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Autore: vampirettafolle    01/12/2012    2 recensioni
Il risveglio dopo una notte di sesso selvaggio o dopo una sbornia è indifferente. Ossa a pezzi e mal di testa. Però nel caso del sesso il ricordo della notte prima allevia qualsiasi male. Il vomito della sbornia no.
...
Immaginavo che Edric fosse andato a letto con parecchie donne. Sapevo che non avrebbe mai intrapreso una relazione con un’anonima ragazza come me, ma che fosse un puttaniere stronzo che non ha neppure le palle di dirti al risveglio ‘è stato bello , ma addio’ proprio no.
Gliela avrei fatta pagare non solo a nome mio, ma anche di tutte quelle che sono state fregate come me.
Tratto dal Capitolo 2.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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BO1
Buonasera a tutti. Ho deciso di pubblicare questa mia vecchia storia scritta tempo fa in un'altra categoria; dato che i personaggi erano OOC ho deciso di modificarla per presentarla tra le originali. Quindi per non sapere subito come finisce vi consiglio di non correre subito a leggere l'altra versione.
Si tratta di una commedia romantica leggera e senza pretese. Spero che sia una lettura piacevole, fatemi sapere cosa ne pensate. Buona lettura!







BASTARDO IN TRAPPOLA


Capitolo 1   Edric ti presento Brenda

Ore 6.30. Vengo svegliata improvvisamente da una canzone che mi bombarda le orecchie; con il cuore in gola per lo spavento, mi accorgo che si tratta del mio cellulare, che suona ad alto volume qualcosa di Bob Sinclar, una di quelle canzoni da festa o discoteca che di certo io non avrei mai impostato come sveglia…
Dopo aver indossato la mia vestaglia, mi dirigo in cucina, ancora assonnata.
“Allycia, non azzardarti mai più a cambiare le impostazioni del mio cellulare!”
“Però, siamo loquaci stamattina!”. Ally mi sorride mostrandomi i suoi denti maledettamente bianchi senza smettere i suoi quotidiani esercizi di stretching: dice che l’aiutano ad affrontare meglio la giornata e, soprattutto, suo padre.
Io non rispondo nulla, in effetti, solitamente al mattino non parlo mai. Vado verso il frigo e comincio a preparare qualcosa per colazione, mentre Allycia va a farsi una doccia.
“Sai Brenda” mi urla dal bagno, “dovresti abituarti a svegliarti con canzoni ritmate, ti danno la carica giusta per far fronte ai problemi di tutti i giorni!”
Sarà, penso tra me e me ancora senza parlare. Ally è fatta così, ha bisogno di espedienti per andare avanti e riuscire a districarsi fra i vari impegni di una vita che non la soddisfa pienamente. Eppure è sempre così esuberante, sorridente e così sicura che un giorno riuscirà a realizzare i suoi sogni; dice che per lei arriverà una “grande svolta”. Anch’io sogno una svolta, ma forse è ancora presto per me: sono appena laureata e ancora inesperta, difatti oggi devo limitarmi ad accompagnare il signor Hartley in un hotel perché LUI deve intervistare un attore televisivo.
“Allycia vuoi muoverti, ho bisogno del bagno o farò tardi!”. Sbuffo. Tutte le mattine la stessa storia…

Io e Ally ci salutiamo davanti al portone e saliamo nelle nostre rispettive macchine: lei si dirige verso lo studio legale del padre, presso cui lavora come avvocato, mentre io vado verso la redazione dell’Us Weekly, un settimanale di gossip che da qualche mese mi permette di pagare l’affitto.
Arrivata in redazione, mi dirigo verso la scrivania, così nell’attesa di accompagnare il mio capo posso completare alcuni articoletti da pubblicare nel prossimo numero. Mentre cammino verso la mia sedia, dietro di me sento un fischio di apprezzamento: mi giro e vedo Mike, un mio collega.
“Accidenti, sei bellissima stamattina!”. Gli sorrido.
