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Autore: Aiko Aislinn Jane    29/11/2012    3 recensioni
Questa è la mia prima fan–fiction, l’ho cominciata verso fine settembre e in realtà era costituita solo da un capitolo, il secondo, che però ho modificato molto dato che inizialmente era composto solo da alcuni dialoghi, che ho quasi del tutto lasciato invariati perchè li sentivo necessari per rendere bene i sentimenti dei due personaggi. La parte iniziale e quella finale del secondo capitolo sono invece fresche di questi giorni, scritte insieme a tutto il resto. La storia è ambientata anni addietro, poco dopo che i Tre Ninja Leggendari si sono divisi! Beh, pubblico il primo capitolo e spero vi piaccia :)
Un’ultima cosa: non scrivo questa fan–fiction perché abbia un senso particolare, ci tengo solo ad esprimere con le mie parole momenti, emozioni e sentimenti di una storia che non è esistita ma che mi piace immaginare e tutta la fan–fiction è basata solo su questi momenti.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Guardo fuori dalla finestra, ricordando il sogno e il dolore che avevo provato, quasi fosse reale. La neve cade fitta e va ad aumentare lo strato che già si è posato sul davanzale. Nel silenzio che mi circonda sento i passi che si avvicinano nel corridoio e un fremito mi percorre le spalle, mentre il dubbio di aver commesso un grave errore invitandolo qui si fa largo nella mia mente. Ancora una volta richiamo a me le immagini della sua morte e so di star facendo la cosa giusta. Mi stringo nelle spalle e vado ad aprire la porta poco prima che bussi, sorprendendolo con il pugno alzato pronto a battere sul legno. Mi rivolge un sorriso disarmante. Dentro di me tiro un sospiro di sollievo, felice di vedere che è vivo, nonostante sapessi che quello era solo un sogno. Lo invito a sedersi sulla panca con un gesto silenzioso. Mi guarda interrogativo, attenendosi al mio silenzio, e mi limito a un sospiro mentre prendo posto di fronte a lui. Noto con piacere che ha aspettato che mi sedessi prima di sedersi a sua volta. Lascio passare un istante per trovare la forza e il coraggio di cominciare e non mi perdo in parole inutili, introduzioni di troppo, domande banali del tipo –come stai?–. Vado dritta al punto, sperando che capisca.

–È due anni che non ci vediamo. Non ci siamo più scritti, nessun contatto– sussurro. –Non ho scordato tutto quello che abbiamo passato insieme, per quanto mi sforzassi di segregare i miei ricordi in un angolo della mia mente. Mi sono lasciata alle spalle il villaggio e gli amici, la Foglia quasi non esisteva più per me, ma tra i miei pensieri confusi, ogni tanto si faceva largo il tuo volto…

–Potevi tornare. Ti ho aspettata, ma tu non sei mai ricomparsa– ribatte con un tono leggermente accusatorio.

–Umpf… come ti avrei trovato? Anche tu hai lasciato il villaggio. E poi non eri cambiato e non lo sei ora, non ho mai sopportato il tuo modo di fare con le donne, come strabuzzi gli occhi ogni volta che ne vedi una…– mi interrompo, maledicendomi per ciò che sto dicendo.

Continua a guardarmi curioso e serio.

–La verità è che mi da’ fastidio che guardi qualcun’altra e non me.

–Ma io ti guardo eccome! Eheh.

La sua risatina mi infastidisce.

–Non mi guardi come vorrei, mi guardi come tutte le altre!– blatero alzando la voce. –È questo il motivo per cui mi arrabbio tanto… Non sono niente più di tutte quelle sconosciute per te…

Mi guarda ancora, mi fissa e aggrotta le sopracciglia, sforzandosi di capire, iniziando a capire.

–Jiraiya, come puoi non averlo ancora capito?– sputo infine tra i denti.

–Non vorrai dire che…

Non so più se continuare, mi sono scoperta troppo, ho parlato di qualcosa che mi ero ripromessa di tener chiuso in me fino alla morte, ma alla morte mancava ancora –spero– molto tempo e io sono stanca di essere sola. Ormai ho parlato, tanto vale dire tutto.

–Sono sempre stata innamorata di te, ma tu ti comportavi da maniaco, il tuo sguardo mi passava sopra e passava da me a un’altra, così ho deciso di lasciarti perdere, ma le decisione della mente non hanno potere sul cuore…

Ora mi guarda e forse, per la prima volta, mi vede davvero.

