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Autore: MelodramaticFool_    04/12/2012    4 recensioni
Andrea e Viola.
Marco e Viola.
Andrea, Marco, Viola, Silvio, Giulia, Gabriele.
Sei Freaks!, una storia.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Andrea sbuffò annoiato.
Erano nel locale da un'ora e mezza e il tempo passava lentissimo, tant'è che si era chiesto più di una volta se non ci fosse lo zampino di Marco e il suo potere. Il bar era mezzo vuoto, fatta eccezione per una coppietta nascosta in un tavolo all'angolo. Seduti in tre attorno ad uno dei tavoli, i nostri eroi ordinavano continuamente chupito e birre per cercar di dare un po' più di movimento alla serata. Ma la noia non passava.
Marco aveva cercato disperatamente per tutta la serata di avvicinare Viola, che bloccava all'istante tutti i tentativi del ragazzo. L'altro lo aveva osservato con scientifica curiosità. Faceva un po' pena; perché non la lasciava in pace? Non era in vena di chiacchere, punto. Dopo un po' Marco decise che, evidentemente, la colpa di tutto ciò era proprio lui, Andrea, e si mise a guardarlo in cagnesco, l'astio evidente nei suoi occhi scuri. 
Silvio, intanto, era al bancone a flirtare con la cameriera, che probabilmente si stava pentendo amaramente di avergli dato il suo numero di telefono, la sera prima. Al giovane hipster stava venendo il mal di testa a furia di sentir parlare Silvio. Si girò quindi verso Ginevra e la fissò intensamente per qualche secondo. Ecco, molto meglio, pensò, adesso sembrava molto più condiscendente.
Marco non si era perso una singola mossa del ragazzo.
-Hai usato il potere su mia sorella!- sussurrò in preda all'ira
-Zi', ma lo vedi quello?!- rispose Andrea, accennando con la testa a Silvio -Che male vuoi che gli faccia!-
-E' mia sorella!-
-Mica te la violenta!-
L'altro non replicò. Si limitò a continuare a fissarlo con odio. Andrea sbuffò contrariato. E poi danno a me del bambino, pensò.
La lancetta dell'orologio segnava mezzanotte in punto quando arrivò l'altra cameriera a dare il cambio a Ginevra. I cinque uscirono dal locale e Silvio si offrì di accompagnarla a casa in macchina. Questa, ancora sotto effetto del potere di Andrea, acconsentì tutta contenta, e i due ragazzi si allontanarono sull'auto del ragazzo in direzione centro.
Il cellulare di Andrea squillò rumorosamente, e questi si allontanò di qualche metro per rispondere.
Marco prese da parte Viola.
-Perché mi eviti?- chiese con decisione. Lei, presa alla sprovvista, non rispose. -E non mi dire che non è vero.- aggiunse.
-Senti.. Marco.. Ho lasciato Simone.-. Il ragazzo finse di rimanere sorpreso dalla rivelazione, e lei continuò -Però non voglio impegnarmi con qualcuno, adesso. Devo rimettere insieme la mia vita e voglio capirci qualcosa di questa faccenda del blackout e dei poteri.-
-E Andrea? Passate molto tempo insieme, ultimamente.- buttò lì.
Viola guardo il ragazzo, impegnato a parlare al telefono a pochi metri da loro, la fiammella della sigaretta che danzava attorno a lui. -Non c'è niente tra noi due, Marco. Per lui vale lo stesso che con te.-
-Tra voi due non c'è niente? Non mi pigliare per il culo, Viola!- sbottò il giovane, senza riuscire più a trattenersi.
-Non ti sto prendendo per il culo, tra noi c'è stato solo un bacio, e non è stato niente, cazzo!- mentì lei, rispondendogli a tono.
In quel mentre, Andrea li raggiunse.
