Save Me
Demi
Non avevo voglia di tornare subito a casa, avevo anche ricevuto un altro messaggio da mia sorella e non avevo voglia di risponderle, così dopo aver salutato Miley andai verso il parco.
Molti bambini stavano giocando sulle altalene e gli scivoli, c'era chi fingeva di essere un coraggioso guerriero, un temibile cattivo oppure chi semplicemente giocava a nascondino, mi fermai un secondo a osservare quei bambini che giocavano felici e sorrisi ricordandomi i meravigliosi pomeriggi passati su quei giochini assieme a Miley quando eravamo più piccole, anche io avrei voluto correre e ridere come loro adesso.
Mi diressi verso una zona più tranquilla, c'erano coppiette che si scambiavano dolci effusioni sulle panchine, c'era chi giocava con i propri cani, lanciavano palline o freesbee e i graziosi animali correvano a prenderli per poi riportarli ai padroni, alcuni anziani invece si godevano lo splendido pomeriggio soleggiato in riva ad un laghetto abitato da una graziosa famiglia di papere.
Quel parco sapeva mettermi di buon umore, lì erano tutti felici e spensierati e anche io potevo esserlo, potevo dedicarmi a cose che amavo senza pensare a nulla per qualche ora o anche solo per qualche minuto.
Tutte le panchine erano occupate, così mi sedetti accanto ad un ragazzo che avevo già visto un paio di volte sempre sulla stessa panchina, aveva sicuramente qualche anno in più di me, capelli ricci, occhi verdi e un sorriso da ebete stampato sulle labbra.
Presi il quadernino delle mie canzoni dallo zaino e cominciai a perfezionare il testo. Rimasi concentrata per parecchi minuti, poi alzai lo sguardo per prendere una pausa dal mio lavoro. Quel ragazzo era ancora accanto a me, non si era mosso di un millimetro, lo osservai con la coda nell'occhio, la sua espressione mi fece scappare una piccola risata, non smetteva di sorridere e i suoi occhi erano fissi su un punto, cercai di individuare l'oggetto delle sue attenzioni guardandomi attorno e lo trovai, come avevo previsto era una ragazza, risi ancora e tornai a guardare il ragazzo
“dovresti chiederle di uscire sai?” dissi sorridendo riportando lo sguardo sul mio quadernino
“come scusa? Dici a me?” mi voltai di nuovo a guardarlo, aveva lo sguardo confuso, lo trovai subito....adorabile
“credevo non mi avresti sentito, eri così intento a fissare quella ragazza”
“a fare cosa? No no, sei proprio fuori strada” lo vidi arrossire
“non penso, ti ho già visto altre volte qui seduto a fissare qualcosa, anzi qualcuno, beh è proprio carina”
“ma chi?”
“quella bella mora seduta sul prato, gambe lunghe, pantaloncini bianchi, splendido sorriso” entrambi ci girammo a guardarla, il sorriso da ebete ricomparve sulla bocca di quel ricciolino
“ah lei”
“sì, e quando la guardi hai un sorriso da imbecille” ritornò a guardarmi corrugando la fronte
“ehi” risi guardandolo
“guarda che era un complimento, quel tuo sorriso è quasi carino”
“sai che sei proprio strana” lo guardai, aveva degli occhi verdi stupendi
“forse ora sono io quella che dovrebbe offendersi”
“ma no, il tuo comportamento strano è quasi carino” scoppiammo a ridere entrambi
“comunque io mi chiamo Demi”
“io sono Kevin”
“è stato un piacere, ora però devo andare”
“ciao e...grazie per il consiglio”
“non c'è di che” mi alzai sorridendo e mi diressi verso casa.
Aprii la porta, buttai lo zaino vicino alle scale e mi diressi in cucina per prendere una bottiglietta d'acqua
“aspetta è appena rientrata, Demi!” sentii mia madre, andai in salotto e la vidi al telefono
“che c'è?”
“c'è tua sorella al telefono, vorrebbe parlarti” alzai gli occhi al cielo
“mamma dovrei andare a studiare...”
“forza non fare storie” mi mise il telefono vicino all'orecchio
“pronto” dissi svogliatamente
“ehi rockstar come stai?”
“ciao Dallas, tutto bene, tu come stai? Come va al college?”
“va alla grande, dovresti vedere i ragazzi della confraternita, sono davvero carini” sorrisi
“mi fa piacere”
“e invece a scuola come va? Ragazzi carini?”
“mah, non ho ancora visto nessuno di interessante”
“neanche nella squadra di basket?”
“no, neanche” cercai di tagliare corto
“anno fiacco quindi. Ho provato a mandarti qualche messaggio ma non mi hai risposto” mi morsi il labbro
“ehm credo che il mio cellulare sia andato, non mi fa rispondere ai messaggi”
“capito e invece con le attività? Le cheerleader?”
“va tutto bene, mi occupo di tutto”
“e stai dietro anche al Drama Club?”