“Tra un’ora devo accompagnare il signor Hartley in un albergo di lusso, ho pensato che fosse necessario un certo abbigliamento!”.  Per l’occasione, ho scelto un pantalone attillato beige, una maglia dolcevita a giro ma scollata sulla schiena, con una fantasia sul celeste, e delle scarpe tacco 12 che, so già, mi uccideranno entro poche ore. Ho anche legato i miei lunghi capelli castani in una coda alta e ho messo un po’ di trucco in più del solito.
“Chi deve intervistare oggi il nostro signor Hartley?”
“Oh, un attore televisivo, Chad Michael e qualcosa…”
“Murray”. Mike completa la mia frase.
“Lo conosci?!”. Io non m’intendo molto di tv, sto imparando poco a poco grazie a questo lavoro.
“Mia sorella ne va pazza, anzi, già che ci sei, cerca di strappargli un autografo per lei…”.
“Vedrò cosa posso fare!”.
Mike fa per andarsene, poi sembra ripensarci e si volta nuovamente verso di me.
“Sai, dovresti vestire sempre così…” Mi strizza l’occhio e si allontana.
Dopo un’ora di lavoro più o meno intenso, vengo invitata dalla segretaria del signor Hartley ad aspettare fuori l’arrivo di un taxi che ci accompagni all’hotel dove si dovrà svolgere l’intervista. Kite Hartley mi raggiunge frettolosamente dopo cinque minuti, lamentando che “siamo” già in ritardo; evito di fargli notare che io sono stata lì ad aspettarlo e salgo nell’autovettura gialla. L’intenso traffico ci impedisce di arrivare subito a destinazione e dà anche modo al signor Hartley di lamentarsi a lungo con l’autista, come se fosse colpa sua. Lo guardo e penso che non abbia senso essere così nervosi per una semplice intervista a un attore; per me questi sono sempre stati futili argomenti di cui mai avrei voluto scrivere, ma purtroppo all’inizio non sono riuscita a trovare di meglio. Si sa, è necessario fare prima della gavetta per arrivare più in alto, un domani.
L’arrivo all’hotel interrompe il flusso dei miei pensieri. Scendo dal taxi e osservo l’entrata dell’edificio, cercando già di sbirciare la lussuosa hall in cui sto per mettere piede.
“Wow! Signorina, oggi è favolosa!”. Il signor Hartley si è finalmente accorto del mio abbigliamento.
“La ringrazio, signore!”
“Ha un’aria molto… professionale”. Per un attimo assume un’espressione gentile, ma la serenità sparisce dal suo volto nel momento in cui anche lui guarda l’edificio.
“Sbrighiamoci, siamo in ritardo!”. Alzo gli occhi al cielo e lo seguo nell’hotel.
La hall dell’albergo mi lascia a bocca aperta. Al centro della sala un enorme acquario con pesci coloratissimi cattura subito la mia attenzione; sulla sinistra, accanto alla reception, si trova un meraviglioso pianoforte; a destra ci sono alcune poltrone e divanetti intorno a dei tavolini; il pavimento è coperto da un tappeto rosso decorato, mentre sui muri sono appesi alcuni quadri grandissimi dai colori caldi. In fondo, una maestosa scalinata porta ai piani superiori.
Ci accomodiamo su uno dei divanetti sulla destra, in attesa che arrivi questo famoso attore a concedere la sua intervista. Mentre aspettiamo, il signor Hartley riceve una chiamata sul suo cellulare. La telefonata è breve; Hartley ascolta il suo interlocutore annuendo con espressione leggermente scettica e infine chiude in modo secco la chiamata. Non sopporta di essere interrotto durante il suo lavoro, anche se in questo momento non è che stia facendo gran che: la nostra star si fa attendere.
“Signorina Shaw” mi dice quasi sussurrando, “ho appena ricevuto una, diciamo, soffiata. Mi dicono che Jamey Campbell alloggia in questo hotel proprio mentre noi siamo qui.”. Non sembra molto convinto delle sue stesse parole. A quanto pare non crede che una tale fortuna possa capitare proprio a noi: Jamey Campbell è uno degli attori-promessa del cinema moderno, un divo in ascesa, già famosissimo. Perfino io lo conosco.
Il signor Hartley riprende.
