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Autore: Drevious    20/06/2007    2 recensioni
Cosa accadrebbe se il bel Lucius Malfoy avessse una sorella? In che modo cambierebbe la vita dei malandrini?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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V capitolo

V capitolo

Verso Hogwarts

 

“Insomma sei…pronta?”. Lucius entrò di corsa nella stanza della sorella e rimase senza parole alla vista dello spettacolo che si trovò davanti. Alexandra aveva riempito oltre ogni misura il suo baule e ci stava saltando sopra per chiuderlo.

"Sei ammattita?”.

“Parli bene tu! Ti basta una maglietta, un pantalone e la tua dannata scopa di quidditch!”.

“Santo cielo! Ci hai messo tutto il castello lì dentro? Potevi fare un incantesimo per rimpicciolire tutta questa roba e farcela entrare comodamente”.

Alexandra smise di forzare il baule e lo fissò arrabbiata.

“Quante volte devo ricordarti che a noi maghi minorenni non è permesso far magie fuori da scuola?”.

Chiamarono gli elfi domestici, che nonostante i loro sforzi, non riuscirono a spostare di molto lo scrigno.

“Fuori dei piedi sudice e inutili creature!” abbaiò Lucius.

“Wingardium Leviosa!” disse il biondo indirizzando la punta della sua meravigliosa bacchetta d’argento verso il baule. Con movimenti eleganti e precisi fece fluttuare l’ingombrante oggetto per tutto il tragitto e lo posò sul tetto della carrozza.

“Non è venuto nessuno a salutarci” osservò Alex un po’ delusa.

Che ti aspettavi?Salta ” fece suo fratello tenendo aperto lo sportello della vettura e aspettando che lei salisse.

Alexandra sospirò e montò sulla carrozza seguita da Lucius. Così il viaggio per King Kross ebbe inizio.

 

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“Wow!E’bellissimo!” mormorò Alex quando giunsero davanti all’espresso per Hogwarts.

“Sembra deserto, non c’è nessuno” osservò lei.

“Siamo arrivati in anticipo. Un Malfoy arriva sempre prima di tutti gli altri in qualunque situazione” le ricordò suo fratello.

“Sembri papà” lo prese in giro Alex.

Salirono in treno e scelsero un ampio scompartimento. Poco dopo si cominciò a udire il tipico mormorio della stazione che si riempiva. Alex era euforica. D’improvviso la porta dello scompartimento si spalancò ed entrò Zabini seguito dalla fidanzata di Lucius (Narcissa)  e da due ceffi che furono presentati come Tiger e Goyle. Suo fratello era il leader del gruppo, sembrava che tutti pendessero dalle sue labbra. Narcissa lo guardava con occhi adoranti mentre conversava amabilmente con Philidor. Tiger e Goyle avevano stampati in faccia un sorriso da ebeti.

“Vado a fare un giro” annunciò ad un certo punto Alex. Si alzò e uscì dallo scompartimento. Per lei era tutto così nuovo! Stava fantasticando sulla sua nuova vita a Hogwarts, quando una voce la richiamò alla realtà.

“Ciao!”

Alex si voltò e si trovò di fronte…Sirius Black! Come osava rivolgerle la parola?

Era scortato da due ragazzi, molto affascinanti anche loro. Uno aveva capelli neri e ribelli con due straordinari occhi scuri. Portava gli occhiali che gli conferivano un certo fascino. L’altro aveva capelli e occhi castani, che emanavano dei riflessi dorati. Entrambi avevano un corpo atletico e armonioso. “Ti trovo bene” continuò Sirius.

“Ti presento James Potter”disse indicando il moro”e Remus Lupin, i miei amici” terminò facendo cenno al castano.

“Piacere!” risposero all’unisono i due.

Alex più per costrizione che per piacere rispose con un debole “Ciao”.

“Ragazzi lei è la sorella di Lucius, Alexandra” presentò Sirius.

“Cos’è? Hai perso la lingua?” chiese ironico in direzione della ragazza.

La giovane lo fissò con odio, girò sui tacchi e se ne andò senza proferir parola.

“Carina, ma che caratterino!” considerò James.

“Se è come il fratello ci darà del filo da torcere” fece Remus.

“Lei è diversa. Aspettate e vedrete” concluse Sirius rientrando nello scomparto e accomodandosi sul sedile. Non ebbero modo di incontrarsi se non quando giunsero al castello nella Sala Grande.

Dopo il consueto discorso di benvenuto del preside Dippet, iniziò lo Smistamento. La professoressa McGranitt convocò uno per uno tutti gli studenti del primo anno. Man mano che il cappello parlante li valutava furono destinati alle varie case. Giunse infine il turno di Alexandra. Con passo sicuro percorse la sala e molti ragazzi la seguirono con lo sguardo.

