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Autore: ehicamy    29/11/2012    1 recensioni
Ci sono un bel po' di cose,che hanno reso quel giorno diverso dalla mia vita quotidiana.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era mattina e come ogni mattina mi svegliavo nell'enorme letto che mia nonna aveva scelto per me. Era una casa grande,forse troppo grande per due persone. -DUE persone- quella frase mi spaventava a morte,da quando mia madre e mio fratello erano morti. Avevo ancora il trucco sbavato dalla sera prima,che avevo interamente passato a piangere guardando vecchie foto di famiglia e "spulciando" tra le cose di mia madre. Finn era tutto per me, un fratello,un padre,un amico tutto. Per non parlare di mia madre,lei era...era la mia migliore amica. Ma dopotutto dovevo andare avanti perchè continuare a piangermi addosso non sarebbe servito a nulla,non sarebbero tornati. A un certo punto sentì la nonna gridare:-”Joey alzati!”-ma io non volevo alzarmi dall'unico posto dove mi sentivo davvero me stessa. A scuola,nessuno avrebbe capito quanto fa male sentirsi soli al mondo,tantomeno al lavoro,dove l'unica persona coerente con cui potevo parlare era quel "dongiovanni" da strapazzo di Mike,il capo. Decisi di alzarmi,controvoglia naturalmente. Mi trascinai fino al bagno e poi scesi subito in cucina,dove Charlotte (la vecchia nonna) mi aspettava per fare colazione. D'impatto i miei occhi caddero su una fetta di pane abrustolita che con fretta afferrai e uscì per andare al lavoro. Latte scremato,cacao e un pizzico di vaniglia,ecco il segreto del "caffè speciale" della giornata. Ne ero sicura,alle tre del pomeriggio ero fermamente convinta di averne serviti circa 500 tazze,di quella brodaglia schifosa. Solo noia,non provavo nient'altro. Ci fu un cliente in particolare,che ricorderò fino alla fine della mia esistenza,era gentile,pacato,non riuscivo a fare a meno di guardargli le mani,senza mai alzare la testa. -"Quattro e cinquanta hai detto,vero?"-chiese gentile. -"Hey...?!?"-continuò la voce. -"Oh,scusami tanto,ero persa nei miei pensieri"-affermai,alzando la testa di scatto e fissandolo dritto negli occhi. -"Tutto ok?"-disse. -"S-si,certo...sì sono quattro e cinquanta"- affermai seria,senza distogliere lo sguardo. Tantomeno fece lui,non la smetteva di scrutarmi con quegli occhioni stupendi,era come se volesse leggere oltre,oltre a ogni colore,oltre a ogni sfumatura,oltre a ogni particella dei miei occhioni verdi. Non riuscivo a spiegarmelo. -”Ragazzi,noi avremmo da fare,volete sbrigarvi e amoreggiare un'altra volta?!?”-sbottò la vecchiacchia dietro al mio “scrutatore”. -”Non stiamo amoreggiando!!”- rispondemmo all'unisono. -”Ci vediamo”- disse il ragazzo,facendo un cenno con la testa e sorridendo. Dio,non avevo mai visto sorriso più bello,giuro. In quell'istante mi pietrificai e fui costretta a cedere il mio turno alla cassa ad Alex,la mia grande amica,per seguire il misterioso ragazzo fino fuori Starbucks. -”Ehi! Tu! Scusami,ehi!”- gridai. Si girò di scatto,e vedendomi affannata a chiamarlo,si aprì in un sorriso a trentadue denti. Rimasi sbigottitta,un'altra volta. Dannazione alla sua bellezza. -”Sapevo che l'avresti fatto..”- affermò scuotendo la testa. -”Che avrei fatto cosa?”-domandai imbarazzata. -”Sapevo che mi avresti seguito.”-disse avvicinandosi a me. -”Oh! Mister perfezione! E allora dimmi,come mai ne eri così sicuro?!?-sbottai. -”Perchè sei una ragazza,e so l'effetto che faccio alle ragazze.”- enunciò,sfiorandomi il mento con l'indice destro. -”Ma davvero? Io invece penso che tu abbia appena fatto la figura dell'imbecille e del farfallone,mio caro Mister Modestia.”- replicai. -”Beh allora ci vediamo qui da Starbucks,domani alle 20.00 in punto,così ti farò vedere chi realmente sono,visto che (strano ma vero) non lo sai ancora.”- disse. -”Bene!”- annunciai. -”Bene!!!”- replicò beffardo. -”Aspetta!”-sbottai-”non so nemmeno il tuo nome!”- -”Mi chiamo Harry! Harry Edward Styles! Cercami su Google! Tu sei Joey vero!?!”- -”Perchè dovrei cercarti su Google? E come fai a sapere il mio nome?”- chiesi isterica. -”Tu cercami su Google e lo capirai. E...la targhetta sul grembiule,il tuo nome l'ho letto sulla targhetta Joey!”- detto questo salì su una Mercedes nera,con i suoi cinque cappuccini su un vassoio. Anche se era un completo imbecille,l'avrei rivisto,questo mi importava.
  
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