-Scusate se interrompo, ma ce stà uno là in fondo al parcheggio.- disse allarmato. Non servì nemmeno specificare chi fosse quel "uno"; lo sparo risuonò nella notta, sferzando nell'aria attorno ai ragazzi. Si gettarono per terra in tempo. Un attimo dopo stavano già correndo per il parcheggio, diretti all'auto di Marco.
-Dentro dentro!- urlò quest'ultimo, lanciandosi sul posto di guida e mettendo in moto prima che gli altri due riuscissero a chiudere la portiera.
-Porca puttana!- fece Andrea riprendendo fiato -Chi cazzo sono sti pazzi?!-
-Non ne ho idea, ma almeno siamo riusciti a scappare. Tutto a posto?- disse Viola, la voce che le tremava per lo spavento
-Si, tra'. Però c'è qualcosa che..-
-Silvio e Ginevra!- dissero tutti e tre quasi contemporaneamente
-Staranno dando la caccia pure a loro..?- disse Marco, conoscendo già la risposta
-Non lo so.. Andiamo a casa tua, magari sono già la- fece lei, la voce tornata sicura nel dare l'ordine -Più veloce!-
Marco fece inversione e accellerò. L'auto filò veloce lungo la tangenziale che portava a casa dei Diana, mentre i tre ragazzi all'interno del veicolo speravano con tutto il cuore di non trovare brutte sorprese a destinazione.
 
Marco frenò di colpo sotto casa sua.
Infilò la chiave nella serratura, aprì il portone con una ginocchiata, si lanciò a rotta di collo su per le scale e piombò in casa con il fiatone. Facendo meno rumore possibile, fece il giro delle stanze. La madre dormiva serena in camera sua, mentre il letto di Ginny era perfetto, immacolato e incontestabilmente vuoto.
Dannazione!, pensò il ragazzo, uscendo di corsa dalla casa.
Fuori dalla macchina, Andrea e Viola camminavano avanti e indietro per il marciapiede, in preda al nervosismo. Il ragazzo stava cercando di chiamare i due scomparsi.
-Non risponde.-
-Merda.. E qui la macchina di Silvio non c'è..-
-Non ci sono.- disse stremato Marco, riapparendo per strada.
-A casa di Silvio.- fece Andrea, rientrando nell'auto -magari l'ha portata là. Non risponde al cellulare, però magari..-
-Andiamo.- disse Marco risoluto, cercando di combattere contro le lacrime che tentavano di fare capolino sui suoi occhi.
 
In meno di un quarto d'ora i tre erano già davanti casa Bolla.
Viola schizzò al citofono, mentre gli altri due tentavano ancora con il telefono.
-Pronto? Si, salve, scusi.. Si, scusi per l'ora.. Silvio è a casa? No? ..Grazie mille, può dirgli di chiamare Marco appena torna? Grazie, scusi..-
-Niente.- disse poi la ragazza, rispondendo alla muta domanda degli altri due.
Marco si sentì svenire.
-Ginevrà..- mormorò, prima di crollare seduto sul marciapiede, la testa tra le mani, le lacrime che minacciavano ancora di spuntare sul suo viso.
-Marco.. Vedrai che si sono accampati da qualche parte per..- fece Viola, sedendosi accanto a lui e cercando di consolarlo.
-Sentite.. Non ci conviene stare qua, andiamo da me.- disse Andrea nervoso
-Marco, ascoltami.- continuò la giovane, prendendogli il viso tra le mani e contringendolo a guardarla -Ha ragione. Li abbiamo chiamati un migliaio di volte, vedranno le chiamate perse. Adesso dobbiamo andare al sicuro, e stare tutti insieme. Li troveremo.-
-Guido io, dai.- aggiunse Andrea.
Di nuovo correvano per le vie deserte della capitale. La speranza che li aveva guidati fino ad un'ora prima, però, stava svanendo flebilmente..
 
-Fate come se foste a casa vostra.- disse il ragazzo, entrando nell'appartamento e gettando la giacca da qualche parte
Durante il breve tragitto non era volata una mosca. Tutti erano immersi nei loro pensieri, nella loro ansia, nel loro nervosismo.
