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Autore: _Verooo    06/12/2012    4 recensioni
Mi chiamo Luce, che nome di merda.
Tutti mi chiamano Lux, che è simile solo che è più figo. Tutti tranne mia madre.
Mia sorella minore si è innamorata, e come tutti gli innamorati, sarebbe pronta ad andare in capo al mondo pur di stare col suo fidanzato. Ed é proprio quello che vuole fare.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IMPORTANTE!
Ciao ragazze,premetto che in questa fanfic Josh ha ventiquattro anni ed ha finito da poco di girare Hunger Games!

BUONA LETTURA :)







 



Mi chiamo Luce, che nome di merda.
Tutti mi chiamano Lux, che è simile solo che è più figo. Tutti tranne mia madre.
Mia sorella minore si è innamorata, e come tutti gli innamorati, sarebbe pronta ad andare in capo al mondo pur di stare col suo fidanzato. Ed é proprio quello che vuole fare. Dimenticavo, mia sorella si chiama Gemma. Sì lo so, Luce, Gemma…mia madre è fissata, ringraziate che non mi abbia chiamata Smeralda o Diamante. 
 
Comunque, mia sorella è innamorata, di uno che si chiama Connor. A quanto pare è intelligente   -lo era anche lei prima di innamorarsi-, bello, simpatico e ricco. Si sono conosciuti in un campeggio per gente super cervellona -che emozione.-  e si sono piaciuti sin dal primo istante. Però c'è un problema, lei è italiana, lui vive nel Kentucky, in America.
Ora, visto che si amano tanto hanno deciso di fare un andirivieni fra qui e lì. Il mese scorso è venuto qui, e visto che mia sorella non lo ha ucciso, trattato male, stuprato o cose del genere, i suoi genitori l'hanno invitata a stare due mesi da loro. Però c'è un altro però. Lei da sola ha paura. Ma si può a 19 anni compiuti, aver paura di viaggiare da soli?
Comunque sia, sta cercando di convincermi, e visto che non ho niente di meglio da fare forse ci andrò. Anzi, ci andrò di sicuro, ho già deciso.
Adesso lei è vicino a me che guarda la tv, sta vedendo tipo 'Innamorarsi a Manhattan' non so dove abbia preso quel DVD, mai sentito quel film, sta dicendo qualcosa di incomprensibile con i pop-corn in bocca, l'unica cosa che riesco a capire è 'fratello hfd Connor' bah, chi se ne frega se Connor ha un fratello di 9 anni che fa l'attore. E mettendo che questo film lo abbiano girato qualche anno fa, avrà si e no 13 anni. 
 
 
 

*2 settimane dopo*
 

 
«  Heiiiii SVEGLIA SORELLONA, il grande giorno è arrivato!»
« non c'è bisogno di urlare! E comunque, spero per te che non siano antipatici» le dico scendendo dal letto con un'aria sconsolata. Fra tre ore ho l'aereo, e tra meno di un'ora e mezza dovremmo partire..bene. 
Mi vesto e mi trucco in fretta, infilo le ultime cose nella valigia, controllo le liste per vedere se è tutto dentro, prendo il caricatore dell'iPhone e lo metto nella borsetta. Mia madre ci aspetta sulla soglia della porta per salutarci, non vuole venire all'aereoporto per evitare di fare scenate davanti a tutti. Comunque la scenata la sta già facendo, e non ci sarà modo di fermarla se non andare via. Scappiamo in macchina e arriviamo appena in tempo. Facciamo il chek-in di corsa. 
Eccomi, seduta sul sedile di un aereo. 
 
All'improvviso ho un nodo alla gola, come una paura di non aver messo nulla nelle mie valigie, di averle lasciate vuote, di aver dimenticato qualcosa di veramente importante. 
Mi giro e afferro la mano di mia sorella stringendola forte. Lei mi sorride, ha un grande sorriso, i capelli biondi e ricci le creano una cornice intorno al suo visetto pallido e minuto, ha gli occhi neri, come petrolio. Sono incredibilmente penetranti, quegli occhi. Io e lei siamo così diverse, quando ero piccola mi divertivo a farle credere che fosse stata adottata, lei si guardava allo specchio con un'aria pensierosa, quasi ci credeva. Io ho i capelli biondo scuro, ricci come i suoi, ma li liscio sempre. Ho gli occhi verdi. Un verde misto tra lo smeraldo e il verde scuro, quello del muschio. Ho quattro anni più di lei ma non si nota, ho il viso da bambina. Quest'anno se tutto mi va bene prenderò la laurea, psichiatria infantile. Non so cosa mi girava per la testa quanto ho scelto quel corso. 
 
Per le successive dodici ore del viaggio non ho fatto altro che sonnecchiare, mangiare qualcosa e far finta di giocare alle parole crociate. Poi la voce della hostess che rimbomba nel microfono mi sveglia di soprassalto. 
Stiamo atterrando, finalmente, iniziavo ad avere il sedere dolorante. 
 
