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Autore: Nicolessa    04/12/2012    1 recensioni
[«Ti conosciamo, Dean. Tutti. Io, Bobby, mia madre, Sam.. penso che anche Rufus abbia capito il tuo caratteraccio. Sapevamo che se fosse capitata una cosa come la morte di tuo fratello, tu avresti fatto un patto anche con Satana in persona per riportarlo indietro. Quindi questa novità non avrebbe dovuto farmi alterare così, no?» motivò con un intercalare di voce tormentato, come se avesse una lista infinita di motivi per non detestarlo. «Pensi che sia per il fatto che tu non abbia voluto dirmelo? Non erano affari miei. Allora perchè sono stata l'ultima a saperlo, o meglio, a scoprirlo? Non erano affari miei. Saperlo o non saperlo, ora, non cambia niente.» si fermò non potendo più dare fiducia alle sue mani e al suo auto-controllo di ferro. «Come non sarebbe cambiato nulla se fossi stata lì con te mentre partorivi quella geniale idea suicida. L'avresti fatto comunque.» scosse la testa senza aspettarsi una risposta, non ne aveva bisogno.]
Momento struggente nel quale Jo viene a conoscenza del patto di Dean e del suo ultimo anno di vita.
AVVISO: questa storia è il seguito di Dangerous Hunt e Dangerous Feelings (che potete trovare sul mio profilo).
Genere: Azione, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, Jo, Sam Winchester
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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8
Capitolo 8 - Ho sempre desiderato un peluche.




  • L'ombra non riusciva a coprire del tutto le loro figure a causa di qualche sprazzo di luce dalla provenienza sconosciuta, il fatto di dover dormire su un divano-letto praticamente sprovvisto di molle non era così tragico come normalmente l'avrebbero fatto apparire i due, le loro voci, benché fossero ridotte a semplici sussurri, riuscivano a farsi ascoltare con una certa attenzione e chiarezza.
    Tutta quella situazione, in sostanza, non poteva essere considerata reale. Non per quella loro realtà che i due erano costretti a vivere.

    Il loro sorridere, il loro prendersi in giro, il loro volersi sfiorare senza dare l'apparenza di essere vulnerabili: tutto era così attentamente studiato da risultare ormai normale. Gesti che di normale, per dei cacciatori responsabili quali si ritenevano, avevano poco e niente.
    Era come se il fissarsi fosse l' unico modo che conoscevano per amarsi.
    E non a caso era proprio quello che stavano facendo.
    O meglio, Jo lo fissava e Dean fingeva di esserne infastidito.
    «Non ci riusciamo proprio a fare i sentimentali, eh?» disse retorica lei, costatando quanto fosse veritiera quella sua affermazione.
    Sotto diversi aspetti lei e quel Winchester erano uguali... o per lo meno simili: riuscivano a capire quando non era il momento giusto, sapevano stabilire le loro priorità in modo ragionevole ed agivano d' impulso, tralasciando la testardaggine che ogni santissima volta finiva per fargli scontrare con urla e Dio solo sapeva cos'altro.
    Il luccichio negli occhi di Dean fece capire a Jo che la stesse guardando, non avendo voluto rinunciare al suo solito sorrisetto che avrebbe potuto rimpiazzare una lampadina in una stanza buia... come quella in cui si trovavano per esempio.
    In risposta lei ricambiò quel sorriso e poi crollò al suo posto con la schiena che aderiva perfettamente al divano, facendo rimbalzare assieme a lei i riccioli biondi che tanto la caratterizzavano. La ruggine che impregnava le pigre molle ebbe qualcosa da ridire riguardo al suo "brusco movimento azzardato", cigolando in maniera rumorosa e lamentosa.
    «Shh!» la rimproverò Dean aggrottando la fronte e portandosi l'indice alle labbra manco fosse sua madre che la esortava a maggior silenzio durante la caccia.
    «Che paragone inquietante!» ricordò di aver pensato mentre si immobilizzò al suo posto per non fare altro rumore.
    «Vuoi svegliare tutti?»
    «No! E poi io non riesco a dormire ferma come una mummia, è meglio che si abituino!» si difese prontamente la biondina inarcando le sopracciglia come a voler rimproverare lei, lui.
    Oh, quanto le riusciva bene.
    «Oh certo, saltaci sopra giacché che ci sei. Così Ellen, sentendo rumori ambigui, verrà a staccarmi la testa a morsi.»
    «Che tipo di "rumori ambigui" intendi?» lo stuzzicò lei trattenendosi dal ridere, ignorando lo sguardo eloquente di Dean.

