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Autore: Adele_Herondale    20/11/2012    1 recensioni
Finnick non la vedeva come la vedevano gli altri. Lei lo intrappolò in una rete da cui lui non poté più liberarsi, lo legò in un nodo che non sarebbe stato sciolto. Non da loro, almeno. Ma come è iniziato tutto?
Vi avverto che questa fan fiction vede Annie come più grande di Finnick, quindi ora lui non ha ancora vinto gli hg, è... "Innocente". Buona lettura!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  CAPITOLO 3:.xfg.
  LA VIA DI FUGA. 
 
Mio zio si è addormentato su una sedia esattamente di fronte alla porta di camera mia. Beh, non credo si possa definire “camera”, piuttosto è un rifugio per topi, un buco nero e opprimente.
Non gli piace che io vada alla spiaggia per stare con Annie. Esattamente non so come sia venuto a sapere che ci frequentiamo, ma in Annie vede un pericolo. Annie rischia di portarmi via da lui, e così privarlo dell’ultimo legame che ha con la realtà.
 
Frequentare… noi non ci frequentiamo: quando siamo insieme finisco spesso per sedermi e ascoltarla cantare.
Canta come se dentro di se ci fossero rinchiuse tutte le melodie di questo mondo. Canta come se il sole, il mare, gli alberi, le avessero sussurrato la propria storia e avessero detto di raccontarla agli altri. Per adempiere questo suo dovere, tutta la forza della natura è affluita in lei.
Purtroppo però non c’era mai nessuno ad ascoltare, se non la brezza della sera. Sembrava una bambina che cercava l’approvazione del padre: il vento.
Beh… lo zio non ha tutti i torti ad avere paura che io scappi con questa ragazza.
Già… mi sono innamorato della figlia del vento.
 
Ora probabilmente è là sulla scogliera, che strazia il mare e la luna raccontandogli di come l’unica persona che sembra essersi interessata a lei l’abbia lasciata sola, indifesa contro le tenebre.
Questo pensiero è insopportabile.
Mi alzo lentamente e spingo la porta.
Mio zio è lì: un cane di guardia al suo osso. Provo a superarlo con la stessa cautela che uso per pescare. Non abbocca.
Spalanca gli occhi all’improvviso e mi butta a terra così velocemente che non ho neanche il tempo di reagire.
       – Vuoi andare dalla tua innamorata, eh? Credi che io sia uno sciocco?!  Non puoi più vedere    quella lì, ragazzo! Siamo già abbastanza disonorati senza che tu stia con una pazza!
- Ma che ne sai tu di onore?!- ho la voce smorzata dalla sua stretta intorno al mio collo – tu, passi le tue giornate parlando da solo e piantando il sale!
      - Infame! Chi ti ha nutrito in tutti questi anni?!! Chi ti ha protetto?!!
      - IO!! IO sono cresciuto con la fame che mi consumava nei giorni in cui non pescavo niente! IO ho cercato di salvare i miei genitori durante la tempesta! TU cosa hai fatto per LORO?!!!
Lascia la presa ma sfila un coltello dalla cintura. Sono abbastanza veloce da afferrare il vecchio tridente di mio padre e parare il colpo, ma è seguito da un altro che mi prende in pieno.
 Ci guardiamo per un istante negli occhi, e sento con la mano libera una sgradevole sensazione di viscido sull’addome. Sangue. Molto sangue.
 
Approfitto del suo attimo di sconcerto per darmi a una fuga disperata. Non capisco nemmeno se mi stia inseguendo, ma corro tra gli alberi fino alla scogliera, da Annie.

 So che vedermi in queste condizioni la traumatizzerà, ma è l’unica persona che possa fare qualcosa.
-Annie!- urlo.
Cado a terra.
-Finnick!  - vede la ferita e le sue mani rosse del mio sangue tremano.
-Non aver paura Annie. Andrà tutto bene. Fidati di me.
Mi guarda negli occhi: - Mi fido di te.. ma non di me stessa.



  
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