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Autore: RedFoxx    05/12/2012    7 recensioni
Salve a tutti ☺️
Questa storia narra di regni in crisi e di due ragazzi che cercheranno di migliorare la situazione.
La coppia principale sarà SasuNaruSasu.
Dal testo:
«E così la famigerata Volpe Nera ha deciso di farsi vedere.» Sogghignò la guardia con la lancia. [..]
[...] lui è il principe Sasuke Uchiha, erede al trono ma penso che tu lo sapessi già. E tu sei?»
[...]«Forza compagno. Il viaggio e lungo e tu devi uccidere mio fratello.»
é la prima ff che scrivo, quindi siate clementi :')
Spero di avervi incuriosito e buona lettura:)
-2017= Sto revisionando tutti i capitoli, correggendo errori e cambiando qualche frase. Per ora sono stati modificati i primi quattro.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Salve a tutti!
Mostruoso ritardo! Lo so e mi scuso, però ultimamente non ho trovato più la voglia di scrivere e dopo questo, se non mi viene l’ispirazione, penso che lascerò sospesa questo fan-fiction. Devo decidere. Intanto, ho scritto questo nuovo capitolo! Spero che vi piaccia :)
Buona lettura!


RedFoxx

 
Capitolo 10

Medici, scommesse e combattimenti
 





Dal capitolo precedente…

Tamponarono la pancia con le lenzuola e, prese le garze dal tascapane, lo fasciarono. Naruto si calmò e finalmente aprì gli occhi.

«Cosa ti è successo?»

«Non lo so! Stavo dormendo e stavo sognando di allenarmi, quando l’immagine venne spazzata via prepotentemente da un’altra cosa! Una cosa malvagia…rosso ovunque, due occhi. Occhi cattivi e furbi, di un demone…era una volpe…una volpe a nove code.»







Sasuke e Sakura si guardarono, basiti.

«Una…volpe a nove code? Sei serio?»

«Serissimo. Non scherzerei su queste cose.»

Sakura continuava a guardare le garze, vedendo che una macchia rossa cominciava ad allargarsi e ad sporcare il candore della fasciatura.

«Continui a perdere sangue! Dobbiamo rifare la fasciatura e stringe di più»

Sasuke teneva una mano sul petto di Naruto per tenerlo sdraiato mentre Sakura disfava il tutto e scopriva la ferita.

«Sasuke, vai a chiedere all’oste una bacinella con dell’acqua, pulita magari. Se dorme, sveglialo.»

Sasuke annuì e sparì dalla stanza, lasciandoli soli.

Naruto cercava di non lamentarsi: un dolore al petto gli rendeva difficile il respiro e si sentiva sempre più debole. Voleva vedersi la ferita, perciò tirò su la testa e scostò piano le mani della ragazza dalla visuale.

«Una volpe a nove code giusto?»

L’altro annuì.

«è un demone. Lo sai vero? Il demone della distruzione e della morte. È un’antica creatura, vissuta con altre creature del genere prima che gli umani prendessero piede in queste terre.»

Naruto, sorpreso, la guardò e dopo aver prese fiato come meglio poteva, chiese alla ragazza

«Ma di che stai blaterando?»

Sakura continuava a tenere premute le lenzuola sulla ferita in modo da rallentare la fuoriuscita di sangue e sorrise.

«Mia zia. Era una persona strana diciamo. Bravissima guaritrice, certo, ma strana. Venerava queste antiche creature che secondo lei vivono ancora e regolano la vita sul mondo. Pensavo fosse pazza. Non avevo mai sentito parlare di questo strano culto, per cui la lasciai perdere. Però la sera mi raccontava, di queste creature divine che popolavano questo mondo in pace e armonia, finchè non giunsero gli uomini e li cacciarono. Solo leggende. Forse ci sono davvero, ma a mio parere, un demone può uccidere degli esserini come gli uomini senza tanta fatica. Quello che hai visto tu, viene chiamato Kyubi, il demone volpe. Rappresenta, come ti ho già detto, la morte e la distruzione, ma in sé ha anche i suoi contrari, ovvero la nascita e la vita.»