  •  In un certo senso il rapporto tra i due era cambiato.
    Qualche anno fa si sarebbero presi a pugni soltanto per essersi guardati più di due secondi. All'epoca Dean considerava Jo come una bambina viziata che era pronta a fare stronzate soltanto per senti
    re il brivido del pericolo. Un po' come si sentiva lui a diciotto anni quando teneva la pistola tra le mani. Pensava volesse fare la cacciatrice perché dagli occhi di un'adolescente veniva vista diversamente, come se fosse un'attività da veri duri. Rivalutò la questione quando gli comunicò chi era stato ad uccidere William Antony Harvelle. Era stato John a farlo. Capì che voleva fare quel lavoro non per sentirsi forte o "figa", ma per tenere vivo il ricordo di suo padre, d'altronde era anche quello che faceva Dean. 
    «Non hai detto che sei piuttosto esperta? Una che si allena spesso dovrebbe sapere di che rumori ambigui parlo.» Rispose a tono il ragazzo, ovviamente in un non del tutto sussurro. 
    Quella sua risposta sembrò zittirla per il momento, un momento di grande trionfo per Dean Winchester. Non era facile zittire Jo, aveva sempre il modo per ribattere ed era convinta di possedere il privilegio dell'ultima parola. Sì, un po' la odiava per questo. 
    «Due a zero per me, bellezza.» La canzonò ridacchiando divertito. 
    «Oh, non credo proprio. Non mi faccio fregare da uno che ha paura di mia madre.» 
    Ecco che ricominciava con la solita storia, usata ovviamente come argomento di riserva per pararsi le natiche. 
    «Non sai come ribattere sta volta, vero? Mi dispiace.» 
    Dean mise fuori un bel musetto che avrebbe fatto invidia ad un bambino di tre anni. Jo rise e gli diede una piccola pacca sulla spalla. 
    «Idiota!» 
    Il ragazzo tacque per qualche secondo, poi si inumidì le labbra e aggrottò la fronte. 
    Sapeva che quello che stava per dire gli avrebbe fatto desiderare di usare ago e cotone per cucirsi la bocca da un'estremità all'altra. E forse... molto probabilmente gli sarebbe costata la dignità. 
    «Davvero ti alleni?» 
    «Che cosa?» 
    «Andiamo, hai capito!» 
    Vi fu un interminabile attimo di silenzio durante il quale Jo lo guardò stupita. 
    «È con quel Miles, non è vero?» 
    «Miles?» 
    «Sì, il coglione. Si vede da lontano un miglio che c'è qualcosa tra voi.» 
    Di nuovo silenzio e di nuovo lo stesso sguardo da parte della ragazza. 
    «Sei geloso?» domandò improvvisamente. 
    Dean scoppiò in una risatina abbastanza udibile anche se silenziosa. 
    «Perché dovrei esserlo?» chiese retorico e con un pizzico di ironica nel tono di voce. «Non sa nemmeno sparare.» Concluse poi tra sé e sé, spostando lo sguardo sul soffitto.
  • Da quando il loro argomento principale era diventato Miles? Anche perché, detto sinceramente, Miles era l'ultima cosa a cui Jo stava pensando al momento.
    Il suo rimanere dubbiosa di fronte a quelle domande non era fatto apposta, in faccia non aveva que
    lla sua solita espressione da "ti prendo in giro finché posso": in realtà aveva davvero delle incertezze che le arrovellavano il cervello.
    Il discorso della gelosia non era affatto una new entry nelle loro conversazioni, anzi. Erano giunti più di qualche volta ad un faccia a faccia catalogabile come "non esattamente pacifico", non essendoci poi motivo concreto per il quale sbranarsi a vicenda. Cosa che Jo non comprendeva ancora e che probabilmente non avrebbe mai capito, ma pazienza.