“Che ne dice di andare a “controllare”? Magari riesce ad avere uno scoop per il prossimo numero…”. Lo guardo. Dalla sua espressione deduco che vuole semplicemente sbarazzarsi di me e che non presta molta fede a questa notizia. Pur essendo certa a mia volta che sarà una perdita di tempo, accetto: è pur sempre un mio superiore, devo obbedire.
Mi alzo dal divano e mi allontano di alcuni passi, pensando a come scoprire se la soffiata abbia o no fondamento. Mi avvicino alla hall. Dietro il bancone c’è un ragazzo dall’aspetto pulito al quale decido di chiedere se per caso il famoso attore Jamey Campbell alloggi davvero nell’albergo. Il ragazzo viene messo un po’ a disagio dalla mia domanda e capisco che la notizia non è poi del tutto infondata… Ripensando ai complimenti di Mike di quella mattina, decido di sfoggiare un po’ di charme per convincere il ragazzo a darmi qualche informazione in più.
“Mi scusi, non mi sono presentata! Sono Brenda Shaw, lavoro per la rivista Us Weekly.” Sorrido ampiamente.
“Ehm… per la verità… il signor Campbell non gradisce paparazzi in ques…”.
“Oh, ma non si preoccupi, sarò molto… come dire… discreta!”.
Il ragazzo mi guarda incerto. Forse si sta interrogando su quanto i paparazzi possano essere discreti.
“Senta… ehm…” guardo il cartellino appeso alla sua giacca, “Josh… se lei mi aiuta magari in questi giorni potremmo incontrarci per un caffè, non so…”. Gli lancio uno sguardo eloquente, sperando che l’imbarazzo per un comportamento per me nuovo non mi tradisca.
Lui ride ed io mi sento un po’ sollevata.
“Che ne dice, allora?”. Incalzo.
“Mi segua, l’accompagno.” Gli sorrido.
Entriamo in uno degli ascensori dell’edificio, diretti all’ultimo piano. Mentre saliamo Josh fa alcune domande su di me, sul mio lavoro, sui miei studi appena conclusi. Infine, l’ascensore si apre. Lui mi indica il fondo del corridoio.
“Di là troverà la suite. Mi raccomando, non dica a nessuno che l’ho portata io dal signor Campbell, ne va del mio lavoro…”
“Non si preoccupi. Grazie mille per l’aiuto!”
Sorride.
“Di niente. Comunque… non credo di poter accettare il suo invito per un caffè… Sono fidanzato, alla mia ragazza non piacerebbe.”
Rido e penso che mi sia andata bene, in fondo non ho corrotto nessuno per ottenere questo scoop.
Dopo che le porte dell’ascensore si sono richiuse, mi avvio lentamente lungo il corridoio. Non so bene cosa fare, non credo servirebbe a qualcosa bussare alla porta della suite… Penso alla digitale che porto sempre con me in borsa: forse dovrei tirarla fuori. Mentre la cerco, sento un rumore di porte che si aprono e si richiudono. E’ lui! Jamey Campbell è appena uscito dalla sua camera e si dirige verso l’ascensore. Dal vivo è molto più affascinante: più alto di me di tutta la testa, fisico modellato al punto giusto (non troppo magro né eccessivamente muscoloso), sorriso da pubblicità di un dentifricio, e poi, la camicia bianca che indossa… Istintivamente cambio idea e lascio perdere la ricerca della macchina fotografica. Se si accorge che voglio solo uno scoop chiama la sicurezza e mi fa allontanare…
In mancanza di altre idee e piuttosto imbarazzata, gli rivolgo la parola pur non sapendo ancora dove andare a parare.
“Buongiorno! Sei Jamey Campbell vero?”.
“Ehm… si. Tu chi sei?”
La mia capacità di parlare sembra svanire improvvisamente. Lo guardo e penso di avere davanti un gran bel ragazzo, oltre che un attore famosissimo. Di colpo mi riprendo.
“Ehm… io… i-io sono Brenda Shaw.”
“Bene, Brenda Shaw, io stavo giusto andando giù al bar a prendere qualcosa. Vieni con me?”.
