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Autore: fers94    01/12/2012    2 recensioni
"Come si può coltivare un sentimento figlio di due mondi differenti che il destino condanna in qualsiasi circostanza? Come si può?" [Cornelia&Caleb]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb, Cornelia Hale
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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 14. Questione di famiglia

Davanti ad una tazza di tè caldo, Caleb ed io riferiamo a Taranee quella che è stata la nostra chiacchierata con l'Oracolo a Kandrakar, esponendole anche le nostre intenzioni a riguardo. Lei ascolta il tutto, dunque annuisce e, dopo aver sorseggiato il tè, posa la sua tazza e commenta.
"Fate bene a non mollare. Mio nonno me lo diceva sempre: 'Per avere l'arcobaleno devi sempre prima sopportare la tempesta.'. So che non è facile, come non lo è mai stato, ma ormai ci siete troppo dentro per tirarvene fuori... E poi vi amate. Sì, lo so, è strano che io vi parli così quando fino a poche ore fa non volevo neppure vedervi, ma..."
Sento di doverla interrompere.
"Non devi preoccuparti. Non è strano, è la cosa più naturale del mondo, sei una nostra amica e ci incoraggi. Hai avuto un ripensamento, succede, ma il nostro affetto non è mai stato messo in discussione."
"Sono assolutamente d'accordo!" irrompe Caleb con il suo solito sorriso spavaldo.
Taranee risponde con un sorriso, dunque si alza e si infila la giacca.
"Si è fatto tardi, devo andare. Grazie del tè... E di tutto il resto." dice dunque.
"Resta un altro po', ci fa piacere." la riprende Caleb, mentre io annuisco.
"Mio padre passerà da queste parti a breve, ha dovuto sbrigare una commissione qui vicino, quindi ne approfitto e torno a casa con lui. E poi, avrete bisogno di un po' di privacy, no?" conclude lei strizzando un occhio.
E così Taranee va via, lasciando me e Caleb soli. Io mi metto in cucina a sciacquare le tazze del tè nel lavello, mentre lui è sul divano a girare i canali della tv, aggeggio che sembra interessarlo particolarmente. Appena finito, mi accomodo vicino a lui e mi appollaio sulla sua spalla forte. Discutiamo un po' su quella che potrebbe essere la sua storia di vita, magari un ragazzo appena trasferitosi in città, senza lauree ma pronto a fare qualsiasi tipo di lavoro. Concludiamo la serata guardando un film, un film di un amore complicato forse ancora più del nostro, ma almeno quello è un film. La nostra è un ingiusta realtà. È allora che ci abbracciamo tra le lenzuola del letto ancora sfatto ed io mi addormento quasi subito nelle sue braccia. Darei qualsiasi cosa per starci sempre in quelle braccia, perché lì mi sento protetta da ogni male, mi sento sua, mi sento dannatamente bene. Perché è lì che percepisco tutto l'amore del mondo. E non c'è cosa più bella.

Il risveglio è ancora più bello. Mi trovo davanti Caleb con la colazione. Uno dei 'buongiorno' più belli della mia vita. Mi accorgo che amo sempre di più l'idea di un futuro con lui, che lo desidero sempre di più. Ad un tratto mi arriva un messaggio sul cellulare, di Will.
'Scusami, la copertura è saltata. Tua madre ha parlato con la mia ed è venuta a sapere che non hai dormito da me. Mi dispiace.'
So che non è colpa di Will, ma so anche che ora tartasseranno sia me che lei per sapere dove ho dormito e dove sono attualmente. In quel momento, mi accorgo che è ora di parlare alla mia famiglia, dirgli che Peter non è più il mio ragazzo perché amo Caleb.
"Che succede?" chiede Caleb, vedendomi sbuffare dopo aver letto il messaggio.
"Mia madre mi ha toppata. È ora che ti faccia conoscere i miei... È ora di iniziare a fare i conti con la realtà..." sussurro rispondendo un tranquillo 'Non preoccuparti, risolvo io.' a Will.
"In che senso ti ha toppata?"
"Ha scoperto che stanotte non ho dormito da Will e ora è normale che voglia sapere dove invece sono stata. E sono."
Caleb annuisce, dunque mi guarda come per chiedermi cosa ora io abbia intenzione di fare.
"Prendiamo il bus e andiamo ad Heatherfield. Tutti e due." continuo io.
"Vuoi farmi davvero conoscere ai tuoi?"
"Certo. Sei il mio ragazzo o no?"
"Sì, ma... Insomma, non ho nemmeno un bel vestito da mettermi, e..."
Lo interrompo.
"Caleb, a me vai bene così come sei. E andrai bene anche a loro perché mi vogliono bene. Comunque sappi che se davvero non dovessi piacergli, per me non cambia nulla."
Caleb sorride ed accetta di conoscere i miei.

