Una giornata no
Capitolo 1
Due passi a piedi per schiarirsi le
idee e soprattutto per cercare disperatamente di riacquistare il suo
solito buon umore, ma ogni tentativo sembrava fallire e l’unico
pensiero che ritornava ricorrente era sempre lo stesso “Oggi è
proprio una giornata no”. Se lo ripeté, per l’ennesima
volta, guardando la sua immagine riflessa sulla vetrina davanti alla
quale si era fermata mentre il suo adorato Levi cercava di attirare
la sua attenzione, strofinando il morbido pelo color miele sulla gamba
della sua padroncina.
Sue aveva passato l’ultima ora a litigare al
telefono con sua mamma a causa del matrimonio di una lontana cugina
a cui non aveva proprio né la voglia né il tempo di
andare.
«Dai cosa ti costa?!» continuava a ripeterle «Stai
uscendo con qualcuno? E se no avrai un caro amico con cui andare. A
Lizze farebbe così piacere rivederti!»
Erano quelle le parole che continuavano a ronzarle
in testa come una mosca fastidiosa; fino a quel giorno non ci aveva
pensato, ma non usciva con nessuno. Si stavano susseguendo le cene
con i suoi amici, Myles, Bobby, Tara, Lucy e… Jack. Demetrius
quando i bambini glielo permettevano veniva con sua moglie, e vederli
insieme… così affiatati e innamorati…“Basta!! Non ci pensare!” si disse,
entrando nell’edificio dell’FBI. Poi, come se un campanellino
risuonasse nella sua testa, si girò verso la fila dei
visitatori e li la vide, Allie…E avvenne l’inevitabile, il suo
umore peggiorò.
Prese l’ascensore ed entrò in ufficio, come
sempre erano tutti indaffarati ma quando Sue varcò la porta le
fecero un inchino e la salutarono allegramente in coro «Buongiorno
signora Hudson!»
Per un attimo rimase a guardare i suoi amici
divertiti dalla situazione che si stava ripetendo, e poi non potè
fare a meno di reggere il gioco «No, ancora!! Ma Tara e Bobby
non si offrono mai volontari per le missioni sotto copertura? Sareste
una bella coppia!!» tentando di sembrare più
allegra di quello che non era.
«No, abbiamo deciso di rimanere solo amici,
vero Tara?» le rispose Bobby sorridendole, e poi avvicinandosi a
Jack continuò «Sue, ma è Jack che insiste! Adora
la vostra vita coniugale!»
«Bobby, Bobby, per questo incarico Jack
dovrebbe essere un autolesionista…» Myles rientrò in
quel momento in ufficio senza degnare di uno sguardo nessuno dei suoi
colleghi e continuando a far finta di leggere il fascicolo del caso che stava per
esporre.
«Non capisco…» Sue non aveva afferrato
completamente quello che aveva detto il collega, così si
rivolse a Lucy con fare interrogativo ricevendo dall’amica solo
un’alzata di spalle e un “lascia stare” segnato rapidamente.
Myles intanto aveva preso posto davanti al
tabellone, sistemandosi la cravatta e apprestandosi ad iniziare il
suo show preferito: rendersi insopportabile ai suoi amici. «Ora
vi aggiorno sul caso. Ma è possibile che senza di me
quest’ufficio non vada avanti?»
Sei paia d’occhi si levarono al cielo, e anche Levi non potè fare a meno di mettersi una zampina sul muso.
«Ok, ok…ma adesso attenzione. Da qualche
mese l’FBI sta tenendo d’occhio questa famiglia»
indicando una foto sul tabellone. «Enry e Carol James. Sono
sospettati di avere dei contatti con una cellula terroristica,
più
propriamente è Enry che viene sospettato, ha una ditta di
import export e alcuni traffici ci risultano un po’ sospetti.
Comunque c’è bisogno di una sorveglianza più
serrata,
dobbiamo piazzargli delle microspie in casa, e la famigliola felice
non ha una vita sociale molto attiva, quindi non si può
pensare di conoscerli al club del golf.»
«E la famiglia Hudson quindi a cosa serve?»
chiese Sue guardando Myles e poi girando gli occhi su tutta la
squadra soffermandosi su Jack, che la guardava in modo strano da
quando era arrivata.
«Come facciamo a farceli amici, se non escono
di casa» rivolta ancora verso di lui mentre nella sua mente continuava a
rimbombare quel monosillabo “no, no, no, no!”
«È qui che entra in scena la triste e
litigiosa famiglia Hudson» continuò Myles «la
signora James è una consulente coniugale, esercita in casa, e
quindi mi dispiace, niente coccole o sguardi troppo complici ragazzi…
litigate e buon divertimento.»
Sue tornò con gli occhi bassi alla sua
scrivania e Jack le si avvicinò: «Sue…»
sfiorandole la spalla per attirare la sua attenzione, «c’è
qualche cosa che non va? Sei di cattivo umore da quando sei
arrivata.» e aggiunse scherzando «Non dirmi che hai anche
il dono della preveggenza, e ti stavi gia calando nella parte?»
«Niente di particolare» gli rispose lei
«solo una giornata storta.»
Stava per andare a sedersi alla scrivania quando si
ricordò di lei, «Ah Jack» lui le accennò un
sorriso «di sotto, nella fila dei visitatori…» continuò
Sue «c’era una persona per te, » e mentre il suo umore
peggiorava terminò la frase «sta salendo Allie.» Gli voltò le spalle, andò alla
scrivania e non rialzò gli occhi per guardare la sua reazione
alla notizia dell’arrivo della ex.
In quel momento vederlo sorridere per Allie le
avrebbe fatto troppo male.