Quando l'aereo apre le porte sento che le gambe mi tremano e la testa mi gira, credo di essere più pallida del solito in volto, e credo anche di aver fatto qualche smorfia o aver traballato, perché un signore mi afferra per le braccia e mi rimette dritta
« Tranquilla, dopo i lunghi viaggi succede sempre, prima volta su un aereo eh? »
Annuisco, non ho voglia di parlare, anche perché potrei rimettere. 
Mando uno sguardo veloce alle scale dell'aereo, sono troppo alte. Ed io odio le altezze. Decido di usufruire dello scivolo mobile per passeggeri con la sedia a rotelle. Vedo mia sorella correre giù per le scale senza paura, senza gambe che le tremano.
« Dovrebbero esserci Connor e suo padre » dice pensierosa guardandosi in giro 
« Ah, sì, Gemma! Ecco Connor! Sta agitando le braccia »
Gemma gli corre incontro col suo carrello stra pieno di valigie, mi chiedo se in una macchina sola c'entrino tutti quei bagagli..
Mi dirigo con passo deciso verso di loro, saluto calorosamente Connor, che ricambia il mio abbraccio e mi presenta subito al padre . È un signore non molto alto, sulla cinquantina, abbastanza magro coi capelli brizzolati. I suoi tratti sono molto simili a quelli di Connor, ha un'aria intelligente. 
 
Fortunatamente i nostri bagagli riescono ad entrare nel fuoristrada degli Hutcherson e arriviamo a casa sani e salvi. Un po' stanchi ma sani e salvi. Senza essere stati uccisi da qualche bagaglio. 
Arrivati a casa veniamo accolti da una splendida signora, anche lei bassina, con i capelli biondi -visibilmente tinti- dice di chiamarsi Michelle. Dio, quanto é gentile, ci ha anche preparato dei muffin. 
 
Ha un non so che di familiare, forse il suo sorriso, sono sicura di averlo visto già da qualche parte. È uno di quei sorrisi che ti fanno amare le persone, spontaneo, deciso e sincero. Continuo a cercare di mettere a fuoco la situazione, ricordo di aver visto già quel sorriso, ma non su di lei. Scuoto la testa pensando che sia sicuramente  un dejàvù o un lapsus. 
 
*
 
La mattina seguente mi sveglio più riposata che mai. Il letto ad acqua del fratello di Connor è davvero comodo. 
Ovviamente lui non c'è. É alle Hawaii a fare non ho capito cosa. Forse un altro film. Certo, questo ragazzino é fortunato a fare tutti questi film a 13 anni. 
 
Mi viene voglia di Muffin, cerco di sentire se qualcuno si sia già svegliato. Ne dubito, sono le 9 di mattina. 
Mi infilo la mia vestaglia-accappatoio rosa vellutato che mi fa molto coniglietto stupido. Cerco di scendere con un passo più felpato possibile le scale per dirigermi in cucina a mangiare. Entro piano piano in cucina e vedo Michelle ferma davanti al piano cottura che prepara frittelle. Mi coglie di sorpresa e ho un piccolo sussulto che riesco a nascondere molto bene con uno sbadiglio. 
« Buongiorno, dormito bene? » ha di nuovo quel sorriso accogliente sulle labbra. 
« Sì, quel letto è morbidissimo, grazie » le dico con un sorriso e una voce sincera, tanto sincera e dolce che mi sembra quasi impossibile che sia uscita dalle mie labbra. 
In meno di mezz'ora scendono tutti in cucina a fare colazione, io sono seduta su uno sgabello, poggiata all'isolotto e sto mordicchiando un Muffin al cioccolato, mia sorella si spalma il miele sulle frittelle e Connor mangia latte e cereali. I signori Hutcherson stanno facendo colazione con uova e pancetta. Lo squillo penetrante del telefono di casa ci fa sobbalzare tutti da quel momento di trance che ci era preso. Michelle corre a rispondere, dopo 10 minuti di intensa chiacchierata torna felice in cucina.
« Josh ha detto che tornerà per le vacanze di natale! » annuncia.
La famigliola urla di felicità e per poco Michelle non si commuove, mia sorella ed io restiamo a guardare, sorridenti, non sapendo che fare. 
Michelle si rabbuia un attimo e mi fissa 
« Torna domani » dice, più rivolta a suo marito che a me, nonostante mi stia guardando.
« Beh, sono sicuro che troveremo una soluzione !» risponde il signor Hutcherson tutto contento. 
« Sì, per domani  ti dispiace dormire in salotto cara? Il divano letto non è il massimo, ma si sta comodi… »
« non c'è problema! » dico col sorriso più accogliente che riesca a fare. Michelle sembra quasi tranquillizzata, torna a sedersi e inizia a fare i programmi per domani. Ha deciso che faremo l'albero di natale, tutti insieme, nessuno escluso. Sto per dirle che vorrei studiare perché fra due mesi ho un esame importante, ma non mi sembra il caso di rovinarle la festa, domani sarà un giorno di riposo.

