Libri > Eragon
Segui la storia  |       
Autore: Akil    08/12/2012    2 recensioni
Prendete il finale di Inheritance e dimenticatelo. Tenete solo la partenza di Murtagh. Nessun addio strappa lacrime, nessuna nave, nessun viaggio verso est.
Mettete Eragon al fianco di suo fratello, aggiungete una promessa più importante di Alagaësia e un viaggio che sotto sotto è una fuga.
Un Eragon cambiato profondamente da segreti nascosti al mondo.
Una famiglia distrutta.
Due giovani promettenti cresciuti senza conoscere parte di ciò che li forma.
Nuovi e vecchi personaggi, travolti dall’amore e dall’amicizia, ma soprattutto dal rancore e dalla vendetta.
Perché ad Alagaësia sono i pregiudizi a essere sovrani e il nome di tuo padre potrebbe decidere il tuo futuro.
----
«Be’, ti devo fare i miei più sinceri complimenti, Eragon», disse infine. «Credo tu sia l’unica persona al mondo che è riuscita a cambiare il Fato».
----
«Sai cosa c’è di più pericoloso di un pazzo con molto potere, Murtagh?», chiese cambiando apparentemente discorso.
Era ovvio che Eragon non si aspettasse una risposta, perciò stette zitto.
«Un pazzo, con molto potere e un
obbiettivo», spiegò il Cavaliere. «Perché l’unica cosa che gli importa è realizzare quell’obbiettivo, a qualunque costo»
Genere: Azione, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Arya Dröttining, regina degli Elfi,  Capo dell’Ordine dei Cavalieri ed Ammazzaspettri», annunciò l’araldo mentre l’elfa faceva il suo ingresso nella sala del banchetto.
«Aros, comandante dell’Ordine dei Cavalieri e Cavaliere di Sharan». Un elfo dai capelli biondissimi e che dimostrava circa venticinque anni, entrò sicuro di sé nella sala, ben conscio dell’effetto che scatenava nelle giovani e nobili fanciulle.
«Roran Garrowsson, signore di Carvahall e conte della Valle Palancar. Sua moglie Katrina Ismirasdaughter. Ed il suo figlio ed erede Garrow».
Eragon rimase un po’ interdetto, i conti non gli tornavano.
Posso essermene andato, ma non vi ho ignorato del tutto. So di Ismira. A chi hai lasciato la tua bambina, cugino?, si chiese guardano il giovane Garrow avanzare sorridente al fianco del padre.
L’araldo fece una pausa osservano stupito il nome successivo. Si riscosse solo quando l’uomo incoronato e vestito di blu oltrepassò il grande portone con i compagni al seguito, senza venire annunciato.
«Eragon Bromsson, Capo dell’Ordine dei Cavalieri di Mandras, re delle Alture del Fuoco, Cavaliere di Saphira, Ammazzaspettri e Liberatore di Alagaësia». L’intera sala si zittì stupita dai titoli. Re delle Alture del Fuoco? Cosa voleva dire?
«Il suo erede, Logan, Cavaliere di Liar il Selvatico e Primo Comandante della Casa Duecuori». Tutti guardarono prima Eragon e poi il ragazzo, notando le differenze nell’aspetto. Capirono tutti che non erano padre e figlio.
«Nadja Aylinssdaughter, protetta di Eragon e dei Draghi». Le persone ci stavano capendo sempre meno.
«Loralynn da Asidrea, sorella della regina Kaeli ed ambasciatrice di Mandras». Bene, ma cos’era questo Mandras?
«Murtagh Morzansson…».
Cori di disappunto  si levarono dai nobili ospiti a quel punto. Nessuno aveva dimenticato quei nomi. Come si permetteva il Traditore dei Varden di mostrarsi proprio durante la festa della Liberazione da Galbatorix?
L’araldo, a malincuore, fu costretto a continuare. «… fratello di Eragon, Salvatore di Re, Cavaliere di Freedom e Primo Generale di Sua Maestà Laskel, re di Mandras ».
Murtagh sorrise di fronte a quei titoli tanto onorevoli. Non vi aspettavate che il “crudele” Cavaliere di Galbatorix fosse capace di questo, vero?
Eragon si voltò verso di lui. Salvatore di Re… Da tempo non ti sentivo chiamare con questo titolo, gli disse mentalmente.
A corte e tra i Cavalieri si è perso, ma al popolo questo nome piace ancora… anche se quello che ho salvato era un protettodel re, perciò neanche un principe, rispose scherzando su quell’imprecisione che per diversi motivi nessuno aveva mai corretto.
Laskel però adesso lo è… e poi “Salvatore di Re” suona decisamente meglio di “Salvatore di Protettidel re”, no?
