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Autore: Vex91    06/06/2007    2 recensioni
Ormai anche gli uomini usano le magie, vivono immersi nella tecnologia, forti delle proprie armi. Ma tempo fa...studi, ricerche, sofferenze. Ci furono tempi in cui la caccia alle streghe era il lavoro più importante del mondo. Ed è così che il Fantasma incontrò la Strega. Se ne innamorò. La avviò sulla strada della morte... (AVVERTENZE: come pg non c'è Artemisia, serviva tuttavia un personaggio e ho scelto quello che più si avvicinava alla strega..:P) {l'ambientazione è quella di Final Fantasy VIII, ma ci sono solo piccoli accenni a elementi del gioco. La storia nasce per un concorso, a cui poi non si è presentata; è lineare e abbastanza breve...leggete numerosi!!! ;p }
Genere: Romantico, Malinconico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Artemisia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.-*-._.-*-._.-*-._

PERDONATEMI!! Mi scuso ufficialmente per questo mio indicibile ritardo, ma ho avuto dei problemi col pc catorcio…

Tuttavia, prima si ringrazia! E allora ecco che i piu’ grandi ringraziamenti vanno a Antonel Heartilly, ancora una volta, che recensisce sempre! Grazie!! E Grazie anche a Lucia Nanami! Sono felicissima che ti sia fermata a scrivere la tua opinione…Mi commuovete! Ç_ç spero che anche altri seguano il vostro esempio, e spero che vi farete sentire anche su questo chap! Con la speranza che vi piaccia..

:P  ciau^^

 

 

Lo sguardo vitreo della donna si posò sull’uomo, che ricambiava tranquillo attraverso la stoffa leggera. Lei, titubante, staccò il velo, tornando a sentire l’aria notturna sulla pelle, felice. Seguì un momento di silenzio, interrotto solo dal crepitio del fuoco. Rek sapeva di star perdendo tempo inutilmente, e di non star eseguendo il proprio compito. La Strega, d’altronde, stava prendendo la decisione più importante della sua vita. Infrangere uno dei massimi divieti… Perché rovinare tutto rivelando la sua vera identità? Forse poteva trovare nel suo salvatore qualcuno con cui parlare normalmente, anche solo per una volta…le sarebbe piaciuto da morire…tanto poi non l’avrebbe più visto. E sembrava simpatico, oltre che…strano…

“Io sono Pan, del villaggio di Huria.” Disse, esitante, con la voce che le tremava per l’emozione. Era la prima volta che si presentava con il suo vero nome. Ecco. Aveva infranto il divieto. Rek alzò lo sguardo sulla Strega. Le aveva detto il suo vero nome? Pan…La Strega Suprema Pan. Chissà perché l’aveva fatto…

“Sono in debito con te, Rek. Come posso sdebitarmi? Posso fare tutto ciò che vuoi…” continuò lei. Aveva in mente solo una cosa: buttarsi nell’ignoto. Rek poteva vederla come una persona normale, e lei una volta tanto voleva esserlo.

Quando Rek fece un sorrisetto malizioso, però, iniziò a pentirsi di quello che aveva detto, e arrossì furiosamente, ringraziando che al buio non si vedesse. Ovviamente, non proprio tutto…le toccava esprimersi ad alta voce?

“Quasi tutto, scommetto” la precedette lui, fermandosi ad osservare meglio la Strega Pan. Ma si costrinse a pensare al lavoro, e tornò serio come era solito fare.

“Pan…perché ti sei messa a ridere?” chiese, senza motivo.

La domanda stupì la Strega, oltre al fatto che era la prima volta che qualcuno la chiamava col suo vero nome. Si sentì felice, nonostante tutto.

“Non avevo motivo di ridere, in realtà. Ma stavo per dimenticare come si facesse. Passo le mie giornate a piangere da anni, ormai.” Rispose sinceramente. Aprirsi con una persona che non avrebbe rivisto mai più non poteva farle male…

“Sono prigioniera. Stasera sono riuscita a scappare per un po’, ma devo tornare alla mia prigionia, prima o  poi. Ma ne sono così stanca che a volte desidero morire. Stasera non ero venuta qui con questa idea, ma il fato mi aveva aiutata, se tu non mi avessi salvata.”

“Chiunque l’avrebbe fatto.”

“No, non chiunque.” Corresse lei, “molta gente mi vuole morta. Molti mi avrebbero lasciato lì. Nessuno mi ama, nessuno mi accetta…”

Rek abbassò lo sguardo, sentendo quelle parole. La capiva. Pensò alle cicatrici che lui stesso portava sulla schiena, pensava alla prigionia che aveva provato, e il dolore. Osservò che la neve ai piedi della Suprema Pan si era macchiata del suo sangue che continuava a colare, e che aveva iniziato a sciogliersi. Si intravedeva il terreno sottostante.

 

Oh, cavolo…

Devo ricordarmi il mio compito. Questa qui fa troppo l’angioletto…vediamo di ristabilizzare un po’ le cose. Com’era? Bisogna sempre stare in guardia, perché ti ammaliano, e poi non riesci più a svolgere il tuo compito…cerca di fare il distaccato.