-Vado a prendere qualcosa da bere, qua ci vuole.- fece Viola, dirigendosi nella piccola cucina
I due ragazzi rimasero da soli, seduti vicini sul piccolo divano rosso scuro. Andrea scrutava il giovane accanto a sé, impegnato nella sua silenziosa lotta con la disperazione. Si sentiva in colpa per Ginevra, ma cosa poteva farci? Non avrebbe mai immaginato che qualcuno avrebbe tentato di ucciderli anche quella sera.
-Che casino.- mormorò, massaggiandosi le tempie
-Immaginati per me.- fece Marco scontroso, alzandosi in piedi
-Guarda, mica lo sapevo che..-
-Non me ne frega un cazzo, Andrea! Per principio, cazzo!- sbottò il ragazzo, scaricandogli addosso tutto l'odio represso che da un giorno si teneva dentro.
-Per principio che? Te non ce la fai, cazzo!- gli urlò di contro l'altro, alzandosi in piedi davanti a lui
-Come hai potuto usare il potere su mia sorella?!-
-Volevo solo fare un favore a Silvio, non immaginavo che quasti pazzi si mettessero a cercarci proprio stanotte, non ci posso fare un cazzo!-
Marco prese Andrea per la maglietta e lo sbattè contro la parete con una violenza che colse totalmente di sorpresa l'altro.
-Ma che cazzo state facendo voi due?!- disse Viola a bocca aperta, attirata dalle urla.
Marco mollò la presa sulla maglia del ragazzo, che si massaggiò il collo arrossito.
-Io non stavo facendo un cazzo, è sto sbroccato che m'è saltato addosso..- borbottò Andrea
Lo "sbroccato" in questione gli lanciò un'occhiata di fuoco, tornando a sedersi sul divano.
-Senti, capisco che sei preoccupato per Ginevra, però..- continuò
-Quanto dura l'effetto del potere?- lo interruppe Marco, gelido.
-Non lo so.- rispose contrariato -Dipende. Con lei sono stato forte, ma entro domattina dovrebbe riprendersi.-
-Immagino quanto sarà contenta.- commentò sarcastica Viola.
-Non ci resta che aspettare, quindi?- chiese ancora Marco con voce rotta.
-..A quanto pare.- disse Andrea, sedendosi per terra.
Li aspettava una lunga nottata.


Viola si svegliò di soprassalto.
Gli incubi le avevano tormentato il sonno, aveva la fronte imperlata dal sudore.
Incubi su uomini armati che li inseguivano per le vie di Roma, su Giulia che sbranava Gabriele in un parco desolato.
Oramai ogni notte era così, per lei.
Si tirò su a sedere. La scomoda posizione in cui si era addormentata le aveva regalato un amabile mal di schiena di cui non si sarebbe liberata facilmente. Gli altri due le avevano cavallerescamente ceduto il divano, accettando di dormire per terra, in qualche modo. Marco era seduto sul tappeto, la schiena appoggiata al divanetto, la testa che ciondolava di lato. Andrea, invece, aveva ripiegato la felpa a mo' di cuscino e si era sdraiato sul parquet. Un sorriso le spuntò sul volto quando si accorse che russava, e forte anche. Quel ragazzo le faceva tenerezza.
L'orologio che teneva al polso segnava le dieci meno un quarto. 
Improvvisamente ricordò di Gabriele, e di quel suo strano orologio che scorreva all'indietro. 
Un countdown, diceva lui. 
Quella sera erano successe una miriade di cose strane ed inspiegabili, prima fra tutte il bacio tra lei e Marco che, secondo lui, era sfociato in qualcosa di più serio. Doveva credergli? 
Avevano salvato Gabriele, e Silvio aveva spedito in aria Giulia come una marionetta, uccidendola nell'impatto con un masso.
Poi erano svenuti di nuovo ed erano tornati indietro nel tempo.
