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Autore: hipsta please    23/11/2012    0 recensioni
Qualcuno la trattenne per il braccio; era lui. «Si può sapere cosa ti prende? È sempre stato il tuo sogno lo Schiaccianoci, me lo hai detto tu. È possibile che adesso mandi tutto all'aria per... Per cosa? Cos'hai, Hannah, perché sei così strana in questo periodo? Perché continui ad evitarmi?», le chiese il ragazzo con un velo di tristezza nei suoi bellissimi occhi. La ragazza strattonò il braccio dalla sua presa, lo fissò negli occhi. Glielo dico o non glielo dico? Sii coraggiosa, Hannah.
«Vedi Niall, io...», tentò di dire, ma le parole le morirono in gola.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Smile, you're beautiful 

 
«Andiamo Hannah, faremo tardi!», si sentirono da sotto casa le urla dell'amica, seguita dallo strombazzare del clacson dell'auto.
«Arrivo, arrivo!», disse più a sé stessa che alla ragazza che la stava aspettando, mentre cacciava freneticamente dei vestiti dal cassetto e li lanciava in maniera disordinata nel borsone. 
Accidenti a quella sveglia che non ha suonato!, pensò imprecando, mentre scendeva di corsa le scale e per poco non andava a finire con la faccia sul pavimento.
«Mamma, vado alle prove! Ci vediamo stasera», urlò alla signora in cucina, chiudendosi frettolosamente la porta di casa alle spalle.
«Alla buon'ora», la salutò l'amica.
«Ciao Rachel», sbuffò Hannah, salendo in macchina. Buttò il borsone sul sedile posteriore, mentre l'amica faceva manovra per partire.
«Sai, non ho ancora capito come ti faccia a piacere la danza classica. Di solito le ballerine classiche sono tutte così precisine, così meticolose e attente, sempre puntuali...», iniziò a dire la ragazza alla guida.
«Un po' come te? - la interruppe Hannah, mentre cercava di farsi alla bell'e meglio uno chignon ai capelli. - Scusa, oggi ho fatto tardi, ma prometto che non succederà più!», concluse con una molletta in bocca.
«Perché questa frase non mi è nuova?», fece ironica Rachel, alzando gli occhi al cielo. Rachel era una delle sue compagne di danza, nonché la sua migliore amica; totalmente opposta a lei, eppure indispensabile. È proprio vero che gli opposti si attraggono, pensò sorridendo.
Scesero frettolosamente dall'auto prendendo i borsoni, ed entrarono nell'enorme accademia.
«Si dice che oggi arrivi un nuovo alunno. Un ragazzo». Una bellissima ragazza dai capelli biondi, lasciati sciolti sulle spalle, venne loro incontro porgendo due tazze di caffé.
«Grazie, Anne. Dici sul serio? Chissà chi sarà, questo ragazzo; non se ne sentono molti che fanno danza classica», rifletté ad alta voce Hannah.
«Già. E la signorina Parker dice che è davvero bravo! Si è trasferito da poco dall'Irlanda; nella sua città faceva parte del balletto nazionale, figurati!», continuò a dire quella, mentre tutte e tre entravano in stanza.
«Annabel, i capelli!». Proprio in quel momento entrò in stanza l'insegnante, la signorina Parker, che alzò immediatamente gli occhi al cielo; ogni volta doveva ripetere a quella ragazza di legarsi i capelli, che amava portare sciolti. Lei si legò frettolosamente i capelli con un codino, prima di infilarsi gli scaldamuscoli.
«Sono così emozionata per il saggio di Natale! Miss Parker ci ha da poco detto che ha intenzione di mettere in scena lo Schiaccianoci; ovviamente la parte maschile è assegnata a quel ragazzo, ma sono aperti i provini per la parte femminile!», sussurrò concintata la ragazza alle due.
«È sempre stato il mio sogno ballare lo Schiaccianoci!», disse Hannah con gli occhi che le brillavano.
«La parte sarà sicuramente tua, Hannah. Sei la più brava del nostro corso», aggiunse Rachel con un sorriso che Hannah ricambiò.
«Grazie», ebbe il tempo di sussurrare, prima che la voce dell'insegnante non le interruppe.