 
 
 

*

 
 
 
 
 
Josh sarebbe arrivato alle 9. Giusto in tempo per la colazione. Decido che non sarebbe stato carino, visto che sono comunque ospite a casa di sconosciuti, farmi vedere in pigiama o struccata, almeno per fare bella figura. Mi butto sotto la doccia e ci rimango per una ventina di minuti, decisamente troppo, sono in ritardo. Mi vesto, mi asciugo i capelli e mi trucco in fretta. Visto che il quarto membro della famiglia non è ancora arrivato decido di provare ad allisciare i miei capelli incredibilmente crespi- inutile dirlo-  con scarsi risultati. 
Scendo appena in tempo di sotto, sono già tutti pronti e agghindati, ho fatto bene a prepararmi. 
Suona il campanello, Michelle corre ad aprire e ..e..è incredibile. Ecco dove avevo visto il sorriso di Michelle, in tv. Un ragazzo muscoloso  e biondo si fionda ad abbracciare sua madre, sta sorridendo, ha il sorriso uguale a quello di Michelle, fa venire il batticuore. Avrà avuto più o meno 20-22 anni, non era il tredicenne che immaginavo. Josh mi ricorda molto un personaggio di un film che ho visto poco tempo fa, mi sembra sia stato Hunger Games..non mi viene proprio in mente il nome, Gale? No.. Cato? Nono.. Edward? Nono, quello non c'entra proprio niente..
« PEETA! » ecco sì, il suo nome era Peeta! Però credo di averlo urlato un po' troppo, perché il ragazzo mi sta fissando compiaciuto e mia sorella mi ha dato un pizzico sulla schiena. 
« In carne ed ossa! » o mio dio, Josh sta rivolgendo il suo sguardo verso di me, sta sorridendo a me. Credo che morirò. No. Ok. Manteniamo la calma, hai 23 anni non puoi comportarti come una ragazzina di 15. 
Ok. Gli sorrido, non so che fare.
« Piacere, Joshua » menomale che ha detto qualcosa lui.
« Piacere mio, Luce, ma chiamami Lux. »
È lì che mi sorride e mi porge la mano. Gliela stringo, in confronto alla mia sembra la mano di un gigante, ha la stretta stabile e dolce allo stesso tempo. 
Si presenta a mia sorella, fa qualche battutina sarcastica ai due poi ci dirigiamo affamati in cucina. 

*

Sono le tre di pomeriggio, i genitori di Josh stanno montando l'albero mentre noi siamo seduti, comodi a far niente. 
« Grazie infinite. Non potete immaginare quanto sia leggero questo » dice il signor Hutcherson alzando un ramo e posizionando lo nell'apposito buco. 
« E questo era l'ultimo, bene, adesso ADDOBBATELO! »
Passiamo le successive due ore a giocare con le palline, le luci e tutto il resto dell'attrezzatura. Il risultato è più che soddisfacente, un Albero alto almeno 2 metri pieno di palline di tutte le forme e di tutti i colori, con tanto di fiocchetti e lucine colorate di tutte le dimensioni. Sono esausta, mi butto sul divano pensando di poter riposare un po', invece Josh mi afferra per un braccio e mi tira su 
« Signorina, ci sono da riportare gli scatoloni di sotto, passare l'aspirapolvere e rimettere apposto la sala… »
Con uno sbuffo prendo un po' di scatoloni e mi dirigo nel ripostiglio con lui. Faccio un po' di viaggi, metto apposto i cuscini sul divano, poi ci crollo sopra esausta, Josh fa la stessa cosa. 
La notte mi tocca dormire sul divano letto e Josh si offre di aiutarmi a prepararlo
« Credevo che le celebrità non sapessero fare i letti » gli dico con un sorrisino sarcastico mentre metto la federa al mio cuscino
« Beh, credevo la stessa cosa delle bionde » mi risponde lui di rimando alla mia provocazione
« Beh, non sono proprio bionda io, quindi… » 
Fa un sorrisino e scuote la testa, è così bello quando sorride. 
« Sció, devo dormire! Sono stanca. »  dico scacciando lo con un gesto della mano, lui invece si siede sul divano e mi guarda 
« Anche io sono stanco, sono talmente stanco che non riesco a salire le scale » dice con una voce assonnata accasciandosi sul divano 
« Ohh, poveroo! Ma smettila, e fammi spazio » mi infilo sotto le coperte e gli do qualche colpetto per mandarlo via ma vedo che ha gli occhi chiusi e sta dormendo, anche se non so ancora se sta facendo solo finta, comunque sia mi giro dalla parte opposta e mi addormento anche io. 



SPAZIO AUTRICE
Eccomi!
Ho sistemato la storia e spero che così sia più comprensibile
(come avevo detto stavo postando dal telefono e non mi faceva inserire il codice sorgente) 
Eh niente, spero  vi sia piaciuta,
se vi va lasciatemi una recensione *occhi dolci* tanto per invogliarmi a continuare/lasciare la fanfic.  


Fate le brave, al prossimo capitolo :P
  
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