 

In fretta, si frugò nel mantello, e le passò una boccetta.

“Pozione. Bevi, ti curerà quella ferita.” disse spicciamente, “ma continua pure. Stavi parlando di quanto avresti fatto bene a suicidarti, o sbaglio?”

La Suprema bevve, sentendo la ferita rimarginarsi poco a poco, e mantenendo lo sguardo basso. Rek, nonostante avesse parlato in tono ironico, non potè fare a meno di provare pietà per lei. La Strega se ne accorse.

“Non compatirmi, straniero…Rek. Non sai nemmeno di cosa parlo…”

“Certo che lo so. Non è la stessa cosa, ma a me non piace quando la gente pensa che sia un fantasma.”

Rek lasciò passare un po’, dando a Pan il tempo di pensare. Poi si decise. Indagare un poco su quella strana fanciulla…come avrebbe potuto interferire?

“Ho parlato con la tua guardia, Yuni. Mi ha raccontato molto di te, Strega Suprema. Pan. Perché mi hai detto il tuo nome?”

Il mondo le crollò addosso. Lui sapeva…aveva sbagliato. Aveva infranto la regola…Ecco l’ennesimo traditore, come la gente del villaggio che si faceva beffe di lei. Gli aveva detto il suo nome, lui l’avrebbe detto, e lei sarebbe stata punita…Hyne.

“Non sapevo che tu sapessi chi ero. Mi puniranno per aver sbagliato.” Disse, carica di rancore.

Rek la fissò, mentre gli occhi vitrei della Suprema si erano illuminati di una luce pericolosa, quasi mortale. E iniziò a riconsiderare l’idea che i suoi occhi uccidessero. Perciò cercò di addurre una scusa al suo comportamento:

“…Ho preferito non comportarmi come i tuoi stupidi compaesani. Personalmente, Strega, non ti reputo una persona divina, sappilo. Non dirò a nessuno che so il tuo nome. Ho capito, sai, com’è la tua gente. Dì un po’, ti avrebbero fatto del male?”

Forse aveva detto la cosa giusta, perché lei sembrò soppesare le sue parole. “Niente di doloroso...”

Per il corpo…

Hyne.

Credo che fidarsi troppo di uno sconosciuto non sia stato tanto sbagliato. Potrei leggere nel suo animo, ma non voglio farlo. Perciò, anche se sa chi sono, confido nel fatto che non lo rivedrò mai più. Gli ho rivelato addirittura il mio nome!

“Niente di doloroso…”

Lui non la bevve, ma non erano affari suoi. Lui si limitava a seguire la missione…per questo esordì ora in tono neutro. “Strega Pan. Io sono venuto da Centra apposta per parlare con te.”

Lei alzò gli occhi: “Davvero? E’ per questo motivo che hai incontrato Yuni? Volevi udienza?”

Rek annuì, mentre risistemava il gunblade sotto il mantello. “Al villaggio sanno a malapena il mio nome. Questo perché non devo lasciarmi tracce dietro. Suprema Strega, prometti che mi ascolterai?”

“Perché non dovrei ascoltarti? Sei l’unica persona con cui abbia mai parlato da pari a pari, da qui a quindici anni.”

Quindici anni, pensò Rek. Povera fanciulla…Era molto simile a lui, per questo aveva deciso di essere diretto.

“Sto andando contro i miei stessi interessi, in questo modo, sappilo. Sono un cacciatore…” disse lui, serio, “un cacciatore di streghe. Il mio compito è trovarle, catturarle e portarle a Centra. E tu sei il mio obiettivo.”

La Suprema Pan sgranò gli occhi, che un secondo dopo erano tornati vuoti e spenti, come privi di vita. Cacciatore di streghe… sapeva che esistevano altre persone come lei, ma non persone che le cacciassero…e che quindi le uccidessero. Certo che lui avrebbe potuto lasciarla annegare, a questo punto. Avrebbe evitato di sporcare la propria spada. Ah, no, certo. Dove sarebbe stata la gloria, altrimenti?

Fa niente. Al massimo, mi toglierà la vita. E mi farà un favore.

L’atteggiamento del giovane uomo l’aveva un po’ disorientata. Cacciatore…assassino. Ma come poteva un uomo così intrigante arrecare dolore?

“Non tenterò la fuga. Ti ascolterò. Se avessi voluto uccidermi, non avresti sprecato tempo a parlare.”

“Io non uccido. Posso aiutarti.”
“Ti ascolto” ripetè la strega. Non aveva nulla da perdere. Continuava a fissare lo straniero, e a chiedersi se a Centra avessero tutti i capelli bianchi. Forse era lui ad essere l’eccezione…

“Noi cacciatori di streghe abbiamo il compito di rintracciarle e portarle a Centra perché possano essere…” si fermò per trovare le parole adatte “studiate. Si. In realtà, tu sei la mia prima missione. Ti ho seguita perché non sapevo come comportarmi. E meno male che l’ho fatto, altrimenti a quest’ora non saremmo qui.” Continuò, distaccato, “in ogni caso, se tu non volessi venire di tua spontanea volontà, sarei costretto a farti prigioniera. E ho preferito parlarti, perché ho visto come ti trattano. Le regole mi impediscono addirittura di parlare con la mia preda. Dovrei prenderla con la forza. ”

Lei ascoltò stupefatta, ripetendo “Come…come mi trattano?” Lo fissò confusa e docile. Non aveva capito la situazione. “Si…è gente semplice, non conosce e si affida al mistico. Ti trattano malissimo, ho notato.” Rek distolse lo sguardo.
“Mi trattano come devono! Sono la Strega che temono, perché ho portato le nevi! Sai come mi chiamano, anche?”