«Ragazze, oggi è arrivato un nuovo compagno che farà parte della nostra scuola; lui è Niall Horan», disse. La prima cosa che catturò la vista di Hannah furono i suoi occhi: erano color del cielo, e spiccavano incredibilmente in quella candida pelle color latte. Un ciuffo biondo e disordinato gli ricadeva sulla fronte, mentre le labbra si aprirono in un minuscolo sorrisino timido, prima di richiudersi. Lo sguardo del ragazzo percorse tutta la sala, soffermandosi giusto un po' sulla ragazza che lo fissava curioso, prima di tornare a guardare l'insegnante.
«Bene Niall, metti pure il tuo borsone dove vuoi, e preparati per il riscaldamento», fece la signora.
Immediatamente mormorii eccitati percorsero la sala, e costrinsero più volte Miss Parker a chiedere il silenzio; il ragazzo, visibilmente imbarazzato, posò il borsone in un angolino e prese le sue scarpette. Hannah non sapeva precisamente cosa la spinse a farlo, ma lo fece: si avvicinò sicura verso di lui con la mano tesa e un sorriso sul volto. Quel ragazzo le esprimeva simpatia, e una grande calma.
«Piacere, io sono Hannah. Mi hanno parlato molto bene di te, Niall. Sono curiosa di vederti ballare», disse. Lui strinse la mano, e mosse appena un po' la bocca, in un accenno di sorriso. Ma questo ragazzo non sorride mai?
«Grazie, ma non sono niente di particolare. Me la cavo, tutto qui», fece grattandosi imbarazzato la guancia. Lei sorrise di rimando, prima di sedersi a terra affianco a lui facendo qualche esercizio di riscaldamento.
«Allora, ehm... Cosa ti ha portato a trasferirti qui?», chiese cercando di fare conversazione. Le ragazze nella sala la guardavano con tanto d'occhi, sorprese della sua immediata spigliatezza: non era mai stata una di quelle ragazze che facevano subito conoscenza. Ma con lui è diverso, è tutto più tranquillo. Mi infonde pace.
«Beh, i miei si sono divorziati, e mia madre ha deciso di cambiare aria per un po'», affermò semplicemente, continuando a svolgere gli esercizi. Sembrava che la cosa non gli pesasse molto, eppure Hannah non poté che arrossire alla figuraccia che aveva appena fatto. Decisamente un buon inizio di conversazione.
«Ehm, scusa, io non volevo... Non sapevo...», tentò di dire balbettando, ma Niall la interruppe con un altro minscolo sorrisino.
«Tranquilla, non potevi saperlo. Ma non mi da tanto fastidio, ormai ci ho fatto l'abitudine», terminò con un sospiro. Hannah aggrottò le sopracciglia.
«I miei dicono sempre che ho la delicatezza di un elefante in una cristalliera», mugugnò più a sé stessa che al ragazzo. Niall però la sentì, e scoppiò in una fragorosa risata: questa, al contrario dei sorrisi, non era per niente trattenuta. Tutte le ragazze della sala, compresa l'insegnante, si girarono verso i due: Hannah era di nuovo rossa dall'imbarazzo, mentre Niall non faceva niente per nascondere il suo accesso di risate. Sembrava si trovasse a suo agio.
«Ci scusi», riuscì a dire il ragazzo appena terminato di ridere. Con una mano si asciugò una minuscola lacrima all'angolo del suo bellissimo occhio azzurro.
«Faccio talmente ridere?», chiese allora Hannah.
«Non lo immagini neppure». Un altro sorriso microscopico. Questi sorrisi iniziano a infastidirmi. Quasi per fargli vedere come si facesse, la ragazza si aprì in un bellissimo e ampio sorriso. Trascorse circa un'ora e mezza; dopo i primi riscaldamenti l'insegnante li fece disporre lungo la sbarra, mettendoli in fila per eseguire piccoli passi ed esercizi elementari.
«Hannah, che ne diresti di far vedere al nuovo arrivato di cosa sei capace?», le disse la signora con un sorriso. 