Murtagh rise e scosse la testa, continuando a seguire il fratello verso un tavolo secondario, meno appariscente e quasi nascosto.
L’intera sala li guardava avanzare silenziosa, cercando di capire perché non si stessero dirigendo verso i posti riservati ai grandi nobili al fianco della regina.
Raggiunsero il tavolo più piccolo e semplice, dove erano seduti dei soldati di rango abbastanza alto per presenziare a quel banchetto, ma non abbastanza da sedersi alla tavolata principale.
«Chiedo scusa», esordì Eragon, «questi posti sono occupati?», domandò indicando le sei sedie libere rimanenti.
I soldati lo guardavano sbalorditi e non osavano proferire parola.
«Questi cinque ancora sì, mio signore», rispose un ragazzo di forse quindici anni appoggiandosi allo schienale di fianco ad un uomo di sessant’anni circa, facendo capire al gruppo che quello era il suo posto.
Eragon gli sorrise e gli fece un cenno di ringraziamento, poi si sedette proprio al suo fianco, subito seguito dai compagni. I due fratelli davano entrambi le spalle al trono.
I soldati si alzarono di scatto, probabilmente non ritenendosi degni di stare allo stesso tavolo del Cavaliere. Solo il ragazzo rimase fermo in quella posa piuttosto irrispettosa verso qualcuno di rango così alto rispetto al suo.
Eragon sbuffò e fece un gesto annoiato con la mano. «Sedetevi e state tranquilli. Non merito questo rispetto dovuto al terrore». Poi si rivolse al quindicenne. «Come ti chiami, ragazzo?», gli chiese curioso di conoscere quel giovane con un animo più simile ai Mandrasi che agli Alagaësiani.
«Kevan, mio signore».
Il Cavaliere stava per dire qualcosa, ma la voce della regina Nasuada alle sue spalle lo interruppe.
«Rifiuti di sederti al mio fianco. Potrei considerarla una grande offesa, Eragon», gli disse piccata.
L’uomo voltò la testa quando bastava per guardarla negli occhi. «Invece, Nasuada, se io fossi tuo suddito considererei il tuo un comportamento assai offensivo nei miei confronti», rispose marcando bene il “se”. Le rivolse nuovamente le spalle. «Io sto semplicemente seguendo la condotta che un buon sovrano dovrebbe sempre avere».
«Con tutto il rispetto, Cavaliere, non credo tu possa avere un’esatta idea della condotta che un buon sovrano deve tenere».
Eragon sorrise come sempre in modo strafottente e si alzò per fronteggiarla. La guardava dall’alto in basso, essendo decisamente più alto. «Sinceramente, nonostante odii portarla, questa», indicò la corona di platino a forma di drago che portava sul capo, «non è per niente».
Nasuada l’aveva già notata, ma non era riuscita, basandosi su ciò che sapeva di Eragon, a spiegarsi perché la portasse. Ma in fondo, cosa sapeva lei veramente di Eragon? «Illuminami quindi sul tuo regno, te ne prego», rispose comunque con tono irritato. Il Cavaliere stava cercando di sminuire la sua autorità di fronte alla maggior parte dei suoi nobili.
Non fu però, Eragon a risponderle, bensì Nadja. «I draghi volano liberi, sul mare, oltre le cime innevate delle Alture, affrontando le tempeste e infuocando il cielo», raccontò sognante.
«Ed i Cavalieri si addestrano, vivono la natura, imparano a capirla e capire sé stessi e ciò che significa quel titolo, e durante tutto l’anno aiutano i contadini con i campi», aggiunse Logan.
«E tutti adorano quel sovrano che prima di tutto è un amico ed un fratello, sempre pronto ad aiutare e a difendere ciò che ritiene giusto», concluse Loralynn.
La regina di Alagaësia, sentendo ciò, si arrabbiò ulteriormente. Quegli stranieri stavano forse insinuando che lei non fosse una brava sovrana?
«Non so quanti “sudditi” tu abbia, Ammazzaspettri, ma tu hai modo di immaginare quanti ne abbia io. Conoscerli tutti ed essere loro amica è alquanto impossibile, non credi?».
Eragon la scrutò a lungo negli occhi, poi si risedette, dandole nuovamente le spalle. Non rispose, perso in chissà quali pensieri.
«Sinceramente, Maestà», intervenne a sorpresa Murtagh, mentre la regina esultava interiormente per essere riuscita a zittire il Cavaliere, «rimarrà qualcosa d’impossibile se rimarrai seduta sul tuo trono per sempre».
Nasuada lo guardò con occhi di fuoco. «Questo comportamento insolente, Cavalieri, potrebbe essere pregiudicante per la vostra richiesta».