Se erano tornati indietro nel tempo significava che forse Giulia era ancora viva, e anche Gabriele.. Oppure no?
Affondò il viso nel cuscino, la mente in subbuglio.
Il solo pensare a tutte queste cose la mandava in confusione.
Cosa era successo veramente?
Chi è la VEX?
E - soprattutto - perchè a loro?
La suoneria del cellulare di Marco strappò i due giovani dalle calde braccia di Morfeo. 
Il ragazzo prese in mano il telefono, insonnolito. Gli bastò leggere il nome del mittente per ridestarsi completamente.
-Ginevra! Dove siete finiti? Vi abbiamo cercati tutta la notte! Si, lo so che non dovevo.. Si, lo s.. Senti, ti dò un indirizzo- fece cenno ad Andrea di segnarglielo su un foglietto -Voi venite qua immediatamente. Devo, anzi, dobbiamo dirti una cosa. Si, dobbiamo. Okay, a dopo.- chiuse la chiamata e gettò la testa all'indietro, visibilmente sollevato. Tutta la pressione di quella nottata da incubo era svanita, finalmente.
-Stanno per venì' qua?-
-Si. Stanno bene.- rispose, faticando a tenersi la gioia dentro
-Quindi adesso dovremo spiegargli tutta la storia dei poteri?- chiese Viola
-A questo punto..- disse Marco, non del tutto convinto
-Bello.- disse Andrea, lasciandosi cadere sul divano -Però hai ragione, tutte le nostre famiglie potrebbero essere prese di mira da questi qua. Forse è davvero meglio avvertirli.-
Marco lo squadrò, dubbioso. Gli aveva dato ragione, lo stava sostenendo. Si sentì improvvisamente in colpa per tutto il risentimento che aveva provato nei suoi confronti, e per la scenata della sera precedente. Andrea non ce l'aveva con lui, aveva semplicemente accettato la decisione di Viola. Quasi a leggergli nel pensiero, aggiunse -Dobbiamo stare uniti regà', o sti pazzi ce ammazzano.-
-Bene. Io vado a farmi una doccia.- disse Viola, interrompendo il silenzio teso che si era creato tra i ragazzi -Dovreste farvela anche voi, sapete? Puzzate.-
-Simpatica.- commentò Andrea
-A dopo.- disse lei, alzandosi dal divanetto e dirigendosi verso il piccolo bagno dell'appartamento.
Andrea avvicinanò con discrezione il naso all'ascella destra.
-Ha ragione. Puzzo. Vado a mangià' qualcosa.- disse poi, dirigendosi verso la cucina.
Marco lo sentì aprire la porta del frigorifero e svitare il tappo di qualcosa. Seduto per terra, studiava le crepe sul soffitto, preparandosi mentalmente al discorso da fare alla sorella. Si sarebbe arrabbiata da morire. Più che altro, perché lui non gli aveva raccontato del potere in precedenza. E anche per la faccenda di Andrea e del suo potere.
Non vedo l'ora, pensò. 
 
-Mi state prendendo per il culo.- disse Ginevra come unico commento alla strana e movimentata storia che i ragazzi gli avevano appena raccontato.
-Ti assicuro che non ci siamo inventati nulla.-
-Ma è impossibile!-
-Ginny, ascoltami. Hai presente l'altra sera, quando hai dato il numero di telefono a lui? Ecco, lo hai fatto sotto l'influenza del potere di Andrea. E i miei capelli bianchi, le mie rughe.. Sono una conseguenza del mio, di potere. Invecchio ogni volta che vado avanti o indietro nel tempo.-
-Cioè, tu, Marco, viaggi nel tempo e nello spazio quando ti ecciti. Poi, tu- fece, indicando Silvio -Sposti le cose con la forza del pensiero. Tu puoi..-
-Vedere le cose dagli occhi degli altri quando le tocco, sì.- disse Viola
-E tu, invece, maledetto bastardo, puoi cambiare l'umore della gente e fargli fare quello che vuoi.- concluse, guardando Andrea inviperita. Quest'ultimo alzò gli occhi al cielo e si arrese alla rabbia della ragazza. Non poteva biasimarla, ma non riuscì a non borbottare un -Che male vuoi che ti faccia na' scopata..- a bassa voce.