Sul tragitto, mia madre e mio padre mi cercano più volte sul cellulare, ma io scelgo di non rispondere, per poi mandare un messaggio sul numero di mia madre, telegrafico.
'Sto venendo a casa a spiegarvi tutto. Tranquillizzatevi, sto benone.'
Caleb è molto agitato, non fa che chiedermi se va bene com'è vestito o com'è pettinato. Io invece sono abbastanza serena, d'altra parte mi fa piacere cominciare ad ufficializzare il mio legame con Caleb.

La fermata dove scendiamo è praticamente davanti casa mia. Arriviamo davanti alla porta e guardo Caleb, poi lo prendo per mano.
"È tutto ok. Sei pronto?" gli dico sorridendo.
Lui non dice nulla, si limita ad annuire. Suono il campanello tenendo sempre stretta l'altra mano in quella di Caleb, dunque arriva mio padre ad aprire e storce il naso alla veduta che si ritrova fuori dalla porta di casa.
"Ciao papà." esordisco.
"Dove sei stata?" ribatte lui.
"Posso entrare così ti spiego?"
Lui si mette ad un lato e fa spazio per farci entrare.
"Buongiorno signore." azzarda Caleb passando sotto il naso di mio padre, che risponde solo con un cenno di testa.
In salotto trovo anche mia madre che aspetta a braccia conserte, e trovo anche lei sorpresa nel vedere Caleb che mi tiene per mano, visto che non ha mai visto quel ragazzo prima.
"Ciao mamma." la saluto io.
"Buongiorno." segue Caleb.
"Chi è questo ragazzo?" risponde lei.
Io sospiro ed aspetto qualche istante per avere anche mio padre in stanza, poi rispondo con freddezza.
"Lui è Caleb, il mio fidanzato."
I miei mi guardano quasi attoniti, poi continuo.
"Tra me e Peter le cose sono andate male. È finita. Caleb lo conosco da molto tempo, io e lui abbiamo avuto una storia prima che io conoscessi Peter, dunque... Beh, insomma, ora ci siamo ritrovati."
Loro continuano a guardarmi con scetticismo, poi è Caleb a prendere parola.
"Signori Hale, io vorrei solo dire che amo vostra figlia, con tutto il cuore. E non voglio farle del male per niente al mondo. Sono disposto a qualsiasi cosa per stare con lei, credetemi."
'Anche morire...' penso nella mia mente mentre accarezzo la mano di Caleb per ringraziarlo delle belle parole.
"Lo amo anch'io. Ed ero con lui ieri." concludo io.
Mia madre sospira e prende parola.
"Perché non ci hai detto che tu e Peter non stavate più insieme?"
"Non ne ho avuto modo. E poi l'ho lasciato da poco, e vi dico anche che non è stato facile perché gli voglio bene. Comunque." rispondo.
"Ti sei portato a letto mia figlia?" irrompe mio padre con poco tatto.
"Papà, per favore..." lo riprendo io.
"Non importa." mi interrompe Caleb.
Mio padre scuote la testa, poi Caleb prova a dirgli qualcos'altro.
"Io le sto dicendo che amo sua figlia. Più di quanto immagina. L'amore nel letto è insignificante se solo lei sapesse quanto la amo. Io non cerco quello in sua figlia. Non sono un vigliacco, mi creda. So che voi eravate affezionati a Peter Cook, ma se Cornelia non vuole più stare con lui dovreste accettarlo. Io non gli ho rubato Cornelia, primo perché sua figlia non è merce, e secondo perché se lei ora sta con me è solo per sua volontà e non certo perché io l'ho costretta."
Mio padre non risponde e si siede sul divano. È mia madre a continuare.
"Va bene, Caleb. Ma sappi che se vedo qualcosa in mia figlia che non va, o se soffre anche solo un po'... Insomma, vedi di non far sì che accada. Per ora però, Cornelia resta qui."
Caleb scambia uno sguardo con me e poi toglie il disturbo salutando educatamente sia mia madre che mio padre. È l'ora della ramanzina, pazienza. Ma quello che ha detto Caleb mi ha fatto molto piacere. Sono contenta già solo per questo.

   
 
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