Lui annuì  “Figlia di Shiva. Sì, l’ho sentito alla taverna. Ma sei stata sfortunata: a Trabia era già prevista una glaciazione, e tu ci sei capitata in mezzo.”

Rek, in precedenza, aveva giudicato la voce della Suprema come un suono dolce e armonioso, velato tuttavia di una magica tristezza. Ora gli ricordava una lama, pronta a colpire e a ferire a sangue. Parlava trattenendo a stento la rabbia: “Non prenderti gioco di me, straniero di Centra!” sibilò “insulti la mia gente! IO ho portato la neve, IO ho portato dolore, IO ho sofferto e soffro per porvi rimedio!”

“No” insistette Rek, spazientito, “sei vittima di una crudele coincidenza, per HyneTrabia era destinata a ghiacciare, a causa del clima del nostro pianeta. Ma ovviamente solo gli studi scientifici hanno potuto appurarlo, la gente non colta non può saperlo. E tu sei nata nel posto sbagliato al momento sbagliato…”

La Suprema Pan si era alzata, volgendogli le spalle, irata, trattenendosi dal trasformarlo in un topo. Che spiegazione assurda…Intendeva davvero credere ad uno sconosciuto che le aveva semplicemente salvato la vita?

“Non ti crederei mai, neanche se potessi dimostrarlo. Significherebbe aver sprecato una vita a soffrire inutilmente…”

Rek, indeciso, disse: “Posso aiutarti, davvero. Vuoi che ti spieghi cosa facciamo a Centra?”

La sua voce risuonò gentile, alle spalle della Strega. Rek era imperturbabile e posato come sempre, mentre si malediceva per aver avuto l’assegnazione di una strega così giovane  - e bella, certo - e soprattutto si stava pentendo per non aver fatto come aveva imparato all’accademia: tramortisci la Strega, bloccale i poteri e portatela via. E invece aveva avuto la brillante idea di fregarsene e fare un atto di bontà verso quella donna tanto diffidente.

Pan si girò e mise le mani sui fianchi, annuendo. Rek era disarmante, e non riusciva ad essere arrabbiata col suo salvatore, che peraltro era molto affascinante…aveva i capelli bianchi! Non aveva mai visto nessuno così…a parte Yuni quando era ricoperto di neve! Si sentiva una bambina….mise da parte il discorso glaciazione, stando a sentire.

Lui si alzò a sua volta: “Le streghe vengono analizzate a lungo, e i poteri studiati. Nella maggior parte dei casi, essi vengono sigillati, in modo che non possano apportare danni…non posso dire altro. La maggior parte delle streghe che abbiamo analizzato ora vivono una vita tranquilla e ci ringraziano.”

Già…come no.

“A cosa vi servono questi studi?”

“Ricerca per la paramagia.” Rek sembrava a disagio “Stiamo studiando un modo che permetta anche alle persone comuni di evocare magie. Poi ovviamente ci sono altre ricerche…sai, noi di Centra siamo il popolo più tecnologicamente avanzato sulla Terra.”

Aveva parlato tutto d’un fiato, mentre Pan ascoltava con una strana espressione. “Quindi mi togliereste i poteri?”

Lui annuì, vedendola perdere tutto il suo entusiasmo. “Non…posso venire.” Le sue parole erano prevedibili: Rek lo aveva immaginato.

“La mia gente morirebbe nel giro di un mese…i bisogni degli altri vengono prima dei miei. Vorrei, ma è mio dovere…”

Rek la fissò per un attimo, perso nei propri pensieri…che dolce fanciulla ingenua…d’accordo, allora. Andava convinta.

 

Ho una strana sensazione. Soprattutto ripensando ad una cosa che lui ha detto prima…“in ogni caso, se tu non volessi venire di tua spontanea volontà, sarei costretto a farti prigioniera”. , ma non può essere…lui è il mio salvatore!

Però mi sta guardando in un modo…Si sta avvicinando…No, Hyne, non mi colpirebbe…piuttosto…Non dirmi che vuole…baciarmi??

 

Rek la fissò con lo sguardo infuocato, poi fece un cenno di diniego e sospirò. Dopodiché si avvicinò a lei, bruscamente, e le mise una mano sulla nuca, attirandola a sé.

La Suprema non ebbe il tempo per capire quello che stava succedendo. Era allarmata dall’improvvisa vicinanza al volto dell’uomo, ed era estremamente convinta che la stesse per baciare. Il suo primo bacio!! Invece, lui la colpì alla nuca, piano, e lei cadde svenuta.

 

  
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