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Autore: Aelin_    20/11/2012    10 recensioni
Seconda Guerra Magica. Il Ministero della Magia è caduto, lasciando allo sbaraglio i sopravvissuti.
Ad Hogwarts, l'Ordine della Fenice e l'ES continuano a combattere contro i Mangiamorte, ma sono ormai allo stremo. La fine è vicina. Gli studenti sono abbattuti, fisicamente e mentalmente. I Grifondoro piangono il loro "lutto", i Corvonero e i Tassorosso cercano di aiutarsi a vicenda. I Serpeverde, capitanati da un Draco Malfoy passato alla Luce, si allenano, ostinati, cercando di dimostrare di essere diversi.
Ma la speranza è morta. Harry Potter è scomparso, da due anni ormai. Alla fine del sesto anno, dopo la morte di Silente, è sparito. C'è chi dice che è morto, chi che si nasconde, altri che sta cercando un'arma. Ma tutti sanno che non reggeranno ancora a lungo.
Nel giorno in cui Voldemort abbatte le difese di Hogwarts, due figure compaiono nel mezzo della lotta.
(introduzione più dettagliata all'interno, era troppo lunga)
Genere: Azione, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Titolo: Beliar
Fandom: Harry Potter 
Pairing/Personaggi: Harry\Draco, un po’ tutti, nuovo personaggio
Rating: per ora Arancione, poi si vede
Charapter: 3\? 
Beta: la mia Silvia!, che però mi sa che mi abbandonerà presto. Sigh.
Words:  1.271(secondo Word)
Warning: ehm… filosofia? Non so xD
Summary: Seconda Guerra Magica. Il Ministero della Magia è caduto, lasciando allo sbaraglio i sopravvissuti.
Ad Hogwarts, l'Ordine della Fenice e l'ES continuano a combattere contro i Mangiamorte, ma sono ormai allo stremo. La fine è vicina. Gli studenti sono abbattuti, fisicamente e mentalmente. I Grifondoro piangono il loro "lutto", i Corvonero e i Tassorosso cercano di aiutarsi a vicenda. I Serpeverde, capitanati da un Draco Malfoy passato alla Luce, si allenano, ostinati, cercando di dimostrare di essere diversi.
Ma la speranza è morta. Harry Potter è scomparso, da due anni ormai. Alla fine del sesto anno, dopo la morte di Silente, è sparito. C'è chi dice che è morto, chi che si nasconde, altri che sta cercando un'arma. Ma tutti sanno che non reggeranno ancora a lungo.

Il giorno in cui Voldemort, aiutato da Piton, riesce ad entrare a scuola, capiscono che è finita. Niente potrà aiutarli. Nel bel mezzo della lotta, due figure si presentano in Sala Grande, magicamente comparse nel mezzo della stanza. Uno è un centauro, il viso impassibile, freddo e distaccato, il torso umano sfigurato da cicatrici profonde, incise nella pelle. Il corpo equino mansueto, calmo e controllato, il manto blu scuro lievemente arruffato dal vento,che spirava forte fuori dal castello. L'altro, un ragazzo, ha gli stessi occhi di Harry Potter. Ma il Ragazzo Che È Sopravvissuto è cambiato.

Note: Imploro pietà. Imploro tanta pietà.
Ma nello scorso capitolo c’era solo una recensione e mi sono depressa! T_T sono una povera scrittrice io, e le recensioni sono il cibo della mia misera autostima!
E no, non sto cercando di farvi venire il senso di colpa! Non sono così meschina!
 
P.S. adoro, ADORO, questo capitolo.
 
P.P.S. Belial non è sbagliato. In effetti probabilmente è più sbagliato Beliar. Ve lo spiego la prossima volta. Forse. Se vi interessa. Fatemi sapere insomma!
 