–Alla morte di Nawaki… quando ero sconvolta, Orochimaru era così freddo e indifferente nel mostrarmi il ciondolo di mio nonno e nessuna emozione sul viso… la tua presenza ha mantenuto intatto il mio cuore, le tue braccia, le prime che mi abbracciarono, mi impedirono di morire con lui. Ma non sembrava essere cambiato niente in te, eri determinato a porre fine a tutto quello e basta, mentre Dan mi si è avvicinato, e avevamo così tanto in comune…

–Tu lo amavi, lo ami ancora.

–Io avevo bisogno di essere amata!

Sono disperata, alcune lacrime mi segnano il viso mentre parlo. Non posso crederci, sto piangendo davanti a qualcuno! Davanti a Jiraiya!

–Dan mi ha dato l’amore di cui avevo bisogno. Ma lui non era… non eri tu.

Mi fermo e asciugo le lacrime, cerco di ridarmi un contegno, cerco di non pentirmi di quello che sto dicendo. Lui mi guarda silenzioso, un po’ sconvolto forse.

–La sua morte mi ha straziata e stavolta non c’erano le tue braccia a sostenermi, solo il vuoto, il sangue, il buio, la morte…

I miei occhi non guardano più il suo viso, fissano la finestra scura e vedo la morte di Dan di nuovo, così vivida e dolorosa. Abbasso la testa, mi sento a pezzi.

–L’unica possibilità che avevo per non perdere altri pezzi di me stessa era andarmene e lasciarti a qualcun’altra, non vederti più e non pensare ogni volta a quanto ti amavo. E i tre ninja leggendari se ne andarono ognuno per la sua strada… Ma questo non fu sufficiente a cancellarti dalla mia mente…

Lo guardo muoversi sulla panca, una sfilza di emozioni passano nei suoi occhi fissi sul tavolo, poi non vi scorgo più niente. Si alza e penso che stia per andarsene, lo capirei. Chiudo gli occhi, sentendomi di mille anni più vecchia. Ho l’impressione di star galleggiando nel vuoto e attorno a me non percepisco più niente. Un tocco sulla spalla mi fa sobbalzare, credevo se ne fosse andato. La sua mano calda si posa sul mio braccio e quel calore mi trascina fuori dal vuoto ovattato in cui mi ero sentita precipitare. Giro appena la testa e lo vedo inginocchiato di fronte a me, gli occhi all’altezza dei miei, che mi guardano colmi di qualcosa che non so iinterpretare. Si fa avanti e mi posa un bacio sulla fronte. Mi scosto bruscamente, sorpresa, un po’ sconvolta, mille emozioni che sfrecciano avanti e indietro tra mente e cuore. Un lampo di delusa incomprensione guizza nei suoi occhi e qualcosa mi fa desiderare di non vedere più quella delusione mentre mi guarda. Mi faccio avanti e gli passo le braccia dietro il collo, baciandolo senza nemmeno pensarci. Le sue labbra sorridono contro le mie e le sue mani mi avvolgono i fianchi. Un bacio, due baci e ancora e ancora e ancora. È quello che ho desiderato per tanto tempo e mi chiedo se anche lui l’abbia desiderato. In un attimo di razionalità mi accorgo di quanta dolcezza mi sta donando, senza la benchè minima traccia della sua tipica perversione. 

Lo sento alzarsi in piedi e seguo i suoi movimenti senza allontanarmi da lui, che mi stringe con più forza. Tengo gli occhi chiusi, consapevole che i suoi passi all’indietro mi stanno portando verso il materasso della stanza, posato su un letto all’occidentale, rivestito da lenzuola morbide e una coperta calda e pesante. L’atmosfera è riscaldata e alla tenue luce delle candele mi scordo che fuori c’è un freddo tremendo. Scivolo sul letto seguita da lui, che continua a baciarmi e mi sfiora le braccia scoperte con delicatezza. Perdo la cognizione del tempo, non ricordo quando le sue mani sono passate oltre, quando ci siamo ritrovati sotto le coperte senza più i vestiti addosso. So di essermi addormentata ad un certo punto della notte perché nel dormiveglia ho avuto la sensazione di essere di nuovo sola in questo letto, ma quando mi sono riscossa l’ho trovato ancora lì, con le braccia a cingermi. Non voglio aprire gli occhi, temo di aver solo immaginato i gesti dolci che mi ha riservato, temo che l’abbia fatto solo per arrivare al punto in cui siamo arrivati. Le sue labbra che sfiorano piano la mia fronte in un bacio appena accennato allontanano immediatamente ogni dubbio e non posso far altro che voltarmi verso di lui e baciarlo, baciarlo di nuovo e non smettere più.

   
 
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