«Ah, io non credo... Insomma, non so se ne sono capace, e...», tentò di dire arrossendo, ma Niall le diede una piccola spinta al braccio e lei si diresse verso il centro della sala; prese un bel respiro, prima di eseguire un Pas De Chat perfetto e una Pirouette. Le ragazze tutt'intorno le fecero l'appaluso, mentre Hannah tornava al suo posto, imbarazzata.
«Sarebbe ancora meglio terminare questa piccola coreografia con un Grand Jeté Ouvert, che ne dici Hannah?», disse poi l'insegnante sorridendo. Alla ragazza le si illuminarono gli occhi.
«Già, eh magari un Double Tour En L'Air... Credo che non ci riuscirò mai», terminò l'ultima parte a bassa voce, per non farsi sentire da Miss Parker.
«Sei stata bravissima. Io credo che ne sarai capace», le sussurrò Niall strizzandole l'occhio. Hannah rimase incantata a fissare quei bellissimi occhi, e non si accorse che tutt'intorno le ragazze avevano ripreso ad eseguire passi fino a quando una di loro non le venne addosso.
«Oh, scusami, Hannah, non volevo...», fece per scusarsi, ma lei la interruppe con un sorriso. Quello sguardo... Mi ha mandata in tilt.
Attaccò velocemente i capelli in una coda disordinata, ed uscì dallo spogliatoio con Rachel.
«Allora, hai segnato il tuo nome per l'audizione dello Schiaccianoci?», le chiese l'amica. Lei annuì, ed uscirono fuori dall'accademia.
«Hannah!», urlò qualcuno. Lo conosceva si e no da qualche ora e già sapeva riconoscere la sua voce; il cuore prese ad accellerare più velocemente, e si chiese il perché.
«Niall!», un sorriso le si aprì automaticamente sul volto, e lui le rispose con quel sorrisino appena accennato.
«Lei è Rachel, la mia migliore amica», presentò poi.
«Allora, ehm... Hai qualcuno che ti accompagni a casa? Ho la macchina qui vicino», si offrì il ragazzo.
«Veramente, io... - tentennò. Sarebbe voluta andare in macchina con lui, ma Rachel... Lanciò uno sguardo all'amica, che le fece un segno d'approvazione. - D'accordo, grazie biondo! Ci vediamo a scuola Rachel», la salutò, prima di avviarsi verso la macchina del biondo.
«Allora, farai l'audizione per la parte femminile dello Schiaccianoci?», le chiese lui una volta in macchina.
«Certo che si! È sempre stato il mio sogno ballare in quello spettacolo. Spero tanto di ottenere la parte, ma dovrò allenarmi di più. Non sono nemmeno lontanamente vicina ad essere presa, nelle condizioni attuali», rispose sincera.
«Cosa dici? Io ti trovo bravissima. Davvero, la tua grazia e la tua eleganza mi hanno colpito, e non poco», le disse lui, guardandola con la coda dell'occhio; lei si limitò ad arrossire e a sussurrare un "grazie". Era strano, ma quando stava con lui non faceva altro che imbarazzarsi, e ad incantarsi a guardare i suoi bellissimi occhi color cielo. Chiacchierarono molto per conoscersi un po', fino a quando lui non si fermò sotto casa della ragazza, che le aveva spiegato accuratamente la sua via.
«Grazie ancora, Niall. Ci vediamo mercoledì a danza, ok?», fece lei prendo il borsone e aprendo la portiera dell'auto.
«Non vedo l'ora... Ciao, Hannah», la trattenne per un braccio e le diede un bacio sulla guancia. La ragazza arrossì, di nuovo, e scatenò la bellissima risata del ragazzo.
Quel mercoledì sembrò non arrivare mai, ma finalmente l'ora tanto attesa era arrivata, e Hannah preparò con cura il borsone. Rachel avrebbe fatto tardi, così decise di avviarsi a piedi all'accademia, visto che non era molto distante. Stranamente quel pomeriggio era in largo anticipo, così ne approfittò per allenarsi da sola; si avvicinò alla sbarra ed iniziò con semplici esercizi, per riscaldarsi e rilassarsi. Quando si sentì abbastanza preparata, mise nello stereo il CD con le musiche dello Schiaccianoci, e provò alcuni passi. Pas De Chat... Glissade. Pirouettes, Grand Battements... Grand Jeté Ouvert... Bum.