Ginevra finse di non aver sentito, e li guardò tutti con uno sguardo a metà tra il confuso e l'incredulo.
-Perciò, adesso ci sono questi pazzi che girano per Roma e vogliono ammazzarvi.-
-Esatto. E c'è anche Jimmy, ricordatelo.- disse Silvio
-Vuoi dire il tipo senza faccia che voleva uccidere quel Gabriele di cui mi avete parlato?-
-Proprio lui.-
-E c'è pure una pazza vampira che va a mordere la gente.-
-Tra cui me.- disse Viola
-E tu hai fatto a pezzi un cadavere.- continuò Ginny, indicando di nuovo Silvio.
-Io e lui. Sì, e lo abbiamo mandato per posta ad Obama.-
-E a Jennifer Aniston.- aggiunse Marco.
-E voi vi aspettate che vi creda?- disse Ginevra.
-Ok, non vuoi crederci? Lascia che te lo dimostri. Silvio, Marco, in piedi.- ordinò Andrea -Vedi, a quanto pare sono l'unico che sa controllare bene il suo potere. Adesso vedi.-
Si concentrò un paio di secondi, fissando intensamente Marco. Quando smise, qualcosa era cambiato nella postura e negli occhi del ragazzo. 
Con un balzo saltò addosso a Silvio e incollò le labbra alle sue, e gli infilò la lingua in gola prima che l'altro potesse ribellarsi. 
L'ilarità esplose nella stanza. Viola e Ginevra scoppiarono a ridere, mentre Silvio cercava di tenere a distanza Marco, le cui intenzioni erano più che equivoche. Tra un riso e l'altro, Andrea riuscì a concentrarsi abbastanza e a far tornare normale il ragazzo.
Questi, appena si rese conto dell'accaduto, lanciò al giovane un'occhiata nera, carica di umiliazione.
-Eddai Marco, tranquillo, lo sappiamo che è stato Andre a volerlo- disse Viola, rossa in viso per il ridere
-Il tuo potere è fin troppo potente, direi..- borbottò Silvio, un po' meno divertito dalla situazione.
-Va bene, mi avete convinta. Mio fratello non avrebbe mai fatto niente di simile di sua volontà.- disse Ginevra -Adesso devo andare, ho lezione all'una e devo passare da casa a prendere i libri; mi accompagni tu?- chiese quindi al fratello, che acconsentì, felice di fuggire da quella imbarazzante situazione.
Poco dopo, Silvio ricevette una chiamata della madre, che lo voleva a casa per dirgli una cosa importante. Il tono preoccupato e la fretta del ragazzo accesero la curiosità di Viola, che non riuscì però a scucirgli niente a riguardo.
Andrea e Viola erano rimasti soli..


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Ciao gente!
Anche questo capitolo è stato riadattato, è l'unione tra il capitolo III e il capitolo IV, purtroppo ho perso le recensioni, però..
Non potevo non metterci un piccolo scherzo da parte di Andrea, è stato più forte di me. Ecco, la parte del bacio è, diciamo, un piccolo tributo che faccio ad un'amica, WestboundSign_, che ha pubblicato una castiiissima ff su Freaks. Andatela a leggere perché ne vale proprio la pena.
Ringrazio anche Saeko_san per aver recensito pazientemente tutti i capitoli e per avremi dato utili direttive sugli, ehm, errori di battitura.. *coff coff*
Un piccolo grazie anche a S., la mia fedele compagna di fricchisate, che ho amabilmento convertito alla serie e che tra poco diventa più assatanata di me.
A presto,
MelodramaticFool_
  
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