Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: hello_crazy    23/11/2012    1 recensioni
-L’amore è una grande cazzata.-disse Marco al suo migliore amico.
-Jessica tu che pensi dell’amore?-chiese Giorgia alla sua amica.
-Non lo so… è crudele, questo è certo.-disse la ragazza alzando gli occhi dal libro di fisica.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Jessica compose il numero e subito la voce a lei famigliare rispose, non sapeva cosa fosse successo e non sapeva che cosa aspettarsi da quella telefonata, ma doveva chiamare, il giorno dopo sarebbe partita per Parigi e aveva bisogno di mettere in chiaro tutto ciò che la riguardava.
-Marco?
-Dimmi.
-Che è successo?
-Niente tu hai delle insicurezze e io anche così ho deciso di andarmene per capirci qualcosa di più.
-Insicurezze?-Jessica fece una brevissima pausa durante la quale il suo cuore prese a battere come un tamburo.-Riguardo?
-Jessica non sono mai stato così tanto con una ragazza, come te tra l’altro e ho paura di ciò che potrebbe succedere, ho paura di farti del male…
-E…-Jessica si aspettava che finisse la frase, voleva che la finisse in modo da capire che cosa stava succedendo.
-Non lo so… forse dovremmo chiuderla qui.
-Parla adesso o non parlare più.-disse Jessica con le lacrime agli occhi.
-Che cosa vuoi che ti dica?
-Quello che vuoi ma di qualcosa.
-E’ meglio se ci lasciamo… ho troppa paura di farti del male.
-Ma lo sai che lo stai già facendo vero?-disse la ragazza cercando di ricacciare dentro le lacrime per non dare segno di debolezza al ragazzo.
-Jess io ti amo… troppo è per questo che…
-Scusami, devo preparare le valigie per Parigi, ci vediamo in giro…
-Jess ti prego…-non fece in tempo a finire la frase che Jessica chiuse il telefono.
Si accasciò a terra e iniziò a piangere: “Lo sapevo” si ripeteva di continuo. Si lo sapeva ma non se lo aspettava. Stette a terra per molto tempo, fortunatamente la madre non era ancora tornata e non avrebbe dovuto ammettere con lei che Marco era il ragazzo sbagliato. Suonarono alla porta, aprì, era Marco, cercò di chiuderla di nuovo ma lui glielo impedì.
-Mi devi ascoltare…-disse lui cercando di guardarla negli occhi.-Ti amo, sei la ragazza più perfetta di questo mondo.
-Sta zitto!-gli gridò Jessica.-Devi solo stare zitto.-mentre continuava a piangere iniziò a dire ciò che pensava.-No, adesso non puoi uscirtene con una cosa del genere, sei troppo per me, no! Non puoi! Te lo impedisco! Perché qui non sono io il problema, ma sei tu. Tutto era perfetto tu hai deciso di chiudere va bene, lo accetto con fatica ma lo accetto, ma non te ne uscire con queste scuse e non venire a casa mia a cercare di spiegarmi cosa è successo! Capito?
-Io volevo…
-Sta zitto!-gli gridò contro, di nuovo, Jessica.-Devi solo stare zitto! E se proprio vuoi fare qualcosa sparisci e fa in modo di farmi credere di non essere mai esistito!-detto questo, aprì la porta e lo lasciò uscire chiudendosi la porta alle spalle.
Passò una giornata terribile e da una parte fu felice di andare a Parigi, avrebbe potuto staccare la spina e “dimenticare” ma sapeva che sarebbe stato troppo presto e che non ci sarebbe riuscita, però ci sperava.
Preparò la valigia ma si accorse che il phon che aveva non funzionava e doveva andare a comprarne un altro, con malavoglia uscì di casa.
-Ciao!-disse una voce squillante alle spalle della ragazza, si voltò e vide che era Marta.
-Ciao!-disse con voce non altrettanto squillante.
-Dove vai?
-A comprare un phon, domani parto e il mio non funziona.
-Anche io parto con la scuola… dove vai? Io a Parigi.
-Anche io.-disse sorridendo.
-Bene staremo un po’ insieme! Marco come l’ha presa?
-Ci siamo lasciati.
-Mi dispiace…
-No il motivo non è quello che pensi.
-Mi fa piacere per te. Ti posso accompagnare?
-Magari! Stare in compagnia non mi farà pensare!
Comprarono un phon e poi si diressero verso un bar, era felice che Marta sarebbe stata con lei, non aveva voglia di parlare con le sue amiche di questo Fabiana probabilmente le avrebbe risposto: “Te l’avevo detto” oppure “Adesso lo uccido” ed entrambe le cose non l’avrebbero aiutata.
-Sono contenta che verrai anche tu a Parigi!
-Anche io… spero ci divertiremo e ti aiuterò a non pensare!
Presero un gelato e poi si salutarono per andare a preparare le valigie.
La giornata di Jessica continuò nel silenzio più totale, Fabiana non sarebbe partita e non voleva dirle niente credeva che se glielo avesse detto quando tornava avrebbe avuto la capacità di controllare le emozioni. Durante la giornata non mangiò niente e la notte non chiuse occhio: davanti ai suoi occhi continuavano a scorrere le immagini dei momenti felici che aveva passato con Marco, dovunque si girasse trovava una fotografia che non aveva mai notato allora la toglieva di mezzo e la gettava in uno scatolone su cui c’era scritto con il pennarello rosso indelebile:
DIMENTICA.
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: hello_crazy