Hannah si ritrovò seduta sul pavimento, mentre la musica continuava imperterrita a rimbombare nella stanza. Sbuffò, dolorante, e decise di alzarsi; non era capace di fare quella spaccata in aria, non c'era verso. Da quando ci provava? Mesi, ormai; non ci sarebbe mai riuscita. Sospirò, prima di far ripartire la musica ed inziare i passi. Pirouettes, Grand Battements... Bum, di nuovo sul pavimento. Riprovò ancora, e ancora; mancava una mezz'ora scarsa all'arrivo dei compagni e dell'insegnante, così decise di riposarsi un po' per evitare di essere stanca già all'inizio della lezione. Prese un asciugamano e l'avvolse intorno al collo, prima di uscire dalla porta della loro piccola sala.
«Niall, mi hai fatto spaventare!». La ragazza si mise una mano sul cuore, che batteva all'impazzata dallo spavento. Appena uscita dalla porta era andata a sbattere contro qualcuno che l'aveva trattenuta per non farla cadere. Di tutta risposta lui rise.
«Scusa, non era mia intenzione. Già finito di allenarti?», chiese mentre accompagnava la ragazza al distributore dell'acqua.
«Quindi mi hai visto? E hai visto che non sono nemmeno capace di fare un Grand Jeté Ouvert come si deve?», fece la ragazza corrucciata, abbassando la testa.
«Sai cosa ho visto? Ho visto una ragazza che non si da per vinta, che non si arrende facilmente. Che per realizzare il suo sogno lotta, con le unghie e con i denti», disse lui guardandola serio negli occhi. Hannah si sentì spiazzata da quello sguardo che non riuscì a reggere, e abbassò di nuovo la testa, completamente rossa in viso.
«Sta di fatto che non sono capace di fare niente, e non verrò mai presa», mugugnò solamente.
 *
«Niall, Niall!». La ragazza corse a perdifiato per i lunghi corridoi dell'accademia, fino a trovarsi davanti l'irlandese che cercava.
«Hannah! Tutto bene?», chiese lui affettuosamente dandole un bacio sulla guancia, e regalandole uno dei suoi microscopici sorrisi. Prima o poi scoprirò cos'ha a quella bocca.
«Adesso si! - fece lei abbracciandolo. - Mi hanno presa, mi hanno presa! Farò lo Schiaccianoci con te!». Saltellò dalla gioia in tutto il corridoio, tra gli sguardi divertiti delle amiche e la risata fragorosa del biondo.
«L'avevo detto, io! Vieni qua, congratulazioni!», disse lui prendendola in braccio e facendola volteggiare; nel corridoio si sentivano solo le loro risa e le loro urla, mentre la campanella suonava per indicare la fine dei corsi pomeridiani. 
Era passato circa un mese da quel giorno in cui si erano conosciuti. I due ragazzi avevano stretto una bellissima amicizia: si vedevano sempre a danza, o fuori l'accademia; passavano parecchio tempo insieme. Col passare dei giorni e delle settimane, quelle lievi sensazioni che provava Hannah la prima volta che lo vide si intensificarono sempre di più: ogni volta che Niall le faceva i complimenti le sue guance andavano a fuoco, ogni volta che incrociava i suoi bellissimi occhi ci si perdeva dentro, e ogni volta che si sfioravano era tutto un battito accellerato ed un respiro corto. Non ci mise molto a capire cosa significava tutto ciò, tuttavia non si era mai dichiarata: aveva paura di rovinare la bellissima amicizia che si era creata tra di loro, e non voleva rischiare di perderlo. Da parecchio tempo si teneva tutto dentro, ed ogni volta era sul punto di scoppiare, di rivelargli tutto.
«Secondo me glielo dovresti dire, Hannah. Non fa bene tenerti tutto dentro, alla fine ci starai male; e poi non puoi vivere col rimpianto, no? Magari ricambia i tuoi sentimenti, o magari no, ma rimarrete comunque amici. Tentar non nuoce», le disse una sera Rachel, che aveva cenato a casa della ragazza.