Wow, io pensavo che avrei avuto a che fare con un divo arrogante e capriccioso e invece lui invita me, comune mortale, al bar con lui. Mi sa che Mike aveva ragione, devo vestirmi così più spesso… Incredula, accetto la proposta e per un po’ dimentico il motivo per il quale sono lì, almeno fin quando, scesi nella hall, vedo il signor Hartley finalmente alle prese con la sua intervista. Ma lui, di spalle, non mi nota mentre mi dirigo al bar dell’albergo con Jamey Campbell…
Seduti al bancone, lui ordina qualcosa per entrambi. Fa un po’ Lost in Translation, penso, anche se lì il protagonista era un attore ormai quasi alla fine della sua carriera. Io qui ho di fronte una giovanissima star…
“Allora, Brenda, anche tu alloggi in questo hotel?”.
“Io… ecco… per la verità… no…”.
Lui ride.
“Lo sospettavo!”.
“Ah, però, come hai fatto?”. Chiedo sarcastica, ridendo a mia volta.
La conversazione prosegue con questo tono leggero per un po’. Jamey sembra una persona davvero piacevole e simpatica e dà l’impressione di avere i piedi per terra.
Dopo un po’, mi chiede del mio lavoro.
“Cos’è che fai di preciso nella vita?”.
“Oh, io lavoro per la rivista Us Weekly. Anzi, se devo essere sincera, ero venuta da te per strapparti un’intervista…”.
“Ma perché non l’hai detto subito!” esclama, “Ah Brenda, Brenda, nel tuo lavoro bisogna essere più spregiudicate!”
Già, penso, a disagio.
“Vieni con me, cerchiamo una sala per questa intervista.”. Oggi dev’essere il mio giorno fortunato!
Dopo aver parlato con il personale dell’hotel, riusciamo ad avere una  magnifica saletta tutta per noi e così cominciamo l’intervista.
Jamey mi concede altre due ore del suo tempo, rispondendo in maniera all’apparenza spontanea e, spesso, divertita alle mie domande. Sembra più che altro una conversazione tra due persone comuni e il tempo passa in maniera molto piacevole. Alla fine, lui si congeda.
“Adesso devo proprio andare, Brenda.”.
“Si certo, anzi, grazie mille, davvero!”
“Che ne dici di rivederci in questi giorni, quando sono meno impegnato? Niente interviste. Come due amici!”.
Lo guardo stupita.
“Oh… ehm… d’accordo, mi farebbe molto piacere!”. Mi chiede il numero, dopo di che usciamo dalla sala.
Il signor Hartley mi aspetta impaziente nella hall, palesemente incapace di stare seduto e fermo. Quando vede me e Jamey salutarci con un sorriso, si immobilizza, incredulo.
“Ma… ma… allora era vero?”. Boccheggia quando mi avvicino.
“Verissimo, altro che!”. Io sono raggiante, sebbene una parte di me sia ancora incredula per la magnifica mattinata appena trascorsa.

Mi trovo sotto l’ombrello davanti ad una pizzeria. Piove a dirotto da due ore, ma mi consolo pensando che tra qualche settimana arriverà l’aria primaverile. Guardo impazientemente l’orologio. Sono le 21.25. Allycia avrebbe dovuto essere qui già 10 minuti fa. Non vedo l’ora di raccontarle quello che mi è successo oggi! Dopo qualche altro minuto, eccola che arriva nella sua macchina.
“Scusami tanto, mio padre oggi… vabbè lasciamo perdere! Piuttosto, entriamo, così mi racconti, al telefono sembravi così allegra!”.
Davanti a due belle pizze calde con mozzarella filante, le racconto per filo e per segno la mia giornata. Ally rimane a bocca aperta per tutto il tempo, alla fine esclama: “Non posso crederci! Jamey Campbell?! O mio Dio, Brenda… wow!”.
“Già!” dico pensierosa, “Spero che questa intervista mi frutti anche una promozione… Fin ora non mi sono mai occupata di cose così “rilevanti”… Sarebbe magnifico poter passare in una sezione più importante della rivista…”. Assumo un’espressione sognante, forse un po’ ebete.
“Vedrai, sicuramente terranno conto di questo scoop!”. Allycia mi rincuora sorridente. “Mal che vada… Ti farai consolare da Jamey!”.
“Mmm… non sarebbe una cattiva idea!”. Rispondo e scoppiamo entrambe a ridere.