Naruto non sapeva se crederle o no. Potevano davvero esistere creature mistiche del genere? E perché non ne aveva mai sentito parlare prima?

«Eccomi!»

Sasuke entrò quasi correndo, ma stando attento a non versare l’acqua dalla bacinella che teneva fra le braccia.

«C’era la figlia dell’oste ed è stata così gentile da scaldarla un po’, per questo ci ho messo tanto.»

«Bene! Appoggiala qua sul comodino e prendi le garze pulite nella sacca che c’è nella mia stanza.»

Il principe fece come gli venne ordinato e mentre cercava le bende nella sacca piena di boccette e altre cose strane, pensò a come fosse strano che fino a qualche mese prima, era lui a dare ordini che gli altri eseguivano senza fiatare. Come lui in quel momento.

«Eccole!»

«Dammi le lenzuola dell’altro letto e strappane un pezzo. Poi piegalo finchè non forma un quadrato e passamelo.»

Il ragazzo eseguì, mentre Sakura lavava la ferita con l’acqua calda: il sangue smise di sgorgare.

Quando Sasuke le passò il quadrato di stoffa, lo appoggiò sull’addome del ragazzo e ci passò intorno le garze nuove. Ora non avrebbe più perso sangue.

Presero le bende sporche e le lenzuola e dopo aver chiesto altra acqua calda, le lavarono e posero sulla sedia ad asciugarsi. Finito tutto, si sedettero per terra, accanto al letto del biondo che si addormentò, spossato

I due stettero tutta la notte con la schiena appoggiata al letto dell’assassino che dormiva placidamente; fu una notte tranquilla e l’unica cosa interessante accadde quando Naruto, sbuffando nel sonno, sbatte mollemente il braccio in testa a Sasuke. Per il resto, la calma più assoluto.

All’alba, il sole si aprì una via in mezzo a quelle nubi scure e l’ambiente si schiarì. Il sole illuminò i due ragazzi che alla fine si erano addormentati, la testa di Sakura appoggiata sulla spalla di Sasuke che era caduto nel sonno con la testa indietro, appoggiata al materasso, con la bocca spalancata.

Il primo a svegliarsi fu Naruto, che sbuffò dopo aver tentato di alzarsi dal letto, ma una fitta all’addome glielo aveva impedito. Girò il viso verso sinistra e trovò un cespuglio di capelli. Alzò la mano e li accarezzò piano e subito l’altro si svegliò e dopo aver appoggiato la testa di Sakura per terra, si sedette sul letto, accanto al ragazzo.

«Buongiorno. Come ti senti?»

«Diciamo che ho avuto giornate migliori… decisamente!»

Sasuke scostò la coperta e notò che le bende erano pressoché immacolate, a parte una macchietta rossa proprio al centro.

«Devo cambiarti le bende.»

Naruto agrotò le sopracciglia.

«Non sarebbe più sicuro se svegliassimo Sakura?»

Sasuke mise su un finto broncio e portò i pugni ai fianchi, come fanno le mamme quando sgridano giocosamente i propri figli.

«Non mi credi abbastanza qualificato?»

«Sai com’è, ti hanno addestrato ad essere un regnate e un condottiero, non un medico. Per cui si, non mi fido più di tanto.»

«Hei carino, guardo che si tratta solo di cambiare un po’ di stoffa, non devo amputarti e ricucirti un braccio. Ora zitto e lasciami fare.»

Naruto sospirò esasperato e lasciò ricadere pesantemente la testa sul cuscino. Sasuke prese a sciogliere il bendaggio quando però notò che le garze si erano attaccare alla ferita e toglierle avrebbe fatto un po’ male. Cominciò a toglierla un po’ alla volta, intanto l’assassino cercava di non far trapelare neanche un gemito di dolore.

Sospirarono entrambi quando finì di toglierla ed entrambi sorrisero, anche se un po’ di nascosto. Il ragazzo prese le garze pulite e fasciò nuovamente l’addome.

«Visto che non sono poi così male come medico? Senza di me non avresti saputo cosa fare e magari saresti morto dissanguato.»

«Pane e positività stamattina eh! Me la sarei cavata, come sempre. Fa parte del nostro addestramento saper badare a noi stessi.»