«E se tentar nuocesse? Chi mi assicura che mi voglia stare ancora vicino, una volta rivelati i miei sentimenti?», disse ancora una volta Hannah. Questo era il suo più grande dubbio, questo era ciò che le aveva impedito di dirgli tutto e subito, già dalla prima volta che lo aveva incontrato. E così passarono altri giorni, altre settimane; la data del saggio si avvicinava sempre di più, e la ragazza riusciva a concentrarsi sempre di meno sulle coreografie.
«Hannah, attenzione, caspita! Sei completamente andata a finire addosso a Niall; così non va, non va! - sbraitò per l'ennessima volta Miss Parker, bloccando di nuovo la musica. - Te l'ho detto Hannah: sei la migliore del nostro corso, ma se per domani non esegui al meglio la coreografia, ti sostituisco. Non posso rischiare di mandare a monte il saggio. Ci vediamo domani ragazzi, indossate i costumi di scena. Puntuali», concluse l'insegnante, prima di avviarsi fuori dalla sala. Hannah lanciò un'occhiata a Niall, che la stava perforando con il suo sguardo color del mare: tentò di scusarsi, ma ci rinunciò ed uscì di fretta dalla sala.
Qualcuno la trattenne per il braccio; era lui. «Si può sapere cosa ti prende? È sempre stato il tuo sogno lo Schiaccianoci, me lo hai detto tu. È possibile che adesso mandi tutto all'aria per... Per cosa? Cos'hai, Hannah, perché sei così strana in questo periodo? Perché continui ad evitarmi?», le chiese il ragazzo con un velo di tristezza nei suoi bellissimi occhi. La ragazza strattonò il braccio dalla sua presa, lo fissò negli occhi. Glielo dico o non glielo dico? Sii coraggiosa, Hannah. 
«Vedi Niall, io...», tentò di dire, ma le parole le morirono in gola. Glielo avrebbe detto, si era decisa: ma non adesso. Non voleva compromettere lo spettacolo di domani: già bastava lei incapace ad eseguire dei passi, non serviva anche un protagonista maschile sbadato e confuso.
Si girò dall'altra parte, e si avviò all'uscita.
Per una volta, cosa strana, era puntuale: varcò la soglia dell'accademia con tutto il necessario nel suo borsone, ed entrò negli spogliatoi. Si stava cambiando, quando qualcuno le venne vicino.
«Hannah, Miss Parker deve parlarti», le disse Anne indossando il suo costume di scena. Il cuore prese a battere più violentemente, e lasciò le scarpette che aveva in mano. Il verdetto era quindi arrivato: l'avrebbe lasciata ballare, o glielo avrebbe impedito?
«Mi hanno detto che voleva vedermi», disse la ragazza entrando nella sala, dove si trovava l'insegnate e, con un tuffo al cuore Hannah notò, non solo lei. Niall si trovava nell'angolino ad esercitarsi alla sbarra, ma quando lei fece il suo ingresso si fermò.
«Si Hannah. Sono qui per chiederti: ce la fai a ballare oggi? Ma intendo ballare, non comportarti come durante le prove. Devi...», ma lei la interruppe.
«Sono prontissima. È la mia occasione, sono pronta». Fissò seriamente negli occhi l'insegnante che ricambiò lo sguardo severa, poi sospirò.
«Devi capire che non posso rischiare di mandare tutto all'aria. Saranno presenti persone importanti del mondo della danza, che potrebbero portare prestigio alla nostra accademia. Non posso rischiare, Hannah. Davvero non posso».
«Si fidi di me», fu tutto quello che disse. Miss Parker parve indecisa, quando Niall parlò.
«Si fidi di Hannah. Almeno a lei non la deluderà», disse. Quel "a lei" sembrò pesare molto più di tutte le altre parole, e Hannah abbassò lo sguardo, affranta. Era così? Lo stava deludendo? Beh, l'avrebbe deluso ancora di più quando si sarebbe dichiarata; mancava poco. Con un cenno della testa l'insegnante le diede il consenso, e Hannah uscì dalla sala per cambiarsi.
Ci siamo. Il grande tendone rosso si aprì, mostrando l'enorme pubblico che era venuto ad assistere; Hannah si sistemò nervosamente il costume, guardandosi intorno.
