Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Aeris90    12/06/2007    3 recensioni
una parodia attuata da me e dalla mia Beta daphneblack per prendere in giro i nostri "beniamini"
Genere: Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'avevo già pubblicata dall'account della mia Beta... l'abbiamo riveduta e corretta per renderla un po' più carina.. l'autrice sono io e Daph mi corregge solo la grammatica ^^

 

 

 

 

Per Ale: che mi fa sempre adorare la magia^^

 

PARODIA DE “IL CALICE DI FUOCO” di Aeris90

Capitolo primo

 

Little Hangleton, Casa Riddle ore 1.30 am

 

Una voce spettrale che proveniva da una poltrona disse:

- ...ehi Codaliscia… se dovemo organizzà per ammazzare Potter, o no? Mica si può lascià in libertà un essere simile…-.

Un “uomo” (se così si può chiamare) con una faccia orribile e con un dito in meno torse le mani e rispose -...Padrone ma voi siete ancora troppo poco potente per poter ammazzare quel rompicoglioni imbecille di Potter… non è nelle vostre capacità… io ho convissuto con lui a Hogwarts… è così logorroico che vi passerebbe la voglia di ammazzarlo…-

La voce non rispose… intanto il vecchio custode di casa Riddle (un grande impiccione a mio parere), sentendo quei rumori e pensando forse a due ladri, cominciò ad avvicinarsi alla porta della camera dalla quale provenivano i rumori…

Vide un uomo parlare con una poltrona e vide Codaliscia lì vicino a cazzeggiare e a guardare un giornaletto porno…

Sentì qualcosa strisciargli vicino alle gambe, sobbalzò e non riuscì a tenere un urlo... era un serpente!

La voce della poltrona disse -Codaliscia smetti di fare il pervertito e vai a vedere chi è che interrompe i miei piani di morte…-

Codaliscia aprì la porta ed entrò il serpente.

La voce affermò -Nagini dice che c’è uno sporco Babbano qui fuori… fallo entrare…-.

Il custode entrò, vide un bagliore di luce verde e poi non vide più nulla (chissà perchè…).

La voce continuò, noncurante del cadavere che giaceva beatamente sul pavimento: -...Allora secondo me per ammazzare Potter…-

 

Privet Drive,4 casa di Potty-potter

 

Intanto a Privet Drive il suddetto Potter si svegliò con un balzo, scese dal letto, poiché gli faceva male la cicatrice, ma trovò solo un solido muro…

-ma chi diamine ha messo questo muro accanto al mio letto??- imprecò a bassa voce.

Poi, dopo essersi ricordato che dal suo letto si scende verso sinistra e non verso destra, si alzò e si mise davanti allo specchio…

Il dolore alla cicatrice era sparito.. forse perché si era mischiato con quello che aveva a tutto il corpo per la botta che aveva dato al muro.

Si sedette alla scrivania e finì di scrivere la lettera al suo padrino Sirius…

Quando la finì mise il nome in bella vista sulla busta (tanto mica era ricercato, no?) e aspettò il ritorno di Edvige, la sua civetta, che aveva preferito uscire di notte al freddo piuttosto che stare con lui per più di dieci minuti.

Harry si mise a guardare fuori alla ricerca del bagliore ma non vide nessun oggetto volante…

Si riaddormentò sulla scrivania e si svegliò quando era ora di scendere giù a colazione.

 

Quando scese, come al solito, nessuno lo degnò di uno sguardo… si sedette e gli fu messo davanti un piatto di cibo per criceti, ultimamente a casa Dursley lo stavano sempre trattando come un animale… il giorno prima gli era toccato mangiare una scatoletta per cani dall’odore per niente invitante…

Harry non ci fece caso.. da quando aveva capito cosa stava succedendo aveva mandato gufi a tutti i suoi amici (che poi sono 4)  con richieste di aiuto..