    Perché avrebbe dovuto esserlo? 
    Sì, proprio in quel momento, all'unisono con i suoi pensieri, Dean le rivolse quella domanda che pareva non dover essere retorica.
    «Beh, magari perché anche lui lo è di te.» ipotizzò lei ritornando stesa su di un fianco, poggiando la testa sulla mano.
    «Cosa?»
    «Cosa?» ripeté lei canzonandolo e ridacchiando come se si stesse avvicinando ad un pareggio dei conti.
    Jo non pensò nemmeno di far caso al suo sguardo, così da potersi aiutare a farsi strada nella testa bacata e complessa del cacciatore curioso.
    «Sai, credo che se non fosse per me, voi.. andreste d'accordo.» disse lei alzando le spalle ed immaginando un loro ipotetico incontro in un qualche locale a bere birra e parlare di armi e mostri andati al rogo.
    Dean e Miles non avevano avuto il tempo per conoscersi, non ne avevano avuto la voglia. Avevano iniziato con i piede sbagliato e la situazione non face che peggiorare ogni secondo che passava.
    «No, non credo.» controbatté lui trattenendo in modo evidente una sonora risata.
    «E perchè no?» gli chiese come se lui potesse saperlo o tanto meno spiegarlo. «Ci hai parlato sì e no un paio di volte e ti sei bucherellato una spalla per lui. Le premesse non erano delle migliori, questo lo capisco.» Fece come per riflettere ad alta voce perdendo involontariamente lo sguardo su quella sottospecie di "materasso" del divano.
    «Quindi questo sarebbe un modo contorto di rispondere sì alla mia domanda?»
    «No, è un modo contorto di farti sapere che Miles non è così idiota come credi tu. Lui è solo... e riesce a comprendere bene la solitudine degli altri. In questo modo capisce quali siano i momenti giusti o men-»
    «Oh, ti prego!»
    «Sul serio, Dean. È in gamba, è dolce, è comprensivo, e anche se è iperprotettivo, mi lascia cacciare con lui. Senza parlare del fatto che va d'accordo con mia madre...»
    «Il ragazzo perfetto praticamente.» Quanto suonava a sfottò quella frase.
    «Beh, no» rispose prontamente lei aprendosi poi in un sorrisetto perso, come se in realtà con la mente non fosse lì. «Con lui non litigo mai. E io ho davvero bisogno di urlare, rischiando di far crollare i muri!» ironizzò lanciando come una specie di occhiata di intesa.
    Sì, lo sapevano bene quanto fosse importante per lei fare la ribelle ogni tanto. Spesso. La maggior parte delle volte. «No, non dovresti esserlo.» concluse poi con un tono neutrale, come se non stessero parlando di qualcosa che li riguardava da molto vicino.
  • La cosa che più riusciva a dar fastidio a Dean era che Ellen adorasse Miles. Sì, aveva visto quanto quella donna tenesse al fatto che Jo cacciasse con quel ragazzo. Stranamente non aveva sollevato obbiezioni quella volta che Jo le chiese di occuparsi di un caso in compagnia dell'idiota.
    D'accordo, aveva i suoi motivi per non fidarsi dei due Winchester, ma tutta la storia che era successa tra John e William non riguardava certo i figli. Per quanto Sam e Dean potessero somigliare al padre, non avrebbero mai lasciato morire Jo e avrebbero fatto di tutto per salvarle la vita, anche perdere la propria. 

