BRIGHT HEARTS
Il nuovo potere dei Digimon Tamers
Capitolo 1
Jeri correva ansimando lungo la strada; era stanchissima e sentiva
un dolore per tutto il corpo, ma non poteva riposarsi… Doveva sbrigarsi… Doveva
raggiungere gli altri …. Loro…. dovevano sapere.
Era l’unica che poteva avvisarli, lo sapeva.
Ma il guaio è che lo sapeva anche Lui.
In un attimo, una lunga striscia di luce infuocata le si avvolse
intorno alle gambe prima che avesse il tempo di accorgersene.
Tentò di urlare, ma il nastro di fuoco salì a velocità
sorprendente lungo il suo corpo fino ad avvolgerla completamente, tappandole la
bocca.
Con un sordo mugolio, la figuretta esile della ragazza ormai
avvolta in un bozzolo iridescente, venne trascinata verso l’ombra della strada
e… scomparve.
Shinjuku. Ore 12.30
-
Takato… scusa…
Un ragazzo dai capelli castano dorato alzò lo sguardo in su.
Un ragazzo cinese dai capelli corti e scuri e una ragazza dallo
sguardo serio lo osservavano dall’alto con un’ espressione
assolutamente sconvolta.
-
Sì, Henry… Rika? Cosa c’è?- domandò, raddrizzandosi gli occhiali
da pilota che gli erano scivolati sul naso.
I due ragazzi si scambiarono uno sguardo stupefatto.
-
Takato…- cominciò Henry, con molto tatto.
-
Che accidenti stai facendo?!- sbottò Rika, senza tanti preanboli.
Takato fece leva sulle sue due esili ginocchia e si raddrizzò fino
a sedersi sulla sbarra:
-
Niente di particolare…- disse, un po’ affannato, strofinandosi una
mano sulla fronte molto rossa- Cercavo di diventare più intelligente!
Rika guardò Henry e si portò il dito alla fronte con un mezzo
giro, alzando contemporaneamente gli occhi al cielo.
Henry non potè fare a meno di sorridere.
-
Cercavi di diventare più intelligente attaccandoti a testa in giù
alla sbarra per le flessioni?- chiese poi educatamente il moretto, rivolgendosi
a Takato.
-
Ryo sostiene che funziona!- disse Takato, cominciando ad
arrossire.
-
Ryo!… Oh, guarda, adesso sì che è tutto chiaro!- esclamò Rika,
nascondendo la faccia tra le mani, col tono di chi è al l’ orlo
dell’esasperazione.
Proprio in quel momento, un suono tra una pernacchia e un
soffocamento giunse alle spalle dei tre amici. Rika e Henry si voltarono e
videro un ragazzo alto e abbronzato, piegato in due in una crisi di risate
trattenute.
-
Io non ci trovo proprio niente da ridere!- protestò Takato,
arrabbiato, scendendo con un salto dalla sbarra.
-
Mmmpffff … Ah… Ah…! No… coff... Ah..
ah... scusatemi ragazzi... Coff… coff… comunque, Takato… eri bellissimo nell’imitazione
di un pipistrello!. Ah,ah,ah!
-
Non dovresti prendere in giro i tuoi amici… soprattutto se siamo
noi!- disse Henry, in tono di disapprovazione.
-
Io non ho preso in giro nessuno!…- esclamò Ryo, riprendendosi e
prendendo un tono da dignità offesa- Facendo affluire più sangue al cervello si
migliorano le facoltà intellettive; l’ho letto su Topolino!
Rika
gli tirò contro la cartella, ma il ragazzo c’ era abituato e l’afferrò al volo.
-
Non
ti sarai arrabbiata, principessa! Era solo uno scherzo!- disse, porgendole la
cartella con un inchino galante.
Rika
l’ afferrò e cominciò a inseguire Ryo per tutta la strada che li separava dalle
loro abitazioni.
Ogni
tanto Ryo rallentava e lasciava che l’ amica gli sferrasse un colpo, che
prontamente schivava, e poi si allontanava di nuovo di corsa.
-
Secondo
te quei due la smetteranno mai?- chiese Takato a Henry, ancora piuttosto
avvilito per la beffa ricevuta.
-
Mi
sembra piuttosto improbabile!- rispose l’ amico.
Arrivati
all’ incrocio, Rika lasciò finalmente perdere il suo inseguimento, anche perché
da quel punto Ryo doveva prendere un’ altra strada:
-
A
presto, ragazzi! Ci rivediamo domani su questi schermi!- esclamò il brunetto,
saltellando via allegramente.
-
Addio!-
gli strillò dietro Rika.
Andato
via Ryo, i tre ragazzi ripresero la strada di casa in quasi perfetto silenzio,
Rika in testa al gruppo.
-
E’
tutto a posto, Takato?- chiese Henry- Sei stranamente silenzioso…
Takato
scosse un po’ la testa, come per snebbiarsela:
-
Mmm…
Sì…- borbottò- Sono solo ancora un po’ stordito…
-
Così
impari a dare retta a quella polpetta!- replicò Rika, con la sua solita
gentilezza.
-
Avete
sentito Jeri, ultimamente?- chiese Henry, per cambiare discorso.
Sia
Rika che Takato scossero la testa:
-
No…
è un po’ che non la sento, a dire il vero…
-
Sarà
incasinata!…- fece Takato- Sai che è andata a una delle scuole medie più
impegnative della città?
-
Sì,
me l’ ha detto… Dicono che lì prendano solo i ragazzi con un quoziente
intellettivo superiore alla media… Inoltre, non basta avere tutti i voti alti,
per essere ammessi, bisogna anche avere la condotta in regola!…- disse Rika,
pensierosa.
-
Un
po’ la invidio…- borbottò Takato.
Henry
lo guardò, incuriosito:
-
Ti
hanno riportato qualche verifica corretta, oggi?- chiese.
-
No,
perché?
-
Bè,
allora come ti è venuta questa fissa di diventare più intelligente?
Takato
arrossì leggermente:
-
Non
so… Così… Non mi sembra di essere granchè.. e allora…
-
Ma
dai, che sciocchezza!- disse Henry- Stai benissimo così come sei!
-
Lo
pensi davvero?- chiese Takato, illuminandosi.
-
Certo!
-
Allora…
Credete che sono già abbastanza intelligente, così?- domandò, guardandoli
speranzoso.
Henry
lo guardò, un po’ imbarazzato. Fissò lui, poi il cielo, poi Rika e infine i
suoi piedi.
-
Magari
prima…- disse Rika, acida- Prima che ti vedessimo appeso a testa in giù alla
sbarra di ginnastica!
Takato
diventò rosso fuoco e abbassò il capo, mortificato.
Non
ebbe più il coraggio di dire una parola, e la passeggiata proseguì in assoluto
silenzio.