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Autore: OliviaP_    22/11/2012    3 recensioni
Raccolta di fanfiction che ripercorre la storia della famiglia Weasley.
Dall'introduzione:
-Mamma, cosa è successo a quella signora?-
Molly Prewett, cinque anni, poco più di un metro di altezza e riccioli rossi stava puntando un ditino contro una donna dall'altra parte della strada che esibiva un pancione tremendamente grosso.
-Molly! Quante volte devo dirti che non si indicano le persone?- l'ammonì la madre, senza tuttavia riuscire a trattenere un sorriso.
Si abbassò per portare il volto all'altezza di quello della figlioletta e le scostò un boccolo ribelle dalla fronte lentigginosa.
-Vedi tesoro, quella signora aspetta un bambino. Adesso è lì nella sua pancia, è per questo che è così grande- le spiegò.
Molly annuì e lanciò un'ultima occhiata alla donna col pancione: era davvero orribile.
'Io non farò mai un bambino' si disse, prima che i fratelli maggiori Fabian e Gideon prendessero a ricorrersi per tutta Diagon Alley e facessero infuriare la loro madre, facendole dimenticare totalmente quel curioso cocomero di carne.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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William Arthur Weasley.


Molly Weasley varcò la soglia di casa, i capelli arruffati ed un'espressione indecifrabile dipinta sul volto. 
-Arthur...?- chiamò con voce flebile, quasi sperando che il marito non le rispondesse per poter rimandare quel momento. Tuttavia il ragazzo non si fece attendere e spuntò dalla cucina reggendo in mano una strana scatoletta di plastica. 
-Guarda un po'- disse allegro -me l'ha data Jones, il mio collega...è una presa eclettica! Roba babbana!-. 
La moglie lo guardò, per un attimo divertita ed intenerita dallo scintillio negli occhi di Arthur, ma non appena si ricordò della notizia che doveva dargli si rabbuiò. 
-Molly, tesoro...stai bene?- 
-Io...sì Arthur...è che...devo parlarti- 
-Ma certo, dimmi pure- le sorrise lui, continuando ad aggeggiare con la presa. 
-Forse è meglio se ti siedi-. 
Molly spinse una sedia in direzione del marito, che alzò preoccupato un sopracciglio e posò il suo nuovo giocattolino sul tavolo. 
Le orecchie della moglie si fecero più rosse dei suoi capelli. 
-Ti ricordi quando qualche mese fa mi chiedesti se avevo pensato ad un figlio...- mormorò lei, guardandosi intensamente le punte delle scarpe. 
-Sì, certo...ma Molly, la mia era solo una domanda, se tu non te la senti ti capisco. Insomma non abbiamo molti soldi e...- 
-Arthur, sono incinta-. 
Ecco. L'aveva detto. 
Con un tono di voce talmente basso che per un attimo ebbe paura che il marito non l'avesse sentita, costringendola a ripetere quelle due parole che pesavano come un macigno. 
Ma a giudicare dall'espressione attonita di Arthur, aveva sentito eccome. 
Balbettò qualcosa di incomprensibile, la bocca spalancata che piano piano si piegava in un radioso sorriso. Si alzò dalla sedia con uno scatto improvviso e abbracciò la moglie, sollevandola da terra e facendola roteare sul posto. 
-Molly, ma è fantastico! Avremo un bambino...un figlio nostro!- rise, gli occhi lucidi e pieni di lacrime di gioia. 
-Ma...quindi...non sei arrabbiato...o preoccupato?- domandò cautamente lei. 
-Tesoro, ma che stai dicendo? Come potrei essere arrabbiato? Sono...sono l'uomo più felice del mondo...un figlio!-
-E...come faremo con i soldi...- 
-Ce la caveremo, vedrai. Molly, che cosa succede?-.
Arthur l'aveva posata a terra e la stava guardando preoccupato. Molly piangeva silenziosamente, ma le sue sembravano tutt'altro che lacrime di gioia. 
-Oh, Arthur!- scoppiò -E se non fossi una brava madre? Guardami! Come farò a proteggerlo da Tu-Sai-Chi? Sono così irresponsabile e poi...non so neppure cucinare!- 
-Non dire sciocchezze. Sarai una madre fantastica- rispose Arthur, posandole un delicato bacio sulle labbra. 
 
 
Sei mesi dopo...
 
 
Sua moglie era in travaglio da ore ormai e lui non ne poteva più di fare avanti e indietro per quella stanza. 
A Molly si erano rotte le acque all'improvviso e non c'era stato il tempo per portarla al San Mungo, così aveva dovuto chiamare dei Guaritori direttamente dall'ospedale e adesso la donna si trovava nella loro camera da letto ad urlare di dolore. 
Arthur non avrebbe retto quello strazio ancora per molto: continuava a torcersi le mani e a sudare copiosamente, nonostante ormai fosse quasi dicembre. 
Voleva vederla, anzi, vederle: i dottori avevano affermato con certezza che lui e Molly avrebbero avuto una bambina. Non avevano ancora scelto il nome, ma avevano già ridipinto le pareti della loro stanza di rosa confetto per darle il benvenuto, cosa peraltro ben poco apprezzata dai due cognati Fabian e Gideon che avevano commentato con un sonoro 'disgustoso'. 
Dopo che ebbe percorso febbrilmente il corridoio per quella che era forse la trecentesima volta, si sentì chiamare da una voce di donna. 
Un'anziana guaritrice gli sorrise benevola. 
-Signor Weasley...venga-. 
Barcollando, Arthur la raggiunse e si lasciò accompagnare nella stanza dove Molly l'aspettava. 
Era fradicia, rossa come un pomodoro maturo e aveva tutti i capelli appiccicati alla fronte, ma sorrideva in un modo che il marito non aveva mai visto prima: era la quintessenza della felicità. 
Gli occhiali di Arthur si appannarono all'istante alla vista di quel fagottino tra le braccia della moglie. 
-Tesoro- disse Molly con voce debole, mentre Arthur si chinava verso di lei, le lacrime che gli scendevano inesorabili sulle guance -c'è una cosa che devi sapere...-.
Arthur si bloccò. 
-Cosa...cosa è successo? Ci sono state complicazioni? La bambina sta bene?- chiese con un'evidente nota di panico nella voce. 
Molly ridacchiò sommessamente e, con uno sforzo immane, sollevò la neonata per mostrarla al marito. 
-Ti presento William Arthur Weasley-. 
In un primo momento Arthur non capì. 
Era troppo impegnato a guardare quell'esserino minuscolo e grinzoso che lui e sua moglie avevano creato. Non aveva mai visto niente di più bello: aveva folti capelli rosso fiamma, sonnacchiosi occhi scuri e un'espressione pacata dipinta sul volto, le manine che si aprivano e chiudevano come per salutarlo. 
-Ciao William- disse con le lacrime agli occhi, prendendo il bambino tra le braccia con mani tremanti. Fu solo a quel punto che il suo cervello registrò davvero le parole della moglie. 
-Ma...Molly...come sarebbe a dire William?- 
-E' un maschio, Arthur- rispose lei in un sussurro. 
Il piccolo William emise un rumoroso vagito e guardò incuriosito il papà che sorrideva estatico. 
Non c'era più niente.
Non c'era la guerra, non c'era la povertà, non c'era la sofferenza: c'erano solo lui, Molly e il loro bambino che con la sua nascita aveva ridato loro la voglia di ricominciare a lottare per un mondo in cui valesse la pena farlo crescere. 
 
  
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