«Andrai benissimo», le sussurrò Rachel prima di entrare in scena; sarebbe stata la prima a ballare, insieme ad Anne ed altre ragazze. Il pubblico le rimirava entusiasto, fino a quando non venne il turno dei protagonisti, e le ragazze si fecero da parte sul palco. Niall le prese saldamente la mano, e la fissò negli occhi.
Non ce la faceva, non ce la faceva a vedere quello sguardo rivolto verso di lei. «Niall, io...».
«Balliamo», fu tutto quello che disse, e la trascinò con sé sul palco. Hannah, ancora molto impacciata si mosse un po', e riuscì a scorgere lo sguardo di fuoco dell'insegnate dietro le quinte. Devo dare il meglio di me, ripeté. Devo dare il meglio di me.
Quando era riuscita finalmente a cacciare il meglio di sé, quando era riuscita a lasciarsi cullare da quelle note che conosceva a memoria, quando era riuscita a muoversi sul palco con una grazia e una spontaneità totale? Nell'attimo esatto in cui gli occhi del ragazzo si erano incrociati coi suoi; nell'attimo in cui il suo sguardo non esprimeva più dolore, o disprezzo: semplicemente una totale e profonda fiducia in lei. Ce l'avrebbe fatta.
Si preparò a compiere ciò per cui si allenava da settimane ormai; spiccò un salto in aria, e aprì le gambe per la spaccata. Scese delicatamente sulle punte, prima di prepararsi al seguito. Al peggio.
Dietro le quinte Miss Parker aveva ormai le dita incrociate; tutti gli occhi della sala erano puntati su di lei, compresi quelli del ragazzo, che nel frattempo eseguiva delle bellissime Pirouettes. Lui si avvicinò, la prese per mano, gliela strinse; Hannah esguì il Double Tour En L'Air. Saltò, e la sua piroetta in aria sembrava infinita, interminabile; sembrava fossero passate ore quando finalmente cadde dolcemente in quinta, e sul suo volto si aprì un sorriso. Si voltò, mentre tutte le sue compagne si avvicinavano per concludere lo spettacolo, quando il suo sguardo incrociò il volto di Niall.
Quel volto che, per la prima volta da quando lo conosceva, si aprì in un bellissimo, un dolcissimo sorriso. Il suo sorriso.
Ormai nella sala si sentiva solo il rumore degli applausi del pubblico, mentre sul palco aveva fatto il suo ingresso l'insegnante, che si inchinava agli applausi e non faceva che sorridere dalla gioia; Hannah, invece, era rimasta incantata a quella vista, e il suo sguardo non perdeva di vista il volto del ragazzo. Niall, dal canto suo, non faceva che sorriderle e stringerle la mano.
Dopo i ringraziamenti e i complimenti dai giudici presenti allo spettacolo, tutti i ragazzi furono mandati negli spogliatoi per cambiarsi e riposarsi un po'.
«Sei stata grande, grande! Li hai lasciati tutti a bocca aperta!». Rachel le era letteralmente saltata addosso, e tutt'intorno le altre ragazze continuavano ad urlare e a ridere, felici.
«Andiamo, parte del merito va anche a Niall! È merito suo, in fondo, se Miss Parker mi ha permesso di ballare e di dimostrare quanto valgo. È tutto merito suo...», ripeté poi a bassa voce, più a sé stessa che alle altre.
«Credo che qui qualcuno debba andare e chiarire un po' di cose, no?», le disse poi l'amica, ricordandole la sua promessa. 
Già, era arrivata la parte più dura, più dura persino dello spettacolo. Doveva rivelare i suoi sentimenti a Niall.
Camminò frettolosamente per i corridoi, cercando il ragazzo; chiese a più persone se l'avessero visto, ma sembrava si fosse volatilizzato. Le venne in mente una loro conversazione di poco tempo fa: Niall le aveva confidato che amava rifugiarsi in posti che avessero un grande panorama, perché lo rilassava; cosa c'era di meglio del tetto dell'accademia?
Svoltò bruscamente l'angolo, quando andò a sbattere contro qualcuno; chiese scusa e fece per andarsene, ma il signore la fermò.
