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Autore: freakout    29/11/2012    4 recensioni
E se tutti i protagonisti (giocabili e non) dei giochi di pokémon si ritrovassero a condividere la stessa classe liceale, in un mondo completamente normale?
Se fossero tutti dei semplici ragazzi con le loro esperienze adolescenziali? Chi s'innamorerebbe di chi? Chi sarebbe amico di chi? Venite a dare un'occhiata e, se vi aggrada, continuate a seguire le loro storie.
P.s. Se potesse interessarvi, anche solo un pochino, la coppia base della mia storia è crossover, ovvero tra due personaggi di giochi diversi.
Note: Incompiuta.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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1.      CI VOLEVA LA PIOGGIA.     [GREEN - TOUKO]

Tristissima, freddissima e grigia giornata di pioggia in cui Green non voleva e non poteva permettersi di rimanere al calduccio sotto le coperte.
Era ancora molto presto e di luce, fuori, proprio non ce n’era.
Si precipitò a sciacquarsi il viso per poi specchiarlo, e ancora una volta cercò di sfuggire alla verità che i suoi bellissimi occhi verdi non gli permettevano di dimenticare.
Indossò abiti più pesanti dei soliti, bevve una tazza di cioccolata calda e osservò la cucina vuota notando, sul tavolo, un bigliettino che, sapeva, non avrebbe letto perché a Green non serviva leggere il contenuto di uno stupido bigliettino per sapere ciò che si celava dietro quella parole.
Il silenzio, in quella casa, era così snervante e assillante da apparire terribilmente rumoroso, così tanto che Green era solito chiedersi come mai i vicini non si fossero ancora lamentati.
La luce del mattino si fece spazio tra i nuvoloni e Green si accinse ad uscire, guardando per l’ultima volta l’ingresso della casa a cui vorrebbe non dover far ritorno e, voltandosi, se la lasciò dietro, dimenticandola per lasciar spazio a ricordi ben più piacevoli di cui poteva godere solo andando a scuola.
Perché anche se la sua situazione familiare non era una delle migliori gli bastava solo uscire da quella casa per tornare felice, gli bastava solo una chiacchierata con Red (per quanto potesse essere interessante), gli bastava solo la scuola.

 Green trovò, come al solito, Red all’angolo della strada per andare a scuola e durante il tragitto incrociò lo sguardo con quello di Touko che, insieme ad altri della classe, camminava sul marciapiede di fronte.
Continuava a piovere a dirotto e, in classe, sembravano tutti sommersi da mille problemi, incapaci anche solo di sfornare un minuscolo sorriso: bastava la pioggia e un cielo scuro che già nell’aria si respirava depressione.
Kotone, così come la professoressa Aralia, non si lasciò scoraggiare da un po’ d’acqua e, incapace di sostenere ancora quell’atmosfera da funerale, decise di rallegrare i compagni accompagnata dall’insegnante.
La professoressa Aralia cominciò proponendo agli alunni un’attività diversa perché, in un giorno come quello, dovevano passare il loro tempo sui libri? Avrebbero studiato, sì, ma ci volevano dei colori, assolutamente.
Quello che Aralia aveva in mente era la realizzazione di alcuni cartelloni, idea appoggiata solo da Kotone e Pearl, in quanto tutti gli altri erano troppo contagiati dalla tristezza del cielo per accettare di fare qualcosa destinata a dei bambini. Tuttavia era la professoressa a decidere e così passarono un paio d’ore a ritagliare ed incollare su cartoncini colorati, litigando a volte su chi doveva essere il primo.
Green notò due particolari abbastanza inusuali: uno era Crystal che rideva e scherzava insieme agli altri, cosa che non faceva quasi mai; l’altra era che Touko e Belle non stavano insieme, quasi gli sembrò si evitassero.
Finita l’attività tutto tornarono ai propri posti ma la pioggia non accennava a voler diminuire, quasi minacciava di dover peggiorare: il cielo doveva essere decisamente triste e arrabbiato, quel giorno.
Poco prima l’ora dell’uscita passò una circolare che avvisò di un certo incidente alla scuola causato dal brutto tempo e che, a causa di questo, l’uscita doveva essere posticipata a tempo indeterminato.
I volti dei ragazzi sbiancarono di colpo: non bastava una giornata tristissima come quella ma ci voleva anche di essere rinchiusi a scuola.
Tuttavia, come al suo solito, Kotone continuò a non scoraggiarsi e cominciò a parlare (urlare, in realtà): “ Forza ragazzi, non lasciamoci scoraggiare dalla pioggia! Guardiamola da un’altra prospettiva! Siamo rinchiusi a scuola, liberi di fare ciò che ci pare e siamo insieme! Divertiamoci, via quei brutti musi, depressi! ”.
I compagni sorrisero sospirando e Touko affermò di essere d’accordo, seguita prima da Belle, Green, Ruby e via via tutti gli altri.
Giunta finalmente l’ora di tornare a casa Belle si avvicinò a Touko proponendole di andare a casa insieme ma lei rifiutò, affermando di dover fare ancora qualcosa, ma Belle era realmente la sua migliore amica e una bugia sapeva riconoscerla ma accettò comunque e andò via raccomandandole di far presto per evitare che la pioggia ricominciasse.
Touko aspettò una ventina di minuti seduta al proprio posto, in classe, osservando il cielo immersa nei propri pensieri finché sottili linee quasi invisibili ma rumorose la svegliarono, allora sobbalzò e disse: “ Oh no! Quanto tempo è passato?! Sta di nuovo piovendo, adesso come torno a casa?! ”.