Come promesso, Jamey mi ha contattata dopo un paio di giorni per incontrarci di nuovo. Ormai siamo entrati in confidenza come due buoni amici. Ci incontriamo appena lui ha un momento libero (cosa che in realtà ultimamente non capita molto spesso) e passiamo insieme delle ore piacevolissime. Lui è una persona meravigliosa, abbastanza semplice per essere così giovane e famoso. Conoscendolo meglio è proprio un ragazzino, non uno di quelli sciocchi che combinano un sacco di guai,ma uno di quelli che ti tiene sempre allegra e che è pronto a farti sorridere. Grazie a lui, come Allycia ha previsto con il suo incrollabile ottimismo, ho ottenuto una promozione e adesso intervisto periodicamente personaggi famosi del cinema e non solo. Jamey spesso mi “aiuta” ,sotto mia costrizione e bronci a regola d’arte,presentandomi alcuni suoi colleghi (attori e registi per lo più) che puntualmente qualche settimana dopo finiscono sulla mia rivista.
Un bel pomeriggio di fine giugno io e Jamey siamo seduti al tavolino di un bar molto chic a sorseggiare un caffè, mentre lui mi parla del suo nuovo progetto di lavoro.
“Sai, è un film molto importante per me” mi dice, “finalmente un ruolo più impegnato. Mi servirà per scrollarmi di dosso l’immagine di attore-da-commedie-per-ragazzine.”
“Capisco.” Dico. E’ vero, anche a me servirebbe un passo del genere. Certamente la promozione è stata molto importante, ma io vorrei “scrollarmi di dosso l’immagine di giornalista-di-riviste-di-gossip” e scrivere di economia, attualità, fatti importanti.
“Hai qualche Brenda donna come partner stavolta?”
“No, donna no. Ma in compenso, lavoro con Edric Ward. In effetti è lui il vero protagonista.”
“Edric Ward…? Ma io lo a-d-o-r-o!!! E’ fantastico, Jamey!”
Edric Ward è uno degli attori più famosi e talentuosi dell’Hollywood di oggi, senza contare che è bellissimo. Ma che dico, è in testa alla classifica dell’uomo più sexy del mondo da qualche anno ormai! Io stravedo per lui!
“Jamey…” lo guardo con un misto di malizia e supplica, “non è che, ecco… potresti farmelo incontrare? Voglio dire, dopo che iniziate a lavorare insieme, prendete un po’ di confidenza magari…”
“Brenda, ma hai capito di chi stiamo parlando? Lui ormai è una star affermata e ricercatissima, come pensi di ottenere così facilmente un’intervista da lui?!”
“Ma io non ti parlo da giornalista! Ti parlo da fan! Io stravedo per lui, è uno dei miei attori preferiti! Ti prego, lo so che sono già in debito con te, però…”. Gli faccio gli occhi dolci.
Lui fa un sospiro. “Vedrò. Ma non ti prometto niente.” Trattengo a stento la voglia di urlare e saltello sulla sedia come una bambina. Il cameriere del bar mi guarda come se fossi una disturbata così decido di smettere.
“Jamey sei un tesoro!”.

Dopo circa un mesetto, Jamey decide finalmente di portarmi con lui sul set. E’ una Brenda mattinata soleggiata e io sono di ottimo umore.
Arrivati negli studi cinematografici, Jamey mi conduce da lui, Edric Ward, intento a ripassare qualche battuta delle scene da girare quel giorno. Quando ci vede, interrompe la sua occupazione e ci sorride. Ancora non ci credo: l’uomo più sexy del mondo è qui, davanti a me, che mi tende la mano cordialmente, con quel suo fantastico sorriso che per poco non mi fa svenire, quegli occhi verde smeraldo dallo sguardo profondo, i capelli un po’ spettinati. E’ perfino più alto di Jamey e un po’ più magro. E’ meraviglioso. Forse troppo, perché al momento mi sento un po’ stordita.
“Tu sei Brenda, vero? Jamey ha detto che volevi incontrarmi ma, non mi ha detto che eri così carina!”.
Vorrei tanto rispondere qualcosa, qualsiasi cosa, ma ho la bocca asciutta e il cervello momentaneamente in standby. Jamey corre in mio aiuto.