«Signorina Hannah! Miss Parker ci ha parlato molto bene di lei, e devo dire che io e i miei colleghi siamo rimasti notevolmente sorpresi dalla sua abilità. Sono il direttore della pregiosa scuola di danza di Manhattan, e sono qui per offrirle una borsa di studio nella nostra...», ma la ragazza non aveva tempo per queste cose.
«Grandioso, davvero. Ne parliamo dopo, arrivederci!», e corse su per le scale. Un piano, due piani, fin quando la porta di emergenza non si stagliò davanti a lei: la aprì, e subito un gelido vento la investì. Seduto sul cornicione della terrazza c'era Niall, che osservava il panorama.
«Sapevo che ti avrei trovato qui», sussurrò sedendosi vicino a lui.
«E io sapevo che ce l'avresti fatta. Sei stata fenomenale, davvero! Una borsa di studio all'accademia di Manhattan, complimenti!», replicò lui abbozzando un sorriso.
«Tu come...?», fece lei confusa.
«Me l'hanno offerta anche a me, e hanno fatto anche il tuo nome», spiegò lui.
«Ah, bene. Senti Niall, io non sono venuta qui a parlarti di questo», disse poi lei, torturandosi le mani.
«Ah no? E cosa sei venuta a dirmi? Sei venuta a spiegarmi perché in questo periodo mi eviti? Perché non mi degni di un'occhiata, perché mi fai star male?», fece lui, continuando a fissare davanti a sé.
«Si, sono venuta a p-parlare del perché ti faccio stare m-male», balbettò.
«Avanti allora, sono tutt'orecchi». Ecco, ora che le servivano le parole, la gola sembrava essersi seccata. Non poteva, non doveva rimandare ancora: si fece forza, deglutì rumorosamente.
«Niall, tu mi piaci. - ecco, si, l'aveva detto. - Mi piaci, e non poco. È da molto tempo che mi tengo dentro questa cosa, ma non facevo che starci male: ho pensato che magari evitandoti, in un modo o nell'altro sarei riuscita a scordarmi di te. È per questo che non ti consideravo», disse a bassissima voce, con lo sguardo abbassato sulle sue mani. Da una parte sperava non l'avesse sentita, ma dall'altra non le andava per niente di ripeterlo.
«E perché mai volevi scordarti di me?», disse. Sembrava calmo, così Hannah si azzardò ad alzare lo sguardo. Gli occhi del ragazzo dardeggiavano, ed erano fissi nei suoi; lei arrossì.
«P-perché tu non... Io a te non... Non piaccio, ecco», cacciò tutto d'un fiato.
«Ah. - sembrava... Scocciato? - E chi te l'avrebbe detta questa scemenza?», chiese poi. Scemenza? Ha detto scemenza?
«Niall, cosa vuoi...». Beh, si, successe l'ultima cosa che la ragazza si aspettava. Niall le si era avvicinato e aveva posato delicatamente le sue labbra su quelle della ragazza, mentre con una mano le accarezzava dolcemente il viso.
Quando si staccarono, venne spontaneo ad entrambi sorridere. E Hannah si sciolse, per la seconda volta, alla vista di quel dolcissimo sorriso.
«Posso farti una domanda, Niall?», chiese lei sorridendo.
«Tutto quello che vuoi», rispose lui tornando serio.
«...Perché non sorridi mai?». 
Il ragazzo sembrò imbarazzarsi. «Non mi piace il mio sorriso, ecco».
Stupido. «Posso dirti anche un'altra cosa?». Eccola, la sua risata magica e contagiosa.
«Dimmi».
«Sorridi, perché sei bellissimo». E tornò ad appoggiare le labbra sulle sue; tornò a fare quello che ormai entrambi aspettavano da tempo.


my space.
ciao a tutte c:
ecco l'ultima one shot che ho scritto sui ragazzi; spero vi possa piacere questo Niall ballerino tanto quanto piace a me.
Se vi va potete passare dalle mie altre os,  You've Saved My Life , I've Always Loved You , Can we try one more time?
e You're my Cinderella , o dalla mia ff appena conclusa,  We are Forever .
Fatemi sapere cosa ne pensate c:
xx
  
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