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Autore: HolyLenne    30/11/2012    3 recensioni
Sono passati due anni da quando i piani di Obito Uchiha e di Madara sono stati sventati dal sacrificio di Naruto. I Bijuu non esistono più, insieme alle loro forze portanti. La presunta morte di Naruto ha gettato tutti nello sconforto ma la speranza che sia ancora in vita è vivida più che mai. Sakura, decisa a ritrovarlo, è pronta a fare qualsiasi cosa per poterlo riabbracciare, anche chiedere aiuto all'uomo che le ha rovinato la vita.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Erano passate ormai alcune ore da quando Shiho aveva iniziato a decifrare un messaggio nemico, ritrovato durante una missione, quando sentì dei passi provenire dal corridoio.

Guardò l’ora e si accorse che era mezzanotte passata.

“Chissà chi si aggira nel palazzo a quest’ora della notte.”

Incurante, riprese in mano la penna e ricominciò a lavorare.

“C’è qualcuno?”

Dalla voce sembrava una giovane ragazza. Shiho, si alzò ed aprì la porta.

“Posso essere d’aiuto? Ma...Sakura!”

Sakura sorrise.

“Ehi, ciao Shiho! Non pensavo di trovare qualcuno, sinceramente!”

Effettivamente Shiho avrebbe dovuto smontare il turno qualche ora prima ma, non avendo altro se non il suo lavoro, spesso si ritrovava a fare gli straordinari.

Non retribuiti, ovviamente.

“Cosa ci vuoi fare. Se non lavoro io qui, non si conclude nulla! Ma prego, siediti. Qualcosa mi dice che hai bisogno di me.”

Sakura si accomodò su una sedia e prese tra le sue mani quelle di Shiho.

“So di chiederti molto. Stanotte lavoreresti con me per tradurre il testo di questo libro?”

Mentre parlava, Sakura prese dalla borsa il libro che aveva trovato in biblioteca il giorno stesso e lo poggiò sul tavolo.

Shiho fu subito incuriosita dalla rilegatura e dalla copertina senza titolo.

“Penso non sia un libro, Sakura. Direi che ha più l’aria di un diario o, comunque, di un quaderno per gli appunti.”

Sakura non fu sorpresa dalla sua affermazione.

“Per favore, potresti aprirlo e dirmi se riconosci la scrittura utilizzata dall’autore? Di lui so solo che era un Uchiha. Molto probabilmente un sacerdote vissuto ai tempi di Uchiha Madara.”

“Quindi prima che gli Uchiha venissero inglobati dai Senjuu a Konoha.”

Sakura annuì.

Aprendo il libro, Shiho osservò la calligrafia elegante e le illustrazioni a mano, ricche di particolari.

“La tua ipotesi sul fatto che sia un sacerdote è molto acuta, Sakura. Effettivamente, l’impaginazione e la calligrafia perfetta in ogni minimo dettaglio non erano sicuramente comuni all’epoca, dove dilagava l’analfabetismo soprattuto nei clan mercenari. Quest’uomo ha sicuramente ricevuto un’educazione ineccepibile.”

Rimase per qualche minuto concentrata sul libro come se ne volesse analizzare ogni minimo particolare. Quando ebbe finito, inspirò profondamente e disse: “E’ una lingua antica Uchiha. Penso che questo, insieme al diario di guerra di Uchiha Madara siano, attualmente, gli unici due scritti in questa lingua presenti a Konoha. Tradurre questa lingua è un lavoro complicato soprattuto perchè non ci sono molti Uchiha nel villaggio, ora come ora.”

Sakura abbassò la testa, rassegnata.

“Tuttavia, sei stata fortunata.”

I suoi occhi s’illuminarono di nuova luce.

“Il clan Uchiha, prima di essere stato sterminato, ha fornito un piccolo dizionario di quest’antica lingua alla nostra sezione insieme al diario.”

Si alzò e si diresse verso l’immensa libreria che costeggiava tutto lo studio dalla quale tolse un tomo altissimo.

Sakura era sconcertata dalle dimensioni.

“Alla faccia del “piccolo dizionario”.”

Shiho rise.

“Iniziamo?”

 

 

“Anche questa notte non ho dormito nulla.”

Sasuke si svegliò che ormai era mezzogiorno.

Alzandosi, notò sul comodino la colazione, ormai fredda, e un biglietto che diceva:

“Al mio bell’addormentato. Alzati e cercati un lavoro, fannullone!”

“Cercarmi un lavoro? Ma per chi mi ha preso questa?”

Prese il biglietto, lo accartocciò e lo buttò nel cestino. Da quando aveva smesso di fare il ninja, passava tutto il giorno in casa a leggere e ad annoiarsi. Il solo pensiero di cominciare a fare un lavoro qualsiasi, come tutti gli abitanti delle città, lo disgustava ma, allo stesso tempo, non fare nulla gli riempiva la testa di spiacevoli pensieri sul suo passato.

Oggi, in ogni caso, non aveva nessuna intenzioni di uscire dalla porta di casa.

Si rimise a letto e continuò a dormire. 

 

“Ma buongiorno! O meglio, BUONASERA”

Svegliarsi con le urla di Sachi nell’orecchio non era sicuramente il risveglio che Sasuke si aspettava.

“Sei veramente incredibile. Io mi domando come sei sopravvissuto fino a quando mi hai incontrata, non facendo nulla tutto il giorno.”

“Io non userei come termine “incontrare” dal momento che io in quel momento non ero cosciente.” 

Sachi si girò con aria seccata, imbronciata. 

“A maggior ragione dovresti essermi grato. Se io non ti avessi trovato, salvato e se non mi fossi presa cura di te a quest’ora saresti un cadavere. Non che la differenza, adesso come adesso, sia così eclatante.”

Sachi rise e si sdraiò sul letto di fianco a Sasuke.

Si era innamorato di lei, non appena aveva aperto gli occhi dopo la convalescenza.

Si era innamorato del suo sorriso.

Si era innamorato dei suoi capelli biondi come il grano.

Si era innamorato dei suoi occhi azzurri come il cielo.

Certe volte si chiedeva se si era innamorato davvero di lei o dell’immagine che tutte queste caratteristiche rievocavano nella sua mente.

Le accarezzò il volto e la baciò.

“Domani vado a cercarmi un lavoro, lo prometto.”

Sachi prese il suo volto con le mani e gli fece fare una smorfia con la bocca.

“Puoi sorridere qualche volta, per piacere?”

Sasuke si tolse le mani di dosso e sorrise, forzatamente.

“Ok, non sei ufficialmente capace.”

Non esserne capace e non volerlo fare sono due cose diverse. 

Sachi non poteva saperlo ma Sasuke sapeva sorridere. Glielo aveva insegnato Naruto.

 

  
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