Da casa di Ron erano arrivati dei pasticcini e da casa di Hermione erano arrivati solo pacchi di dentifricio contro le carie… (i suoi genitori facevano i dentisti) da Sirius era arrivata una torta… (io mi sono sempre chiesta come un fuggitivo possa recuperare una torta…)e da casa di Hagrid, il guardiacaccia, erano arrivati sassi travestiti da biscotti… nessuno sapeva che in realtà Hagrid fosse un bravo cuoco, solo che Harry gli stava altamente sulle palle…

 

Non appena Harry prese il primo semino in mano con aria scettica, suonò il campanello. Zio Vernon, neanche fosse stato ad una gara di velocità, corse verso la porta, e dopo aver chiacchierato col postino tornò incazzato nero in cucina.

- Tu!- abbaiò ad Harry - In salotto!-.

Harry, lo seguì e non fece in tempo ad entrare in salotto che zio Vernon gli sventolò qualcosa che era stato riempito con bustine di preservativi.

- Ti è arrivato questo!- urlò lo zio - Ci sta il tuo nome sopra! Il postino continuava a ridere! Che diavolo vi insegnano in quella scuola di pervertiti fradici?-.

Appena Harry fece per prendere la busta, lo zio l’aprì e lesse ad alta voce:

 

Cari Signori

Non ci conosciamo, ma sono sicura al 15% che Harry vi abbia parlato di mio figlio Ron.

Sono sicura del restante 85% che Harry vi abbia annunciato che si terrà la finale della coppa del mondo qui, e mio marito ha trovato i biglietti anche per lui. Saremo responsabili di ogni cosa gli accadrà, e saremmo felici di accompagnarlo al treno per Hogwarts.

Mandateci la risposta per via normale perché i postini non sanno nemmeno arrivarci in quella villa strepitosa che è la nostra casa.

                                                                             Sinceramente vostra Molly Weasley

 

P.S. spero che i nostri preservativi vadano bene, non so perché ma li avevano descritti a mio marito come francapalli, che erano quadrati col bordo a zigzag. Abbiamo messo tutti quelli che ci avevano regalato dopo la nascita di Percy... ma Arthur non sapeva come si adoperavano.

 

Zio Vernon appena finì di leggere si infilò con un gesto repentino la lettera in bocca, e cominciò a masticare con un ghigno sadico sulle labbra.

Harry si mise in ginocchio, con gli occhi pieni di lacrime e le mani giunte - Ci posso andare?-

Zio Vernon gli sorrise come non aveva mai fatto. Era un sorriso dolcissimo, che Harry non aveva mai visto sulle labbra dello zio, a parte quando vedeva il piccolo Dudley giocare con le macchinine.

- No!- gli rispose, sempre col sorriso sulle labbra, dandogli un buffetto.

Harry scoppiò a piangere.

Zia Petunia coprì le orecchie di Dudley, ma il pianto cominciava ad aumentare di volume.

- Vernon, digli qualcosa!- fece la moglie, che stava spiaccicando la testa del figlio nell’intento di non fargli sentire quegli urli disumani.

Zio Vernon prese una pentola e la sbatté sulla testa del nipote, che non ne voleva sapere di smettere. Allora prese le cesoie per il giardino e fece per avvicinarsi, ma Harry corse e si chiuse in camera sua, continuando a piangere come un pazzo.

 

Era sera. In Privet Drive non passava nessuno. I vicini della casa Dursley avevano preso stranamente tutti lo stesso aereo per lo stesso posto. Il motivo era il nipote dei proprietari di casa, che piangeva, urlava e si dimenava come non aveva mai fatto in tutta la sua vita.

I Dursley volevano dormire, ma non ci riuscirono. Nonostante zia Petunia continuasse a dire al marito di dire qualcosa ad Harry, lui non l’ascoltava.

Passarono la notte in bianco, a guardarsi a vicenda.

 

La mattina dopo, Harry non si era ancora stancato. Smise solo quando vide un puntino bianco sul tetto dei vicini, che aveva in bocca una lettera e le ali sulle orecchie.

Harry urlò - Edvige!- e la civetta si catapultò come una freccia nella camera del ragazzo, lasciando una forma sferica sul vetro della finestra.