Sasuke storse la bocca alla risposta. Prese in braccio Sakura e la posò sull’altro letto, poi tornò a sedersi sul letto.

«Però ammetto che aver qualcuno che si occupi di te qualche volta non è una brutta cosa. »

Un sorriso si stagliò sul viso ancora emaciato di Naruto. Sasuke gli posò una mano sulla guancia in modo affettuoso e che venne coperta con la mano dell’altro. Sentirono dei versi e capirono che Sakura si stava per svegliare e prima che li vedesse, Sasuke pose un tenero bacio sulle labbra screpolate dalla dell’altro.

Sakura rimase a vegliare Naruto, mentre Sasuke andava a prendere da mangiare. Andarono avanti così per una settimana: a turno, uno vegliava tutto il giorno sull’assassino che pian piano stava riprendendo le forze, l’altro andava al mercato a prendere le erbe e i medicinali o bende, o vestiti o comunque cose che servivano. La figlia dell’oste si era infatuata del principino (stranamente ._. ) per cui ogni volta che il padre non c’era, gli dava libero accesso alla cucina, cosi che Sakura potesse creare le pomate e gli impacchi per l’addome di Naruto.

Purtroppo ogni cosa ha un limite e con la fine della seconda settimana, finirono anche i soldi a loro disposizione e se non avessero pagato, l’oste li avrebbe fatti sloggiare. Per risparmiare Sakura si trasferì della camera dei due, ma comunque necessitavano di soldi.

A mezzogiorno del giorno dopo, Sakura e Sasuke erano a tavola a pranzare e mentre mangiavano lo spezzatino di cervo che gli era stato servito, parlavano di come risolvere questo problema.

«Potrei curare le persone che ne hanno bisogno.»

«Non si farebbero curare così facilmente da una straniera. E poi sta cominciando la primavera e la gente non si ammala più così frequentemente come in inverno. Se potessi rivelare chi sono, potrei sfruttare il mio rango, ma andrebbe a monte la missione.»

Sakura finì di masticare il pezzetto di carne e di mandarlo giù.

«Appropposito, al popolo non sorgono dei sospetti nel non vederti più?»

«Si sono inventati che avevo una malattia e che stavo guarendo.»

«Capisco. Aspetta, ho un’idea.»

Sakura si alzò e portò il suo piatto vuoto al bancone e la figlia dell’oste rimase piacevolmente stupita. Le vide chiacchierare amabilmente e ridere anche e per una buona mezzora rimasero lì a confabulare, finchè Sasuke, stufo, non seguì l’esempio dell’altra e portò il suo piatto vuoto, interrompendo la risata che si stavano facendo.

«Grazie dell’aiuto, Misa. Più Tardi verrò giù per preparare il medicinale.»

Prese Sasuke per un braccio e lo trascinò su per le scale e gli parlò solamente dopo essersi chiusa la porta della camera alle spalle.

«Tu hai ricevuto un addestramento militare giusto?»

«Si perché?»

«Bene. In città ogni 5 giorni, alcuni si ritrovano per assistere a dei combattimenti clandestini e fanno scommesse. Tu sai fare a botte no? Problema risolto: punterai i soldi che ci rimangono su di te e quando vincerai intascherai abbastanza da sostentarci per un mese.»

«Sakura, ma sei impazzita?»

Entrambi si voltarono nel sentire Naruto che si era appena svegliato.

«Lo stavo addestrando ma non nel combattimento corpo a corpo. È una follia!»

«Io invece penso che parteciperò! Non sono così debole come credi! Quando e dove sono questi incontri?»

«C’è una taverna, che si chiama il “Vecchio Olmo”. Devi andare al banco e dire “oggi ha piovuto, per fortuna che non dovevo lavorare. È la parola in codice per avere accesso a questi combattimenti. Ti farà entrare in una botola e sotto la taverna c’è abbastanza spazio da farci stare un cerchio con un recinto dove si combatterà e almeno una cinquantina di persone che possono assistere.»

«Bene! Allora è meglio se riposerò oggi pomeriggio.»

Il ragazzo si buttò a letto e si voltò verso il muro, in modo da non vedere lo sguardo contrariato di Naruto.