-          “ Yo ”.

Una voce maschile che avrebbe riconosciuto anche tra altre mille le aveva parlato da dietro così Touko si girò lentamente verso la porta con la certezza di sapere chi si sarebbe trovata davanti ma, finché non incrociò i suoi occhi sperò con tutto il cuore non fosse lui: “ perfetto ”.

-          “ Green, che ci fai qui? ”

-          “ Per il tuo stesso motivo. Intendo la pioggia, non il litigio con un amico ”

-          “ Di che stai parlando? Sei irritante! ”

-          “ Ma come? Del fatto che sei rimasta qui per non andare con Belle, no? ”

-          “ Tu… come?! Non sono affari tuoi, lasciami in pace, ho da fare! ”.

Così dicendo Touko si risedette al suo posto e, aprendo la cartella, prese un libro e un quaderno e cominciò a scrivere ignorando completamente la presenza del ragazzo che le si avvicinò per vedere cosa stesse studiando:

-          “ Matematica? Ma domani non l’abbiamo… ”

-          “ Non ci capisco nulla. Devo studiarla, okay? ”

-          “ Sai, io me la cavo. Se vuoi posso aiutarti ”

-          “ Ovvio che no…., non ti credo… ”

-          “ Oh, te la stai pensando! ”.

Touko abbassò lo sguardo verso il libro e lesse qualcosa, arrossì leggermente e si spostò nella sedia accanto per far spazio a Green e, mentre il ragazzo cominciava a scorrere le righe dell’esercizio, Touko avanzò una domanda:

-          “ Perché sei qui? Intendo il vero motivo ”

-          “ Nessun motivo in particolare ” –rispose distrattamente, senza togliere gli occhi dal libro-

-          “ Capisco, non vuoi dirmelo ”

-          “ E tu? Perché hai litigato con Belle? ” –questa volta si voltò-

-          “ No…Non abbiamo litigato… ”

-          “ Qualunque cosa sia parlale, no? ”

-          “ E se pensasse che sono infantile? ”

-          “ Ma tu sei infantile, piccola Touko ”.

Allora Touko si adirò. Odiava Green e i suoi modi di fare, la sua voce così vissuta e presuntuosa, odiava il fatto di non riuscire a capire nulla di lui e odiava quando la chiamava ‘piccola Touko’ solo perché sapeva che le dava fastidio. Allora si alzò ed esclamò: “ Hai visto?! Non si può parlare con te! ”. Green sbuffò: “ Ah, sei una ragazza problematica ”.

-          “ Sarei io ad essere problematica?! Sei tu quello prepotente che mi innervosisce sempre solo per divertimento! ”

-          “ Ma sei tu quella che evita l’amica per un motivo banale di cui non ha nemmeno il coraggio di parlare ”

-          “ Banale?! Lei non me l’ha detto nonostante io mi sia sempre confidata riguardo tutto! Ma è Belle e so che se l’ha fatto c’è un motivo ma proprio non vuole dirmelo, lei non si fida di me! ”

-          “ Se non te lo dice lei magari vuole che sia tu a chiederglielo ”.

