Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: RebelleDawn    07/12/2012    1 recensioni
Il Governo Mondiale è ora in mano all'élite, ottenuto da essa con un violento colpo di stato.
Le masse ora sono nelle mani dell'esercito, sono controllate con ogni mezzo possibile.
Tutte le manifestazioni tarpate con la violenza e punizioni esemplari.
I ragazzi ribelli vengono mandati in dei collegi militari.
Alexander è uno di questi.
Ora lui dovrà fare i conti con il Governo.
Benvenuti nel suo inferno.
Genere: Azione, Dark, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I

What’s wrong with me?

Attraversai il cancello con fatica e oltrepassata la soglia le due massicce porte di ferro si chiusero provocando un fragore terribile mentre sbattevano.
Le telecamere continuavano ad essere rivolte verso me. Rimasi fermo, immobile. Quelle non si smuovevano. Ero controllato. Ero un caso di massima sicurezza.
Alzai il dito medio ai due dispositivi elettronici ed in fretta mi rivolsi verso il sentiero di ghiaia.
Fanculo al sistema.
Attorno a me si trovavano alberi e ordinate aiuole di rose rosse. Sembrava addirittura un bel posto.
Continuai a camminare per un quarto d’ora fino a quando non mi resi conto di essere davanti all’edificio.
Una bacheca di legno ben lavorato diceva a lettere cubitali nere

Collegio Correzionale Internazionale

L’ingresso del Collegio era ampio.
Vi era una scalinata di marmo nero con circa venti larghi gradini e dei corrimani in stile barocco.
In cima ad essa vi era un portone di onice con i battenti in argento dalla minacciosa forma di testa di leone.
Respirai profondamente e salii. Arrivato davanti al portone, bussai due volte i battenti.
I due battiti risuonarono come tuoni. Il rumore mi spaventò.
Tremavo come una foglia. Dei brividi freddi attraversavano lentamente la mia colonna vertebrale.
Di solito in questi momenti nei film dell’orrore ad aprire al protagonista è sempre uno squilibrato che si rivela essere il serial killer di turno, pensavo nervosamente mentre aspettavo che qualcuno arrivasse.
Ma lo squilibrato della situazione ero io. O meglio “mentalmente instabile” o “incline alla violenza e alla sociopatia”. Avevo sempre pensato che il Nuovo Governo avrebbe potuto trovare definizioni migliori.
Ma secondo queste etichette non dovevo preoccuparmi.
Nella peggiore delle situazioni mi sarei trovato faccia a faccia con qualche strambo dottore. E l’idea, stranamente, mi divertiva.
Ma non fu così.
Il portone si aprì dall’interno e una voce fredda e femminile mi accolse.
<< Ecco qua il novellino! >> .

Davanti ai miei occhi si stagliava una giovane ragazza bionda, circa sui vent’anni.
Aveva un viso profondamente vuoto, con una pelle candida e le labbra strette e bianche. I capelli biondi erano legati in una coda di cavallo, che le risaltavano i nerissimi occhi a mandorla, freddi e inespressivi.
Aveva una giacca in pelle nera( la classica divisa da Funzionario del Nuovo Governo) con borchie argentate sulle spalle e il logo del Ministero sul davanti e sul retro. Sulla spalla portava una tracollina lucida nera e indossava dei pantaloni di seta. E ai piedi delle scarpe col tacco nero con .. la suola rossa.
Louboutins. Mica male lo stipendio da Funzionario.

La prima cosa che fece fu squadrarmi dall’alto al basso, mettendomi in soggezione. Aveva una targhetta sulla giacca che recava la scritta “Funzionaria del Governo – Riformattatrice”. Non c’era il nome.
<< Mi chiamo Jesse Owens, ma per te sono la Riformattatrice n.24. Tu invece sei..? >> mi chiese lei esitante.
<< Alexander Lauren >> risposi con voce sommessa.
<< Alexander Lauren >> ripeté lei compiaciuta. << Bene, seguimi >> .

