errori
presenti quando l’ho consegnata li ho cancellati (anche se
non ho espiato le
mie colpe così XD).
Baci Mattie.