“Sì è proprio lei. E’ una tua ammiratrice. Oggi rimarrà qui ad osservare il nostro lavoro, così potrà scrivere anche un articolo per il suo giornale su come procede la lavorazione del film. Ma niente interviste oggi, questo lo sa bene.”. Edric ride, divertito da quel patto. O forse, divertito da me che ancora non sono capace di proferire una parola.
“Brenda, mi piacerebbe davvero ehm, come dire… continuare questa conversazione…”. E’ pure spiritoso… “Adesso però il lavoro ci aspetta. Magari ci ribecchiamo più tardi.” Mi fa l’occhiolino.
“Si, certo. A dopo allora.”. Finalmente mi sono decisa a parlare!
Anche Jamey mi saluta. “A dopo, Bre.”.
Mentre la lavorazione del film procede, io sono seduta dietro le cineprese e ogni tanto prendo qualche appunto per l’articolo che scriverò. Per la verità, vengo spesso distratta dalla bellezza di Edric e mi fermo più volte ad osservarlo come sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente. E’ davvero favoloso!
Durante la pausa pranzo scambiamo qualche parola e io finalmente mi sciolgo un po’, così che alla fine della giornata sono ritornata più o meno me stessa e accetto ben volentieri l’invito di Edric e Jamey di andare insieme a mangiare qualcosa fuori.
Arrivati in un locale molto carino nel pieno centro della città, prendiamo posto intorno ad un tavolo per quattro.
“Ci raggiungerà un mio amico tra un po’” mi spiega Edric.
E difatti, dopo qualche minuto ecco che arriva un bel ragazzo alto, muscoloso, molto carino. Mi sento abbastanza fortunata questa sera…!
“Ciao Ed, Jamey… Non mi presentate la vostra amica?” dice, spostando lo sguardo su di me. “Va bhe, faccio da solo! Piacere, io sono Ethan!”
“Piacere, Brenda!”.
Durante la serata, ho modo di conoscere un po’ meglio i ragazzi appena conosciuti. Ethan è il migliore amico di Edric e suona come chitarrista in una band, per altro non molto famosa, ma nonostante ciò dice di essere abbastanza soddisfatto perché quando suona si sente se stesso e gli sembra di non aver bisogno di altro. Edric, un po’ come Jamey, sembra davvero un tipo a posto, senza troppi capricci, non un “montato” di quelli a cui la fama ha dato alla testa. Mi chiede di me, di quello che faccio, di come vivo. Io spiego del mio lavoro non esattamente gratificante, racconto che vivo con Allycia e che lei mi è stata presentata da Jared, il suo ragazzo nonché mio compagno al college; parlo un po’ della mia famiglia, che ho lasciato ad Albany, dove sono nata, per trasferirmi dalla parte opposta degli Stati Uniti per l’università e inseguire le mie ambizioni. Edric mi ascolta interessato e sembra non sopportare gran che Ethan, che ogni tanto ci interrompe con qualche battuta delle sue, così che la serata passa tra una risata e l’altra. A me sembra di essere tra persone che conosco da una vita.
“Ho un’idea.” Esclamo a fine serata. “Jamey, che ne dici se si uniscono anche loro alla cena di domani sera?”
“Perché no?”. Risponde Jamey.
Mi rivolgo agli altri due ragazzi. “Ho invitato Jamey a casa mia per domani sera. Perché non venite anche voi? Vi presento Allycia. Sa cucinare ottimi dolci!”.
“Bhe, se ci sono i dolci, io ci sto allora!” risponde subito Ethan.
Edric ride e accetta anche lui l’invito. “Mi farebbe davvero piacere, Brenda!” Mi guarda con quei suoi occhi profondi che sembrano volermi dire tante cose... Ma sono solo mie fantasie, come al solito.
“Perfetto, Ally sarà contenta!” Contentissima direi. Tre fighi pazzeschi in un colpo solo, di cui due famosissimi…







Note:
I titoli di tutti i capitoli saranno tratti da famosi film:
Edric ti presento Brenda-Harry ti presento Sally diretto da Rob Reiner.
Che ne pensate?
   
 
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