Si girò di scatto e la seguii a ruota.
La sala d’ingresso era grandissima, completamente in marmo nero, con un pavimento a mosaico. A destra e a sinistra c’erano due archi che conducevano alle Ale del Collegio, mentre davanti c’era un’altra scalinata con un altro portone. Quella sala era contornata da colonne e quadri rinascimentali, alcuni probabilmente razziati al Louvre e ai Musei Vaticani durante l’Incursione del Nuovo Governo.
Una cosa mi stupì. Non c’era nessuno.
Jesse camminava spedita verso il portone, e appena la raggiunsi lo aprì.
Ci trovavamo all’aperto. Era un giardino cinto da mura e all’estremità vi era un altro edificio. Al centro di quel parco, trionfante, si trovava la Fontana dei Quattro Fiumi. L’originale. Quella di Piazza Navona a Roma. Non sapevo se meravigliarmi o rattristarmi.
Nel Giardino c’erano panchine, statue, alberi fioriti e piante tropicali. Era tutto perfetto.
Ma allora perché mandare in un posto così bello i malati di mente?
Non mi quadrava tutto.

La Riformattatrice aprì anche l’ultimo portone, e lessi in una targhetta di bronzo Presidenza.
Prima di farmi entrare mi fulminò con lo sguardo e mi disse:
<< Poggia la borsa qui. Un Cameriere te la porterà nella tua stanza >> . Feci ciò un po’ titubante.
Jesse mi faceva paura. Era una persona da non contrariare. Non potei pensare più di tanto perché questa mi spinse dentro la Presidenza.
Se il resto dell’edificio era interamente nero, questo si poteva dire essere completamente oro. Era un locale ben più piccolo rispetto alle altre sale. Però era molto alto e vi erano tre piani. C’erano scranni, poltrone, scrivanie, librerie, lampadari, persone indaffarate che correvano da una parte all’altra, urla, boati e una sorta di .. luminosità. Tutto era dorato o comunque lo sembrava. Venti lampadari in cristallo rubati a chissà quale castello splendevano tutti insieme, rendendo accecante l’ambiente.
Sembrava un ufficio di qualche studio giudiziario molto importante.
Mi ricordava lo studio di mia madre. Lo stesso caos, lo stesso rumore. Sembrava di non essermi minimamente spostato da New York. La nostalgia divideva il mio cuore a metà.
Era triste di non essere più a casa mia ma ero in realtà pure sollevato dal momento che i miei genitori non avevano fatto nulla per tenermi da loro. Mi avevano abbandonato al mio destino.
Salii con Jesse una rampa di scale e mi trovai in un piano meno affollato del precedente.
Al centro vi era un grande tavolo di vetro triangolare, circondato da sedie imbottite nere.
La stanza era sempre molto dorata con quadri settecenteschi e piante ovunque. Sulle sedie stavano una decina di uomini e donne con le classiche giacche del Ministero che discutevano.
Jesse si avvicinò ad una donna e le sussurrò qualcosa all’orecchio.
Questa venne verso di me.

<< Bene, bene.. Alexander Lauren.. Devi essere il figlio di Isabelle, se non mi sbaglio >> mi disse con voce strascicata.
Era una donna anziana di etnia ispanica, dai capelli color mogano con qualche sprazzo di bianco.
<< Sì sì sono io .. >> .
<< Non credo proprio che tua madre sia felice di questo, lo sai vero Alexander? Che cosa hai combinato? >> mi chiedeva con voce supplicante.
Jesse s’intromise : << Disturbo della quiete pubblica, manifestazioni di violenza, atti di ribellione verso il Governo, non rispetto della morale e altre cose che trovi tranquillamente nel suo profilo >>.
Volevo morire.
<< ¡Dios mío,chico,  qué te ha pasado? Perché ti comporti in questo modo? Anche prima, porque hai fatto quel gesto irrispettoso verso la telecamera? >> la donna quasi gemeva con fare materno.
Sembrava mi conoscesse.
Ero imbarazzatissimo, non sapevo cosa dire. Mi sentivo uno psicopatico. Forse volevano farmi sentire così.
Non mi ricordavo di nessuno di quei “crimini” da Jesse citati.
Avevo amnesia? Se li erano inventati? Era tutto un brutto incubo e prima o poi mi sarei risvegliato nel mio letto?
Cosa c’era di sbagliato in me? Cosa avevo fatto di male per meritarmi di essere considerato pazzo?
Le due donne continuavano a fissarmi, come se attendessero qualcosa.

<< AHHHHHHHHHHHHHHHHHHH >> un urlo agghiacciante si levò dietro di me.
Un ragazzo veniva trasportato da due Riformattatori con la forza, mentre lui si divincolava e cercava di scappare.

Ero finito veramente in una gabbia di matti.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: RebelleDawn