Touko si fermò un attimo rendendosi conto di aver raccontato il suo problema a Green, quel Green. Ma poi riflesse sulla sua risposta e ricordò che, in effetti, non le aveva mai chiesto nulla: Belle ascoltava ma non parlava.
Allora capì di essere lei stessa il problema, si rese conto di quanto era stata egoista in tutti quegli anni e si sentì terribilmente in colpa: doveva rimediare.
Green la osservava quasi compiaciuto perché aveva ben capito di aver fatto completamente centro ma all’improvviso la vide voltarsi di scatto verso la porta e la fermò velocemente:

-          “ Sta ancora piovendo ”

-          “ Ma devo andare da Belle! ”

Così i due andarono in cerca di due ombrelli e, trovandoli, si diressero fuori ma prima di separarsi Touko disse qualcosa: “ Green, potrebbe scoppiarmi il fegato per ciò che sto per dirti ma… ecco, grazie… mi ha aiutata davvero molto ”.
Green rimase un attimo allibito, non aspettandosi minimamente parole del genere uscire dalla bocca di Touko, specie se dirette a lui, ma poi le sorrise e, facendo segno con la mano, andò via.

 Touko giunse davanti casa di Belle e, suonando il campanello, venne accolta dalla madre dell’amica che l’invitò a salire di sopra.
Bussò alla porta della camera e l’aprì lentamente mentre Belle, davanti la scrivania con gli occhi fissi sulle righe del libro che aveva in mano, si sorprese e la invitò ad accomodarsi.
Allora Touko fece un rumoroso sospiro e, fissando Belle negli occhi, cominciò a parlare: “ Belle io volevo chiederti scusa. Quando tu hai detto di essere innamorata di qualcuno io ci sono rimasta male, ho pensato che non ti fidassi di me. Voglio dirti che ho capito di essere io il problema, io ti ho sempre rivelato i miei segreti, pensieri e sentimenti ma non ti ho mai chiesto di rivelarmi i tuoi, ho ingenuamente pensato semplicemente che non avessi nulla da dirmi ”.

-          “ No, Touko, ti stai sbagliando ”

-          “ No che non mi sto sbagliando! ”

-          “ E invece si o meglio, forse è vero che non mi chiedi mai nulla ma non te ne ho mai fatto una colpa ma questo non ne è il caso. Non ti ho detto di essere innamorata di qualcuno perché neanche io ne sono sicura e, prima di parlarne alla mia migliore amica, volevo pensarci un po’ su da sola, volevo e voglio ancora capire meglio i miei sentimenti, prima ”.

In un lampo Touko ricordò la conversazione fatta con Ruby giorni prima: era proprio come aveva detto lui, ma era anche come aveva detto Green. Loro avevano capito tutto e lei, che conosceva Belle da tanti anni, non si era mai accorta di nulla.
Accettò pazientemente la decisione di Belle e andò a casa, ma la scena che si trovò davanti non era certo quella che si aspettava, difatti c’era Touya con uno sguardo truce rivolto al padre che dal canto suo cercava di imporsi con le maniere forti, mentre la madre cercava con tutte le sue forze di fermarlo. Ma Touko sapeva fin troppo bene che la stretta non sarebbe durata ancora a lungo e che, presto, si sarebbe ritrovata ancora davanti a una scena che non voleva rivivere, così si precipitò su Touya avvolgendolo con le sue sottili braccia per trascinarlo fuori sa quella casa, con occhi tristi e supplicanti ma il padre le mollò uno schiaffo ben assestato istigando ancora di più la rabbia del fratello che, ormai, aveva completamente perso le staffe.
Ma Touko continuò a trascinarlo via urlandogli: “ Andiamo Touya, smettila, andiamocene! ”, e così dicendo riuscì a farlo uscire dalla casa.
Si allontanarono un po’ quando Touko non ce la fece più e scoppiò in lacrime mentre veniva avvolta dalle calde braccia del fratello.
Per una giornata come quella, ricca di emozioni belle e brutte ci voleva decisamente qualcosa che facesse scivolar via tutto e che nascondesse ogni lacrima, ci voleva la pioggia.               

                     

Angolo autrice:
Salveeee.
Tanto per cominciare scusate il ritardo ma sono tipo stata senza connessione per molto, troppo, tempo. Poi boh, mi scuso sempre per eventuali errori e spero che il capitolo vi sia piaciuto abbastanza, con questo vi invito sempre a recensire, che mi regalate un bel sorriso :3
Infine, secondo voi, di chi è innamorata Belle? TA TA TA TAAA.
Ultima, ultimissima per davvero, cosa: che mi dite di Green? Non se possa piacere come personaggio ma ci ho messo un po’ il cuore, posso dirlo. Ed è il personaggio che preferisco insieme a Touya (che avremo modo di studiare meglio dopo, dopo assai).
Quindi basta, grazie per aver letto e arrivederci, alla prossima ;)

                                                                  

   
 
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