(Febbraio del '99)

L'infermeria era silenziosa.
Il sole faceva capolino dalle tende, illuminando uno dei tanti lettini occupati, l'unico, però, con le tende bianche tirate attorno, tranne per il lato rivolto alla finestra.
Madama Chips entrò, le braccia piene di ampolle, cercando di non far rumore per non svegliare i pazienti. In quelle prime ore della mattina, solo lei era sveglia nel castello silenzioso. Aprì le ante degli armadietti, silenziando i vetri per non far riverberare il loro suono stridulo, e cominciò e sistemare le pozioni, ciascun tipo per ogni scaffale. Occhieggiò preoccupata la sezione della RimpolpaSangue. Le scorte stavano rapidamente finendo, cosa non inusuale in quel periodo di guerra. Doveva chiedere al giovane Malfoy di prepararne dell'altra. Dopo la fuga del professor Piton - la donna ebbe un fremito ricordando quante volte aveva dovuto ricucire quell'uomo durante la sua lunga carriera - il ragazzo era diventato il miglior pozionista del castello, e si era dovuto assumere tutte le responsabilità che la 'carica' comportava.

La donna sospirò, chiudendo le ante.

Quel ragazzo la preoccupava. Era sempre stato difficile, e tutte le volte che negli anni passati era finito in infermeria e lei aveva dovuto curarlo e sistemargli le ossa rotte, aveva visto chiaramente una personalità brillante soffocata dalla nomea e dalle aspettative della famiglia. Dalla morte di Silente era molto cambiato, il suo viso era più morbido e gli occhi più sereni, nonostante la guerra, e aveva potuto dimostrare la sua vera personalità, ma era comunque spento e molte volte triste. Specialmente da quando Harry se n'era andato.

Harry...

Madama Chips sospirò affranta. Le mancava quel ragazzo. Hogwarts sembrava così diversa senza di lui.
Sovrappensiero, scostò le tende attorno al letto di fronte alla finestra, e un sorriso le nacque sul viso. Quando si pensa al diavolo...

Narcissa Black dormiva serena tra le coltri bianche del letto, il volto disteso e i capelli biondi sparsi sul cuscino, ritornati della loro lucentezza originaria. Ai piedi del letto, seduto sulla sedia ma stravaccato con il busto sul materasso, accanto alle gambe della madre, Draco dormiva, con un’espressione tormentata sul viso. La donna sorrise dolcemente, immergendo piano le dita tra le ciocche bionde e scombinate, incredibilmente morbide. Il ragazzo non si svegliò, ma fece un verso strano, a metà tra un sospiro e un miagolio.
Mosse piano la bacchetta, sollevandolo a mezz'aria, e con la mano scostò le coperte di un letto lì accanto, adagiandovelo sopra. Lo spogliò della divisa, in modo metodico ma lento, per non disturbarlo, guardando con distacco professionale la pelle che pian piano scopriva. Sciolse il nodo della cravatta verde argento e l'arrotolò, poggiandogli poi sul comodino. Gli tolse calze e scarpe, che ripose a terra ai piedi del letto. Slacciò la cintura e la sfilò dai passanti, stringendo nel palmo la fibbia d'argento per non farla tintinnare. Draco mormorò qualcosa nel sonno, una mano che si richiudeva mollemente attorno al bordo del lenzuolo bianco. Poppy ripose la cinta sulla sedia, sfiorando poi le clavicole sporgenti del ragazzo e facendo scivolare via i bottoni della camicia candida dalle asole, scoprendo un torace minuto e slanciato, efebico, ma tonico e compatto, i muscoli appena accennati sotto la pelle morbida e glabra. Tolse i gemelli dai polsini e aprì anche quei bottoni, togliendo poi definitivamente la camicia. Osservò con occhio critico la cicatrice biancastra sul cuore, mordendosi il labbro affranta.

Avrebbe tanto voluto toglierla, ma era una cosa che doveva esser fatta subito dopo la ferita, della quale si era occupato Severus. E le cicatrici da Sectumsempra erano difficili da togliere, specialmente se erano vecchie. Spostò lo sguardo sull'avambraccio sinistro, dove il Marchio Nero svettava nero su bianco, come un cancro, uno sfregio, deturpando la pallida pelle del ragazzo.

L'infermiera represse un moto di rabbia, poggiando il palmo fresco contro il Marchio che, si accorse, bruciava costantemente, un piccolo fuoco divorante votato al tormento. Si ricordava di Tom Riddle. Erano allo stesso anno, ma in Case diverse. Era sempre stato un ragazzo silenzioso e riflessivo, testardo e caparbio, con un'intelligenza fuori dal comune e versato in ogni tipo di arte magica.
Dopo tutti quegli anni, ancora non riusciva a credere che un ragazzo del genere fosse diventato un tale mostro.