Eragon strinse i pugni sul tavolo e digrignò i denti, l’aria si fece più elettrica e Brisingr iniziò a risplendere di una soffusa luce blu. Lynn gli appoggiò di scatto una mano sul braccio, cercando di calmarlo e di evitare l’irreparabile.
Stai tranquillo, Eragon, gli sussurrò mentalmente. Sai che ce la faremmo comunque. Stai calmo, non serve attaccarla, non adesso.
Eragon fece un respiro profondo ed annuì lentamente. Poi si rivolse alla regina. «Fallo, Nasuada», la sfidò. «Rifiuta la nostra richiesta, ma sappi che dodici altri Cavalieri e ventimila maghi guerrieri attendono solo un mio ordine per arrivare qua e prenderci ciò che è nostro di diritto. Non m’importa se per farlo dovremo scatenare una guerra, noi taglieremo quella testa, in un modo o nell’altro…». Stava per aggiunger qualcos’altro, ma, sotto lo sguardo incredulo dei nobili di Alagaësia, s’interruppe con lo sguardo perso nel vuoto.
Rimase qualche secondo così, immobile, con la bocca aperta, poi di scatto si voltò verso Logan.
«Il tuo pugnale, subito», ordinò.
Il ragazzo non esitò neanche per un istante: gli porse la lama automaticamente, senza far domande.
Il Cavaliere di Saphira prese il braccio di Kevan, scostandogli la manica della camicia bianca. Il ragazzo, troppo stupito, non reagì.
«Cosa stai facendo, Eragon?», domandò allarmata Nasuada.
L’uomo non rispose e incise la pelle del ragazzo quel tanto che bastava per far fuoriuscire del sangue. Kevan gridò di dolore e spavento.
Murtagh gli passò una piastrina di metallo che Eragon macchiò con il liquido scarlatto.
«Wyrda abr Shur’tugal*», sussurrò.
Una luce azzurra e dorata scaturì dal metallo nella sua mano. Durò solo pochi secondi ma accecò coloro che gli erano più vicini per qualche secondo.
Sospiri di stupore si levarono dai presenti quando ritornarono a vedere.
«Ma cosa…?», balbettò Kevan.
Eragon, con un po’ di affanno, si limitò a sorridere e a porgergli l’uovo rosso striato d’oro che aveva in mano.
«Scusa per il taglio, era necessario», disse curandolo con la magia. Poi si appoggiò allo schienale che aveva di fianco, sentendo per un attimo le forze venirgli meno.
«Ma… cosa dovrei farci io con questo… questo… coso?».
Murtagh rise e gli batté amichevolmente la mano sulla spalla. «Tienilo con te per il tempo di questa cena e vedrai».
Dietro al moro, non così allegramente, invece, Loralynn stava gridando contro Eragon. «Idiota! Sei un idiota ed uno stupido! Come ti è venuto in mente di usare solo la tua energia? E chissà da dove l’hai prelevato, poi!».
Il Cavaliere si passò una mano sulla nuca con un faccia colpevole, e, per un attimo, Nasuada rivide il ragazzo che aveva conosciuto trent’anni prima.
«Ehm… potrebbe provenire da Ellesmerá». Quasi non riuscì a finire che Lynn lo schiaffeggio.
«La città elfica che abbiamo evitato venendo qua? Quella in mezzo alla foresta?». Eragon sorrise colpevole, ricevendo un secondo colpo sulla faccia.
«Idiota, idiota, idiota!».
Murtagh le fermò le braccia prima che potesse colpirlo ancora. La bionda lo guardò ad occhi socchiusi, furiosa.
«Basta», le disse dolcemente. «Sai che quando si tratta di nuovi Cavalieri, Eragon non ascolta nessuno».
«Come dannazione hai fatto a superare le difese a guardia delle uova?», urlò Arya sopraggiungendo alle spalle di Nasuada. «Mi hanno appena riferito che quelle custodite nel Palazzo di Tialdarí sono state avvolte da una “accecante luce blu” e che dopo qualche secondo un uovo era “misteriosamente ed inspiegabilmente sparito”».
Eragon rise. «L’elfo a guardia della tua capitale si ricorda di Glaedr e di me. Non è stato difficile».
«Dovrà rispondere di questo…», rispose irritata. « Murtagh ha detto “nuovo Cavaliere” come fai ad esserne sicuro?», domandò poi.
«Non lo senti, Arya?», chiese Eragon, tornando serio. «Non senti il bisogno che ha Kevan di essere completo? È un grido disperato, lacerante. Non si può ignorare».
Una leggera risata si levò dall’altro capo della sala, assieme ad un piccolo applauso. «Ed io che ho sempre pensato che questa capacità fosse insegnata solo a pochi eletti», disse una voce leggermente stupita.