“Si accomodi signorina Malfoy” la invitò la McGranitt e senza tante cerimonie le mise il cappello in testa. Alexandra udì una voce.

“Mm…una Malfoy, eh? Di regola ti assegnerei a serpeverde. Vediamo…” prese tempo il cappello parlante.

“Spedendomi in quella casa, faresti felice mio padre”

“Eh eh!Vedo che sei leale e sincera. La tua bocca non conosce menzogna se non a fin di bene. Ti piacciono le sfide e hai un certo sprezzo per le regole. Ami l’avventura, sei altruista e coraggiosa. Caratteristiche che non hanno nulla a che vedere con i serpeverde. Senza ombra di dubbio. GRIFONDORO!”.

Il brusio iniziale si tramutò in un vociare concitato e il preside impose il silenzio.

“Molto bene, signorina. Si accomodi al tavolo dei grifondoro” le disse la McGranitt indicandole la direzione. Alex si tolse il cappello, delicatamente lo posò sullo sgabello e fece come le era stato detto. Sirius le mostrò un posto di fronte a lui, l’unico rimasto in verità. A malincuore la giovane si sedette. Salutò i suoi nuovi compagni.

“Ci ritroviamo di nuovo, eh?”

“Purtroppo” fu la risposta di Alex.

“Sempre acida come uno yogurt andato a male?” la provocò Sirius.

“Ok. Chiariamo un punto. Apparteniamo alla stessa casa, ma non sono obbligata ad avere a che fare con te!”. Una voce la interruppe. Era la professoressa McGranitt.

“Signorina Malfoy, è stata assegnata al gruppo di studenti del quarto anno. Signorina Evans faccia gli onori di casa, prego”disse l’insegnante indicando una ragazza dai capelli rossi seduta lì vicino.

Sirius aveva le lacrime agli occhi dal ridere. Alexandra l’espressione di chi aveva appena ricevuto un pugno nello stomaco.

“Smettila di ridere” sbuffò Alex.

“Scusa. Pensavo a quello che hai detto poco fa. Purtroppo per te, dovrai avere a che fare con me” le rispose continuando a ridere.

“Ride bene chi ride ultimo, caro il mio Sirius”sibilò tra i denti Alexandra.

“Lascialo stare è fatto così”. Una voce argentina e dolce le giunse alle orecchie. Era la ragazza dai capelli rossi.”Mi chiamo Lily Evans”.

“Piacere Alexandra Malfoy. Spero diventeremo amiche.”

“Ne sono certa”le rispose Lily con un sorriso.

“Sono quattro anni che lo sopporto. E’così pieno di sé, che a volte ti fa venire voglia di affatturarlo” le confidò.

“Non faccio fatica a crederti”. Entrambe scoppiarono a ridere.

Finito di cenare salirono alla torre dei grifondoro. Sirius non staccava gli occhi da Alex. Sembrava ancora più carina dall’ultima volta che l’aveva vista. Fu distolto dai suoi pensieri da un grosso sospiro di James. Si voltò. L’amico sembrava sprofondato in un mondo tutto suo. Sospirò di nuovo.

“James. Vuoi smetterla di tormentarti? E’ evidente che ti piace Lily, quindi falla finita e parlale”.

“Sembra facile!Ogni volta che la guardo non riesco a spiccicare parola. Lo sai, no?”rispose James cestinando l’ennesima lettera d’amore.

“Sirius, ti prego, cambiamo discorso. Chi è la fortunata del momento?”

“Una biondina di corvonero. Si chiama Alice McGregor”.

Remus che fino a quel momento era rimasto in disparte, si alzò dalla poltrona e li raggiunse.

“Sirius, che intenzioni hai?”

“Che cosa intendi dire, Remus?”

“ Semplicemente che se continui a cambiare ragazza a questo ritmo, quando frequenterai il settimo anno ti saranno rimasti solo i ragazzi con cui metterti!”, lo prese in giro Remus.

Sirius rise allegramente.

“Stai attento, allora. Potrei iniziare proprio da te. Begli occhioni!”

“Non scherzare. Dico sul serio”

“Anche io!”rispose il giovane Black.

James aveva sgranato gli occhi e aveva un’espressione sconvolta in viso. Poi tutti e tre, scoppiarono a ridere a crepapelle.

Contemporaneamente su al dormitorio delle ragazze, Alexandra e Lily si divertivano un mondo.

Si erano infilate il pigiama e stavano chiacchierando a gambe incrociate sul lettone di Alex. Verso le due del mattino si addormentarono stanche e felici.

  
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