“sì perché?” la sentii sbuffare
“Demi sai che quel club non avrà futuro, non lo considera nessuno” strinsi il telefono nella mano
“ma a me piace!” le urlai e restituii il telefono a mia madre, furiosa salii di nuovo in camera e mi ci chiusi dentro.
Miley
Salutai Demi e poi mi diressi verso casa, aprii la porta e vidi mio fratello prendere le chiavi della macchina
“esci?” chiesi lasciandogli la porta aperta
“sì, ciao sfigata”
“Trace!” urlai cercando di tirargli uno schiaffo sulla schiena, ma riuscì ad uscire prima che lo colpissi. Andai in giardino e vidi mia sorella e mia madre giocare con una piccola palla
“ciao” mi sedetti sul dondolo
“ciao Miley, com'è andata?”
“una palla, la scuola è sempre una palla”
“già è una palla” ripeté Noah, mi misi a ridere
“Noah non ascoltare tua sorella!” la riprese mia madre
“papà dov'è?” chiesi
“è uscito per delle commissioni” la vidi sospirare, mi alzai prendendo lo zaino
“vado di sopra”
“oggi hai lezioni di canto?” scossi la testa
“no, Larry non mi ha ancora chiamata” rientrai in casa e salii in camera, presi il cellulare e chiamai Scarlett.
“Miley metti giù quel telefono!” sentii mio padre urlare, sbuffai e salutai di fretta la mia amica.
Scesi al piano di sotto, mia sorella stava disegnando seduta per terra in salotto, mi avvicinai alla cucina e sentii delle voci venire dalla sala da pranzo, mi avvicinai cercando di non fare rumore
“sei di nuovo tornato tardi” era mia madre
“ho molto da fare” rispose mio padre
“hai sempre da fare tu eh” sembrava così frustrata lei
“è il mio lavoro e mi impegna, poi ho dei progetti per Miley”
“qui non si tratta dei progetti per Miley, ma di te che non sei mai a casa”
“è sempre stato così” sbottò lui alzando la voce e facendomi sobbalzare
“abbassa la voce che ci sentono” sussurrò lei
“cosa vuoi fare allora? Il mio lavoro è quello”
“pensavo dovessimo farla finita”
“bene” quelle parole furono fucilate dritte al mio cuore, sapevo che litigavano spesso, sapevo che c'erano dei problemi, ma non sino a questo punto. Tentai di trattenere le lacrime e corsi fuori di casa sbattendo la porta. Cominciai a camminare velocemente uscendo dal vialetto e poi percorrendo il lungo viale che si trovava di fronte casa mia.
La mia meta era casa di Demi, era l'unica con cui potevo parlare in quel momento, strinsi le braccia al petto e continuai a camminare
“tutto bene?” mi guardai intorno per capire se quella frase era rivolta a me e vidi un ricciolino fissarmi
“d-dici a me?” balbettai guardandolo
“sì, sei Miley giusto?” prontamente mi asciugai le poche lacrime che mi avevano inumidito le guance
“sì sì e tu sei Nicholas”
“chiamami Nick” si avvicinò “stai bene?” annuii velocemente
“sì, nulla di preoccupante” mi strinsi nelle spalle, proprio ora dovevo incontrarlo? Maledetta la mia solita sfiga
“sembri agitata, posso fare qualcosa?”
“no no” sospirai cercando di non piangere “sai solite liti con i genitori, sono all'ordine del giorno” lo vidi fare un mezzo sorriso, era davvero carino
“sì è vero” guardai la sua casa
“ah allora siete voi che vi siete trasferiti qui, l'altro giorno ho visto il camion dei traslochi”
“ah sì, in ritardo ma finalmente abbiamo la nostra roba” mi spiegò guardando la casa e poi di nuovo me, ci fissammo per alcuni secondi, aveva degli occhi color nocciola stupendi, mi morsi il labbro, mi sentivo stranamente in imbarazzo, non mi era mai capitato con un ragazzo
“beh...forse è meglio che torni a casa, i miei si staranno preoccupando”
“certo, s-se hai bisogno di qualcosa....ci vediamo domani a scuola” scosse la testa arrossendo e si girò per tornare in casa, sorrisi
“a domani” tornai di nuovo a casa, dopo aver scambiato qualche parola con quel Nick mi sentivo stranamente calma.
Joe
Parcheggiai la macchina nel vialetto, scesi insieme a mio fratello e poi chiusi la macchina.
Entrammo in casa e ad accoglierci c'era mio padre
“cia Joe, Nick devo parlarti”
“dimmi”
“ho trovato un posto perfetto dove potresti esibirti, un buon punto d'inizio” guardai mio fratello minore, mi vennero alla mente le piccole esibizioni che facevamo in New
Jersey assieme a Kevin
“non lo so papà...”