Eragon sorrise, riconoscendola. «A quanto pare sono rientrato tra questi. Ciao, Angela, come stai?».
«Meglio di te, Ammazzaspettri», rispose la donna, identica a trent’anni prima, avvicinandosi.
Il Cavaliere abbassò lo sguardo. «Non che ci voglia poi molto», sussurrò.
Fortunatamente l’erborista cambiò subito discorso. «Come hai fatto ad apprenderla?», chiese.
Eragon aprì i primi due bottoni della camicia, mostrando due collane con un pendaglio ciascuna. Uno di questi era d’argento, a forma di martello, mentre l’altro era un anello in platino con al centro una pietra nera e lucida, a forma di fiamma.
«Addirittura?». Angela si mise a ridere, senza dare spiegazioni. «J’kad rovoi», disse infine al Cavaliere.
«Ralakde jsk’acha», rispose Eragon.
L’erborista rise più forte, poi scosse la testa e uscì dalla stanza.
«Vi prego», disse dopo un po’ di silenzio Logan, «ditemi che non sono l’unico a non averci capito nulla degli ultimi due minuti».
«Non è previsto che voi capiate, stai tranquillo», rispose Eragon sempre sorridendo leggermente. Poi si rivolse a Nasuada. «Finiamola di giocare, Nasuada. Accetti la mia richiesta?».
La regina stette in silenzio per qualche secondo, visibilmente indecisa. Infine annuì, sconfitta. «Posso parlare solo per l’Impero, ma hai il mio appoggio».
«Anche il mio», aggiunse Arya. La minaccia di Eragon aveva sortito l’effetto sperato.
«Bene. Lynn, Murtagh, fra tre giorni partite per il Surda, poi andate a Terim. Vi darò i documenti».
I due annuirono.
«E i nani e gli Uragli?», domandò Logan. «Da quando hai fatto ampliare il…».
«L’impronta non poteva assolutamente essere di un Urgali o di un nano… quelle due razze si assomigliano molto più di quanto non pensino», lo interruppe. «In ogni caso quest’ultimi arriveranno tra due giorni, uno se saranno veloci. Ci penserò io».
Logan assentì.
«Ehm…», intervenne Kevan allarmato, impedendo di continuare il discorso. «Scusate, ma questo coso si sta muovendo…».
Istantaneamente tutti si voltarono verso il ragazzo, osservando l’uovo fra le sue mani che oscillava e si crepava. Pochi minuti dopo, nell’assoluta immobilità della sala, un piccolo muso carminio striato d’oro spuntò dal guscio. Kevan allungò la mano, attratto dal piccolo cucciolo appena nato. Gli sfiorò la testa, sentì una forte scarica d’energia nel suo corpo e poi svenne, accasciandosi a terra.
Eragon prese il draghetto prima che potesse cadere. Questi lo guardò incuriosito, gettò uno sguardo al ragazzo privo di sensi, ed infine si accoccolò tra le braccia del grande Cavaliere. Con grande stupore di Arya che aveva visto più volte la possessività dei cuccioli nei confronti dei nuovi compagni.
Logan, invece, rise piegandosi sulle ginocchia. Batté un paio di volte la mano sulla spalla del privo di sensi Kevan e disse: «Benvenuto nei Cavalieri, amico».

-----------------------

*Destino di un Cavaliere

Buonsalve, ecco a voi il capitolo 5. E' da un po' che non posto, ma la buona notizia è che ho già 3/4 capitoli scritti, perciò domenica prossima posto sicuro.
Cosa dire di questo capitolo? Boh... non mi sembra di aver scritto cose troppo criptiche su cui dovete focalizzare la vostra attenzione.
Perciò siete voi che dovete dirmi se non avete capito qualcosa, se potrò vi risponderò.

Adesso passiamo ai ringraziamenti.
Oggi abbiamo un sacco di persone tra i Seguiti (siete arrivati a 16, la mia autostima vi ama!), in particolare: Annie_Bill, Bici_, Diosmira, Judith Potter, Noapta e Selene6.
Per le Recensioni, invece, ringrazio Edo e la mia Capo Stratega Trottola.

A domenica,
Akil

P.S.
@Edo: in questo sito (è in inglese, ma non è difficile da comprendere) http://inheritance.wikia.com/wiki/Ancient_Language#Suffixes sono spiegati i plurali nell'Antica Lingua... a parte qualche imprecisione non mi sono sbagliata di tanto =)
P.P.S.
Recensire non fa male, ragazzi! Su, mi bastano undici parole, vi prego *occhi alla Gatto con gli Stivali*
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Eragon / Vai alla pagina dell'autore: Akil