Sasuke se ne era già andato da un pezzo e Naruto cercava in tutti i modi di convincere Sakura a portarlo all’incontro.

«Sakura, portami là per favore! Voglio assistere!»

«No Naruto, ne abbiamo già parlato! E poi tu non eri contrario?»

«E lo sono ancora, solo che sono preoccupato!»

Discussero per una buona mezzora, ma alla fine la spuntò l’assassino! Con fatica, raggiunsero la taverna, il ragazzo sostenuto da lei e da un bastone.
Scesero sotto la taverna e schiamazzi e urla d’incitamento riempivano l’ambiente, insieme alla puzza di sigari, alcool e sudore.

Un debole… uno spiffero… un piccolo sentore di sangue raggiunse le narici di Naruto e lo stomaco gli si rivoltò come un calzino, ma la ferita all’addome per un attimo smise di fargli male. Poi tutto passo e il pulsare ritmico tornò.

Cercarono Sasuke con lo sguardo, e avvicinandosi sempre di più al recinto, capirono che stava combattendo proprio in quel momento. Aveva un taglio sulla fronte, evidenti rossori in alcune parti del torace, perché combattevano a petto nudo e uno zigomo di un colore non molto salutare.

Lo guardarono combattere per un paio di minuti ed era un po’ in svantaggio. Li vide appoggiati al recinto e si distrasse per un secondo, ma all’avversario bastò e gli arrivò un diretto in faccia che lo fece stramazzare a terra. Si alzò reggendosi al recinto e chiese una pausa. Si avvicinò agli altri due.

«Cosa ci fate qui? Tu dovresti essere a letto! Sei palliduccio e sudato. Segno che ti sei intestardito a camminare fino a qui, nonostante le tue condizioni. Dio, quanto sei messo male!»

«Non sono io che le sta prendendo di santa ragione!»

«è vero! Non riesco mai a sopraffarlo! Sembra avere una difesa impenetrabile.»

«E’ qui che ti sbagli: ha un lieve accenno di pancetta che si sol chiamare “da goti”* e se lo osservi bene è destro, per cui la parte sinistra del corpo è più debole. Proverà a colpirti con un destro, tu dovrai abbassarti e colpirlo con il gomito destro all’addome, per poi stendere subito il braccio per allontanargli il suo, con cui a cercato di colpirti. Tiragli un punto in prossimità del fegato con sinistro. Il braccio destro, che hai allontanati, farò il tragitto contrario per cui abbassati subito. Alzandoti, scombussolalo colpendogli entrambe le orecchie. Disorientato indietreggerà di qualche passo e tu ne approfitterai per colpirlo sotto il mento, per poi atterrarlo con un calcio diretto al diaframma. Pensi di farcela?»

Entrambi lo guardarono, meravigliati.

«è il dovere di un assassino saper prevedere le mosse del proprio avversario»

«Pancetta,debole,abbassarmi,gomito, calcio, pugno. Ce la posso fare»

Richiamò l’attenzione dell’arbitro e ritirò la pausa. Tornarono a girare intorno come due animali: Sasuke doveva solo aspettare che l’altro attaccasse e l’occasione non si fece attendere a lungo.
Fece esattamente come gli aveva detto Naruto, ma tutto si svolse a grande velocità e quando l’avversario fu a terra, lo stesso avversario che davano per vincente fino a 2 minuti prima, tutti rimasero ammutoliti.

Sasuke si rimise la camicia e, dopo aver preso sotto braccio Naruto, andò al bancone a ritirare la vincita e se ne andarono.

Sakura lasciò al principe il compito di sostenere l’altro lungo il tragitto e li precedeva di pochi passi e da quando avevano lasciato la taverna, continuava a borbottare.

«Sakura, cos’hai?»

L’altra, rabbiosa, gli rispose schietta.

«Niente!» Poi abbassando la voce aggiunse «Ora ne ho due da curare. Uomini! Insulse creature dedite alla violenza, soprattutto questi due. Stolti»

I due la sentirono e si misero a ridere, ma si interruppero subito quando lei, voltandosi, lì fulminò con lo sguardo!






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