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Autore: Paolo Ciraolo    22/11/2012    2 recensioni
Parlerò di uno spaccato della mia vita in modo introspettivo, basandomi sui ricordi personali e su quelli che mi suscita una determinata immagine. Squarci di momenti vissuti passati e anche presenti. Buona lettura!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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(Dedicato al mio carissimo amico e compagno di banco delle medie e del primo superiore, Riccardo)




Finalmente questa casa di Piano Tremestieri non la cambiamo più, anzi resterà la nostra casa, sebbene in affitto, per un lunghissimo periodo. Si componeva di un ingresso e salotto non appena si entrava dalla porta d'ingresso. Percorrendo lo stretto corridoio si arrivava sulla sinistra nella stanza mia e di mio fratello, di fronte quasi, la camera dei miei genitori, corredata di bagno interno. Subito dopo queste due stanze da letto, quella di mia sorella sempre sullo stesso lato di quella di noi fratelli maschi. A seguire, sempre sullo stesso lato, il tinello con la scrivania e la libreria di mio padre, dove abbiamo molte volte giocato a tressette e a poker, nonché a briscola.Quasi di fronte una cucina molto grande con un balcone lungo quanto tutta la casa. Dimenticavo di dire che c'era un altro bagno attaccato e parallelo a quello dei miei genitori. "Un casermone" definivano in molti la mia casa per le notevoli e spartane dimensioni. Era una villa con un piano di sopra abitato dal nostro padrone di casa e la sua seconda moglie e il loro figliolo. Un piano di sotto abitato, nel corso degli anni, da vari inquilini. Io in questo periodo frequentavo la seconda media e mantenevo il mio rendimento di primo della classe. Ricordo che nella materia, allora chiamata Educazione Tecnica, avevo ottimo; ma anche nelle altre materie andavo bene distinguendomi rispetto la classe. Ricordo che andavo bene nelle ricerche e nei cartelloni, questi ultimi li componevo col mio compagno di banco Riccardo, avevamo quasi sempre il primo posto di gradimento tra i professori, battuti qualche volta da due compagne che si chiamavano Marcella (che aveva una cotta per me) e Laura. Mio padre, per motivi di lavoro non sempre poteva accompagnarmi a scuola, io ricordo che la mattina percorrevo un chilometro all'andata e uno al ritorno, fino alla fermata dell'autobus. E dire che da grande o ripercorso innumerevoli volte questo tratto di strada con la macchina. Avevo anche un vicino di casa che frequentava le medie con me, si chiamava Maurizio, eravamo amici e qualche volta giocavamo il pomeriggio insieme.
Tra i professori ricordo fra tutte quella d'italiano la professoressa Morasca, quello di matematica il professore Marletta, di artistica la Spinella e soprattutto quello di educazione tecnica il professore Russo.
Vi confido un segreto, a me la scuola piaceva...
   
 
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