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Autore: ronloveshermione    23/11/2012    1 recensioni
Cosa succede se metti in una classe ragazzi e ragazze? qualcuno di loro sicuramente finirà per innamorarsi. Ma cosa succede quando due amici si innamorano della stessa ragazza? e quando una ragazzi scopre di essere innamorata del ragazzo della sua migliore amica?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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I - Un medico abbastanza atletico
 
è l'alba di un un nuovo giorno e vorrei che il mio risveglio fosse come quello delle pubblicità dei profumi: senza un capello fuori posto, la pelle diafana e liscia, un corpo scuoltoreo. Invece al mattino io somiglio più all'uomo della pubblicità delle gocciole: casa mia è la giungla, i miei capelli ricci sono più crespi che mai e il mio viso è pieno di puntini rossi, ferite di una battaglia che ho perso contro me stessa. Per non parlare del mio corpo: la scultura della dea della fertilità in confronto potrebbe sembrare fantastica.
Mi dirigo, trascinandomi, verso la cucina alla disperata ricerca di un caffè, ma in questa casa sono sempre la prima a mettere il naso fuori dalle coperte e anche oggi mi tocca prepararmelo da sola.
 
Guido con calma attraverso le strade della mia città, che alle 7:45 ancora è assopita, e mi godo questo momento. La giornata, nonostante siamo nel pieno di Novembre, non è fredda e un raggio di sole, che questa mattina mi ha illuminato gli occhi (ne avrei fatto volentieri a meno perchè ho creduto di essere Dracula e che stavo per sbriciolarmi), mi ha ricordato che in fondo alla borsa avevo ancora gli occhiali da sole: i miei occhiali un pò da vamp anni '60 che mi fanno sentire strafiga... ora non esageriamo, ma lo ammetto: con questi sul naso mi do delle arie. 
Posteggio al solito posto, tra la macchina di Laura e la Sua, e scendo. Respiro piano e cerco le mie mentine, mentre mi maledico per non aver ordinato lo zaino come le persone normali. Guardo a destra, poi a sinistra. La strada è libera e decido di attraversare, pronta a passare un'altra mattina in prigione.
 
"Ma seriamente ragazzi, ci pensate mai che passiamo gran parte della nostra vita a studiare, consapevoli del fatto che il 90% di noi finirà a fare un lavore che odia e la restante parte sarà disoccupata?" Alessio è lanciato in uno dei suoi monologhi da minipolitico; io faccio corna e nemmeno gli do retta: se cominciamo a deprimerci di mattina presto è la fine.
"Alessio ma mangia, va e stai zitto!" Daniele, il suo compagno di banco, gli offre la sua colazione solo perchè sa che non sentirà un rifiuto: così Alessio si concentra sulla sua seconda attività preferita e smette di vaticinare catastrofi.
Io mi siedo al mio posto e mi sdraio sul banco, cacciando la testa tra le braccia, sfruttando gli ultimi minuti prima della campanella per svuotare la testa e pensare un pò agli affaracci miei. Inevitabilmente davanti agli occhi mi si piazza la scena più brutta che io abbia visto negli ultimi tempi: Manuela e Gianluca che si baciano, seduti sul mio banco, mentre io mi sforzo di non guardare. Ripenso a quando qualcuno mi aveva detto che lo stesso Gianluca provava un certo interesse per me e io avevo ignorato queste parole, avevo soffocato i miei sentimenti perchè non pensavo che una storia tra noi potesse esistere, perchè credevo che lui avrebbe fatto con me come con tutte le altre. Adesso però lui era cresciuto, era più bello, era più maturo, era il mio medico abbastanza atletico e io lo avevo visto andare nelle braccia di tante altre ragazze, ma mai nelle mie.
"Buongiorno!" Riccardo si lascia cadere pesantemente sulla sedia e ha la faccia più stanca della mia. "Non dire nulla. Sono distrutto, non ho chiuso occhio."
"Perchè?" azzardo una domanda, un pò intimorita dalla sua irritabilità mattutina.
"Ho avuto una partita a Palermo e siamo tornati a casa alle 4 del mattino. Avrò dormito si e no un'ora!" A testimonianza di ciò uno sbadiglio fa capolino sul suo viso e io inizio a ridere. "Che cavolo ti ridi?" 
"Mi sei sembrato il leone dei film..." la campanella e la prof interrompono la nostra discussione, anche se so che continuerà al cambio dell'ora.
 
La professoressa di filosofia parla, parla, e parla ancora, ma io colgo solo una parola su dieci. La mia testa è altrove, il mio sguardo perso sul giardino della scuola. Sento un vocio alle mie spalle, ma lo ignoro. Distolgo lo sguardo e cerco distrattamente la penna nel borsellino per fingere di mostrare un minimo di interesse: cosa mi frega a me della dialettica di Hegel! 
Sento il cellulare vibrare nella tasca dei miei jeans e lo sfilo piano, cercando di non far notare alla professoressa che lo sto mettendo dentro il borsellino. Sblocco la tasteria e il mio cuore perde un battito quando leggo il nome.
"Cosa vuoi?" sussurro al ragazzo alla mia sinitra. Lui mi fa cenno di stare zitta e indica il suo cellulare per farmi capire che vuole che legga il testo del messaggio.
G:Ti piace il mio nuovo taglio di capelli? lo guardo perplessa e faccio spallucce. Lui sogghigna e mi fa un cattivo gesto in direzione delle sue parti intime, molto allusivo e molto volgare. Io sgrano gli occhi.
M: Porco! Quel gesto lo fai ad un'altra! Blocco il cellulare e fisso la lavagna su cui la prof sta tracciando disegni che dovrebbero chiarirci le idee. Lo sento ridere, ma non mi volto. Abbasso lo sguardo e vedo lo schermo del mio cellulare accendersi, leggo l'sms e trattengo le risate. Non rispondo alle sue provocazioni: lui è fidanzato con una delle mie migliori amiche, e comunque non farei mai la rovina famiglie. Però lui insiste e continua a tempestarmi di messaggi. Io sbuffo.
"Ma che hai oggi?" mi chiede Riccardo surrurrando per non farsi sentire dalla professoressa. 
"Qualcuno mi disturba..." dico io, senza aggiungere altro che possa mettermi nei guai. Prendo distrattamente qualche appunto, dimenticando anche di leggere i messaggi di Gianluca, che infastidito mi tira una gomma addosso. "Ahi!" esclamo. Troppo forte. O merda! La prof si gira, guarda prima me, poi Riccardo, che intanto ride come uno scemo, e osserva tutta la classe: il suo sguardo chiede una risposta che giustifichi l'interruzione della sua opera d'arte fatta di gesso e piani fenomenici e fenomenologici. "Mi scusi prof, ma mi è venuto un crampo terribile alla mano..." lascio cadere la penna sul foglio e mi massaggio il polso, stampandomi sul volto la faccia più penosa che ho. Lei si volta e continua la sua spiegazione.
Un altro messaggio. Maledico Gian e la sua insistenza e leggo solo l'ultimo, in fretta, senza soffermarmi troppo sul significato delle parole. 
G: Pessima attrice, ma faccia sempre bellissima. Vieni a vedermi giocare questa sera? Inizio alle 19.30, ti aspetto.
  
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