Draco si lamentò, cercando di sottrarre il braccio, mentre con la mano destra si stropicciava piano gli occhi. Le palpebre si sollevarono, stanche, rivelando due iridi di un grigio talmente chiaro da sembrare quasi bianco, velate dal sonno.

"Madama? Che sta facendo?" chiese stancamente, con voce roca.
"Tranquillo Draco, torna a dormire. Ti stavo togliendo i vestiti per farti stare più comodo" spiegò lei, lasciando la presa sul suo polso.
"Faccio io..." sospirò il ragazzo, allungando le mani verso i bottoni dei pantaloni. Si contorse per sfilarseli, i movimenti confusi tipici di chi è ancora nel mondo dei sogni, emettendo un versetto contento quando l'indumento cadde a terra. Poppy lo osservò mentre si stiracchiava voluttuoso, il corpo bianco che si inarcava, le gambe snelle e toniche che si stendevano e le anche spigolose lasciate scoperte dai boxer neri di seta. Poi sorrise intenerita quando lo vide rannicchiarsi su se stesso, chiudendosi a palla, le ginocchia allineate al busto e gli avambracci stretti al petto. Lo coprì con il lenzuolo e le coperte, dandogli un buffetto sulla guancia. Il ragazzo sospirò, le guance gonfie e le labbra atteggiate in un broncio adorabile.


Mentre Madama Chips si allontanava, poté giurare di averlo sentito sospirare un nome.

La donna sorrise.

La vita era imprevedibile.

Chi l'avrebbe mai immaginato che il Principe di Ghiaccio si sarebbe innamorato del Prescelto?
 
 






(Luglio del '97)

Ridacchiò piano, poggiando la nuca contro la fredda parete di pietra dietro di se. Davanti a lui, il demone si sedette sui propri talloni, arrotolandosi la lunga coda attorno ai polpacci.
Era nero, la pelle lucida e levigata si tendeva sui muscoli sviluppati delle braccia e delle gambe. Era alto quanto lui, senza peli ne capelli, il cranio lucido, due corna sulla fronte che si arrotolavano su se stesse per un paio di centimetri, appuntite e letali. Gli occhi incavati e rossi, brillanti d'una luce diabolica e maligna. Le labbra erano sottili, e nella bocca si intravedevano di tanto in tanto chiostre di zanne, affilate e leggermente ricurve sulle punte verso l'interno. La lingua era verde scuro e biforcuta, come quelle dei serpenti. Nel centro della schiena, lungo tutta la colonna vertebrale, una lunga fila di aculei faceva la sua comparsa, iridescenti, con riflessi rossastri. Dalla base dei glutei partiva la coda, liscia e levigata, culminante con una piccola sezione a forma di freccia.

"Ti chiamerò Belial" disse, incrociando le gambe nude. Dopo tutto quel tempo che era passato, la fame era scomparsa, mutando in un doloroso nodo nel punto in cui credeva ci dovesse essere lo stomaco, e il disagio che aveva provato nell'essere nudo in una cella di pietra si era trasformato in indifferenza.
"Se ti fa piacere" fu la secca risposta di Belial.

Il demone non alzò neanche il viso, rimanendo con il capo abbassato. La coda frustava nervosa il pavimento, frusciando nel silenzio con un suono morbido.

"Cosa ci fai qui?"
"Ci sono sempre stato"
"Allora perché non ti sei mostrato prima?"
"Non eri pronto"

Restarono entrambi in silenzio.
 
 

Il centauro aprì la feritoia nella porta della cella. Gli occhi viola si sgranarono per la sorpresa, per poi socchiudersi con aria soddisfatta.
Il ragazzo nella cella tremava, le palpebre sgranate nel vuoto davanti a se. Il colore della pelle cambia a  scatti, da bianco a nero, con lentezza. Le iridi verdi contornate da una striscia rossa.
Chirone si allontanò, gli zoccoli silenziosi sul pavimento del sotterraneo.

Presto avrebbe dovuto addestrarlo.
 





   
 
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