Quattrocchi le strappò con forza la lettera dal becco, e la aprì con furia.

 

Harry, papà ha i biglietti! Verrai da noi a vedere la partita! Ti verremo a prendere, che lo vogliano o no, anche se mamma ha insistito per mandarti quella lettera. In realtà pensavo fosse euforica per aver trovato qualcuno a cui affibbiare i suoi quadrotti zigzagati. Non so cosa siano, e neanche lei, se se ne è voluta liberare. Boh,chi capisce mia mamma è bravo!

Se vuoi farti strappare le mutande da Percy, parla di Estero.

                                                                                                          A presto Ron.

 

Harry, felice come non mai alla prospettiva di un Percy particolarmente accattivante con le sue mutande in mano, prese una piuma e scrisse, velocemente

 

Allora sbrigatevi. Ciao

 

Piegò la lettera e la diede ad Edwige.

 

 

Privet Drive, 4 casa di Potty-potty prima della partenza.

 

Alle 12 del giorno dopo, Harry aveva già in un angolo tutti i suoi averi. Aveva spulciato in ogni nascondiglio della sua camera, ma come ricordino aveva lasciato un tubetto di dentifricio a Dudley, nella speranza che lo sapesse usare.

L’atmosfera a casa era tesa. Zio Vernon camminava avanti e indietro come un pazzo, e continuava a chiedere l’ora alla moglie, nonostante sapeva che tutti sarebbero arrivati alle cinque.

- Vengono in macchina?- abbaiò in direzione di Harry.

- E che ne so io?- rispose il ragazzo, aggrottando le sopracciglia.

Zia Petunia continuava a riordinare i cuscini dei divani nevroticamente, Dudley camminava per casa attaccato al muro e Harry guardava fuori dalla finestra.

Erano le cinque e tre minuti.

- Sono in ritard... ooooooh!- urlò zio Vernon, scaraventato all’indietro da una caterva di fumo bianco proveniente dal fuoco elettrico.

 

- Ciao!- disse un omuncolo alto con i capelli rossi, e tutto ricoperto di polvere bianca - Mi chiamo Arthur Weasley!-

Vernon gli si avvicinò - CHI SIETE, VOI!!-

Arthur sorrise - L’ho detto, sono Arthur Weasley!-

Vernon ripeté - CHI SIETE VOOOOOOOOI!- con un tono che per lui doveva sembrare mistico.

Si avvicinarono due ragazzi uguali fino alle unghie delle mani, che lo guardarono sorridendo - Ciao, noi siamo Fred e George!-

Vernon aveva la lingua da fuori come i cani, per la fatica, - Chi s...iee...te vooooi.....zzz...zzz...- “cervello disconnesso”. La testa gli cadde a ciondoloni in avanti, e Dudley con un - Papà!!- allarmato raggiunse il padre. Ma a metà strada vide una caramella dalla carta colorata e se la ficcò subito in bocca, senza far caso al padre che era svenuto con la lingua da fuori.

Zia Petunia si lanciò sul marito, che ormai era caduto, e sentì un urlo che fece girare tutti.

Dudley cominciò a tossire, mentre gli usciva dalla bocca una fascia spugnosa violetta, che continuava ad allungarsi.

Scoppiarono tutti a ridere meno che il sig.Weasley e zia Petunia, che svenne accanto al marito.

Dudley cominciò a piangere nello stesso modo di Harry il giorno prima, e urlava perché più si tirava la cosa violetta, che poi era la sua lingua, e più ovviamente si faceva male.

Il sig.Weasley prese la cosa violetta, che aveva raggiunto la lunghezza di un metro e mezzo, e cominciò ad arrotolarla. Poi prese le cesoie che Vernon aveva usato il giorno prima con harry e gli diede un taglio netto.

Agguantò i figli ed Harry prima che il ciccione si potesse rendere conto che gli avevano tagliato la lingua, e corse nel fuoco urlando “La tana!!”.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Aeris90