    «Non lo sono.» Mise in chiaro con un'evidente bugia. 
    Ammettere anche a se stesso di provare invidia nei confronti di Miles e gelosia nei confronti di Jo, sarebbe stato troppo da sopportare. Era già tanto il fatto di stare a parlare di quell'idiota come se fosse l'argomento principale della giornata, perché il solo nome gli procurava tormento. 
    «Non lo sei.» 
    «No.» 
    «Allora non dovremo stare a parlarne.» Disse lei con un certo tono compiaciuto. 
    Dean inarcò le sopracciglia e poi smorzò un sorrisetto poco convinto, ma molto ironico. 
    «In realtà dovremo dormire. Sono le tre e mezza e domani ci aspetta una lunga giornata.» 
    Jo trattenne un sorriso e annuì incerta.
    Dean tentò in tutti i modi di sistemarsi nella migliore posizione possibile su quel materasso dalle molle arrugginite e cigolanti, ma ogni suo brusco movimento era una minaccia per chiunque stesse dormendo in quella stanza. 

    «Ssssh!» fece Jo portandosi l'indice sulle labbra. «Non vorrai svegliare Ellen! Con tutti questi rumori ambigui rischieresti una decapitazione.» 
    Il cacciatore le gettò un'occhiata e sorrise beffardo, fingendo poi una risata divertita. 
    «Ah-ah-ah. Molto divertente!» 
    Si girò su un lato rivolgendosi direttamente verso di lei mentre dava le spalle a Bobby ed Ellen. 
    «Scommetto che se ci fosse Miles al mio posto, tua madre si sveglierebbe e si metterebbe a filmare la scena.» 
    «Addirittura!» 
    «Già, sarebbe capace di adottarlo soltanto per tenerlo appiccicato a sua figlia.» 
    «Non dovevamo dormire?» chiese Jo retorica, con un pizzico di compiacenza nella voce. 
    «Molto giusto.» Puntualizzò con un sorrisetto. «Buonanotte Jo!» 
    «Buonanotte Dean.» 
    Lei si girò dall'altro lato per dargli le spalle e lui la guardò per qualche secondo con un'espressione accigliata e pensierosa, come se quel suo voltarsi fosse stato un gesto che non avrebbe dovuto mai fargli. Scivolò lentamente sul materasso per avvicinarsi di più al suo corpo, sporse leggermente la testa verso il suo viso e le lasciò un bacio sul collo prima di abbracciarla e stringerla a sé come se fosse il morbido peluche di un bambino.
  • Avrebbe potuto sguazzarci a vita in quella situazione: era una specie di mix distruttivo di sicurezza, soddisfazione e sì, forse anche un po' di compiacimento.
    Jo non riuscì a trattenere un sorrisetto tentando di dimenticare quella sensazione di calore
     concentrata sopratutto sul collo.
    Era meglio non parlare, in quel frangente. Erano bastate le parole dette durante quella lunga ed estenuante giornata tra rabbia, delusione, inaspettato sentimentalismo e... pace. Anche se solo nella parte finale, dopo aver "accordato" una certa tregua riguardo il "piccolo problemino" di Dean ed il suo futuro soggiorno all'inferno. Più che tregua era un "non volerne parlare" ma andava "bene" comunque.
    «Oh no, non lo sei.» avrebbe voluto rinfacciargli fiera mentre sentiva le braccia circondarle il busto quasi con fare protettivo... ma se per quelle parole avrebbe dovuto pagare il prezzo di essere mandata a quel paese e dormire senza Dean appiccicato alla schiena, beh, preferiva di gran lunga tacere. Almeno per una volta.
    Wow, il profumo che Dean portava addosso e che stava investendo l'acuto olfatto di Jo era davvero strano. Metallico come il sangue e pungente come lo zolfo, addolcito da un armonioso dopobarba. Descritto così sembrava orribile ma in realtà.. aiutò parecchio Jo ad addormentarsi.
    Sperava solo di non avere incubi quella notte o sarebbero volti calci... e sarebbe stato spiacevole.
    Grazie al cielo ne dubitava molto, era come se si stesse addormentando a cuor e mente leggeri.

------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Tan tan taaaaan! Sì, questa sarebbe dovuta essere una canzoncina ansiogena.
Siete ansiosi? xD Beh, che voi lo siate o no, mi sono divertita a canticchiarla tra me e me.
Sto diventando pazza, lo so.
Comunque.... sì, questa storia è finita.
Sì, io e Moonlight93 siamo fiere di noi stesse e di voi. O meglio, di VOI, scritto con tanto di maiuscolo.
E sì, c'è già un seguito. Per la serie: "la storia infinita" ahahah xD
Spero comunque che continuiate a dirmi cosa ne pensate e a darmi consigli, io ne ho tanto bisogno.
Tipo un droga, esattamente u.u
Detto questo, io vi abbandono. 
Statemi bene pargoletti paranormali, ci sentiamo presto ;*

  
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