“io credo sia un'ottima opportunità” alzò le spalle poco convinto e mi guardò
“ci penso su” salì le scale e scomparve al piano di sopra, sapevo che non aveva accettato per colpa mia, da quando avevo deciso di tirarmi fuori dalla musica anche lui aveva perso la sua passione, suonava in camera, a scuola, amava farlo, ma non come prima e mi sentivo tremendamente in colpa
“allora Joe, il basket come va?”
“bene, mi hanno preso in squadra” ammisi con mezzo sorriso
“ma è fantastico!” mi diede una pacca sulla spalla e mi abbracciò
“anche Nick è stato ammesso al Drama Club”
“grande! Bravi ragazzi, ma tu sai che non devi trascurare lo studio per il basket vero?” alzai gli occhi al cielo
“sì papà, lo so, posso andare ora?” rise e mi lasciò, salii in camera lanciando lo zaino sul letto, suonò il mio cellulare, lo presi e lessi il messaggio, era di Mandy “sei ancora intenzionato a non parlarmi?” buttai anche il telefono sul letto e strinsi i pugni, mi sedetti sulla sedia vicino alla scrivania e mi appoggiai allo schienale mandando indietro la testa, avevo bisogno di non pensare.
Indossai dei pantaloncini e una canottiera nera, presi la mia palla da basket e uscii in giardino per fare due tiri a canestro, li stavo sbagliando quasi tutti, ma i miei pensieri erano rivolti altrove, Mandy mi mancava, prima di tutto era una mia amica, ma poi è diventata la mia ragazza ed lì che si è complicato tutto, dovevamo restare solo amici, il primo arrivato me l'ha portata via e lei se n'è andata senza battere ciglio.
Buttai la palla a terra con forza, la quale rimbalzò sino a cadere sull'erba. Rientrai in casa e sentii mia madre urlare a Nick di andare a buttare la spazzatura. Mi rifugiai in bagno e aprii l'acqua della doccia, mi tolsi i vestiti e mi buttai sotto il getto caldo, finalmente ritrovai sollievo, ora dovevo solo pensare alla squadra di basket. Tornai in camera per cambiarmi e rincominciai ad asciugarmi i capelli con un piccolo asciugamano, passai di fronte alla stanza dove c'era il pianoforte, lo fissai per qualche secondo, poi mi sedetti sullo sgabello, tenendo l'asciugamano attorno al collo. Passai la mano sopra i tasti e ne schiacciai uno a caso che risuonò subito nella stanza, forse mi mancava suonare.
Nick
Mi richiusi la porta alle spalle, avevo appena fatto la figura dell'idiota di fronte a quella ragazza, Miley, potevo aver l'occasione di parlare tranquillamente e invece mi sono comportato da imbranato. Scossi la testa e mi diressi al piano di sopra, vidi Joe seduto al pianoforte, che cosa strana, mi appoggiai allo stipite della porta e lo guardai, non si azzardava a suonare nessun tasto
“che fai qui?” si girò di scatto guardandomi
“non lo so, passavo da queste parti” mi sedetti accanto a lui
“ti manca suonare?” scrollò le spalle
“no, stavo solo guardando il pianoforte”
“certo” sapevo che stava mentendo, misi le mani sui tasti e cominciai a suonare qualche nota
“non devi rinunciare a causa mia” smisi subito di suonare per guardarlo
“cosa?” chiesi confuso
“la proposta di papà, hai smesso di suonare da quando ho deciso di non esibirmi più”
“guarda che io suono sempre”
“dico in pubblico, so che la musica ti rende felice, accetta la proposta di papà”
“Joe non rinuncio per te e poi la musica rendeva felice anche te”
“io ora ho il basket”
“va beh, fatto sta che io non rinuncio a niente, ho solo detto che ci avrei pensato” lo vidi annuire e lasciare la stanza, in realtà rinunciavo per lui, sapevo che sarebbe tornato a suonare prima o poi, solo aveva bisogno di tempo per rendersi conto di quanto fosse stato idiota e non volevo che mi vedesse suonare da solo e decidesse di rinunciare del tutto.
Mi alzai dallo sgabello e mi avvicinai alle scale
“ciao Nick”
“ehi Kevin, tornato da lavoro?”
“già”
“novità?”
“solita giornata” alzò le spalle, poi si fermò a guardarmi “anche se oggi ho conosciuto una ragazza molto simpatica” sorrisi
“ah davvero? Ti piace?” si mise a ridere
“no no, è troppo piccola, credo abbia la tua età”
“ah quindi non ti interessa, strano, ultimamente hai sempre un sorriso da imbecille in faccia, credevo fosse per colpa di qualche ragazza” risi rumorosamente, mi fece una smorfia e poi andò in camera sua.
Scusate per il tremendo ritardo,
trovare le idee non è facile
e trovare la voglia è ancora più difficile,
spero comunque che questo capitoletto vi sia piaciuto.
Grazie oer le 6 meravigliose recensioni
e a chi ha già messo la storia tra le preferite e tra quelle da seguire.
Un bacio Debby!